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Autore: JessYachi    06/02/2024    0 recensioni
"...«Quindi ci vediamo domani»
Disse Kageyama.
«Dipende da cosa?»
«Che?»
«Gwaa dipende da cosa?»..."
Hinata e Kageyama sono compagni di squadra e passano la maggior parte del loro tempo insieme. Il primo si dimostra piano piano più affettuoso e il secondo non sa gestire i suoi sentimenti, quest'ultimo si troverà ad avere una cotta proprio per Hinata.
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La navata era decisamente più lunga di un campo da pallavolo, Tobio continuava a chiedersi se sarebbe riuscito a percorrerla. Continuava a fare avanti e indietro nella stanza mentre sua sorella lo guardava. Continuava a pensare a quel cavolo di percorso decorato con i fiori e i nastrini. «Se continui così arriverai all'altare puzzando di sudore.» fece lei incrociando le braccia. Il fratello si limitò a lanciarle un'occhiata continuando quel viavai, era molto agitato, dopo qualche secondo di silenzio Miwa sbuffò. «Ok, parla, voglio solo farti arrivare lassù nel miglior modo possibile.» Tobio improvvisamente si stoppò, guardandola preoccupato. «Non lo so! Io, beh, è normale essere agitati in questi casi?» La ragazza si lasciò scappare una risata, poggiando le sue mani sulle spalle del fratello facendolo finalmente fermare. I loro occhi si incrociarono, entrambi nella loro tonalità blu. «Tobio, lo sai, sei cresciuto tantissimo, te lo dico da una persona che ti ha sempre guardato dall'esterno. Qualche anno fa non saresti stato capace di dire nulla senza tirare fuori un insulto, non riuscivi neanche ad andare d'accordo con i tuoi compagni di squadra, e ora, invece, è tutto il contrario. Ma poi vogliamo parlare di te e Shoyo? Da quando lo conosco non ho mai dubitato un secondo di voi due, non ti avevo mai visto così felice prima che lui entrasse nella tua vita. Non hai nulla di cui preoccuparti. Divertiti, vivi essendo semplicemente Tobio, perché finora lo hai fatto alla grande.» La abbracciò, lei senza neanche pensare ricambiò l'abbraccio, era raro stringersi così per loro. «Il mio fratellino.» Sussurrò Miwa causando un sussulto da parte del fratello che la riprese con un "Ehi!". Percorrere quei metri con accanto la persona che amava e circondato dai suoi amici la rendeva meno spaventosa agli occhi di Tobio. Quel rosso era sempre riuscito in qualche modo a infonderlo di qualcosa a cui non riusciva propriamente a dare un nome, era sempre riuscito a farlo essere veramente sé stesso. Ogni passo era lungo più di qualche istante, ma a Tobio sembravano infiniti. Era abituato a camminare ma in quel momento si sentiva come se fosse la prima volta, forse la felicità era capace anche di quello. Trovandosi Shoyo davanti il suo cuore perse un battito, o forse batté qualche volta di troppo, non era sicuro nemmeno di quello in quel momento, quel ragazzo per caso lo aveva fatto impazzire? Non era riuscito nemmeno in quel giorno a sistemarsi quei capelli ribelli, anche se il completo marroncino voleva essere sistemato c'era sempre qualche piega o qualche lembo che non riusciva a mantenere quell'ordine, in più quella timida rosa bianca che usciva dal taschino riusciva a completare il suo aspetto rendendo in qualche modo perfetto. Tutto questo si contrapponeva alla millimetrale precisione di Tobio, capelli tirati all'indietro e un completo bianco senza neanche una piega. Loro erano questo: Energia caotica e ordinata perfezione. In quel momento pensò a tutto questo, la loro relazione, il loro amore, che era iniziato dieci anni prima. «Hai mai pensato alla nostra relazione?» Disse Tobio stringendo Shoyo sul suo letto, era il loro primo aprile senza scuola, dopo il diploma. «Che intendi?» le loro facce erano a pochi centimetri di distanza tanto da poter sentire i loro respiri. «A quello che saremo noi due dopo che tornerai da Rio e per tutti gli anni dopo.» «Ovvio.» rispose Shoyo scostando lo sguardo dagli occhi dell'altro. «Credo che, beh... non voglio lasciarti, in qualsiasi caso.» Tobio gli accarezzava timidamente la schiena continuando ad abbracciarlo. «Neanch'io voglio lasciarti.» Si diedero un bacio a stampo e sorrisero. «Ti amo.» Fece Tobio. «Io di più.» Rispose Shoyo. «No, io di più.» «Io di più.» Non si sarebbe mai stancato di questo. «Sai, ho pensato tanto a cosa dire oggi, a cosa prometterti per il resto della mia vita. Beh, non sono molto bravo a esprimermi a parole quindi io, Kageyama Tobio, prendo te, Hinata Shoyo, come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, che nessun oceano, rete o quant'altro riuscirà a separarci, che non smetterò mai di contare il numero delle nostre sfide, che non smetterò mai di giocare a pallavolo con te e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» Ecco cos'altro non dimenticherà mai, quel cavolo di sorriso che Shoyo ha sempre stampato in faccia, che in qualche modo era sempre stato sincero ed era sempre riuscito a mettergli sottosopra lo stomaco. Tobio ancora si chiedeva se si meritasse tutto ciò, in fondo lui era sempre stato quello antipatico, odiato perché non riusciva ad andare d'accordo con gli altri, il tiranno. Invece, in quel momento si sentiva la persona più felice dell'intero universo. Come se avesse finalmente raggiunto la destinazione su in pianeta caldissimo e bellissimo. O forse ci era esattamente riuscito. ... «...Quello è stato uno dei giorni più felici della mia vita.» Fa Tobio guardando la lapide grigia davanti a lui, i caratteri incisi e la lucidità di quella pietra. Era appena stata tirata a lucido da quest'ultimo che, per quanto possa sembrare strano, se la cavava anche nelle pulizie. «Adesso stare insieme è sempre difficile, io vivo in Italia e lui in Brasile. Certe volte vorrei solo prendere il primo aereo e andare da lui, mi manca sempre moltissimo, in ogni istante. Possiamo vederci solo in periodi come questo, con gli allenamenti della nazionale. È stancante, però potrei fare tutto per lui, davvero, anche aspettare mesi o anni solo per vederlo.» Abbassò un attimo lo sguardo sui fiori che aveva sistemato poco prima e fece un piccolo sospiro prima di ricominciare a parlare. «Alla fine, sto bene, faccio quello che mi piace e che ho sempre voluto fare, ho trovato la persona che amo e non potrei chiedere altro, sul serio. Per la distanza troveremo una soluzione e prima o poi non sarà più un problema, ne sono certo. Entrambi abbiamo trovato la nostra strada, anche se c'è un oceano a dividerci. Questo non significa essere infelici, infatti non credo di essere mai stato così felice prima d'ora.» Si sentirono dei passi e Shoyo si avvicinò a Tobio fino a sfiorargli la spalla. «Tobio.» Gli disse sorridendo. Lui gli prese la mano e gli sorrise a sua volta. «Ho finito, possiamo andare.» Si girò di nuovo verso la lapide e la sfiorò con le dita. «Ciao nonno.» sussurrò poi. Infine si girarono e camminarono via. Verso un nuovo futuro insieme.
   
 
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