Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: elenabastet    24/11/2023    2 recensioni
Per celebrare i sessant'anni di Doctor Who e anche la mia iscrizione all'Italian Fan Club ecco un incontro tra lui e Lady Oscar, per mettere insieme due personaggi iconici in una storia che rispetti le atmosfere di entrambi. Il Dottore di cui parlo è il Decimo, interpretato da David Tennant, il mio preferito. In futuro non escludo di scrivere cross over anche con l'Undicesimo e il Dodicesimo.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL TEMPO DELLA ROSA

 

Rating: Angst, viaggi nel tempo, elementi fantastici, del resto Oscar qui incontra nientemeno che Doctor Who.

Fandom: Lady Oscar.

Note: un omaggio al sessantesimo compleanno di Doctor Who, una delle serie più longeve di sempre, unito a Lady Oscar, la passione di una vita che incontra un qualcosa che ho scoperto negli ultimi anni e che mi ha conquistata. Il Dottore di questa storia è il Decimo, interpretato da David Tennant, non escludo in futuro di far incontrare Oscar con anche altri Dottori successivi o precedenti, ma il mio preferito resta questo.

 

Capitolo VIII

Quando scese dal Tardis, in un caldo tardo pomeriggio estivo, il Dottore capì subito dove si trovavano, ancora prima di vedere la Senna: erano di nuovo e sempre a Parigi. C’erano urla in lontananza, rumori di spari e un odore dolciastro di polvere da sparo e di sangue, quello che c’è sempre vicino a dove ci sono le battaglie.

“Stiamo nascosti”, disse rivolto a Rose, pallidissima, ma poi percorsero il vicolo e si affacciarono sul lungo Senna.

Un po’ più lontano da loro c’era il parapetto che dava sul fiume e che finiva in un ponte presidiato da una guardia armata di tutto punto. Non aveva visto il Dottore e Rose e meno male, non si sarebbe fatto scrupoli di sparare e non avrebbe certo aspettato a vedere se loro erano armati oppure no. Del resto, erano in un territorio di guerra, in una città diventata un campo di battaglia.

Accadde tutto in maniera troppo veloce: la guardia fu richiamata da un rumore che veniva da sotto il ponte, dove verosimilmente c’era qualcuno e imbracciò il fucile, esplodendo un colpo a cui fece seguito un urlo soffocato. Poi un altro colpo di pistola colpì il soldato alla testa e il suo corpo precipitò in basso, probabilmente su un camminamento sotto o direttamente nel fiume.

“Comandante, comandante Oscar, André è stato ferito!”

Questo urlo echeggiò lungo la Senna fino a dove c’erano il Dottore e Rose, facendoli trasalire.

“André, no, non morire!”, disse una voce ormai ben nota.

Erano di nuovo tornati ad incontrare con Oscar e André e proprio nel momento più tragico delle loro esistenze, perché a quel punto non ci sarebbe stata speranza per loro.

Il Dottore vide emergere da sotto il ponte la bionda comandante, abbracciata al suo André ferito e sanguinante, la vita stava scappando via dal suo petto e lui sapeva cosa gli sarebbe successo, quella morte, quelle lacrime, quelle urla, quella disperazione. Dietro c’erano altri soldati, uno di loro, massiccio e dallo sguardo dolorante, la aiutava a sorreggere il suo amore. Doveva essere Alain, sì, si chiamava così.

“Dottore!”

Il Dottore capì prima di girarsi cosa stava succedendo a Rose: era di nuovo diventata trasparente, stava di nuovo svanendo, come se non fosse mai esistita.

“Rose!”

Cercò di afferrarla e si ritrovò con lei nel Tardis, al sicuro, forse, come se la stessa sua astronave li avesse recuperati e trasportati dentro.

“Dottore… tu hai capito chi sono, vero?”

“No!”, disse lui e non era una negazione alla domanda, ma un capire qualcosa che lo sconvolgeva e lo addolorava.

“Quando il messaggero giunto a palazzo Jarjayes per consegnare la grazia dei sovrani ha detto quel nome, di colpo mi è tornato in mente tutto… tutto un futuro che non c’è ancora, un passato che non ci sarà mai… io sono la ragazza che non deve esistere ma che c’è, sono qui a questo crocevia del tempo, dove tutto poteva cambiare...”

“Quale nome?”, chiese il Dottore, ma in fondo sapeva la risposta.

“Grandier… tu mi hai chiesto come mi chiamavo, io sono Rose… Rose Grandier, André è mio padre e Oscar è mia madre, io sono il frutto del loro grande amore...”

“Ma dove sei?”, disse il Dottore, “sei appena nata, o sei una bambina piccola, probabilmente ti trovi al sicuro da qualche parte...” Ma sentiva che la spiegazione non era così semplice e no, non poteva essere così, purtroppo.

“No, Dottore e tu lo sai, tu che sei un Signore del Tempo, sai perché sparisco ogni volta che a loro capita qualcosa… io non ci sono ancora, c’è solo la mia essenza, nata dal loro grande amore… e non ci potrò mai essere perché moriranno entrambi.”

