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Autore: Lamy_    18/10/2023    1 recensioni
C’è una lezione che Astrid ha imparato: non aprire certe porte perché dentro si nascondono i mostri.
Logan è il suo mostro, è colui che si nascondeva dietro la facciata del migliore amico. E’ colui che ha ucciso sua madre. E’ colui che ha barattato la sua famiglia pur di sopravvivere.
Mentre Remy cerca in tutti i modi di replicare la cura, gli altri sopravvissuti pensano a come difendere il nuovo accampamento.
Stein, nel frattempo, con l’aiuto di Iris tenta di creare un gas che possa sterminare i sopravvissuti di Alexandria in pochi minuti.
La lotta è spietata. Il sangue si mescola alle lacrime. La vita si scontra con la morte.
Perché se vuoi la pace devi essere pronto alla guerra.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

"Il fatto è che non tutto è orribile. Non può essere, non lo è. La vita non lo è. Dove c’è vita c’è speranza, eroismo, grazia e amore. Dove c’è vita, c’è vita. Spero che tu non fugga da questo."
("King" Ezekiel Sutton, episodio 7x02)
 
 
Due giorni dopo 
Astrid fra le ciglia intravedeva una luce opaca. Non riusciva a muoversi, sentiva aghi di dolore pungerla dappertutto. Le tempie avevano già iniziato a pulsare.
Con grande sforzo aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre.
Daryl era seduto su una poltrona accanto a lei.
"Daryl?"
Il sorriso di Daryl fu un regalo splendido. L'intero corpo dell'arciere si rilassò quando la vide sveglia.
"Ben svegliata. Come ti senti?"
"Né viva né morta."
Daryl rise e Astrid abbozzò a fatica un mezzo sorriso.
"Sei messa male. Hai quattro costole rotte, il polso rotto, vari tagli sul viso e un ginocchio lussato."
"Ora mi sento morta."
Astrid non riusciva a ridere, sentiva dolore al petto, ma almeno l'umore era alto.
"Starai bene."
"Gli altri? Remy? Ezekiel?"
"Stanno tutti bene. Siamo tornati ad Alexandria. L'infermeria è piena, quindi ti ho portata a casa."
Solo adesso Astrid riconobbe le tende e le pareti della sua camera da letto. Si sentiva già meglio.
"Ad Austell com'è la situazione? Immagino che ci siano dei sopravvissuti."
"Sì. Jerry e Diana se ne stanno occupando. Molti sono fuggiti e molti sono rimasti, vedremo come si evolverà la situazione."
"E di Iris ci sono notizie?"
Daryl abbassò lo sguardo dispiaciuto. Astrid sentì una lacrima rigarle il viso.
"Era troppo vicina all'esplosione, non ce l'ha fatta."
"Capisco."
La triste conversazione fu interrotta da una testolina bionda che irruppe in stanza. Clara saltò sul letto e stritolò Astrid in un abbraccio. Nonostante il dolore, lasciò che la bambina la stringesse.
"Finalmente sei sveglia! Hunter brontolava sempre!"
"Non esagerare, piccola peste."
Hunter era appoggiato allo stipite della porta con un finto broncio.
Alle sue spalle sbucò Yana con un sorriso raggiante.
"Ehi, bella addormentata!"
"Ehi, pazza ragazza che rischiava di ammazzarsi."
"Ho salvato della gente, davvero vuoi rimproverarmi per questo?"
Astrid fece di no con la testa e sorrise, felice che la ragazza si stesse riprendendo. Yana si era sacrificata per ripagare l'uomo che aveva ucciso, la colpa non era stata lavata ma alleviata.
"Ragazzi, mi lasciate da sola con Daryl? Chiacchiere da adulti."
Dopo che i ragazzi se ne furono andati, Daryl si accomodò sul letto e si mise in ascolto.
"Che cosa ti preoccupa?"
"Che faremo adesso?"
"Adesso ricostruiamo Alexandria, questo è l'obiettivo principale. Il resto si vedrà. Un passo alla volta, Astrid."
Astrid sospirò, ormai la vita era diventata un continuo costruire, distruggere e ricostruire. Le cose si rompevano con troppa facilità.
"Avete trovato il corpo di..."
"Sì. L'ho sepolto io." Disse Daryl.
Astrid vide davanti agli occhi le proprie mani sporche del sangue di Logan. Ebbe un sussulto e poi si accorse che età un incubo ad occhi aperti. 
"Dov'è?"
"Fuori Austell. C'è una croce a indicare il luogo, ho pensato che volessi andare a fare una visita."
"Mmh."
Daryl non fosse altro perché sapeva che era un dolore personale. Come lui aveva ucciso Merle, Astrid aveva ucciso Logan. Era una ferita che non si sarebbe mai risanata.
"Adesso ti lascio riposare. Tra un po' torno a controllarti."
Daryl si avvicinò alla porta ma Astrid gli afferrò la mano.
"Resta, per favore."
Lui annuì e si sdraiò accanto a lei. In una manciata di minuti Astrid si addormentò di nuovo al sicuro fra le braccia della persona che amava.
 
