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Autore: Smeralda Elesar    02/02/2024    0 recensioni
"Ci sono solo due errori sulla via per diventare un maestro: non intraprendere il cammino e non percorrerlo fino in fondo"
Il Dao, la via per la padronanza di sé, è un cammino interiore difficile da percorrere, soprattutto per qualcuno che non ha nessuna voglia di cambiare o non crede che sia possibile farlo.
Però ci sono circostanze nella vita in cui l'unica direzione possibile è avanti, e allora è meglio tentare un cammino difficile che restare nell'immobilità.
Con il giusto aiuto, nessun cammino è impossibile.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Shifu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paura

 

Il sole stava calando e l’arena del Palazzo di Giada era già in penombra.

Shen si era fermato a riprendere fiato dopo aver fatto esercizio con il suo dao, con l’arma posata di traverso sulla spalla.

Era confortante, in un certo senso, potersi aggrappare alla familiarità del dao.

Era rimasto l’unica cosa immutata della sua vita, ed era un sollievo trovarsi a contatto con qualcosa che lo ancorava al suo passato ed alla sua identità.

Lo sentì accanto a sé appena un momento prima che gli parlasse.

-Sei stanco?-

Shen scrollò le spalle.

-Niente di grave-

Ma il panda rosso non si dava per vinto così facilmente.

In questo era fin troppo simile all’altro panda.

-Credi che non capisca quando un allenamento è stato pesante? Mi dedico al kung fu da quasi tutta la vita ed ho addestrato molti allievi-

-Anche se fosse, cosa cambierebbe?-

-Come possiamo aiutarti se non ci dici quando sei stanco o quando stai male?-

-Non ho bisogno del vostro aiuto! Mi basterà mangiare qualcosa e dormire stanotte-

-Hai difficoltà a dormire la notte?-

-Basta con tutte queste domande! Se l’intenzione è ancora quella di salvarmi, il modo è decisamente pessimo!-

Se ne pentì immediatamente.

I suoi scatti di insofferenza gli sembravano capricci, e se ne vergognava quando ormai gli erano sfuggiti.

Il panda minore però non se la prendeva mai.

-Non cerco di salvarti. Non potrei nemmeno volendo. Vedi, Shen, solo noi possiamo salvare noi stessi. Vuoi sapere perché?-

Sembrava l’inizio di una delle loro strambe idee.

Per un attimo Shen pensò di rifiutare, ma non voleva fare la figura dell’ennesimo capriccio.

-Perché?-

-Se tu non ti fossi fatto delle domande, se non avessi accettato di cambiare punto di vista, non saresti qui. Saresti in prigione a vita, o saresti morto per le ferite, o saresti stato giustiziato. E invece sei qui a parlare con me. Questo ci dimostra che tu hai il potere di cambiare il tuo destino, e che hai il potere di cambiarlo in bene-

-Mi avete sempre detto che era stato il panda a salvarmi. Cos’è, la versione cambia a convenienza?-

-No, io ho detto che era stata la pietà del guerriero dragone a tenerti in vita, non a salvarti. La volontà di salvare un’altra persona non può assolutamente nulla, se questa non decide di agire-

Qualcosa di amaro lo fece contorcere per il disgusto.

-Oh, adesso sì che mi sento meglio! Immagino sia una bella soddisfazione per tutti voi sapere che alla fine ho dato ragione al panda-

-Non è mai stata una gara, Shen, e la ragione non è mai da una sola parte-

-Che dovrei fare, adesso?-

-Comincia da te stesso. Devi trovare uno scopo per la tua esistenza, ma per sapere cosa vuoi davvero prima devi sapere chi sei davvero-

-Io lo so chi sono!-

-Shen, ascoltami. Come tutti noi, tu conosci solo una parte di te stesso. Ci sono cose che devi ancora scoprire-

-Ad esempio?-

-Perché non hai amici? Perché allontani tutti, non ti apri mai con nessuno, non permetti a nessuno di sapere che sei in difficoltà e di aiutarti?-

-Cosa? Io… io non…-

-Perché neghi la realtà? Di cosa hai davvero paura?-

-Basta!-

Shen odiava suonare così spaventato, ma aveva dovuto fermarlo!

Shifu accettò la cosa con un cenno di assenzo.

-Le mie scuse. A volte esagero. Non ti conosco ancora così bene da capire subito quali sono i tuoi limiti e rispettarli. Confido che con il tempo riuscirò ad evitare questi errori-

-Se ti aspetti che ti permetterò di tormentarmi, hai sbagliato tutto. Questa discussione finisce qui-

Shen si voltò ed andò via.

Non controllò se il piccolo panda lo stesse seguendo o meno, o se avesse altro da dirgli.

Non voleva sentire altro.

Fortunatamente era calata la notte, e avrebbe potuto starsene nella sua benedetta solitudine almeno fino al mattino dopo.

***

Sarebbe stato così grave se se ne fosse andato dallo studio? Il modo in cui il panda minore lo aveva guardato appena era entrato non gli era piaciuto per niente.

-Ho ripensato a quello che è successo ieri. Mi dispiace di essere stato troppo pressante, ma ho capito anche un’altra cosa. Io non ho la tua fiducia, non è vero?-

“Certo, figurarsi se molla l’osso!”

-Non so di cosa parli- replicò Shen ostinato.

-Questa risposta già dice molto. Posso provare a spiegarti?-

Shen gli fece cenno di andare avanti.

