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Autore: elenabastet    22/10/2023    2 recensioni
Per celebrare i sessant'anni di Doctor Who e anche la mia iscrizione all'Italian Fan Club ecco un incontro tra lui e Lady Oscar, per mettere insieme due personaggi iconici in una storia che rispetti le atmosfere di entrambi. Il Dottore di cui parlo è il Decimo, interpretato da David Tennant, il mio preferito. In futuro non escludo di scrivere cross over anche con l'Undicesimo e il Dodicesimo.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL TEMPO DELLA ROSA

 

Rating: Angst, viaggi nel tempo, elementi fantastici, del resto Oscar qui incontra nientemeno che Doctor Who.

Fandom: Lady Oscar.

Note: un omaggio al sessantesimo compleanno di Doctor Who, una delle serie più longeve di sempre, unito a Lady Oscar, la passione di una vita che incontra un qualcosa che ho scoperto negli ultimi anni e che mi ha conquistata. Il Dottore di questa storia è il Decimo, interpretato da David Tennant, non escludo in futuro di far incontrare Oscar con anche altri Dottori successivi o precedenti, ma il mio preferito resta questo.

 

Capitolo III

Il Dottore e Rose guardarono il bellissimo posto dove si trovavano: effettivamente, sembrava davvero un luogo terrestre, e molto probabilmente nel passato, perché non si vedevano né sentivano segni di modernità, come auto, aerei e antenne.

Ad un certo punto, sentirono dei nitriti di cavalli e si nascosero dietro ad una siepe. Due puledri, uno bianco e uno nero, arrivarono al galoppo nella radura in riva al lago. Sopra di loro c’erano due bambini, sul cavallo nero uno con i capelli scuri raccolti in un codino, e sul bianco un fanciullo biondo con i capelli sparsi al vento. Era un momento di assoluto gioco e libertà per loro.

“Fa caldo!”, disse il bambino biondo scendendo da cavallo e buttandosi in acqua, ancora vestito. L’altro lo seguì. Si alleggerirono dei vestiti, lanciandoli dall’acqua ad un ramo e iniziarono a schizzarsi.

Il Dottore era una persona discreta, ma notò un particolare, tra un salto e l’altro dei due piccoli amici. Uno dei due bambini, il biondo, era in realtà una bambina. Non c’era niente di malizioso e torbido, solo due piccoli che giocavano nell’acqua in un giorno caldo, ma c’era un’evidente differenza fisica tra i due.

“Rose, forse è il caso di andare via...”, disse il Dottore alla sua interlocutrice, guardando verso il Tardis.

Lei mormorò:

“Adesso rischieranno di morire… non so perché, ma lo so...”, disse Rose.

Un urlo scosse entrambi:

“André, non tocco più, non sento più le gambe, non riesco a nuotare!”

“Oscar!”

Il bambino bruno si lanciò verso la sua amichetta in difficoltà, facendo capire quanto tenesse a lei. Ma era piccolo, e il lago era insidioso, e anche lui iniziò ad avere difficoltà, ad andare sott’acqua, a non farcela.

“Eh, no, non posso lasciar morire così questi due bambini!”, disse il Dottore e si lanciò al loro soccorso. Era un uomo adulto, oltre che un alieno di Gallifrey con due cuori, per lui fu facile buttarsi nel lago ed afferrarli entrambi, anche se dovette riconoscere che il fondo del lago, limaccioso e scivoloso, era davvero pericoloso anche per una persona grande.

“Grazie, signore, grazie!”, disse il bambino bruno, precipitandosi verso la bimba bionda. Il Dottore porse loro i vestiti, non voleva che ci fosse nemmeno il dubbio di qualcosa di sbagliato da parte sua nei loro riguardi.

“Oscar, Oscar, siamo salvi!”

La bambina bionda si rivestì in fretta, ancora tremando per la brutta avventura e guardò il suo compagno di giochi.

“André ho avuto tanta paura!”

