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Autore: Ariadirose    28/11/2023    4 recensioni
Oscar manteneva quella facciata inaccessibile, ma non era il momento per dimostrare titubanze o castigatezza. Lo avrebbe persino spogliato, e non si azzardava non per pudicizia, ma perché aveva paura di toccare parti del corpo maggiormente compromesse, o di fargli provare dolore nell’incapacità di compiere le manovre più adeguate per svestirlo. Doveva prima di tutto assicurarsi che André stesse bene. Si considerava implicata in quel che era successo. E aveva sentito il motivo per il quale lui piangeva.
André, dal canto suo, man mano che riprendeva il contatto con la realtà, si sentiva pure in torto con lei: si era arruolato per difenderla, e non per causarle altri problemi. Sapeva che Oscar poteva contrapporsi ancora di più ai suoi soldati dopo ciò che era successo, ed era già mal vista e non accettata.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo il pestaggio

(Il senso del dovere)

 

 

“Ma certo, adesso capisco tutto… Credo che vi ami, comandante. Bene, allora vi lascio soli: è meglio che vi occupiate voi di André. In ogni caso vi ama tanto da rischiare la vita per voi”, Alain si avvicinò ad Oscar con sguardo canzonatorio, come a volerne sfidare l’orgoglio, messo a nudo da tanta prova e sacrificio del suo soldato riverso a terra. E con lo stesso atteggiamento di beffa si allontanò ridendo sfacciatamente di lei.

Oscar era rimasta sola, attonita, guardando André disteso sul pavimento come una lunga ombra nera. Senza parole, profondamente turbata, si sosteneva ad alcune casse quasi se le mancassero l’equilibrio o la saldezza. Ma doveva pur reagire sottraendosi a quella scossa: e poi lui aveva bisogno di aiuto.

“Colonnello D’Agoult, convochi immediatamente una coppia di soldati: bisogna portare subito Grandier in medicheria”, sentenziò a voce alta.

“Agli Ordini comandante, ma l’avviso che il medico di servizio è convocato dal generale supremo per le disposizioni riguardanti il nuovo protocollo, questa mattina”.

“No, non voglio che lo visiti il medico della caserma. Mandate immediatamente a chiamare a mio nome il medico della famiglia Jarjeyes: che venga personalmente il dottor Lasonne”.

Mentre lo trasportavano in medicheria, con tono imperativo e altisonante Oscar intimava ai soldati: “ Che tutte le reclute svolgano pure le mansioni assegnate in attesa dei nuovi provvedimenti. E si aspettino provvedimenti piuttosto severi”, proferiva passando lungo il corridoio, “qualora i responsabili non siano disposti a collaborare. Se non saranno resi noti i nomi dei colpevoli, mi vedrò costretta a far ricadere il giudizio di quanto accaduto in armeria sull’intero reggimento! Non mi interessa conoscere se prima del mio incarico, risse e pestaggi avvenivano qui dentro come normali consuetudini. Io non intendo tollerare simili atti criminali compiuti dai miei stessi uomini tra fazioni contrapposte, a danno di indifesi o di singoli elementi presi di mira!”.

Il vice-comandante aveva già mandato a chiamare Lasonne, mentre Oscar si procurava acqua fresca e unguento per poter cominciare a prestare i primi soccorsi ad André. Si rivolse ancora a D’Agoult: “Quando arriva il medico, conducetelo subito qui. Resterò io stessa con Grandier”.

Appena si trovarono soli, Oscar mutò espressione del viso. Era ancora piena di rabbia per quel che era successo, ma dell’atteggiamento superbo mostrato davanti agli altri, adesso non rimaneva più niente e i suoi occhi si velavano soltanto di dispiacere e sgomento.

“André, che cosa ti hanno fatto?”, gli disse a voce spiegata. Mai un uomo fermo e gioviale come lui era, gli era parso così: malandato, pesto, offeso. Ed era stato trasportato privo di sensi, questo la preoccupava.

Mentre aspettava il medico, cominciò a rinfrescargli il viso tamponando le ferite, e almeno si accorse che pian piano rispondeva a quegli stimoli. Sì, purtroppo anche con fastidio, dolore, ma potendo constatare una reattività da parte di lui; che aveva gli occhi ancora umidi di pianto. Prese l’unguento e cominciò a stenderlo sulle zone tumefatte del viso, poiché André aveva guance gonfie e arrossate per via dei calci e dei pugni presi.

