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Autore: Kyulia03    09/02/2024    0 recensioni
Tre One Shot dedicate ad Aragorn e Legolas, una per ogni film.
Storia originaria del mio profilo Wattpad: Kyulia03
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il moro si fermò, affiancando il biondo che, con il cappuccio indosso, osservava le pianure all'infuori del forte di Edoras.

- Le stelle sono velate. Qualcosa si scuote a Est. Un insonne malanimo. L'occhio del nemico si muove- dichiarò il biondo.

Per un attimo, ci fu silenzio.

- Lui è qui-.

Aragorn si voltò verso di lui.

- Togliti il cappuccio-.

Legolas si voltò di scatto verso il moro, confuso da quella richiesta improvvisa.

- Come?-.

- So anch'io che Sauron è sempre più vicino: avere battuto Saruman non basterà certo a fermarlo. Ma non è stando qui a fissare l'orizzonte che riusciremo a riacquisire le forze necessarie per batterlo- dichiarò Aragorn.

- E come pensavi di riprenderle?- commentò Legolas.

Aragorn si girò completamente verso di lui e gli posò le mani sul cappuccio, abbassandoglielo delicatamente.

- Non abbiamo avuto tempo per noi per giorni, e non so quando ancora lo riavremo. Non sprechiamo questa notte- disse.

Legolas fece un sorriso, prima di avvicinarsi al moro, colmando la distanza tra di loro e unendo le loro labbra.

Aragorn gli poggiò le mani sui fianchi e lo tirò verso di lui; altro che pane elfico... A lui bastavano le labbra di Legolas per avere la forza di andare avanti un'altra giornata.

Il biondo si rilassò leggermente, quasi abbandonandosi totalmente tra le sue braccia; finché non sentì qualcosa che lo costrinse a staccarsi di scatto.

- Che succede?- gli chiese Aragorn, confuso.

- Sauron: dobbiamo muoverci- Legolas iniziò a correre verso l'accampamento e il moro lo seguì senza esitazione, sapendo bene che Legolas raramente si sbagliava, e sicuramente non avrebbe interrotto un momento così importante per niente.

In fondo, per quanto Legolas fosse immortale, riconosceva parecchio il valore del tempo passato con quel ragazzo.

Fecero irruzione nella tenda e trovarono Pipino a terra, il Parantir stretto a sé, che si dimenava come per liberarsi.

Senza pensarci due volte, Aragorn si gettò verso la sfera per strapparla dalle mani dell'hobbit; avvertì una scarica di dolore, contenente tutto l'odio che Sauron provava per lui, e fu costretto a lasciare cadere la sfera.

- Stai bene?- Legolas lo affiancò, preoccupato; il moro si era a malapena accorto di essere a terra...

- Mi ha appena sfiorato- sussurró Aragorn, alzando lo sguardo e osservando Gandalf che interrogava, in modo piuttosto brusco, Pipino.

- Hai bisogno di cure? Riesci ad alzarti?- chiese Legolas, porgendogli la mano.

Aragorn serrò le labbra: quello che Pipino stava dicendo a Gandalf era grave... Non poteva permettersi di lasciarsi fermare da un po' di dolore.

Allungò la mano, afferrando quella di Legolas, e si tirò su.

- Andiamo a chiamare re Théoden- ordinó; non avevano per lui buone notizie.

...

- Si tratta di Arwen vero?-. Aragorn, con ancora la spada in mano, si voltò verso l'entrata della tenda, sulla quale c'era Legolas.

- Altrimenti, non mi spiego come mai re Elrond sia venuto qui- affermò il biondo, entrando nella tenda.

Aragorn tornò a guardare la spada.

- Arwen è voluta tornare indietro... Significa che ha visto un futuro per noi due- mormorò, ben sapendo che quelle parole avrebbero potuto ferire il biondo.

Ma sapeva anche bene che non c'era altro motivo per cui Arwen avrebbe deciso di tornare: in fondo, con la distruzione dell'anello, tutti gli elfi se ne sarebbero dovuti a dare.

Tornando, Arwen aveva scelto di diventare umana, e ciò significava che lo stava facendo per lui... E che la distruzione dell'anello avrebbe significato salvarle la vita.

- Bisogna distruggere l'anello- affermò Legolas, portandosi davanti a lui - è l'unico modo per salvarla-.

Aragorn alzò lo sguardo sull'elfo. Avrebbe voluto ricordargli che, una volta distrutto l'anello, anche lui se ne sarebbe dovuto andare ma... Per qualche motivo, non riusciva ad affrontare l'argomento in quel momento.

