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Autore: Scaglie_D87    28/12/2023    1 recensioni
Durante il suo percorso per diventare un'eroina, Evelyn si trova ad affrontare molteplici sfide. Non solo deve superare i suoi limiti fisici e mentali per diventare una supereroina degna dei suoi genitori ma deve anche fronteggiare il rischio di non riuscire a controllare a pieno i suoi poteri.
Mentre Eve cerca di migliorarsi come vigilante un antico male si sta risvegliando dalle profondità oscure, minacciando di distruggere tutto ciò che Eve sta cercando di proteggere.
Riuscirà la ragazza, grazie alla sua determinazione e ad una nuova squadra di Giovani Titani, a sconfiggere il male e riportare la pace a Jump City?
Genere: Dark, Noir, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo Personaggio, Raven, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Rachel non poteva credere alle parole di Dick, per diverso tempo era stata lei a chiedere in più e più occasioni al compagno di smettere con la carriera da vigilante ma non si sarebbe mai aspettata una risposta tale, possibile che potesse andare in quel modo?
Sapere che Nightwing avrebbe potuto finire la sua carriera così la feriva, anche perchè in parte si sentiva colpevole: lo aveva spinto in quel posto maledetto sapendo benissimo quanto tenesse alla figlia e fin dove si sarebbe potuto spingere per proteggerla.
Avrebbe dovuto intuire qualcosa ma in quel momento le paure di madre le avevano offuscato la mente.
Rachel avrebbe voluto dissuadere il compagno ma, per sua sfortuna, la loro passeggiata durò poco. Dopo qualche minuto erano già arrivati davanti la casa di Garfield. Come sempre quella abitazione lasciava senza fiato per maestosità e eleganza, incastonata abilmente tra gli alberi come fosse un elemento naturale, senza in alcun modo danneggiare il bosco e il paesaggio che la circondavano. Una lunga scalinata di legno terminava proprio di fronte all’abitazione, una location rustica ma affascinante, composta con assi di abete e quercia abilmente lavorate: una splendida baita di due piani immersa nel verde. Rachel e Dick, ormai schiavi della città, rimasero come sempre senza parole davanti a tutto ciò, rapiti da quella piccola perla incastonata nella natura incontaminata che trasmetteva serenità e pace.
Garfield aveva abbandonato la lotta al crimine non appena si era sposato. Da quel momento in poi aveva dedicato la sua vita al mondo dello spettacolo, il successo era arrivato in pochissimo tempo e gli aveva permesso di mettere da parte una bella somma di denaro. Soldi che gli avevano permesso di acquistare più della metà del Yosemite National Park e trasformarlo in un'area protetta. 
Nella sua carriera, però, non era stato solo musicista, attore, conduttore e autore televisivo, per un periodo fu anche il leader dei Doom Patrol, compito che portò avanti con diligenza fino a quando non riuscì a reclutare personalmente, e addestrare a dovere, una squadra all'altezza. Negli anni Garfield aveva visto morire amici e compagni, aveva quindi deciso di ritirarsi solamente quando fosse sicuro che quel team fosse composto dalle persone giuste. Il triste susseguirsi di morti che la Doom Patrol continuava a subire tra le sue file non gli lasciava scampo, il suo spirito del dovere l’avrebbe perseguitato se non fosse stato certo della sua scelta… e probabilmente fu proprio la morte di Cliff Steele, alias Robotman, a convincere Gar ad abbandonare la lotta al crimine per pensare solo ed esclusivamente alla sua vita privata e alla sua famiglia.
La chiave di volta fu l’arrivo di Abigail Bowden, alias Portal, l'allieva scelta da Gar come suo successore, una giovane ragazzina decisamente stravagante capace di assimilare gli insegnamenti del suo mentore e prendere le redini di quella squadra di pazzi: tre membri, solo tre componenti, ma estremamente capaci, tanto che nella storia dei Doom Patrol nessuno aveva portato avanti quel compito per così tanto tempo.
Mente Rachel e Dick erano intenti a cominciare la salita lungo la scalinata sentirono una voce provenire dall’alto:
«Sto arrivando, aspettatemi giù».
Dopo pochi istanti un falco verde si precipitò verso di loro, il volatile si diresse verso il suolo per poi fare una brusca virata e, una volta ripresa quota, si tramutò nel loro amico Beast Boy.
