Paura
Il sole stava
calando e l’arena del Palazzo di Giada era già in penombra.
Shen si era
fermato a riprendere fiato dopo aver fatto esercizio con il suo dao, con l’arma
posata di traverso sulla spalla.
Era confortante,
in un certo senso, potersi aggrappare alla familiarità del dao.
Era rimasto
l’unica cosa immutata della sua vita, ed era un sollievo trovarsi a contatto
con qualcosa che lo ancorava al suo passato ed alla sua identità.
Lo sentì accanto
a sé appena un momento prima che gli parlasse.
-Sei stanco?-
Shen scrollò le
spalle.
-Niente di
grave-
Ma il panda
rosso non si dava per vinto così facilmente.
In questo era
fin troppo simile all’altro panda.
-Credi che non
capisca quando un allenamento è stato pesante? Mi dedico al kung fu da quasi
tutta la vita ed ho addestrato molti allievi-
-Anche se fosse,
cosa cambierebbe?-
-Come possiamo
aiutarti se non ci dici quando sei stanco o quando stai male?-
-Non ho bisogno
del vostro aiuto! Mi basterà mangiare qualcosa e dormire stanotte-
-Hai difficoltà
a dormire la notte?-
-Basta con tutte
queste domande! Se l’intenzione è ancora quella di salvarmi, il modo è
decisamente pessimo!-
Se ne pentì
immediatamente.
I suoi scatti di
insofferenza gli sembravano capricci, e se ne vergognava quando ormai gli erano
sfuggiti.
Il panda minore
però non se la prendeva mai.
-Non cerco di
salvarti. Non potrei nemmeno volendo. Vedi, Shen, solo noi possiamo salvare noi
stessi. Vuoi sapere perché?-
Sembrava
l’inizio di una delle loro strambe idee.
Per un attimo
Shen pensò di rifiutare, ma non voleva fare la figura dell’ennesimo capriccio.
-Perché?-
-Se tu non ti
fossi fatto delle domande, se non avessi accettato di cambiare punto di vista,
non saresti qui. Saresti in prigione a vita, o saresti morto per le ferite, o
saresti stato giustiziato. E invece sei qui a parlare con me. Questo ci
dimostra che tu hai il potere di cambiare il tuo destino, e che hai il potere
di cambiarlo in bene-
-Mi avete sempre
detto che era stato il panda a salvarmi. Cos’è, la versione cambia a
convenienza?-
-No, io ho detto
che era stata la pietà del guerriero dragone a tenerti in vita, non a
salvarti. La volontà di salvare un’altra persona non può assolutamente nulla,
se questa non decide di agire-
Qualcosa di
amaro lo fece contorcere per il disgusto.
-Oh, adesso sì
che mi sento meglio! Immagino sia una bella soddisfazione per tutti voi sapere
che alla fine ho dato ragione al panda-
-Non è mai stata
una gara, Shen, e la ragione non è mai da una sola parte-
-Che dovrei
fare, adesso?-
-Comincia da te
stesso. Devi trovare uno scopo per la tua esistenza, ma per sapere cosa vuoi
davvero prima devi sapere chi sei davvero-
-Io lo so chi
sono!-
-Shen,
ascoltami. Come tutti noi, tu conosci solo una parte di te stesso. Ci sono cose
che devi ancora scoprire-
-Ad esempio?-
-Perché non hai
amici? Perché allontani tutti, non ti apri mai con nessuno, non permetti a
nessuno di sapere che sei in difficoltà e di aiutarti?-
-Cosa? Io… io
non…-
-Perché neghi la
realtà? Di cosa hai davvero paura?-
-Basta!-
Shen odiava
suonare così spaventato, ma aveva dovuto fermarlo!
Shifu accettò la
cosa con un cenno di assenzo.
-Le mie scuse. A
volte esagero. Non ti conosco ancora così bene da capire subito quali sono i
tuoi limiti e rispettarli. Confido che con il tempo riuscirò ad evitare questi
errori-
-Se ti aspetti
che ti permetterò di tormentarmi, hai sbagliato tutto. Questa discussione
finisce qui-
Shen si voltò ed
andò via.
Non controllò se
il piccolo panda lo stesse seguendo o meno, o se avesse altro da dirgli.
Non voleva
sentire altro.
Fortunatamente
era calata la notte, e avrebbe potuto starsene nella sua benedetta solitudine
almeno fino al mattino dopo.
***
Sarebbe stato
così grave se se ne fosse andato dallo studio? Il modo in cui il panda minore
lo aveva guardato appena era entrato non gli era piaciuto per niente.
-Ho ripensato a
quello che è successo ieri. Mi dispiace di essere stato troppo pressante, ma ho
capito anche un’altra cosa. Io non ho la tua fiducia, non è vero?-
“Certo,
figurarsi se molla l’osso!”
-Non so di cosa
parli- replicò Shen ostinato.
-Questa risposta
già dice molto. Posso provare a spiegarti?-
Shen gli fece
cenno di andare avanti.
-Chiudi gli
occhi-
-Cosa? Perché?-
-Perché te lo
sto chiedendo io. Per favore-
Riluttante, Shen
fece come gli era stato chiesto.