Non riusciva a pensare di perdere Legolas adesso.

- Arwen è rimasta per me- mormorò.

- Aragorn, ho perso il conto delle volte in cui ti ho detto che sono pienamente consapevole di quanto bene tu le voglia... E di quanto lei ti ami- dichiarò Legolas.

- Ma tu...-.

- Qualsiasi cosa succeda- lo interruppe il biondo - io sarò al tuo fianco, ti seguirò in tutto ciò che vorrai fare-.

Legolas sapeva bene che la sua lunga vita sarebbe stata comunque troppo breve per viverla in preda a rancore e tristezza; era consapevole dei sentimenti di Aragorn e Arwen, ma anche di quelli del moro verso di lui, e dei suoi verso quell'uomo.

Era stato impossibile separarli anche quando Aragorn era troppo accecato da Arwen per accorgersi di lui, di sicuro non l'avrebbero fatto adesso.

Aragorn lo fissò: quell'elfo riusciva sempre a stupirlo...

Legolas portò lo sguardo sulla spada.

- Cosa vuoi fare con quella?- chiese.

Aragorn serrò le labbra: se voleva salvare Arwen, il regno, e Legolas... Doveva seguire il consiglio di Elrond.

- Devo andare. Non preoccuparti: tornerò da te- dichiarò Aragorn, uscendo velocemente dalla tenda.

Legolas serrò le labbra: era certo che il moro sarebbe tornato ma... Si era dimenticato che lui aveva promesso di seguirlo.

Uscì a sua volta dalla tenda, diretto verso le scuderie.

Aragorn intanto aveva raggiunto il suo cavallo; aveva una confusione totale in testa...

Innanzitutto, sapeva di stare per andare a fare una cosa molto pericolosa, che aveva voluto evitare fino all'ultimo: ma a quanto pare, richiamare un esercito di morti desertori... Era la loro unica occasione per sopravvivere.

E poi, la sua mente era anche occupata da preoccupazioni anche più egoistiche.

Sapeva di volere davvero bene ad Arwen: si era sentito felice quando la ragazza aveva detto di amarlo, di voler stare con lui; sapeva di tenere molto a lei, la considerava un'elfa fantastica e più volte aveva fantasticato su come sarebbe stato avere una famiglia con lei.

Ma quell'elfo.... Legolas riusciva a farlo sentire totalmente compreso, in lui aveva trovato un compagno a cui potersi sempre affidare, una spalla su cui appoggiarsi per rilassarsi, un paio di braccia fra cui riposarsi per riacquisire un po' di forza.

Senza quel ragazzo, qualsiasi cosa lui avesse fatto non sarebbe stata la stessa: si sarebbe sentito solo, avrebbe avuto paura, sapeva che non avrebbe avuto tutta quella forza.

Senza di lui non poteva farcela, ma sapeva che anche Arwen era una parte importante della sua vita.

Non aveva idea di cosa fare, la sua mente era talmente confusa che quando Erwyn andò a parlargli si trovò a dirle la verità, senza più girarvi intorno; le disse che non poteva darle ciò che cercava, che lui non era l'uomo che pensava.

E in effetti, sentiva di non essere il valoroso guerriero che tutti credevano... Come faceva a esserlo, quando non riusciva neanche a capire quale parte del suo cuore seguire?

Lasciò la ragazza da sola e attraversò l'accampamento, deciso ad allontanarsi velocemente, quando venne fermato da una voce.

- Dove credi di andare?-. Si voltò, e vide Gimli che lo fissava.

- Non questa volta. Questa volta devi restare Gimli- non poteva mettere in pericolo anche la sua vita.

Sentì rumore di passi e di zoccoli alle sue spalle; ancora prima di voltarsi, sapeva già chi fosse.

Ma fu comunque sollevato nel trovarsi di fronte il sorriso di Legolas.

- Non hai imparato nulla sulla testardaggine dei nani?- commentò l'elfo.

- Tanto vale che ti rassegni. Verremo con te giovanotto- dichiarò Gimli.

Aragorn non poté fare a meno di sorridere: in fondo... Lui l'avrebbe seguito per sempre, no?

Qualsiasi cosa fosse successa, l'avrebbero affrontata insieme.

E lui... Era davvero felice di averlo sempre al suo fianco.

...

- Combattere per noi e riacquistate il vostro onore-. Aragorn, chiuso nella stanza a prepararsi per l'incoronazione, si voltò verso la porta.

Legolas lo raggiunse e gli si piazzò davanti.

- È stato parecchio eccitante vedere come hai convinto quei morti a seguirci. E anche vederti guidare l'esercito- affermò.