-Chiudi gli occhi-

-Cosa? Perché?-

-Perché te lo sto chiedendo io. Per favore-

Riluttante, Shen fece come gli era stato chiesto.

-Molto bene. Ora tieni gli occhi chiusi. Per quanto tempo pensi di riuscire a stare così, sapendo che io sono vicino a te, ma senza potermi vedere?-

Un’ondata di panico gli fece riaprire gli occhi di scatto.

-Che diamine…?!-

-Ha visto? Tu non ti fidi di me. Perché?-

-Tsk! Starmene con gli occhi chiusi mi sembra una cosa assurda! Non mi viene in mente nessuna buona ragione per farlo-

-E cosa ti viene in mente, allora?-

-Che è una richiesta totalmente senza senso, oppure…- si interruppe di colpo.

-Oppure?- lo incoraggiò il panda.

-Che è una trappola!-

Gli era uscito in un modo terribile!

Si era sentita tutta la sua paura di essere ingannato, ferito, ed umiliato!

Guardò il panda e con suo sommo orrore capì che aveva capito.

Odiava essere guardato in quel modo!

Era ad un passo dallo scappare via ma non voleva fare di nuovo la figura del debole che fuggiva davanti a loro.

-Shen? Ho la tua parola che non mi farai del male?-

-Che razza di domanda è? Sai che non posso. Ho giurato. Per quanto voi facciate di tutto per farmene pentire-

Un mezzo sorriso passò per un attimo sul muso di Shifu.

-Hai ragione, lo hai giurato. Allora ti credo. So di non avere niente da temere con te-

Shen non sapeva cosa aspettarsi. Era ovvio che non volesse rovinare la sua reputazione rompendo un giuramento, e gli sembrava molto stupido che Shifu glielo stesse domandando.

Shifu chiuse gli occhi.

Rimase di fronte a lui, appoggiato al bastone, con le palpebre perfettamente serrate.

Era irritante.

Shen sapeva cosa voleva dirgli. O meglio, lo capiva troppo bene e meglio di quanto avrebbe voluto.

-Cosa vorresti dimostrarmi con questo?- gli chiese.

-Che esiste anche la via del dar fiducia agli altri-

-E allora? Se tu sei talmente stupido da fidarti di me non vuol dire che debba esserlo anche io-

-Credi che ti farei del male?-

-No-

-E allora perché hai paura?-

Shen aprì il becco per rispondere, ma si accorse che non sapeva cosa.

Lui sapeva che non gli volevano fare del male, ma non lo sentiva dentro.

Dentro aveva ancora paura di loro.

-Tu hai paura quando non hai tutto sotto controllo. Hai paura a cedere il controllo di te stesso agli altri perché hai paura che si comporterebbero come tu ti comporteresti nei confronti di chi avesse fatto quello che hai fatto tu. Chiunque si metta sulla tua strada per ostacolarti, o ancora peggio chiunque ti rechi un danno, scatenerebbe la tua vendetta, non è vero? Credi ancora che dovremmo vendicarci di te?-

-Sarebbe più comprensibile-

-Perché tu conosci solo la vendetta. Imparerai che esiste anche il perdono, ed allora non avrai più bisogno di avere paura-

Shifu aprì gli occhi e lo osservò solo un attimo.

-Vorrei che tu ci riflettessi. Adesso puoi andare, se vuoi-

Shen era ancora disgustato.

All’inizio non riuscì a reagire, troppo schifato da tutto quello che Shifu gli aveva detto.

La cosa che più lo inorridiva era che lui capiva quello che il maestro gli aveva detto.

Lo rifiutava con tutte le sue forze perché era rivoltante, ma il ragionamento filava in ogni sua parte.

Voleva dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di non starsene lì impalato in silenzio, ma non trovava nulla.

Nella sua mente c’era il vuoto più totale, come il silenzio totale dopo una delle sue cannonate.

Alla fine se ne andò perché non sopportava più lo sguardo di Shifu su di sé.

***

Imparerai che esiste anche il perdono. Allora non avrai più bisogno di avere paura.

Lo odiava!

Nel buio della stanza si sentiva soffocare perché non poteva muoversi: se si fosse sfogato con il movimento come aveva bisogno di fare avrebbe certamente fatto rumore, e l’ultima cosa di cui aveva bisogno era attirare l’attenzione di qualcuno di loro!

Decise di uscire.

Di andare fuori dagli alloggi, lontano da loro e dalla loro comprensione.

Dal loro perdono.

Sparì nella notte silenzioso come un fantasma ed altrettanto irrequieto, senza una meta.

Qualsiasi movimento andava bene, purché lo distraesse dalle parole che aveva incastrate in testa.

Imparerai che esiste anche il perdono. Allora non avrai più bisogno di avere paura.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Bentornati!

Era parecchio che non aggiornavo!

Lo studio sta diventando sempre più profondo. Ho tanti appunti, ma alcuni sono decisamente trooppoooo… angst, e quindi non credo che li pubblicherò mai. Almeno non nella forma in cui sono adesso.

Mi sono resa conto che sono rimasta molto indietro con le copertine delle mie storie, non appena le avrò ultimate le troverete sulla mia pagina facebook “il mondo di Smeralda” .

Grazie per aver letto anche questo capitolo, alla prossima.

 

Smeralda E. Elessar

 

 

 

 

 

   
 
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