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Autore: elenabastet    23/11/2023    2 recensioni
Per celebrare i sessant'anni di Doctor Who e anche la mia iscrizione all'Italian Fan Club ecco un incontro tra lui e Lady Oscar, per mettere insieme due personaggi iconici in una storia che rispetti le atmosfere di entrambi. Il Dottore di cui parlo è il Decimo, interpretato da David Tennant, il mio preferito. In futuro non escludo di scrivere cross over anche con l'Undicesimo e il Dodicesimo.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL TEMPO DELLA ROSA

 

Rating: Angst, viaggi nel tempo, elementi fantastici, del resto Oscar qui incontra nientemeno che Doctor Who.

Fandom: Lady Oscar.

Note: un omaggio al sessantesimo compleanno di Doctor Who, una delle serie più longeve di sempre, unito a Lady Oscar, la passione di una vita che incontra un qualcosa che ho scoperto negli ultimi anni e che mi ha conquistata. Il Dottore di questa storia è il Decimo, interpretato da David Tennant, non escludo in futuro di far incontrare Oscar con anche altri Dottori successivi o precedenti, ma il mio preferito resta questo.

 

Capitolo VII

Pioveva di nuovo, ed era anche bello deciso fuori dal Tardis, ma il Dottore e Rose vollero di nuovo uscire un attimo. Erano in un vicolo, ma poco lontano si apriva una piazza, diversa da quella che avevano già visitato a Parigi durante i tumulti della Rivoluzione, ma sapevano che erano più o meno nello stesso periodo.

Coprendosi a fatica con due mantelli trovati nel Tardis, il Dottore e Rose si affacciarono sulla piazza e rimasero stupiti di fronte allo spettacolo a cui si trovarono di fronte.

C’era un palazzo imponente, con un porticato, simile a quello di un tempio classico. Dentro a questo palazzo, ma anche sotto il porticato che si affacciava fuori, c’erano vari uomini, tutti vestiti di scuro, con l’aria di essere i deputati di qualche assemblea politica.

Sotto l’acqua e lì di fronte era arrivato un drappello di militari, capitanato da un uomo giovane, dai tratti distinti e gradevoli, e tra di loro c’era in corso un diverbio.

“Abbiamo l’ordine di far sgomberare la sala dell’Assemblea nazionale per volere di Sua Maestà il Re”, diceva il capitano del drappello militare.

“No, noi non ce ne andremo”, risposero gli uomini.

A malincuore, il comandante del drappello diede ordine ai suoi uomini di imbracciare i fucili e le spade e scendere da cavallo.

“Vorrei chiedere agli altri nobili presenti qui nell’Assemblea se sono disposti a battersi!”, disse uno dei deputati, un uomo giovane, pronto a dare il tutto per tutto.

“Marchese de Lafayette!”, disse un altro deputato, stupito favorevolmente ma anche perplesso per la gravità della situazione.

“Il marchese de Lafayette”, disse il Dottore a Rose, “è un personaggio storico, andò a combattere nella Guerra d’Indipendenza americana, un importante evento storico del Settecento...”

“Ma io forse me lo ricordo… ma era più vecchio”, disse Rose, mordendosi poi le labbra, perché il Dottore era senz’altro ancora più vecchio.

La situazione stava diventando esplosiva, quando di colpo risuonò un grido nell’aria di quel giorno piovoso.

“Fermi!”

Di fronte al palazzo, tra i deputati che sarebbero morti piuttosto che andarsene e il drappello di soldati, arrivarono due cavalli, uno bianco e l’altro marrone scuro. Il cavallo bianco con il suo cavaliere, dai lunghi capelli biondi, si mise in mezzo, sulla linea di tiro e di attacco dei soldati e risuonarono queste parole.

“Voi, Girodel, incrocereste la vostra spada con la mia? E voi guardie reali avreste forse il coraggio di sparare al vostro ex comandante? Se proprio volete sparare sui rappresentanti del popolo, su degli uomini disarmati, dovrete prima passare sul mio cadavere!”

Dietro a quella figura, sull’altro cavallo, un altro cavaliere la assisteva come per proteggerla. E di colpo sia il Dottore che Rose li riconobbero.

“Sono Oscar e André”, disse il Dottore.

“Già, sono proprio loro”, rispose Rose, affascinata.

Il comandante delle guardie reali Girodel restò fermo per un attimo e poi disse:

“Avete vinto, madamigella Oscar. Del resto, per me è normale obbedire ai vostri ordini e voi sapete che farei qualsiasi cosa per voi e non vi arrecherei mai dolore. Non ero fiero di questo ordine che avevo ricevuto, vi ringrazio di avermi fermato. In sella, ce ne andiamo!”