- Sono eccitante solo quando faccio grandi discorsi?- commentò il moro, girandosi totalmente verso di lui.

- Sono abituato alla bellezza, ti ci vorrà di più per convincermi di essere sopra la media- dichiarò Legolas.

Aragorn lo raggiunse; gli posò le mani sui fianchi e lo tirò verso di sé, unendo le loro labbra.

Quel bacio durò più di molti altri, sembrava anche più bisognoso: i due ragazzi si strinsero con forza, le labbra che si cercavano voracemente, come se sapessero che l'argomento che dovevano affrontare era troppo doloroso per non essere preceduto da quel momento.

Ma purtroppo, avevano entrambi bisogno di respirare e furono costretti a staccarsi.

- Di questo cosa ne pensi?- sussurró il moro, fissandolo negli occhi.

- Questo era sopra la media- dichiarò Legolas con un sorriso, facendo ridere anche l'umano.

Poi, Aragorn tornò serio.

- Devo ringraziarti Legolas: senza di te, non sarei mai riuscito a vincere. Ti sei lanciato ad affrontare quel Mumak solo perché te l'ho chiesto io, hai capito subito e mi hai appoggiato quando ho proposito di fare da diversivo per Sauron, sei corso da me non appena sono caduto... Senza di te, non sarei mai riuscito a farcela- dichiarò.

- Lo sai: ti seguirò ovunque, Aragorn. Soprattutto adesso che stai per diventare re: sei il miglior condottiero che abbia mai conosciuto, non c'è nessun altro di cui vorrei rimanere al fianco- affermò Legolas.

Aragorn annuì: era proprio quella, proprio la sua incoronazione... Di cui non avrebbe voluto parlare.

Ma mancavano solo pochi minuti, e non potevano più rimandare.

Stava cercando qualcosa da dire, perché effettivamente non sapeva neanche lui che discorso fare; ma Legolas, come sempre, lo capì prima di lui.

- Hai bisogno di una regina al tuo fianco- affermò l'elfo.

Aragorn lo fissò negli occhi.

- Non so cosa fare- sussurró; non voleva perderlo.

- Si che lo sai, è semplice: Arwen è lì fuori ad aspettarti. Fanne la tua regina, fai in modo che ti dia un erede, e governa questo mondo come solo tu potrai fare- disse Legolas - Arwen è rimasta per te, adesso potrete coronare il vostro sogno-.

Il moro serrò le labbra.

- Il mio sogno non ha valore senza te al mio fianco- sussurró.

- Perché, pensi che lascerò il tuo fianco?- commentò Legolas.

Aragorn impiegò un attimo a comprendere le sue parole; dopodiché, sbarró gli occhi.

- Non puoi rimanere qui Legolas: diventeresti mortale-.

- E pensi che non lo sappia?- il biondo sorrise - Arwen non è l'unica ad aver capito l'importanza di una vita che, seppur più breve, viene vissuta con qualcuno di importante al tuo fianco. Io ti seguirò sempre Aragorn, non ti lascerò, anche a costo della mia mortalità-.

- Legolas ascolta- Aragorn gli poggiò le mani sulle guance - non posso lasciartelo fare. Un conto sarebbe stato se fossi potuto rimanere con te, ma hai ragione: adesso che il mondo è in pace, non posso evitare di avere una regina e procreare, rischierei di sconvolgere di nuovo gli equilibri. E non posso chiederti di rimanere qui, sacrificare la tua mortalità, per vedere me e Arwen insieme. Tengo troppo a te per lasciartelo fare-.

- Allora perché i tuoi occhi mi stanno pregando di non andarmene?- mormorò Legolas.

Aragorn affondò con forza i denti nel labbro inferiore: lo sapeva bene... Sapeva che, senza il biondo al suo fianco, lui non sarebbe stato felice.

Non voleva che se ne andasse.

- Non me ne andrò Aragorn- Legolas gli prese dolcemente le mani, staccandole del suo volto e tenendole tra le sue - io ti seguirò ovunque. Se anche me ne andassi, non mi perdonerei mai per averlo fatto: so che il mio posto è con te, qualsiasi situazione scegliamo di vivere. Non mi convincerai del contrario: permettimi di rimanere con te; comunque andrá... noi rimarremo sempre insieme-.

Aragorn non riuscì a fare a meno di abbracciare l'elfo.

- Grazie... Per avermi sempre seguito- sussurró, incapace di dire altro.

Legolas avrebbe voluto rispondere, ma in quel momento Gimli andò a chiamare Aragorn per l'incoronazione e i due furono costretti a separarsi.