“Per fortuna questo signore ci ha salvati, Oscar!”, disse André.

“Non sono un signore, sono il Dottore!”, disse il loro interlocutore.

“Ma dottore Chi?”, chiese Oscar.

“Un Dottore in giro per la Francia. Ora è meglio che torniate a casa...”, rispose lui e si allontanò, raggiungendo Rose che era rimasta nascosta nel bosco, con poco più lontano il Tardis.

“Li conosci allora? Sapevi cosa stava per succedere loro...”

“Sapevo che avrebbero rischiato di affogare… ma tu li hai salvati Dottore, vedi che sei un eroe?”

“Ma figurati, chiunque lo avrebbe fatto… oh!”, fece il Dottore e continuò: “quei due bambini si chiamano Oscar e André, come i due soldati che c’erano a Parigi durante la Rivoluzione… Oscar è una donna, somigliano a loro. Un uomo bruno e una donna bionda… da bambini dovevano essere così.”

“Beh, può essere un caso o no”, disse Rose, ma allora siamo tornati indietro nel tempo...”

“Già, di un bel po’ di tempo. Mi sembravano sui trent’anni durante la Rivoluzione, mentre questi due bambini sono piccoli, cinque, sei anni terrestri..”

“Ah, già che tu vieni da un altro mondo”, disse Rose.

“Ma tu li conosci!”

“No, ma so cose su di loro… ti saranno grati per averli salvati. Potremmo andare a vedere se sono arrivati a casa sani e salvi.”

Un vento fresco scosse la radura.

“Forse è il caso”, disse il Dottore, “ma chissà dove abitano.”

“La tua casetta blu ci può aiutare”, rispose Rose.

“Ti piace?”

“Beh è fortissima!”, disse lei.

Per un attimo il Dottore pensò che gli sarebbe piaciuto viaggiare con lei, e che Rose rimanesse per sempre con lui e non solo perché si chiamava Rose.

Il Tardis si rimise in viaggio e si fermò di notte.

Uscirono in un boschetto, illuminato dalle stelle, ma poco più in là, oltre gli alberi, videro uno splendido giardino, in quello stile che il Dottore sapeva chiamarsi all’italiana. In fondo al parco, si poteva ammirare uno splendido castello con tanto di torretta.

“Ti dice qualcosa questo posto, Rose?”, chiese il Dottore. Dovevano essere sempre in Francia, ma in che tempo?

“No… forse”, rispose lei. Quella torre. Lei che correva in cima ad una scala, forse per arrivare proprio là, con qualcuno che la inseguiva.

“Rose, occhio che ti prendo...”

“Forse ci ho giocato, una volta, tanto tempo fa, ma non ricordo bene.”

Di colpo, sentirono delle voci. C’erano due persone nel parco, due figure che presto il Dottore e Rose misero a fuoco.

Un giovane bruno, con un codino, in abiti settecenteschi, e al suo fianco quella che era una donna in abiti maschili, bionda, anche lei con un abbigliamento simile. Non c’era sontuosità nei loro vestiti, erano in un momento di tranquillità, ma strana, perché incombeva qualcosa che li turbava. Il Dottore sapeva riconoscere le situazioni che turbavano gli umani.

“Oscar, non pensi che sia meglio che tu vada a dormire? Domani mattina dobbiamo alzarci presto, usciremo dalla porta sul retro, così mia nonna non ci scoprirà.”

“André, il mio padrino è Girodel, non è il caso che venga anche tu.”

“E invece verrò anch’io”, rispose André, sorridendole.

Oscar si sedette per terra, cercando di rilassarsi.

Il Dottore guardò verso Rose, che era dubbiosa:

“Un duello… sì, ne ho sentito parlare.”

Cercarono allora di sentire cosa dicevano, magari Rose avrebbe potuto scoprire qualcosa del suo passato.

“Non sei preoccupata?”