“Ma come è possibile che tu sia qui di fronte a me? Non mi è mai successa una cosa simile, come se il tempo e lo spazio fossero collassati e si fossero fermati a questi giorni, in questo tempo...”, rispose lui.

“Non so risponderti, tu sei il Signore del Tempo e dovresti saperlo o capirlo tu… siamo legati entrambi qui, non andiamo né avanti né indietro...”

“Vero… ma cosa possiamo fare? Io vorrei salvare Oscar e André, sarà quello il modo per uscire da qui? Ma come?”, disse il Dottore, che sentiva il loro destino come ineluttabile, purtroppo, perché si era affezionato a loro, come a Rose. Ma di lì non potevano muoversi, erano forse destinati a vedere in eterno le loro morti?

“Dottore… forse li posso salvare io, li devo salvare io, così potranno diventare i miei genitori quando sarà il momento. Una parte di me è già con loro, ma è troppo piccola per salvarli.”

“In che senso?”

“Dottore, sai le api e i fiori? Io sono già l’essenza di una futura vita..”

Il Dottore annuì: quello era un paradosso temporale come non ne aveva mai visti: una ragazza non ancora nata, che c’era già nell’amore dei suoi genitori, ma che non sarebbe mai nata comunque… abbastanza da far collassare l’universo, il tempo e lo spazio, come se non bastava quello che era successo con l’altra Rose. Cosa che in confronto quello che facevano gli Angeli di Pietra era niente.

“Devo salvare Oscar e André… i tuoi genitori, Rose?”

“Tu hai già fatto quello che dovevi, mi hai portata qui, sei qui con me. Io devo arrivare poco prima che il soldato spari, devo distrarlo, fare in modo che colpisca me e non André e tutto andrà al suo posto…”

Il Dottore scosse la testa:

“Non ti vede nessuno in questo tempo, salvo quel suonatore...”

“Lui mi vedrà ed è giusto così.”

“Ma allora tu morirai...”

“Non sono ancora nata e senza fare questo non lo sarò mai e noi saremo sempre legati qui, a veder morire i miei genitori e io a dover sparire ogni volta...”

Il Dottore sentì i suoi due cuori che dolevano:

“Creerai un punto fermo nel tempo, non potremo vederci mai più. Io avrei voluto stare con te, girare insieme sul Tardis, per un po’, forse per l’eternità...”

“Lo so, Dottore, anch’io avrei voluto che fosse così. Ma non può succedere, non ti dimenticherò.”

“E se non dovesse funzionare? Perderei tutto, anche te, e sarei di nuovo solo e tu saresti morta invano… Dobbiamo trovare un altro modo!”

“Non credo ci sia, Dottore, non ci può essere un altro mondo che questo...”

“Ma non voglio perderti, Rose.”

“Non mi perderai, mi farai tornare a casa e al tempo in cui appartengo. Io devo ancora vivere la mia vita, Dottore, ora so perché ti ho incontrato. Come sia successo questo non lo so, ma è andata così.”

Il Tardis si era fermato, erano di nuovo a Parigi, in quel tardo pomeriggio di luglio caldo, nello stesso posto.

 

Ludwig van Reis era stato incaricato di presidiare il Pont Saint Martin dal principe di Lambesc in persona: quel 13 luglio 1789 era stato un inferno a Parigi, il popolo era in rivolta, appoggiato da quel reggimento di Soldati della Guardia, capitanato dalla leggendaria comandante Oscar François de Jarjayes, che aveva disertato e tradito.

L’ordine era sparare a vista se si vedeva il suo drappello di traditori, diversi suoi uomini erano caduti, ma si sospettava che gli altri fossero nascosti da qualche parte, pronti a qualche nuova impresa e azione.

Faceva caldo, ma Ludwig non si muoveva, pronto a captare qualsiasi rumore.

“Ehi tu, sono qui!”

Di fronte a lui, da un vicolo, era spuntata una giovane, in uniforme militare, poteva essere Oscar effettivamente, certo che era proprio stupida a esporsi così. A Ludwig sembrò che dietro di lei ci fosse qualcun altro e un qualcosa di blu sullo sfondo. Caricò il fucile e fece fuoco… E di colpo fu tutta luce che lo abbagliò, mentre la ragazza spariva. Qualcuno da dietro lo colpì alla testa con uno sparo, e Ludwig morì con quest’ultima immagine nella testa, tutta luce e uno sfondo di blu, come le uniformi dei Soldati della Guardia…

 

Il Dottore era solo, nel vicolo: vide Oscar con gli altri Soldati, tutti illesi, compreso André, che uscivano dal loro nascondiglio, con i cavalli.

Oscar si avvicinò ad André:

“Andiamo a passare la notte alle Tuilieries e poi vedremo il da farsi.”

“Certo comandante… Va bene, Oscar, con te verrò ovunque, continueremo a fare la Storia, ma poi voglio stare ancora con te...”

Il Dottore pensò che forse Rose c’era già davvero, frutto di quel grande amore, e sperò che il suo sacrificio avesse messo tutto a posto. Risalì sul Tardis, non voleva andarsene via da lì, non voleva...

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: elenabastet