Sei mesi dopo
Remy era seduta in veranda a scrivere appunti su come sistemare il depuratore dell'acqua. Alexandria negli ultimi sei mesi era stata rimessa a nuovo grazie all'intervento di ingegneri, architetti e scienziati. Solo la rete idrica andava ancora sistemata.
"Lavori, eh?"
Diana si appoggiò alla ringhiera della veranda e allungò il collo per sbirciare il quaderno di Remy.
"Il filtro per depurare l'acqua dà problemi, ma in un paio di giorni dovremmo risolvere il problema."
Remy aveva preso casa da sola, era piccola e con una stanza che aveva adibito a studio in modo da lavorare e sperimentare soluzioni chimiche. Lì dentro aveva risolto molte questioni.
"Sei in gamba, certo che ce la fai."
"Che cosa vuoi, Diana? Nelle ultime settimane sei troppo gentile."
Diana arrossì e si passò una mano fra i capelli (che adesso erano corti fino alle spalle e ordinati grazie a Carol).
"Non è vero! Con te sono sempre gentile!"
"Sei sospetta." Disse Remy.
Diana scosse la testa, era rossa come un pomodoro persino sulle braccia.
"Sai cosa? Sono stanca di fingere."
"Fingere cosa?"
"Remy Wilson, io sono innamorata di te."
Remy mise giù la penna con gli occhi sbarrati. Per un momento smise di respirare.
"Eh?!"
Diana rise e alzò gli occhi al cielo. Si mise in ginocchio, afferrò Remy per il collo e la baciò.
Remy rimase immobile per qualche secondo, poi si abbandonò al bacio e strinse Diana a sé.
"Dopo dieci anni ci siamo riuscite." Disse Diana.
"Non è mai troppo tardi, giusto?"
Entrambe sorrisero e Remy attirò Diana in un altro bacio.
 
Daryl richiuse il cofano dell'auto e si pulì il grasso dalle mani.
Aveva deciso di mettere su un'officina meccanica, era sempre stato il suo sogno sin da bambino. Dopo aver preso le auto sopravvissute a Austell, adesso toccava a lui ripararle.
"Eccolo qui il mio meccanico sexy."
Astrid comparve nel garage adibito a officina. Si era rimessa, benché zoppicasse leggermente a sinistra. Lei ed Ezekiel si occupavano dei bambini: riunivano le famiglie o si impegnavano nelle adozioni.
"Come va?" domandò Daryl.
Astrid si sedette nello spazio libero sul tavolo da lavoro e fece dondolare i piedi.
"La piccola Rose è stata adottata da Lance e Margaret. Sono davvero felice per tutti e tre."
Daryl lesse una nota di tristezza negli occhi di Astrid nonostante sorridesse. 
"Astrid, che c'è?"
"Sono triste per Emily. Non riesco ancora a trovarle una famiglia."
Allison aveva dato alla luce Emily sei mesi prima ma durante il parto aveva perso la vita. Lo stress accusato ad Austell aveva messo a dura prova il suo fisico. La piccola era stata affidata a Jerry, però nessuno si era ancora offerto di adottarla.
Daryl da qualche tempo aveva questa idea in mente, e Carol aveva sorriso e annuito poiché d'accordo.
"Possiamo adottarla noi."
Astrid sollevò le sopracciglia di scatto.
"Noi due? Io e te?"
"Sì, io e te."
Daryl si avvicinò a lei e le mise le mani sulle ginocchia, al che Astrid gli mise le mani sulle spalle.
"Daryl, sii serio. Da quando ti interessano i bambini? Non sapevo che volessi avere un figlio."
"Non ne abbiamo mai parlato."
"Perché tu non hai mai dato segnali."
Daryl ormai vedeva la sua vita solo con Astrid. Una casa con lei, un figlio con lei, un futuro con lei. C'era solo e soltanto Astrid. Per la prima volta in vita sua apparteneva ad un posto.
"Non avevo mai pensato di sistemarmi prima. Pensavo che avrei spacciato per il resto della mia vita. Poi sei arrivata tu."
Astrid ridacchiò e gli pizzicò il braccio.
"Ti faccio venire voglia di sistemarti?" 
"Mi fai venire molte voglie, ma questa è una di quelle."
"Vuoi davvero diventare padre? Non devi farlo solo per me."
Daryl le accarezzò la guancia, sentiva di avere tutto il mondo nel palmo della mano.
"Lo faccio per entrambi."
Astrid lo abbracciò così forte che Daryl capì a fondo il significato della felicità.
 
