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Autore: elenabastet    26/10/2023    2 recensioni
Per celebrare i sessant'anni di Doctor Who e anche la mia iscrizione all'Italian Fan Club ecco un incontro tra lui e Lady Oscar, per mettere insieme due personaggi iconici in una storia che rispetti le atmosfere di entrambi. Il Dottore di cui parlo è il Decimo, interpretato da David Tennant, il mio preferito. In futuro non escludo di scrivere cross over anche con l'Undicesimo e il Dodicesimo.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL TEMPO DELLA ROSA

 

Rating: Angst, viaggi nel tempo, elementi fantastici, del resto Oscar qui incontra nientemeno che Doctor Who.

Fandom: Lady Oscar.

Note: un omaggio al sessantesimo compleanno di Doctor Who, una delle serie più longeve di sempre, unito a Lady Oscar, la passione di una vita che incontra un qualcosa che ho scoperto negli ultimi anni e che mi ha conquistata. Il Dottore di questa storia è il Decimo, interpretato da David Tennant, non escludo in futuro di far incontrare Oscar con anche altri Dottori successivi o precedenti, ma il mio preferito resta questo.

 

Capitolo IV

Era di nuovo notte, e il Tardis si era fermato nel profondo di un bosco. Il Dottore e Rose uscirono con fare circospetto, e lui si accorse che non c’erano di nuovo segni di modernità, niente luce elettrica, niente veicoli, niente di niente. Probabilmente, erano di nuovo nella stessa linea temporale dei loro ultimi giri.

“Aiuto!”

Un urlo scosse entrambi e sia il Dottore che Rose corsero verso dove veniva.

Videro subito che la situazione era molto pericolosa: una carrozza era stata circondata da un manipolo di briganti, quattro o cinque, armati fino ai denti e decisi a tutto. Non sembrava un agguato a scopo di rapina.

Il Dottore riconobbe subito chi erano gli assaliti.

“André, credo che dovremo batterci!”, disse la bionda guerriera che ormai lui e Rose conoscevano come Oscar e che scese dalla carrozza.

“Con molto piacere!”, disse André, che come sempre era con lei.

Il Dottore cercò di studiare come intervenire con il suo cacciavite sonico e, in un paio di occasioni, non visto, creò confusione agli assalitori con dei bagliori. Ma qualcosa gli diceva che quello non era il momento della morte dei due, perché lui aveva visto il loro futuro, tragico ma ancora abbastanza lontano.

Oscar ed André non erano soli: in carrozza c’era una ragazza dai lunghi capelli biondi e per un attimo il Dottore pensò che potesse essere Rose.

“Aiuto madamigella Oscar!”

Uno degli assalitori stava per colpire e uccidere la giovane, che Oscar chiamò Rosalie, non Rose. Oscar andò in suo soccorso, riuscendo a sopraffare l’aggressore, ma fu colpita alle spalle da uno dei briganti, che poi alzò la spada pronto ad ucciderla.

Il Dottore gridò e anche Rose, che per un attimo diventò trasparente.

Ma poi arrivò una carrozza di corsa e i briganti fuggirono.

Il Dottore si avvicinò ad Oscar ferita a terra, circondata da André e Rosalie, e dalla carrozza scese un giovane gentiluomo che sembrava conoscerla.

“Siete il conte di Fersen!”, disse André.

“Certo! Per me è un onore avervi salvati”, rispose lui.

Fersen… il Dottore aveva già sentito questo nome, sì, era un nobile amato dalla regina Maria Antonietta e gli sembrava anche che avesse fatto una brutta fine. Ma questo doveva succedere tra molti anni, lì c’era qualcuno da aiutare e da salvare.

“Sono un dottore, posso aiutarvi anch’io!”, disse, precipitandosi a soccorrere Oscar, sapendo che non sarebbe morta in quel momento. Certo che le era stata inferta una brutta ferita alla spalla sinistra e non poteva nemmeno tirare fuori il cacciavite sonico.

Il Dottore notò che Oscar, anche se dolorante e debole, era felice di vedere il conte di Fersen. Comunque, si preoccupò di aiutarla anche lui ad arrivare a casa, dove poi intervenne un altro medico, il dottor Lassonne.

“Se la caverà”, disse il medico di famiglia Jarjayes a quel collega che era spuntato nel bosco e che era stato prezioso.

“Vi devo ringraziare”, aggiunse.

“Di niente”, disse il Dottore, che si allontanò dalla stanza di Oscar, sentendo l’anziana governante che alzava la voce contro il padrone, il signor conte e generale de Jarjayes.

“Non dovevate crescere Oscar come un ragazzo, avete messo in pericolo la sua vita! E anche tu, André, sei un incapace, dovevi intervenire e fare qualcosa di più!”

Il Dottore si allontanò, non poteva fare molto di più. Sentì che la ragazza bionda, Rosalie, stava dicendo qualcosa, sospettava su qualcuno che poteva essere dietro a quell’agguato, dove gli aggressori volevano uccidere e non derubare, ormai lo avevano capito tutti.

