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Autore: peralis    16/11/2023    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Oscar e Andrè non fossero crescenti assieme e si fossero incontrati dopo anni?
Questa storia è nata da un idea che ho avuto ed una cosa che mi sono chiesta…loro due erano sempre destinati l’una per l’altro anche a distanza di anni?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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André si andò ad appoggiare al muro di fianco all grande finestra della cucina. 

Teneva le braccia incrociate e squadrava severo il generale che stava seduto al tavolo sorseggiando il suo tè.

Per un attimo interminabile la casa si era immersa in un ovattato silenzio.

I sentimenti repressi mai proferiti, la voglia di vendetta, l’ansia che lo attanagliava ogni volta che lei lasciava il suo fianco, anche se solo per un attimo…gli voleva urlare…voleva che quell’uomo dallo sguardo impenetrabile, ascoltasse le grida del suo cuore…che ancora lo svegliavano la notte.

 

“André Grandier, dottore, effettivamente non me l’aspettavo. Da ragazzo eri decisamente più interessato ai giochi e a mia figlia, che agli studi. Ma…mi devo ricredere…Devo dirti che non è facile, per un uomo del mio stato, ammettere i miei errori…È mia figlia…è una contessa. La dovevo proteggere…Ho reagito”

 

André strinse forte i pugni e senza dare alcun avviso si girò verso il muro e lo colpì più di una volta.

Le sue nocche sanguinavano e con i denti stretti si girò verso il Generale e lasciò che le parole uscissero rabbiose come un fiume in piena.

 

“ Reagire per cosa?…eravamo bambini. Lei era tutto il mio mondo e me l’avete tolta.

Siete così pieno di voi stesso che non vi siete accorto che lei aveva bisogno di un po’ di libertà e tenerezza…Sono proprio uno stolto a pensare che voi sappiate il significato della parola “tenerezza”…In qualche modo il nostro legame non si è mai sciolto anche se so che le avete insegnato ad odiare persone come me…ma lei non mi odia…lei non odia le persone solo perché sono di un ceto sociale inferiore…è una lezione che non siete riuscito ad impartirle.

Non ostante la vostra inumanità lei è una donna piena zeppa di amore per il prossimo…Non vede ceto, colore, genere o grado. E ringrazio Dio per questo regalo.”

 

Il Generale si alzò di botto facendo cadere  la sedia dove era seduto.

“ Ora basta…So dei miei sbagli…Sono stato un tiranno con lei…non me lo perdonerò mai.” Disse portandosi il viso alle mani per poi dare un calcio alla sedia che era vicino a lui.

“Perdonami ragazzo…per non aver capito, per averti cacciato, per aver spezzato il cuore a te e lei…Mi hai salvato la vita André e per questo te ne sarò sempre grato…Quello che mi è successo mi ha fatto aprire gli occhi…Ora vi vedo…Vedo la vita nei suoi occhi ed il sorriso sul tuo viso quando li guardi. Vi do la mia benedizione ragazzo”

 

Si avvicinò ad André con la mano allungata per stringere la sua, quando furono interrotti da una voce che proveniva dal cortile. 

 

“ Dottore, dottore, si ha bisogno del dottore.”

Disse un uomo scendendo da cavallo e correndo a bussare alla porta.

 

André prese la mano del Generale e la strinse.

“Signore, apprezzo le vostre parole…ve ne sono grato…Ora devo andare, ritornerò a presto.”

 

“ Io e tua nonna partiremo domani mattina all’alba…Devo ritornare a Parigi e pregare la mia amata moglie, anche a lei di perdonatemi.”

 André si fermo con una mano sulla maniglia della porta e si girò…

“ Parlate con vostra figlia…e tutto quello che vi chiedo”

Aprì la grande porta, salì in groppa al suo cavallo e al galoppo si diresse verso la città.

 

Il Generale rimase a bocca aperta e un piccolo sorriso gli si formò sulle labbra e si girò per andare a parlare a Oscar…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oscar teneva il viso di André fra le mani lo baciò e poggiò la fronte sulla sua.

“ Oscar stai tremando…sei senza respiro.”

Disse lui prendendo le mani di lei nelle sue.

“ Non te ne andare…non mi lasciare di nuovo. Non importa quello che vuole mio padre…io voglio te. 

Non voglio più addormentarmi da sola e svegliarmi senza vedere il tuo viso…”

 

“ Oscar? Io non vado da nessuna parte…perché sei in lacrime?”

 

“ Mio padre ha detto che te n’eri andato…”

 

“ Sono stato chiamato d’urgenza, un uomo è stato ferito cadendo da un carro…Ma pensavi che fossi scappato via per colpa di tuo padre?

Disse prendendola dolcemente fra le braccia e baciandole dolcemente la tempia.

Poi la scostò dolcemente per guardarla negli occhi…le mise due dita sotto il mento per farle alzare la testa.

“ Non vado da nessuna parte Oscar…d’ora in poi niente ci può più separare.

Tuo padre e io abbiamo parlato e lui ci da la sua benedizione.”

 

Oscar si mise il viso fra le mani…era imbarazzata. Il suo temperamento l’aveva fatta reagire al padre che aveva sempre conosciuto.

“Ora che faccio André…gli ho urlato cose orribili…gli ho detto che lo odio.”

 

Lui la prese per mano e insieme ritornarono al suo cavallo.

“ Ritorna alla villa…parlargli Oscar…lascia che si spieghi.”

