Parte 2
- Chiedi a
quel vecchino- mi disse, mentre continuavamo a vagare per le strade deserte
della città.
- E cosa gli dico? Non avremmo comunque come pagare il suo
aiuto-.
- Ti lamenti troppo- disse sorridente e si avviò verso il signore che
se ne stava ad occhi chiusi sul portico di casa dondolandosi su di una vecchia
sedia.
Restò lì a parlare per qualche minuto, regalando sorrisi al vecchietto
che sembrava felice di poter parlare con qualcuno di nuovo e poi tornò da me
ridendo.
- Ci darà un passaggio fino al distributore, gratis- aggiunse in
fretta prima che potessi chiederlo. - E da lì chiameremo Chuck e ci faremo
venire a prendere-.
- Perderai l'aereo-.
- Non importa. Quando un aereo
devi prenderlo, ce ne sarà sempre uno pronto a partire-.
Sorrise voltandosi e
aspettò che l'anziano signore ci raggiungesse e ci guidasse verso la propria
auto che si rivelò essere in realtà un camioncino.
- Sarà divertente. Ci
sediamo dietro. Vieni Pierre-.
Mi tirò per la mano, senza lasciarmi il tempo
di lamentarmi.
Mentre il vento le accarezzava i capelli, quando eravamo ormai
in viaggio da un pò, mi persi a fissarla.
Ogni volta, guardandola, quando
incrociava il mio sguardo, avvertivo una strana sensazione pervadermi, come se
un fuoco mi si accendesse dentro e il calore arrivasse ad ogni parte di
me.
Era come se tutto andasse a posto, ogni cosa la percepivo nel modo giusto
e non è più stato lo stesso.
Da quando se ne andò, non ho più provato tutte
quelle sensazioni. Vorrei poter avere ancora un giorno da passare in quel modo.
Così semplice... così completo.
E me ne sto seduto qui adesso, pensando a
tutte quelle cose ormai così lontane in un tempo che forse, in un modo o in un
altro, era stato nostro molto più di quanto fossimo in grado di capire
allora.
E ogni volta, me ne rendo conto sempre di più, non ci sarebbe nulla,
nulla al mondo che non farei per avere un altro giorno con lei. Soltanto un
altro giorno e ho la certezza che in quel caso, cercherei di fare tutto per
poter cambiare il finale della nostra storia, ma se è vero che le nostre vite
sono pagine di un libro che va scritto giorno dopo giorno, sarei pronto a
giurare che quella giornata non fu il nostro finale.
Un finale, forse, non lo
abbiamo mai avuto, o molto più semplicemente, mi piace credere che siamo noi a
decidere quando mettere fine alle cose.
Troppo ottimista probabilmente.
Troppo ingenuo.
Quando tornammo a Montreal e lei partì, restai per ore a
fissare la scia tra le nuvole e quando anche quella fu sparita, capii che forse
non l'avrei mai più rivista.
E' passato così tanto tempo.
Le nostre strade
ci hanno portato così lontane negli anni passati e magari, anche se ci
rivedessimo, non sarebbe mai lo stesso.
La gente cambia, le cose cambiano, e
noi non saremmo mai stai l'eccezione a quella regola.
- Pierre...?-.
- Ehi
Pat...-.
- E' tutto pronto. I ragazzi sono tornati in camerino, forse
dovresti prepararti anche tu-.
Scendo dall'amplificatore e respiro
profondamente.
- Arrivo-.
Mi guardo attorno, non sembra cambiato nulla
dall'ultima volta in cui abbiamo suonato in quel posto. Magari alcune cose
riescono a resistere al tempo... ai cambiamenti.
Inizio a seguire Pat, quando
vado a sbattere in qualcuno.
- Scusami...-.
E le parole mi si fermano in
gola.
- Tu...- dico senza crederci.
Magari sto sognando, magari ho
sbattuto la testa...
- Io-.
Sorride.
... forse è tutto
vero.
Fine