“Ci sono andati proprio pesante quei maledetti. Ma la pagheranno, la pagheranno. La pagheranno tutti”.

Pian piano André cominciava a riprendersi, percependo la presenza di lei, e questo gli fu di aiuto.

“Oscar...”.

“No, sta’ giù, non muoverti. Stiamo aspettando il medico affinché ti visiti, non posso compromettere di più il tuo stato, per favore resta giù…”. Oscar era attenta, lucida, ferma sull’accaduto, ma non certo distaccata; piuttosto responsabilmente concentrata e obiettiva. E tutto questo passava ad André, che la intravedeva mentre lei applicava quel preparato sul suo mento battuto. Non poteva essere del tutto sgombro e disteso in quella circostanza, e sebbene Oscar avesse l’espressione severa, a lui piaceva troppo godere di lei. Quanto era bella, persino così, dura, seria, imparziale. E poi André conosceva bene quel suo scoraggiante biglietto da visita riservato per lo più all’intero genere maschile: ma da quella aria rigorosa di Oscar non si lasciava impressionare; lui che non desiderava farle solo visita, lui che voleva stabilirsi presso lei per sempre.

Ed era vero, Oscar manteneva quella facciata inaccessibile, ma non era il momento per dimostrare titubanze o castigatezza. Lo avrebbe persino spogliato, e non si azzardava non per pudicizia, ma perché aveva paura di toccare parti del corpo maggiormente compromesse, o di fargli provare dolore nell’incapacità di compiere le manovre più adeguate per svestirlo. Doveva prima di tutto assicurarsi che André stesse bene. Si considerava implicata in quel che era successo. E aveva sentito il motivo per il quale lui piangeva.

André, dal canto suo, man mano che riprendeva il contatto con la realtà, si sentiva pure in torto con lei: si era arruolato per difenderla, e non per causarle altri problemi. Sapeva che Oscar poteva contrapporsi ancora di più ai suoi soldati dopo ciò che era successo, ed era già mal vista e non accettata. Era talmente corretto che pensava più a questo, adesso, rispetto al vantaggio di riallacciare un rapporto con lei.

Però poi subito gli vennero in mente le parole della nonna: Oscar aveva ricevuto una proposta di matrimonio e suo padre vedeva di buon occhio questa possibilità… così fece una smorfia di dolore, ricordandosi bene quali ragioni lo avevano spinto a rispondere con tanta foga all’attacco da parte di quei suoi compagni d’armi.

“Dove ti fa male?”.

“No, pensavo a cose ben peggiori delle botte...”.

“Se ti riferisci a eventuali conseguenze per ciò che ti è successo, sappi che non ti metterò in condizioni più critiche con i tuoi compagni”.

Quello che tra loro si delineava era sbalorditivo: lui si sentiva in torto con lei, nonostante ciò che gli era accaduto; e lei si preoccupava per lui, sentendo che era colpa sua, pur non avendo affatto costretto André a seguirla in caserma. Come sarebbe stato più semplice ammettere quanto l’uno contasse per l’altra, anziché rivestirsi sempre di uno sconfinato senso del dovere.

E c’era dell’altro ora a complicare la situazione. André avvertiva il bisogno di chiedere spiegazioni riguardo la proposta di matrimonio ricevuta da Oscar, ma non sapeva come fare: come poteva osare chiederglielo… e che cosa lei avrebbe potuto rispondergli in merito? Con quale titolo poteva farle domande, e come augurarsi che lei non le considerasse intromissioni nel suo privato. Ma doveva pur sapere qualcosa...

“Oscar io volevo...”.

“Comandante, è arrivato il medico”.

Il tentativo di André veniva interrotto, poiché proprio in quel momento Lasonne era condotto in medicheria da un paio di soldati. Uno dei quali era Alain che quasi era contento, vista la situazione, per il suo malmenato compagno: messo male, questo è vero, ma pur sempre riverso sulla branda con la donna di cui era innamorato pazzo, questo ormai lo aveva capito… e chissà cosa c’era stato tra loro: se era già stata oltrepassata quella distanza che, davanti a lui, in quel momento, appariva decisamente ridotta; oppure, prima di quel massacro, magari André non era mai arrivato nemmeno a tanto. Il sarcasmo di Alain era tale che, in quella contingenza, forse l’amico doveva pur benedirle quelle botte, se potevano avvicinarlo o riavvicinarlo a lei!