Un anno dopo
Diana si massaggiò gli occhi stanchi e sospirò, era sveglia da ore. La sera precedente aveva faticato a prendere sonno, pertanto aveva deciso di mettersi a lavorare.
"Ehi."
Remy comparve sulla soglia della cucina, indossava soltanto una maglietta di due taglie più grandi e aveva i capelli su una spalla. Diana sorrise, era davvero troppo innamorata di lei.
"Ehi, splendore. Hai dormito?"
"Io sì, ma tu no."
Remy si versò del caffè nella tazza e prese un biscotto di Carol, erano perfetti per la colazione.
"Stavo ripensando al materiale di Norcross."
Una settimana prima Diana, Astrid e Daryl erano andati a Norcross, dove un tempo la madre di Diana aveva una casa farmaceutica. Lì Stein aveva nascosto altro gas, armi, carburante e aveva allestito un piccolo laboratorio mai utilizzato. Fra il materiale c'erano anche documenti sul virus e le osservazioni degli esperimenti.
"Diana, basta. È finita."
"Ascoltami un attimo. Qui è riportato il test per capire chi è immune."
Remy si passò una mano sul viso, era sfiancante affrontare quell'argomento.
"No, non faremo test su nessuno. È tutto finito con tuo padre."
"Ma io devo provarci! È stata colpa mia, devo rimediare."
Diana si sentiva in colpa perché era stata lei a creare il virus, era stata lei indirettamente a uccidere tutte quelle persone.
Remy le prese la mano e le accarezzò il dorso.
"Non è stata colpa tua. Tu credevi di lavorare ad una cura per malattie neurologiche, è stato tuo padre a trasformarla in un virus."
"Sì, ma..."
"Buongiorno!"
Yana si interruppe con le sopracciglia inarcate. Remy e Diana smisero di parlare e la guardarono con in imbarazzo.
"Ho interrotto qualcosa, vero? Posso tornare di sopra..."
"No, resta pure. Abbiamo finito." Disse Remy.
Diana richiuse le cartelle perché la ragazza non leggesse e le fece posto a tavola.
Astrid si era occupata di sistemare i bambini e gli adolescenti: aveva trovato una casa per tutti. Yana aveva scelto di andare a vivere con Remy per imparare tutto sulla scienza poiché il suo sogno era quello di diventare una ingegnera. 
Lydia era andata a stare con Carol e frequentava il corso di botanica. Hunter e Clara, invece, abitavano insieme a Daryl, Astrid ed Emily.
"Che progetti abbiamo oggi?" chiese Yana.
Remy controllò la sua agenda (perché finalmente ne aveva una) e le mostrò la pagina.
"Oggi fa lezione Bridget. Stai attenta perché è una lezione molto importante."
"Non vedo l'ora!" esultò Yana.
Remy e Diana la guardarono sorridente e capirono che andava bene così, che la vita aveva ripreso il suo corso e che gli esperimenti erano finiti.
"Qualcuno vuole altri biscotti?"
"Io, grazie!"
 