Fuori dalla stanza di Oscar, nel corridoio, ritrovò Rose.

“Anche questa volta li ho salvati, o meglio ho salvato Oscar… Mi sento legato a loro in qualche modo.”

“Ascolta, Dottore, c’è una cosa strana. Loro ti vedono e ti parlano, ma non vedono me. “

“Cosa dici, Rose?”

“Le altre volte non l’ho notato, ma stavolta sì. Prima, nella radura dell’agguato, mi sono avvicinata anch’io per soccorrere Oscar. Hanno parlato con te, erano distratti ed agitati, c’era anche quel Fersen, ma a me nessuno ha rivolto la parola...”

“Sei arrabbiata per questo?”

“No, non è questo il punto. Era come se non ci fossi, ero come invisibile. Sono stata lì con te, d’accordo, era buio, ma nessuno mi ha vista, era come se non ci fossi. E anche adesso, sono venuta con voi a palazzo, sono salita in carrozza, ma era come se non esistessi. Tu parlavi e ti vedevano, a me no.”

Il Dottore rifletté un attimo: era vero, lui vedeva Rose, ma gli altri non la consideravano. Strano, era lui l’essere venuto da un altro mondo e da un altro tempo con il Tardis.

“Però… io sapevo di questo fatto, di questo ferimento, prima che arrivassimo lì… me l’hanno raccontato, attirarono Oscar e André con la scusa che Maria Antonietta voleva vederla di sera tardi a Versailles, lei credette a questa strana convocazione e poi furono aggrediti. Si salvarono grazie all’intervento del conte di Fersen, di cui Oscar era infatuata.”

“Ma allora tu conosci questa gente? E di Rosalie cosa mi sai dire?”

“Rosalie… sì, è la protetta di Oscar, ha vissuto con lei per tanti anni, c’era anche quella sera di luglio durante la Rivoluzione… ma non so se l’ho conosciuta, forse sì, forse no.”

“L’anziana governante invece?”

“La nonna di André… ne ho sentito parlare tanto, burbera, affettuosa… ma non devo averla conosciuta...”

“Ascolta. Cerchiamo il Tardis e vediamo dove ci porta stavolta. Dobbiamo capire cosa ti sta succedendo.”

“Volentieri. Anche se forse sarai stufo di avermi intorno…”

No, non era stufo. Era caduto nella disperazione quando aveva perso per sempre Rose, ma ora con questa Rose si sentiva meglio e sentiva di doverla aiutare. Sperando di non fare del male anche a lei. Aveva conosciuto tanti esseri umani e non, nei suoi viaggi, ma non aveva mai visto una storia come quella sua.

“Ascolta, Rose, quando siamo sul Tardis ci chiariamo le idee su cosa sappiamo.”

Uscirono nella notte, e il Tardis apparve a due passi da palazzo Jarjayes.

“Allora è proprio legato a te.”

“Credo più di quanto tu pensi...”

“Almeno hai lui. Io non so nemmeno chi sono.”

 

“Ci sono Oscar e André, lei una nobile che fa il soldato alla corte di Versailles e lui il suo attendente, nella Francia di Luigi XVI. Poi però si uniranno alle Guardie francesi, alleate dei rivoluzionari. Moriranno nel luglio 1789, ma prima hanno avuto varie avventure e li stiamo incontrando negli anni precedenti”, disse il Dottore.

“Questo è tutto vero. Loro ti hanno visto e parlato, mentre non hanno visto me anche se ero con te”, disse Rose.

“E tu sei quasi sparita quando è morto André. Ma tu cosa ricordi di loro due?”

“Sapevo dell’incidente nello stagno, del duello, dell’agguato… della morte non ricordo nulla, ma so che lei ed André erano passati dalla parte del popolo...”

“Rose, questo fu un periodo molto tormentato e feroce della Storia umana. Posso raccogliere informazioni per capire meglio la situazione e aiutarti...”

“Tu vivi fuori dal tempo e dallo spazio.. io non so a chi e cosa appartengo….”

“Potresti venire anche tu con me. Siamo soli entrambi, ho sempre più paura che per te qui non ci sia niente...”

Rose restò in silenzio ma poi aggiunse:

“Potrebbe anche essere bello, se non fosse che tu sei distrutto per aver perso l’altra Rose. Ma deve essere bello girare liberi nel tempo e nello spazio...”

Alla lunga ti annoia. Alla lunga si rimane soli. Il Dottore avrebbe voluto dire questo a Rose, ma la vedeva troppo piena di entusiasmo per smontarla. E poi c’era una questione: non riuscivano ad andare da un’altra parte, continuavano ad incrociare Oscar e André. Di questo si era accorto, in un modo o nell’altro erano ormai legati a loro.

Il Dottore andò alla console e provò a cambiare qualche impostazione. Ma non ci riusciva: era il Tardis che continuava a decidere dove portarli. Ma cosa stava succedendo?

La cabina blu si fermò di nuovo e il Dottore capì che fuori stava piovendo e anche tanto.

 

  
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