Quando i tre si ritrovarono uno di fronte all’altro la tensione si fece viva. D’altra parte Gar e Dick avevano avuto degli screzi quando si sciolsero i Teen Titan e uno dei motivi principali di quella lite era proprio Rachel. Lei, infatti, aveva avuto una relazione con Beast Boy prima di mettersi con Nightwing. 
Questa fu una delle cause di quella rottura ma non l’unica. Da lì a poco ciascuno prese la propria strada. Gar, infatti, decise di guidare una nuova squadra di Titani ma fu proprio Dick ad opporsi in quanto, a suo dire, l'ex compagno non era pronto per quel ruolo: fu la goccia che fece traboccare il vaso, in quel momento Gar decise di evitare lo scontro e di allontanarsi da loro senza dare troppe spiegazioni.
Una volta divisi, però, rimasero in contatto, Gar era presente alla nascita della piccola Evelyn, così come Rachel e Dick presenziarono al matrimonio del loro amico verde, e ci furono anche quando venne alla luce Kimberly, figlia di Gar e Tefé.
Anche se non ci fu mai una vera o propria riappacificazione, rimasero sempre in contatto tra loro seppur il macigno dei tempi passati pesasse sul loro rapporto: da amici inseparabili erano diventati semplici conoscenti e, nonostante questa sensazione ferisse tutti e tre, nessuno aveva mai avuto il coraggio di affrontare l’argomento.
Era incredibile pensare al coraggio che mettevano in campo sfidando la morte contro minacce aliene o interdimensionali, coraggio che mancava loro nell’affrontare quell’argomento quando si ritrovavano faccia a faccia.
Fu Dick a rompere il silenzio:
«Ciao Gar, ti vedo bene… come stai?»
L’uomo verde rispose con evidente imbarazzo:
«Procede - disse grattandosi la nuca - lo sai che è sempre dura sorvegliare 1500 chilometri quadrati di area protetta e crescere una figlia adolescente in pieno periodo ribelle…»
Rachel sorrise e si intromise:
«Evelyn nel suo periodo di ribellione si è colorata tutti i capelli di blu e si è fatta un tatuaggio sulla coscia…Kimberly invece cosa ti ha combinato?»
«Eh, Kim si sente una tigre in gabbia, la sera sgattaiola sempre a Stockton o Sacramento… è affascinata dalla città e da quello che offre. La capisco bene, eh, vi ricordate quando vivevamo tutti alla torre? Io tra videogiochi, moto, pizza per asporto, insomma tutte quelle comodità che la città offriva, ne ero immerso, quasi soggiogato, per non dire dipendente… qui, però, mi sento al mio posto, mi sento in pace con me stesso e questo vale anche per Tefé… ma nostra figlia evidentemente non è dello stesso parere…»
Dick mise una mano sulla spalla all’amico in segno di supporto:
«Gar se tu e tua moglie siete felici qui, vuol dire che è la scelta giusta, vedrai che Kimberly capirà. E se non sbaglio dovrebbe avere la stessa età di Evelyn, giusto? Ormai sono pronte per prendere la loro strada…»
Gar, sorpreso, osservò la mano di Dick sulla sua spalla. Quest'ultimo ritrasse subito il braccio e ribatté cambiando discorso:
«In che direzione hai visto i simboli?»
L’uomo verde indicò un punto alzando la mano verso il lato destro della montagna:
«Dobbiamo andare in quella direzione, abbiamo una ventina di minuti di camminata.»
«Voi avete venti minuti di camminata.» aggiunse Rachel sorridendo. La donna usò i suoi poteri per elevarsi dal terreno e cominciò a seguire i due uomini lungo i sentieri tra i boschi.
Il frastuono cittadino a cui Dick e Rachel erano abituati, in quel luogo, era solo un ricordo, i dolci rumori della natura offrivano loro un senso di pace e tranquillità, seppur una nota di imbarazzo si faceva sempre più forte: da quando si erano incamminati nessuno dei tre aveva più aperto bocca. 
Fu Gar ad interrompere quel silenzio ricominciando a parlare dell’essere padre:
«Più che altro è la compagnia che frequenta, in particolare ci sono due individui che proprio non riesco a digerire …»
«Due…ragazzi? Sei geloso della tua piccolina vero?» rispose Dick sorridendo.
«No, cioè Sì… cioè, non fraintendermi, non credo che Jamal e Jackson siano dei cattivi soggetti e nemmeno che ci stiano provando con la mia Kim…»
«Allora quale sarebbe il problema?» interruppe Rachel.