Il drappello di soldati si allontanò. Oscar guardò verso André, mentre vari deputati, tra cui anche Lafayette, andavano a ringraziarla.

Lei disse:

“Abbiate cura di voi e resistete. Purtroppo, non è ancora finita. André, andiamo a casa!”

“Ma converrà?”, disse lui, dubbioso.

Il Dottore guardò verso Rose e le disse:

“Girodel si è messo nei guai, ma soprattutto è Oscar a rischiare un’accusa di tradimento, non ricordo di preciso le leggi che c’erano in Francia sotto i re, ma la situazione è davvero brutta...”

“Già...”, disse Rose, pensierosa.

La pioggia era davvero forte e ripararono nel Tardis che si rimise per un attimo in movimento, sparendo e riapparendo.

“Dottore!”

Per un attimo, Rose era diventata di nuovo trasparente, poco prima che il Dottore aprisse di nuovo la porta. Pioveva sempre e lui riconobbe il posto, erano nel parco del palazzo dove abitava Oscar.

“Un messaggio per Oscar François de Jarjayes da parte delle Loro Maestà Luigi XVI e Maria Antonietta!”, diceva a gran voce un uomo a cavallo, non un militare, ma molto probabilmente una sorta di postino privato agli ordini della famiglia reale.

Il Dottore si tolse dalla linea di passaggio dell’uomo, che bussò freneticamente al portone, accolto da due valletti che lo fecero entrare.

Con Rose, restò in disparte ma non così lontano, voleva sentire cosa succedeva.

L’uomo era entrato nell’ingresso di palazzo Jarjayes: dalla balaustra in alto della scala si affacciarono Oscar e André, in uniforme e dall’aria sconvolta e non certo per la pioggia, un uomo anziano con in mano una spada sguainata e una vecchietta in lacrime.

“In nome della grande amicizia che la lega ad Oscar François de Jarjayes, la regina Maria Antonietta concede il suo perdono, assolvendola da ogni accusa e chiedendo solo una rinnovata lealtà in futuro!”

Poi c’era un altro messaggio.

“Sua Maestà Luigi Decimosesto concede un perdono totale per l’accusa di tradimento ad Oscar François de Jarjayes e al suo sottoposto André Grandier. Nessuno della sua famiglia subirà delle conseguenze”.

L’uomo anziano guardò verso Oscar con aria commossa:

“Oscar sei stata perdonata, la tua vita è salva!”

Oscar si avvicinò ad André, sfiorandolo impercettibilmente: lui la seguì verso le sale interne, dove nessuno poteva vederli.

“Dio sia lodato”, disse l’uomo anziano, “non sono diventato un assassino, non mi sono macchiato dell’omicidio di mia figlia e di André”.

Il Dottore sussultò: ma che buon padre aveva Oscar, cento ad uno stava per ucciderla e senz’altro sarebbe morto anche André, ormai aveva capito che erano legati. Si girò verso Rose, che era impallidita per un’emozione forte che l’aveva sopraffatta a sentire quelle parole, una in particolare che però il Dottore non aveva afferrato.

“Tutto bene?”

“Non so come definire questa cosa, ma ora comincio a capire...”

Il Dottore vide Rose di colpo sparire e ricomparire varie volte, come se brillasse.

“Io non dovevo esistere ma ci sono…”, disse lei.

Il Dottore era un Signore del Tempo, ma non capiva fino in fondo il senso delle parole della sua nuova companion.

“Io inizio ad esistere adesso...”, continuò Rose, “questa notte, in questo momento, io posso esistere, perché questo è il mio inizio. Ma poi non esisterò più… la mia essenza è qui, ma la mia esistenza no… Tutto finirà per me prima ancora di iniziare, ma sono venuta a vederli e conoscerli per fare qualcosa...”

Corse fuori sotto la pioggia e il Dottore la seguì, chiedendosi per un attimo cosa fosse successo a quel poveretto di Girodel. Ma forse il suo destino non era legato a quello di Rose. E quella frase, Io non devo esistere ma ci sono, La mia essenza è qui, ma la mia esistenza no… Tutto finirà per me prima ancora di iniziare, ma sono venuta a vederli e conoscerli per fare qualcosa...

Entrarono entrambi nel Tardis, ancora marci per la pioggia: qualcosa disse al Dottore che la soluzione di quel mistero era vicina, ma che forse sarebbe stata davvero dolorosa. E no, non ce l’avrebbe fatta a reggere un’altra separazione.

 

  
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