Daryl rincasò intorno alle otto di sera. Era stanco dopo aver passato l'intera giornata ad aggiustare il vecchio catorcio che Ezekiel si ostinava a guidare.
Ma tutta la tensione scomparve non appena mise piede in casa. La scena che gli si presentò lo fece sorridere: Astrid e Hunter stavano cucinando mentre Clara ed Emily giocavano con un trenino.
"Daryl!" esclamò Clara.
Lei ed Emily gli andarono incontro e gli abbracciarono le gambe. Emily aveva due anni ed era uno scricciolo, per cui Daryl la prese in braccio e diede la mano a Clara.
Astrid sorrise quando lo vide avvicinarsi.
"Ciao, bel fusto. Com'è andata oggi?"
Daryl sentì uno strano calore nel petto. Nonostante fossero passati due anni, non si abituava a quella sensazione. L'ambiente domestico era così tranquillo che a volte gli faceva paura. Non c'erano botte né urla, non c'erano bottiglie vuote né pasticche sui mobili. Era tutto sereno e gioioso, solo risate di bambine, parole dolci e mobili puliti.
"È andata bene. A te?"
Astrid si mise sulle punte per dargli un bacio a stampo e gli scostò una ciocca di capelli dagli occhi.
"È andata, diciamo così. Organizzare i corsi non è facile."
Astrid aveva deciso che bisognava aprire una specie di scuola che insegnasse ai ragazzi come vivere nel nuovo mondo. Mentre i bambini facevano lezioni tipiche e giocavano, i più grandi sceglievano in cosa specializzarsi.
"Hunter, tu hai deciso?"
Hunter era l'unico che aveva esitato nella sua scelta. Da piccolo voleva fare il pilota di macchine, ma nel nuovo mondo non aveva senso. Aveva tentato diversi corsi ma nessuno lo aveva catturato.
"Ho un'idea."
"Quale?" domandò Astrid.
"Voglio seguire il corso di medicina."
Astrid si strinse al braccio di Daryl e sorrise di gioia. Hunter era passato dall'essere un ragazzino pestifero all'essere un diciottenne con una chiara prospettiva di vita.
"Siamo fieri di te, Hun."
Dopo che Astrid lo ebbe assaltato con un abbraccio, Daryl si avvicinò a lui e gli diede una pacca sulla spalla.
"Adesso puoi dire a Yana che sei cotto di lei."
"Cosa? No! Non è vero, mi è passata."
"Bugia!" disse Clara.
"Tu, piccola peste!"
Clara scappò via ridendo e Hunter la inseguì per gioco. Anche Emily si unì a loro, barcollando sui piedini.
Astrid osservò la scena e pensò che finalmente quella era casa.
 
Due anni dopo 
Daryl era così rilassato che non avrebbe mai voluto lasciare il letto. Astrid, distesa accanto a lui, gli tracciava con il dito le cicatrici sulla schiena.
"Stavo pensando ad una cosa."
Daryl portò gli occhi su di lei, era così bella nella luce dell'alba, avvolta nel lenzuolo che a malapena le ricopriva il seno nudo.
"Cosa?"
"Dovremmo prendere un albero di natale."
"Astrid, è ancora settembre."
"Sì, ma trovare l'abete giusto richiede tempo."
Daryl alzò gli occhi al cielo, ma in fondo trovava adorabile quella idea perché lui non aveva mai avuto un albero di natale e il pensiero lo faceva sorridere.
"Dovremmo fare un giro ad Atlanta."
"Dopodomani sono libera."
"Vuoi proprio un abete, eh?"
Astrid si mise a cavalcioni su di lui e gli mise le mani aperte sul petto. Daryl non aveva visto niente di così bello.
"Sì! Ti piacerà addobbare l'albero, mi ringrazierai."
"Adesso mi piacerebbe fare altro."
Astrid ridacchiò e si abbassò su di lui per baciarlo.
"Ah, sì?"
Daryl la strinse a sé e si presero del tempo per loro.
 
Remy guardò la sorella con sguardo confuso.
"Non ho capito: dobbiamo rimuovere le canalette di irrigazione?"
"Le spostiamo." spiegò Jerry.
"Perché?"
Carol le fece vedere un disegno abbozzato di campi di grano.
"Perché vogliamo estendere i campi e dobbiamo modificare il sistema di irrigazione."
"Di quanti campi parliamo?"
Di colpo all'arme di emergenza risuonò in tutta Alexandria.
Astrid con la radio chiamò subito Rosita, la responsabile della sicurezza.
"Rosita, che succede?"
Rosita si trovava sulla torre di controllo e usò il binocolo per guardare all'esterno.
"Ci sono due figure con le mani in alto che si avvicinano."
"Sai chi sono?"
Rosita fece un verso strano, a metà fra la risata e il pianto.
"È Rick! È Rick!"
 
 
Il delirio generale che seguì fu impressionante. Le porte furono aperte e tutti accorsero per accertarsi.
Daryl fu il primo a uscire, la mano sul coltello alla cintura per ogni evenienza.
Ma abbassò la mano non appena riconobbe Rick e Michonne. Astrid dietro di lui spalancò la bocca per la sorpresa.
"Fratello!" Disse Rick.
Lui e Daryl si abbracciarono, poi fu il turno di Michonne.
"Astrid, vieni." disse Daryl.
Astrid si fece piccola piccola mentre si avvicinava ai nuovi arrivati.
"Piacere, Rick Grimes."
Astrid gli strinse la mano come se fosse un attore famoso e lei una fan.
"Astrid Wilson, il piacere è tutto mio."
 