«Vedi, quei due lavorano con mio “suocero” - Gar era visibilmente infastidito e aveva virgolettato con le dita la parola “suocero” - per quello non mi piace che le girino intorno…»
Dick prontamente chiede:
«E il rapporto tra Kim e suo nonno, invece, com'è?»
Gar si infastidì ancor di più:
«Buono, ma che dico, fin troppo buono! Quella sciocca ha una vera e propria adorazione per quel rozzo in impermeabile. La Justice League gli ha chie..»
Gar si tappò la bocca con una mano, si era reso conto di aver detto troppo. Questa volta furono Rachel e Dick ad essere infastiditi dal trattamento.
«Cosa ha chiesto la Justice League a tuo suocero, Gar?»
«Niente, fate finta che non abbia detto nulla!»
Rachel lo incalzò indispettita:
«Scusa, noi stiamo addestrando le figlie di Victor e lui non si degna nemmeno di dirci…»
Gar era completamente nel panico:
«Ascoltate non prendetevela con lui, nemmeno Vic è contento della situazione. È una questione top secret, nessuno può dire niente a riguardo, sono stati i Big Three a decidere questa cosa…»
Ora Dick era ufficialmente seccato.
I "Big Three” altro non erano che Batman, Superman e Wonder Woman, i tre pilastri della lotta al crimine nel mondo.
Non appena rientrati a Jump City, Dick avrebbe fatto qualche telefonata e preteso delle risposte.
Tra una discussione e l’altra, i tre si ritrovarono vicino a una radura. In mezzo a quello spiazzo vegetale apparivano alcuni massi ricoperti di muschio e terra, che, per qualche strano motivo, sembravano rovinare quel bellissimo paesaggio.
«Eccoci, è qui il posto.» dise Gar.
Rachel si guardò intorno sospettosa mentre Dick continuò verso le rocce, deciso a controllare i simboli di cui gli aveva parlato l’amico.
Di fronte ai massi Gar e Dick si abbassarono per controllare al meglio: dietro una delle grandi rocce si trovavano diversi corpi di scoiattoli, marmotte e qualche giovane lince. I simboli di cui parlava Gar erano visibili sulle pareti del masso e si mescolavano al terriccio e alle foglie presente nel terreno circostante. Erano disegnati in maniera grossolana con un liquido rossastro, presumibilmente sangue.
Dick scattò delle foto mentre Gar cominciò ad annusare l’area circostante nei panni di un cane. Dopo pochi minuti ritornò in uomo per avvertire i compagni:
«Erano in tre, gli animali devono averli portati loro perché non ci sono tracce di caccia o trappole. Dovevano avere una vecchia auto, probabilmente un pick-up, credo un Ford Serie F, è il più venduto in zona… ci sono delle macchie di olio poco più in là, di sicuro quel veicolo ha qualche perdita. Nightwing ti conviene prenderne un campione.»
«Arrivo subito, hai fiutato altro?»
«C’è un odore in particolare ed è inconfondibile… odore di energia arcana, qualcosa di demoniaco si è aggirato qui intorno… un aroma misto di carne bruciata e copertone bruciato, orribile… ecco perché non abbiamo percepito la presenza di animali lungo il tragitto.».
Rachel era impaziente, doveva tenere la posizione per coprire le spalle ai suoi compagni ma  il suo cuore le batteva all’impazzata. Quei simboli, doveva vedere quanto prima quei disegni sulla roccia. Erano davvero il preludio a ciò che temeva? Lui stava tornando per davvero?
In pochi minuti Dick e Garfield liberarono la scena.
«Adesso puoi andare amor..» disse Dick avvicinandosi a Rachel.
Non fece a tempo di finire la frase che la donna si era già proiettata verso i massi.
Anche Rachel si inginocchiò a terra per studiare quei strani simboli.
Dick e Garfield, invece, si misero dietro di lei guardandosi intorno per esser certi di mantenere in sicurezza la zona. La donna si spostava in modo scattoso da un simbolo ad un’altro, come fosse posseduta. Il tutto accompagnato da esclamazioni rivolte all’aria: “non può essere” … “oddio”...
Dick controllava l'orizzonte muovendo lo sguardo da destra a sinistra con il cuore in gola:
«Questa tensione mi sta uccidendo! Si può sapere cosa hai scoperto Rachel?»