“Voi potete andare”, disse Oscar riferendosi ai soldati.

In un primo momento il comandante rimase con il medico per sentire il parere immediato circa la situazione di André.

“Sembra tu abbia ricevuto davvero un bel benvenuto... Ti fa male qui?”.

“Sì, dottore”.

“Non sembra rotto…”.

“E qui…?”.

“Ahh… sì”.

“Neanche qui”.

Vedendo che Oscar non sembrava intenzionata ad uscire, Lasonne fu tenuto ad esplicitarglielo: “Madamigella dovrei completare la visita e procedere con delle medicazioni. Se volete aspettare fuori...”.

“Certo, scusate. È che intanto volevo capire le sue condizioni generali”.

“È pieno di lividi e dolori, avete fatto bene a intervenire sui gonfiori del viso perché, diversamente, sarebbero aumentati. Non mi sembra vi siano danni alle ossa o lesioni agli organi. Gli praticherò delle applicazioni con una pomata più efficace di quella usata da voi, ed eventuali fasciature, se vi sono zone del corpo lo necessitano. Al termine della visita saprò meglio dirvi se gli occorreranno altri giorni per ristabilirsi”.

“Vi ringrazio dottore per esservi prestato a visitarlo, giungendo fin qui in caserma”.

“Figuratevi, Madamigella. E poi André è un bravo figlio, so bene quanto è affezionato alla vostra famiglia. Piuttosto vorrei conoscere le facce di chi lo ha ridotto in questo stato”.

Oscar uscì fuori dalla porta e vide che Alain ronzava nei paraggi. Credeva sarebbe stato pronto nuovamente a offrire le sue ironiche considerazioni, quando invece: “Comandante, scusate per prima. Sapete, io sono noto per la mia irriverenza, e aver colto i sentimenti di André, beh, sì, infondo mi ha colpito”, sorrise lui grattandosi la testa. “Ma volevo sapere come sta. Per me Grandier è un amico, ma non è molto ben visto, con il fatto che è stato per anni il vostro attendente”.

Oscar, scavalcando l’aspetto sentimentale posto dal soldato, andò subito dritto al punto: “Farò in modo che André non venga coinvolto in altre ritorsioni, non gli chiederò di fornirmi i nomi di quei delinquenti, col rischio di subire vendette o ricatti. E so benissimo che esseri così vigliacchi non si farebbero mai avanti assumendosi la colpa di ciò che hanno fatto. Preparatevi a vedere raddoppiati i vostri turni di servizio, le mansioni di ogni tipo, gli allenamenti, e numerose altre pendenze a carico di tutti: non lascerò a nessuno il tempo e la voglia di trastullarsi in simili divertimenti! E se preferisci, puoi anche andare tu stesso a dire a quei codardi che se ci riprovano ancora, giuro su questa spada che li passo da parte a parte!”.

“Madamigella Oscar?”.

“Sì”.

“Potete rientrare”.

“Vengo subito, dottore”.

Piuttosto incuriosito da quella singolare vicenda, Alain aveva capito l’enigma che esisteva tra i due: Grandier era innamorato perso di lei al punto da seguirla in caserma e pagarne tutte le conseguenze; il comandante sembrava impassibile, insensibile ad André come a chiunque altro. E se di lei Alain aveva già colto fin troppo bene la severità, la disciplina, l’asprezza, e tutta una serie di cose spropositate, soprattutto se si trattava di attribuirle a una bella femmina, quanto era accaduto aveva fatto emergere anche di più. Lei poteva essere punzecchiata, e non solo. Sapeva mostrarsi incavolata, furiosa, inviperita: non era solo orgogliosa e imperturbabile. Inoltre quella donna non aveva esitato a far vedere a tutti che per il suo ex-attendente era stata disposta a scomodare il proprio medico personale. Sì, il soldato Soisson si era reso conto che tra i due c’era qualcosa di piuttosto complesso; ma capì anche che non sarebbe stato difficile per lui, osservandoli, vederci ogni giorno sempre più chiaro.

 

 

 

 

 

 

   
 
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