Quella sera ci furono grandi festeggiamenti. Judith non si era staccata da Michonne neanche per un momento, forse solo per potersi attaccare a Rick.
I ragazzi si erano ritagliati uno spazio per stare fra di loro, ridevano e cantavano.
Lydia e Yana stavano chiacchierando con altre ragazze, sorridevano entrambe.
Hunter, invece, se ne stava per conto suo a fissare il falò e a bere una birra, l'unico lato positivo di essere diventato maggiorenne.
"Posso?"
Yana gli sorrideva, i lunghi capelli neri le svolazzavano attorno. Hunter si spostò e lei prese posto sul tronco d'albero.
"Ho una domanda." Disse lei.
"Spara."
"Qual è il colmo per una ragazza indiana?"
Hunter aggrottò le sopracciglia e scosse la testa.
"Stai per fare una battuta stupida? Non sono in vena."
"Tu rispondi, per favore. Qual è il colmo per una ragazza indiana?"
"Qual è?"
Yana sorrise e si morse le labbra.
"Essere innamorata del suo migliore amico."
Hunter ci mise qualche secondo a capire il riferimento. Spalancò la bocca ma la richiuse mentre il suo cervello elaborava quella informazione.
"Stai dicendo che..."
"Sono innamorata di te, Hun."
Yana gli prese entrambe le mani e si avvicinò per baciarlo. Hunter sentì il cuore battere così forte che temeva sarebbe esploso. Quel bacio fu solo l'inizio della loro storia.
"Che carini." Commentò Cassie.
Lydia sorrideva mentre guardava i due piccioncini, era felice per loro. 
"Sì, era ora."
Cassie annuì e si schiarì la gola prima di parlare.
"Magari qualche volta potremmo passare del tempo insieme."
Lydia arrossì perché era evidente che fra lei e Cassie ci fosse qualcosa. Da quando aveva capito che le piacevano anche le ragazze, aveva deciso di riaprire il cuore ai sentimenti.
"Sì, mi piacerebbe molto."
Cassie le strinse la mano e si sorrisero.
 
Astrid guardava tutto ancora con occhi increduli. Le sembrava di vivere in un sogno. L'ombra negli occhi di Daryl, la paura di aver perso il suo migliore amico, era finalmente scomparsa.
Anche Carol era tutta un sorriso, ogni tanto le sfuggiva qualche lacrima di gioia.
"Il re e la regina sono tornati."
Negan sbucò da dietro un albero e si sedette accanto ad Astrid. Lui era andato a vivere in una casa alla periferia della città, lontano da tutti. Coltivava il proprio orto e fabbricava armi per Alexandria.
"È giusto così. È il loro posto."
"Questo significa che tu e Remy rinuncerete a guidare l'insediamento?"
Astrid fissò il falò davanti a sé, le fiamme le si riflettevano negli occhi.
"Sì, è un compito che spetta a Rick e Michonne. Noi lo abbiamo fatto temporaneamente."
"Preferisco te come capo." Disse Negan.
"Perché ti odio meno di Rick." Rise lei.
"Sì, esatto."
"Astrid, giusto?"
Michonne era in piedi davanti a lei, sorrideva con fare gentile.
"Sì."
"Possiamo parlarti?"
Astrid salutò Negan con un cenno del capo e seguì la donna, che la portò in un angolo appartato dove c'erano Rick, Daryl, Carol e Remy.
"Va tutto bene?"
Rick le mise una mano sulla spalla e Michonne le sorrise ancora.
"Abbiamo pensato di creare un gruppo di comando per guidare Alexandria. Vorremmo che tu fossi dei nostri insieme a tua sorella, avete fatto un ottimo lavoro in nostra assenza."
Astrid guardò Daryl con la coda dell'occhio e lui annuì. Anche Remy annuì.
"Sì, sarebbe un onore."
"Benvenuta nel team, Astrid Wilson."
Daryl le circondò le spalle con un braccio e le diede un bacio fra i capelli.
Per la prima volta Astrid pensò che dopotutto l'apocalisse non era poi tanto male.
 
 
Salve a tutti! 💕❤️
Eccoci giunti alla fine di questa avventura.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Alle volte il mondo va bene così com'è, quando hai le persone giuste accanto.
Grazie a tutti per aver seguito la mia storia e per avermi fatto compagnia durante questo viaggio ❤️
Un abbraccio
La vostra Lamy__
 
  
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