Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: Ariadirose    14/11/2023    3 recensioni
Entrato proprio in quel momento nella stanza, André immaginava gli argomenti goliardici su cui sentiva tanto schiamazzo, ma come sempre non si scompose. Ed era troppo felice. Gli altri potevano scherzare, provare a corromperlo, dire tutte le porcherie che volevano, ma lui neanche sotto tortura avrebbe raccontato niente di quella notte con Oscar. Aveva in testa solo lei, la perfezione delle sue forme, la morbidezza dei capelli, e tutto il loro godimento custodito come un tesoro segreto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Mentre i soldati si preparavano nei lavatoi e raccoglievano le proprie cose nelle baracche, con l’intenzione di non farvi più ritorno e di unirsi al popolo, negli alloggi del reggimento André ed Oscar diventarono l’argomento di maggior interesse: una sorta di tema d’evasione rispetto ai problemi e alle difficoltà che quella giornata critica avrebbe avuto in serbo. I compagni di André ormai stimavano il comandante e dunque simpatizzavano con la nuova coppia; tuttavia metterla al centro di pettegolezzi e chiacchiere insolenti era in quella circostanza più forte di loro.

“Hai capito André, zitto zitto, chissà da quanto si lavorava il nostro comandante…”.

“Certo, ecco perché andava sempre a ‘parlare’ con lei!”.

“Altro che spia, come andavano dicendo quei quattro fetenti… Questi qui avevano meglio da fare, ve lo dico io…”.

“Forse sarebbe il caso di farci raccontare qualche cosettina, no?”.

“Militarmente è brava, questo ormai lo abbiamo capito, ma non saranno certo le sue uniche doti… E adesso non venite a dirmi che nessuno di voi ci ha mai fantasticato sopra”.

“A chi lo dici! I primi tempi ci avevo fatto certi capricci… mi pareva un sogno”.

“Ma infatti, te giusto nei sogni una così, ah ah”.

“Pensa a quelle che ti carichi tu, scemo!”.

“Eh, ma in fin dei conti c’ha ragione. Sapete che vi dico di André? Beato lui…”. “Ma piantala, che te sei pure ammogliato!”.

“Beato lui uguale!”.

“Ah ah ah ah ah!”.

“...A me pare pure un po’ troppo sofisticata, a dir la verità, roba raffinata…”.

“Roba raffinata, dice lui. Voglio vedere, se mai una femmina di quel tipo un giorno gli si dovesse infilare dentro al letto…”.

“Ma la volete finire, razza di idioti!”, troncò Alain giungendo dall’armeria. “Un po’ di rispetto, là fuori si sente tutto. E poi, dite un po’: ma secondo voi André proprio in mano al nostro comandante smetterebbe di essere il gentiluomo che è sempre stato!? Piantatela piuttosto e fatevi gli affari vostri. Basta vedere l’aria docile docile che aveva la sua donna questa mattina per capire che il nostro soldato, qui, si è battuto con onore! E voi altri magari prendete esempio. Lui sì che tiene alta la bandiera del reggimento: e credo di essermi spiegato!”.

Entrato proprio in quel momento nella stanza, André immaginava gli argomenti goliardici su cui sentiva tanto schiamazzo, ma come sempre non si scompose. Ed era troppo felice. Gli altri potevano scherzare, provare a corromperlo, dire tutte le porcherie che volevano, ma lui neanche sotto tortura avrebbe raccontato niente di quella notte con Oscar. Aveva in testa solo lei, la perfezione delle sue forme, la morbidezza dei capelli, e tutto il loro godimento custodito come un tesoro segreto.

Prendeva le sue cose sotto la branda, quando con occhio complice gli si avvicinò Alain: “Ehi, amico, ora però mi dici tutto, vero?”.

“Piantala, te lo puoi scordare!”.

“Ma come, ti ho anche tolto di mezzo le impertinenze di tutti! Un po’ di riconoscenza, e che diamine...”.

“È stato gentile da parte tua, Alain, mostrare quella delicatezza e quel tatto che ti si confanno; e che si riservano alle questioni col gentil sesso, ti ringrazio”.

“E allora? Proprio di questo gentil sesso voglio sapere ora che siamo tra di noi. Di’ un po’, ma come è che hai fatto a farla capitolare così, che è successo?”.

“Ci amiamo, Alain: ecco che è successo. È stato tutto così travolgente, e bello, ed eccitante… Non mi ci far pensare adesso, che mi prende male esser costretto a star separato da lei. E sappi che di più non ti dico! Dovresti innamorarti anche tu, è la sola cosa che davvero conta nella vita. E fa la differenza, quando si tratta di donne, te lo assicuro”.