Rachel si alzò improvvisamente in piedi e spostò una roccia a un paio di metri di distanza con i suoi poteri telecinetici. Ciò che svelò, lasciò tutti esterrefatti: sotto la pietra c’era un cerchio disegnato con il sangue, riempito di simboli e incisioni.
«La cosa è più grave del previsto - annunciò la donna - bisogna subito mobilitare la Justice League e… Beast Boy, perfavore, è meglio se chiami anche i tuoi ragazzi dei Patrol, servirà tutto l’aiuto possibile.»
«Quindi…è vero? Qualcuno sta cercando di richiamare…lui?» rispose Garfield visibilmente preoccupato. 
Rachel si girò verso i due per rispondere ma prima che potesse proferire parola tre figure indistinte si lanciarono contro di loro.
Uno afferrò di peso Nightwing e lo atterrò all’istante impedendogli di estrarre le sue armi. Si trovava in svantaggio, con il nemico seduto sopra di lui pronto a strangolarlo. Con un colpo d'anca, Dick si portò sopra l’avversario e con una capriola all’indietro lo lanciò verso un nemico che aveva appena sparato contro Raven con una strana arma. Questi caddero a terra rintronati mentre Raven evitava con facilità il proiettile che le veniva incontro. Beast Boy fece appena in tempo a trasformarsi in un topo per schivare una bastonata. Evitando l’attacco prese la forma di un tirannosauro, colpendo con la testa il nemico che venne letteralmente sbalzato via.
Gli avversari non si persero d’animo ed erano pronti per continuare la lotta. I nostri eroi riuscirono finalmente a guardare negli occhi i loro nemici: erano umani o, per meglio dire, umanoidi, pelle color rosso scuro, corna caprine e le mani composte da soli artigli. Ciò che più li caratterizzava erano quattro occhi rossi, gli stessi quattro occhi rossi che facevano perdere il controllo a Rachel.
Quei quattro occhietti scarlatti erano la prova lampante che gli esseri che avevano di fronte erano propri degli emissari di Trigon.
Rachel aveva entrambe le mani cariche di energia ma prima di sparare urlò:
«Chi o cosa siete?»
Uno di questi si lasciò scappare un leggero sorriso, le sue labbra mostrarono file di denti aguzzi:
«Ma come Rachel? Non sai riconoscere i tuoi fratelli quando li vedi?»
«Non avete niente in comune con lei!» disse Dick.
Rachel si sentiva protetta dal compagno ma quella non era la situazione in cui aveva bisogno di lui, senza esitazione si mise a capo del gruppo per continuare la conversazione con l’essere.
«Vedi creatura la differenza è che io sono la figlia di Trigon mentre voi siete solo degli scherzi della natura, siete umani corrotti dal potere demoniaco di mio padre, potere che avete rubato dalla dimensione dove si trova imprigionato tramite quel rudimentale cerchio magico»
Il volto sfigurato della creatura era mutato, il sorriso era svanito e si era trasformato in una smorfia di odio.
Beast Boy chiese sottovoce a Rachel:
«Potremmo liberarli oppure…»
«Una volta corrotti non è possibile liberarsi del suo potere.» lo interruppe freddamente Rachel.
I tre demoni erano furiosi dopo le parole di Rachel, pronti a tornare all'attacco con tutte le loro forze. 
Lo scontro riprese e il gruppo poté saggiare i poteri degli avversari: quegli esseri avevano la capacità di volare e di proiettare scoppi di energia, oltre a forza ed agilità fuori dal comune. Avevano capacità che per versi simili ricordavano quelle di Rachel ma chiaramente erano più deboli di quelle di Nightwing.
Lo scontro durò pochi minuti, in un attimo i nemici vennero atterrati e disarmati. Il terzo aveva le mani cariche di energie rivolte verso Rachel:
«È finita, ti conviene arrenderti.».
L’essere non sembrava avere alcuna paura né timore, come i due bloccati a terra. All’improvviso l’energia sulle mani del nemico venne fatta sfera e lanciata contro Nightwing. Raven utilizzò i suoi poteri per bloccare l’attacco rivolto al compagno risultando vulnerabile.  L’avversario, infatti, usò quell’istante per estrarre la strana arma di cui era dotato per sparare contro Rachel. 
Il raggio uscito dalla pistola colpì Raven.
Le urla della donna riempirono l’aria di dolore mentre la sua forma cominciò a mutare, trasformandosi poco per volta da umana a demone.