“A dire il vero ho paura… ma non del duca di Germaine. Questo sarà un duello all’ultimo sangue, io credo che nessuno meriti la morte, nemmeno l’essere più abietto. Ma non possiamo permettere ad un nobile di fare quello che vuole, anche le azioni peggiori, perché altrimenti questo si ripercuoterà anche contro la stessa famiglia reale… In un duello si può sparare solo un colpo e se dovessi mancarlo...”

André stette zitto, visibilmente preoccupato. Poi si girò verso una quercia, dietro alla quale stavano il Dottore e Rose, ma lui non poteva saperlo.

“Sai, mi ricordo che quando eri bambina tu seppellisti lì il tuo tesoro: un coltellino con il manico rosso e una trottola.”

“Vero…”, rispose Oscar, con un tono triste.

“Forse è il caso di andare a dormire, Oscar, non pensi? Buona notte!” e quelle parole toccarono i due cuori del Dottore, perché erano le parole di un uomo innamorato.

“André… se domani dovessi morire prendi tu il mio tesoro e conservalo in mio ricordo… un coltellino con il manico rosso e una trottola!” e anche in quelle parole c’era amore, il Dottore sapeva riconoscerlo.

I due giovani si allontanarono quasi insieme verso la casa. Il Dottore era toccato dalle loro parole e dalla situazione e guardò verso Rose. Lei era agitata e perplessa.

“Sì, sì… Il duca di Germaine è un bastardo, ha ucciso un bambino per strada perché gli aveva rubato due monete d’oro… Oscar l’ha sfidato, Oscar è il colonnello delle Guardie di palazzo di Versailles. Ci sarà un duello domani, ma lei lo vincerà, colpirà il duca alla mano, per punirlo di aver ucciso il bambino. La regina Maria Antonietta le ordinerà di rimanere chiusa in casa per un mese ma lei non lo farà...”

“Quante cose che sai su Oscar e André Rose. Sono tuoi amici, allora!”

“Non ricordo altro, ma pian piano è come se qualcosa tornasse dai miei ricordi...”, disse Rose, allontanandosi dal Dottore e sparendo negli alberi.

 

Anche il Dottore fece per andare verso il Tardis, quando di colpo qualcuno lo afferrò per un braccio.

“Avevo capito che c’era qualcuno nel parco!”

Il Dottore si girò e si trovò di fronte ad André. Come avrebbe fatto a spiegargli la sua presenza in una proprietà privata terrestre era un bel problema, anche perché non voleva certo ingannarlo o fargli del male.

“Oh scusatemi André, ero impegnato nella mia ricerca sulle farfalle notturne e mi sono perso”.

Una scusa ridicola. André lo guardò con aria perplessa e poi disse:

“Devo dire a Pierre che ripari la recinzione.. Ma voi siete… siete il Dottore, ci avete salvato al lago quando eravamo bambini!”

Il Dottore ringraziò mentalmente ogni divinità presente nell’universo per la buona memoria di André, ma questo apriva un altro problema. Quanti anni erano passati? Un po’.

“Quello era mio padre”, improvvisò il Dottore.

“Ah, ringraziatelo da parte nostra...”, disse André.

“Siete preoccupato per Oscar?”, chiese il Dottore, “ma lei se la caverà, ne potete essere certo.” Era un altro il destino da cambiare, in un altro momento della loro vita. Ma perché continuava ad arrivare con Rose e il Tardis nelle vite di questi due innamorati del Settecento?

André lo guardò e sorrise. Non capiva come mai, ma sentiva di doversi fidare di quello strano uomo che cercava farfalle.

Si allontanarono entrambi e il Dottore vide che Rose era vicina al Tardis.

“Senz’altro conosci Oscar e André, in qualche modo. Dovresti forse incontrarli, magari ti tornerà la memoria”.

“Non ancora, sento di non doverlo fare. Ma devo scoprire chi sono”, disse Rose.

Salì con il Dottore sul Tardis, che si rimise in moto. Dove sarebbero finiti questa volta?

  
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