“Ah, piantala e non cambiare discorso, io non ci penso proprio a perdere la testa per una, e poi qui si sta parlando di te, adesso. E va bene, se proprio non vuoi dirmi come è andata, vorrà dire che lo chiederò direttamente al nostro comandante”.

“Che cosa!? Tu vorresti andare da Oscar e chiedergli di noi due”.

“Mi costringi tu, amico”.

André non poté trattenersi dal ridere. “Te ne ho sentite dire di cose, da quando ti conosco ma, credimi, questa è troppo bella. Avvisami, ti prego, quando lo farai. Ti giuro che non me la voglio proprio perdere la scena, in cui te le suona di santa ragione. E adesso col tuo permesso, amico, qui vorrei finire che ho fretta di andare da lei”.

 

Poco dopo, davanti alla porta del comandante: “Oscar, sono io: posso entrare?”.

“Ma certo, entra pure, André”. L’istante dopo erano già abbracciati.

“Che caro che sei, ad avere sempre tanto riguardo”.

“Mi sembra il minimo: bussare alla porta di una signora”.

“Mi è pesato prima separarmi da te e non poter indugiare in alcuna tenerezza, ma non volevo che i soldati ti mettessero in imbarazzo”.

“Non c’è problema, e poi non occorre che ti preoccupi di queste cose. Sei stata splendida prima. Tutto ciò che hai detto...”.

Lei sorrise, abbassando gli occhi.

“Sei pronta?”.

“Sì, ho potuto prendere quel che occorre, ora mi sento più in ordine.

“Ma stai scherzando, spero. Tu sei sempre bellissima”.

E lei, ancora sorridendo, “Anche tu. E vedo che sei già pronto”.

“Sì comandante, ai vostri ordini”.

“Riposo, soldato. Ah, a proposito. Qui avevo preparato anche quel fazzoletto che mi avevi prestato. Ricordi? Il giorno che colpirono mio padre. Volevo dartelo da tempo, ma a dire il vero non riuscivo mai a restituirtelo: mi era difficile separarmene e mi sarebbe piaciuto trovare il modo di ricambiare quella tua gentilezza che mi fu tanto di conforto. Raramente mi sono sentita trattare come una signora”.

“Lo sei, lo sei eccome. E in più, ora, sei anche la mia signora”, le disse scostandole dolcemente i capelli dal volto. “Il fazzoletto: tienilo pure”.

“No, preferisco rendertelo, è giusto così. I fazzoletti non si regalano, sai, si dice portino sfortuna. Causano lacrime… e io, adesso, avrei decisamente altro in mente...”.

“Sentiamo”.

“Visto che nessuno di noi vuole sparare sulla folla, e che saremo costretti a disertare gli ordini, che ne dici se ci fermiamo ancora un po’ qui. Io e te. Tutti quegli arretrati... ricordi?”.

“Amore mio...”, lui già si sentiva perso, “bada bene a dove ci troviamo, quando mi esterni simili voglie, perché incontreranno sempre il mio desiderio e sappi che difficilmente io potrei dirti di no”.

“E allora tu dimmi di sì”. Nemmeno l’esitazione di un baleno, e lei era già seduta sulle ginocchia di André e gli teneva la testa tra le mani come per meglio imprimere l’ardore dei baci nella sua bocca, mentre lui le cingeva forte la vita, quella vita sottile al centro del corpo che tanto bramava di desiderio.

“Aspetta Oscar, aspetta solo un momento… un istante solo… meglio oscurare la finestra, prima. Nel caso passasse qualcuno proprio qui davanti”.

“Ehm, mm, hai ragione... Ci penso io. Prudenza e discrezione. Intanto, per favore chiudi a chiave la porta”.

“Sì, certo, ma non penso sia necessario. I miei compagni hanno acquisito molto di più le buone maniere da quando anche la tua eleganza è entrata qui dentro”, le disse lui, che nel frattempo con la giacca dell’uniforme aveva già provveduto a coprire il buco della serratura.

Nello stesso momento, i soldati nella camerata aspettavano di recarsi a Parigi e passavano il tempo, come d’abitudine, giocando a carte. Quando uno di loro, stanco di perdere, se ne uscì dicendo: “André è ancora dal comandante… e possiamo arrivarci tutti a ciò che stanno facendo...”.

“Si amano!”, lo rimproverò Alain: “ Quei due si amano!”. Aggiunse, con beffardo sorriso di ammissione, “davvero”, abbassando sempre più la voce e lo sguardo. “Un po’ più di rispetto, razza di idiota”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Ariadirose