Nightwing era pronto, con una mano teneva bloccato a terra il nemico e con l'altra stava per lanciare il suo boomerang, il Wing-Ding: non per stordire ma per uccidere. Non aveva intenzione di perdere la sua compagna ed era pronto a tutto, anche a terminare la sua carriera da vigilante se questo voleva dire poter avere Rachel al suo fianco per il resto della vita.
Tutto ad un tratto, dalla vegetazione della foresta, venne lanciata una liana, un lungo rampicante verde, che si avvolse attorno al braccio del demone e lo trascinò con forza tra la boscaglia. Raven cadde a terra stordita ma libera da quel raggio demoniaco.
Un urlo, grottesco e terrificante, si erse tra la vegetazione, un grido che lentamente si attenuò come se venisse strozzato e infine, dopo pochi attimi, sparì nel nulla.
Anche i due bloccati a terra terminarono anzitempo le loro esistenze, dopo un paio di spasmi, infatti, persero i sensi e morirono sotto i loro occhi in pochi istanti.
Il silenzio che scaturi da quelle morti venne interrotto da una voce femminile proveniente dalla foresta:
«Non fare cose che non ti competono Nightwing, quel pensiero non è nella tua natura e non ti appartiene.»
Nightwing si precipitò ad aiutare la compagna tentando di farla riprendere e, appoggiandola a se, le chiese preoccupato:
«Come ti senti tesoro? Ti prego rispondimi!»
Dopo un paio di colpi di tosse e un conato di vomito, la donna riprese conoscenza e disse:
«Sto…sto bene, non ti preoccupare»
«Ma cosa diavolo era quel raggio?»
In quell’istante apparve dalla foresta una donna bellissima, portava lunghi capelli bianchi, carnagione chiara su cui brillavano occhi azzurri, penetranti e profondi.
Era Tefé Holland, la moglie di Garfield, conosciuta dai più come la figlia di Swamp Thing e Abigail Arcane.
«Tesoro che ci fai qui?!» le disse Beast Boy. 
«Ero preoccupata per mio marito e volevo evitare che qualcuno facesse una stupidaggine.»
«Ma come hai fatto a trovarci?»
«Ho ricevuto la visita di qualcuno che mi ha detto cosa stava succedendo e poi ho lasciato che fosse la foresta a guidarmi, quando ho sentito che eravate in pericolo mi sono precipitata.»
«Cosa ne è stato dei demoni che ci hanno attaccato?» chiese Nightwing mentre tentava di far riprendere le forze a Rachel. 
Tefe girandosi verso di lui gli risponde:
«Quello che ho trascinato via l’ho ucciso, a differenza tua in più occasioni del passato mi sono trovata a dover uccidere e anche se non succedeva da tanto non ho problemi nel farlo.»
«…ma avremmo potuto interrogarli!»
«Non avevo altra scelta, o avresti preferito non rivedere più Rachel? Per di più pare che si siano spenti tutti e tre in contemporanea nel momento esatto in cui ho terminato il potere in uno solo di loro.»

«Tefè attraverso la tua connessione al Verde puoi controllare tutte le forme di vita vegetale, vero? Tu sai cosa è successo qui, o sbaglio?» chiese Rachel con voce flebile. 
«So cosa è successo qui perché ho ricevuto la visita di entrambi i miei padri, sia di John che di… beh diciamo Avatar della vita vegetale, il modo in cui lo chiamate voi non mi piace...».
Tefè con John alludeva a John Constantine, suo padre biologico, tutti sapevano che lei era solita dire che oltre alla madre aveva due genitori uomini, ma non è questo il momento di approfondire.
Beast boy si mostrò visibilmente seccato e rispose:
«Oddio, tuo padre John è da noi? Questa notizia è quasi peggio di sti tre umanoidi…»
In quel momento dalla foresta si fece avanti un’altra figura: era un uomo di una certa età che vestiva un lungo cappotto, sotto di esso si intravedeva una camicia bianca e una cravatta rossa. Teneva i suoi capelli bianchi abbastanza lunghi e li portava tirati all’indietro. Avvicinandosi a loro fece un tiro da una sigaretta ed esclamò seccato:
«Anche io sono contento di vederti mio caro genero. Ora però voi tre seguitemi che vi devo spiegare un pò di cose, abbiamo una bella rottura da sistemare e ormai siete dentro a questa merda fino al collo.»

   
 
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