 

“ Ti amo André “ disse prima di salire a cavallo.

“ Ti seguirò appena mi sono accertato che il mio paziente stia bene e lo zio prenda i suoi medicinali”

Detto quello, diede una sonora pacca al cavallo e si separarono.

 

 

 

Oscar arrivò alla villa…trovò il padre seduto davanti al fuoco nel salone.

Gli si avvicinò cautamente.

Si sentiva come quando da bambina, lo doveva affrontare dopo aver causato un chissà che che aveva fatto adirare la servitù.

“ Padre” disse tenendo la testa bassa…completamente imbarazzata e pronta a ricevere un meritato rimprovero.

“Padre vi prego di perdonarmi…vi ho insultato senza motivo. Ora so che André era stato chiamato per un emergenza.”

 

Il padre di Oscar alzò la testa dal suo bicchiere di cognac e la guardò.

“ Figlia mia…sono io che ti devo chiedere perdono. 

Sono stato uno stolto…geloso del tuo amore ed incapace di trattarti con rispetto.”

Si alzò e la andò a stringere fra le braccia.

“ Ti prego perdonami” 

Oscar rimase esterrefatta. Lui non l’aveva mai abbracciata, mai!

A quel punto non sapeva nemmeno dove mettere le braccia…abbracciarlo o spingerlo via… 

Gli mise le braccia attorno alle spalle e si fece cullare  in quell’abbraccio paterno che tanto aveva desiderato.

 

“ Nanny ed io partiremo all’alba…devo tornare da tua madre…devo spiegarmi…

Oscar siediti…ho già parlato con André. Voglio vedervi felici ed per questo che vi do la mia benedizione…Ora mi ritiro, voi cenate pure senza di me…sono stanco”

Lasciò l’abbraccio e cominciò a camminare verso l’uscita. Poi si fermò e le disse.

“ Sei la più bella fra le mie figlie…dentro e fuori.”

 

 

 

André arrivò a tarda notte. Lei era rimasta in piedi ad aspettarlo e si era accovacciata davanti al fuoco e piano aveva chiuso gli occhi.

Lui le si avvicinò piano e la baciò molto delicatamente sulla guancia.

La prese in braccio facendo attenzione a non svegliarla.

“ Mi piace il tuo profumo”

Disse lei tenendo la testa nell’ incavo del suo collo.

Lui si fermò e le prese le labbra nelle sue senza mai toglierle lo sguardo dagli occhi blu.

Cominciò di nuovo a salire le scale. Aprì la porta della sua stanza, la chiuse con una gamba e poi la andò a posare dolcemente sul letto.

Lei lo spinse su di se…rispondendo alla voglia di averlo fra le sue braccia.

Lo baciò intensamente…piano, saggiandone le labbra.

Con le mani gli prese la camicia sfilandola fuori dai pantaloni.

Gli fece alzare le braccia e gliela tolse.

Aveva il cuore in gola…continuava a bagnarsi le labbra con la lingua mentre lo guardava…in piedi davanti a lei che si sbarazzava di quell’ingombrante pezzo di abbigliamento.

Poteva sentire il suo cuore batterle nelle orecchie…il sangue le correva veloce nelle vene. 

Lo prese per un braccio e lo fece cadere di nuovo su si lei.

Gli baciò il lobo dello orecchio…assicurandosi che il suo ansimare gli stuzzicasse le sue voglie.

Lui ruggì e le prese le labbra slacciandole la camicia con le mani e sfilandogliela via.

Non importava se questa fosse la prima volta o l’ennesima…ogni volta che vedeva i suoi seni doveva fermarsi…prendere il respiro e poi baciarli…prima piano…con solo, le  labbra poi più affamato, con tutta la sua bocca.

Lei aveva perso la ragione…inarcava la schiena e ansimava facendolo sorridere.

Si alzò e le fece alzare il bacino facendole sfilare le braghe.

Era nuda davanti a lui ed i suoi occhi si fecero pieni di desiderio.

Si liberò delle braghe e si adagiò di fianco a lei che lo guardava…cercando di riprendere fiato.

Gli si mise a cavalcioni fermandosi a guardarlo. I suoi occhi grandi e verdi la rispecchiavano e lei ci si immergeva sempre più.

Cominciò a respirare sempre più velocemente mentre si muoveva sopra di lui. 

Lui le teneva le natiche con le mani e ne seguiva il ritmo sia del corpo che degli ansimi.

Le prese il viso fra le mani e le catturò in labbro inferiore con la bocca. 

Le baciò il collo, lasciandole i segni del suo desiderio.

Il sudore cominciò a formarsi sulla fronte di lui.

La fece girare sulla schiena e cominciò a controllare il ritmo.

Ora era lui che la guidava…piano…deliberatamente…sensualmente.

Gli ansimi di lei si stavano facendo più forti. Lui si fece più intenso ed un piccolo urlo le scappò dalla bocca.

Lui, eccitato, le prese le labbra…le fece aprire la bocca e si fece strada con la lingua.

Ora era lui che ansimava…lei stringeva il bacino e lui ruggiva.

Si fermò a guardarla negli occhi…le carezzò la guancia muovendo dei ciuffi di capelli che si erano andati a fermare sul suo naso.

Ricominciò la sua corsa…ansimando sempre più intensamente.

Poteva sentire il sangue pompargli nelle vene…Era vicino…non voleva che finisse e si tratteneva ma lei non lo lasciava e cominciò a muovere il bacino fino farlo urlare di piacere. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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