Aragorn fu grato che, durate l'incoronazione, Legolas fosse alle sue spalle: sentiva il suo sguardo orgoglioso su di lui, ma sapeva che se si fosse voltato prima della fine avrebbe ceduto.

Probabilmente, avrebbe preso la mano dell'elfo e sarebbe scappato da tutto quello.

Ma sapeva bene di non poterlo fare, e che neanche Legolas lo voleva: avevano fatto tanto per arrivare fino a lì, insieme... E avrebbero affrontato tutte le conseguenze insieme.

Indossata la corona, Aragorn si voltò e iniziò a percorrere la navata.

Il suo cuore perse un battito quando vide Legolas, vestito di bianco, andare verso di lui con un sorriso; sapeva che era lì come rappresentante degli elfi, ma era felice... Di avere proprio lui di fronte.

Arrivati uno di fronte all'altro, poggiarono ognuno una mano sulla spalla dell'altro.

Grazie- gli disse Legolas, in elfico.

E Aragorn capí che era una risposta al suo grazie: che era un grazie per averlo portato con sé, per essersi fidato, per essere tornato da lui. E per avergli permesso di continuare a seguirlo.

Impercettibilmente, Legolas fece un cenno del capo verso la zona dove si trovava Elrond; nonostante Arwen fosse nascosta da un vessillo, il moro la riconobbe subito.

Legolas gli strinse appena la spalla, prima di lasciarlo andare.

Il moro lo superò e raggiunse la ragazza, togliendole il vessillo da davanti al volto.

Quando vide il sorriso della mora, non poté che sorridere anche lui, mentre la tirava a sé per baciarla.

In fondo, Arwen era sempre stata importante per lui: era il suo primo amore, una parte di lui ancora l'amava, e desiderava tenerla per sempre con lui.

Ma sarebbe riuscito a farlo... Senza rinunciare a ciò che lo faceva sentire libero.

...


- Eldarion, è l'ora della merenda!- urlò Aragorn, uscendo di casa per richiamare l'attenzione del figlio.

- Papà mi chiama- mormorò il piccolo, voltandosi verso l'uomo che lo stava tenendo in braccio.

Il biondo sorrise.

- Allora, meglio tornare da lui!- se lo caricò sulle spalle, prima di iniziare a correre in mezzo al bosco.

Il piccolo scoppiò a ridere, stirngendosi appena a lui e godendo del vento fresco che gli accarezzava il volto.

Impiegarono pochi minuti a raggiungere la casa che, un tempo, era stata la dimora di re Elrond e dei suoi elfi, e in cui Arwen aveva voluto portare il figlio per fargli conoscere tutte le sue origini.

- Ecco papà!- esclamò il bambino, notando Aragorn sulla soglia; il moro sorrise mentre i due si fermavano di fronte a lui e Eldarion scendeva delle spalle del biondo.

- Vai dentro, mamma ti aspetta- gli disse Aragorn, scompigliandogli i capelli.

- Va bene!- rispose il bambino, correndo dentro.

- Grazie Legolas: l'aiuto che ci dai con lui è prezioso, riusciamo a gestire molto meglio il trono con te ad aiutarci- affermò Aragorn, portando lo sguardo sull'elfo.

- Per me non c'è problema: è un bambino adorabile. E poi, devo controllare che non diventi avventato come il padre- commentò Legolas con un sorriso, ricevendo un'occhiataccia dal moro.

- Scusami, non sei tu che mi hai sempre seguito nelle mie avventatezze?- commentò.

- Lo sai che ti seguirò ovunque- affermò Legolas, facendo un passo verso di lui.

- Lo so- Aragorn gli prese le mani, tirandolo verso di sé e unendo le loro labbra.

Erano passati anni, e finalmente il loro mondo era in pace.

Aragorn non aveva mai parlato esplicitamente con Arwen, ma quando le aveva detto che Legolas sarebbe rimasto a vivere con loro, lei aveva capito; aveva capito che, per quanto potesse tenere a lei, lui non sarebbe mai potuto stare completo senza Legolas.

Ed entrambi gli elfi volevano che tutti e tre si godessero quella vita mortale al massimo.

Aragorn aprì gli occhi.

- Domani mi accompagni al giro di perlustrazione?- chiese.

- Perché, ti ho mai lasciato andare senza di me?- commentò Legolas.

- Sai che in ogni caso tornerei da te-.

- E tu sai che comunque ti seguirò sempre-.

Qualunque cosa fosse successa, loro sarebbero comunque rimasti insieme, per sempre.



 

 

   
 
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