-Molto bene. Ora
tieni gli occhi chiusi. Per quanto tempo pensi di riuscire a stare così,
sapendo che io sono vicino a te, ma senza potermi vedere?-
Un’ondata di
panico gli fece riaprire gli occhi di scatto.
-Che diamine…?!-
-Ha visto? Tu
non ti fidi di me. Perché?-
-Tsk! Starmene
con gli occhi chiusi mi sembra una cosa assurda! Non mi viene in mente nessuna
buona ragione per farlo-
-E cosa ti viene
in mente, allora?-
-Che è una
richiesta totalmente senza senso, oppure…- si interruppe di colpo.
-Oppure?- lo
incoraggiò il panda.
-Che è una
trappola!-
Gli era uscito
in un modo terribile!
Si era sentita
tutta la sua paura di essere ingannato, ferito, ed umiliato!
Guardò il panda
e con suo sommo orrore capì che aveva capito.
Odiava essere
guardato in quel modo!
Era ad un passo
dallo scappare via ma non voleva fare di nuovo la figura del debole che fuggiva
davanti a loro.
-Shen? Ho la tua
parola che non mi farai del male?-
-Che razza di
domanda è? Sai che non posso. Ho giurato. Per quanto voi facciate di tutto per
farmene pentire-
Un mezzo sorriso
passò per un attimo sul muso di Shifu.
-Hai ragione, lo
hai giurato. Allora ti credo. So di non avere niente da temere con te-
Shen non sapeva
cosa aspettarsi. Era ovvio che non volesse rovinare la sua reputazione rompendo
un giuramento, e gli sembrava molto stupido che Shifu glielo stesse domandando.
Shifu chiuse gli
occhi.
Rimase di fronte
a lui, appoggiato al bastone, con le palpebre perfettamente serrate.
Era irritante.
Shen sapeva cosa
voleva dirgli. O meglio, lo capiva troppo bene e meglio di quanto avrebbe
voluto.
-Cosa vorresti
dimostrarmi con questo?- gli chiese.
-Che esiste
anche la via del dar fiducia agli altri-
-E allora? Se tu
sei talmente stupido da fidarti di me non vuol dire che debba esserlo anche io-
-Credi che ti
farei del male?-
-No-
-E allora perché
hai paura?-
Shen aprì il
becco per rispondere, ma si accorse che non sapeva cosa.
Lui sapeva che
non gli volevano fare del male, ma non lo sentiva dentro.
Dentro aveva
ancora paura di loro.
-Tu hai paura
quando non hai tutto sotto controllo. Hai paura a cedere il controllo di te
stesso agli altri perché hai paura che si comporterebbero come tu ti
comporteresti nei confronti di chi avesse fatto quello che hai fatto tu. Chiunque
si metta sulla tua strada per ostacolarti, o ancora peggio chiunque ti rechi un
danno, scatenerebbe la tua vendetta, non è vero? Credi ancora che dovremmo
vendicarci di te?-
-Sarebbe più
comprensibile-
-Perché tu
conosci solo la vendetta. Imparerai che esiste anche il perdono, ed allora non
avrai più bisogno di avere paura-
Shifu aprì gli
occhi e lo osservò solo un attimo.
-Vorrei che tu
ci riflettessi. Adesso puoi andare, se vuoi-
Shen era ancora
disgustato.
All’inizio non
riuscì a reagire, troppo schifato da tutto quello che Shifu gli aveva detto.
La cosa che più
lo inorridiva era che lui capiva quello che il maestro gli aveva detto.
Lo rifiutava con
tutte le sue forze perché era rivoltante, ma il ragionamento filava in ogni sua
parte.
Voleva dire
qualcosa, qualsiasi cosa pur di non starsene lì impalato in silenzio, ma non
trovava nulla.
Nella sua mente
c’era il vuoto più totale, come il silenzio totale dopo una delle sue
cannonate.
Alla fine se ne
andò perché non sopportava più lo sguardo di Shifu su di sé.
***
Imparerai
che esiste anche il perdono. Allora non avrai più bisogno di avere paura.
Lo odiava!
Nel buio della
stanza si sentiva soffocare perché non poteva muoversi: se si fosse sfogato con
il movimento come aveva bisogno di fare avrebbe certamente fatto rumore, e
l’ultima cosa di cui aveva bisogno era attirare l’attenzione di qualcuno di
loro!
Decise di
uscire.
Di andare fuori
dagli alloggi, lontano da loro e dalla loro comprensione.
Dal loro
perdono.
Sparì nella
notte silenzioso come un fantasma ed altrettanto irrequieto, senza una meta.
Qualsiasi
movimento andava bene, purché lo distraesse dalle parole che aveva incastrate
in testa.
Imparerai che
esiste anche il perdono. Allora non avrai più bisogno di avere paura.
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Cantuccio
dell’Autore
Bentornati!
Era parecchio
che non aggiornavo!
Lo studio sta
diventando sempre più profondo. Ho tanti appunti, ma alcuni sono decisamente
trooppoooo… angst, e quindi non credo che li pubblicherò mai. Almeno non nella
forma in cui sono adesso.
Mi sono resa
conto che sono rimasta molto indietro con le copertine delle mie storie, non
appena le avrò ultimate le troverete sulla mia pagina facebook “il mondo di
Smeralda” .
Grazie per aver
letto anche questo capitolo, alla prossima.
Smeralda E. Elessar