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Autore: Hideto Takahashi    19/02/2024    0 recensioni
Cleila, il centro dell'impero Ajens gira placidamente nello spazio governando con supremazia tutte le proprie colonie.
Il mondo di Cleila non è un mondo giusto.
C'è chi vive agiato, chi invece al contrario nella povertà più assoluta e sfruttato nel mondo del lavoro pesante. Fra questi, oltre alla gente comune, si trovano i mezzi androidi e gli androidi.
Vivono un'esistenza dedita solo al lavoro e sono da sempre nel mirino di crudeltà fisiche e verbali, discriminazioni pesanti.
Yukio, il Primo Ministro, è un mezzo androide e nessuno sa' il perché sia il secondo dell'Imperatore per la sua natura di declassato. È un mistero che si protrae da anni e anni, che nessuno è mai riuscito a risolvere.
Aiden invece è un giovane ragazzo, di ceto medio, che vive insieme a sua madre e che porta con sé il ricordo del padre deceduto quando era piccolo.
Ma c'è un legame tra lui e Yukio, un legame impossibile e molto profondo.
Tutto sembra andare perfettamente, i giorni passano l'uno dopo l'altro, ma una nemesi lontana si annida dall'altra parte dell'universo, che forse non è poi così tanto distante...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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-Si hai capito bene- disse pieno di sé.
 
Yukio si coprì gli occhi con una mano, poggiando il gomito sulla sua coscia. -No, questa è un'idea folle- disse e lasciò il bicchiere sul tavolo. -È uno dei tuoi soliti viaggi mentali senza fondamento!- Si issò in piedi, non era la prima volta che cercava di tirarlo in ballo in cose assurde e senza senso.
 
-Yukio, per favore...-
 
-No Eleija! Questo è troppo, è davvero impossibile farlo.-
 
Sistemò il suo bicchiere sul tavolo, alzandosi pure lui e seguendolo fino alla porta. -Ti prego, almeno ascolta quello che ho da dirti.-
 
-Ascoltarti, quando dici queste cose di solito non porta a niente.-
 
-Yukio, ti prego!- Lo afferrò per le braccia, bloccandolo lì.
 
Non volendo fargli del male, non reagì in nessun modo. Essendo un mezzo, era molto forte.
 
-Lasciami, Eleija... sai che posso farti del male senza troppo impegno.-
 
-So' che non mi faresti nulla, ma ti prego, ascoltami. È un'idea già in elaborazione.-
 
-I-in che...?- Chiese in un mormorio, non troppo distante dal suo volto.
 
-Già, hai sentito bene- accese sorriso per nulla rassicurante.
 
Yukio sapeva cosa volesse dire, lo conosceva da quando era molto giovane e avevano trascorso parecchio tempo insieme in quella fabbrica. Anche se lui era stato un suo superiore ai tempi, figlio del capo, avevano avuto un rapporto abbastanza tanto intimo e vicino. Stava per chiedergli qualcosa, quando un bussare lì interruppe.
 
La voce del soldato oltre alla porta si fece sentire chiara. -Signore, tutto a posto?-
 
Guardò quell'ormai vecchio uomo, che conosceva come le sue tasche e decise di non metterlo in pericolo inutilmente. Assecondandolo. Ascoltando tutto quello che aveva da dire. Scosse la testa, seguito da un lungo sospiro. -Nessun problema, è solo una discussione un pochino accesa ma senza pericoli, siamo molto amici e sapete bene che succede spesso questo fra amici- disse sottolineando l'ultima parola.
 
Il soldato dopo qualche attimo di silenzio rispose, probabilmente non molto convinto anche se non era la prima volta che li sentiva discutere ad alta voce. -Va bene signore, se ha bisogno siamo qua fuori.-
 
-Si certo, vi ringrazio.- Appoggiò le mani sulle sue, stringendole un po' e poi continuò ad osservarlo negli occhi. -Non sei cambiato per nulla, tale e quale a quando eri giovane. Caparbio e testardo- mormorò e lo osservava ancora da vicino. -Ormai avrai pure la tua età da "cinquantenne", ma sei rimasto come in passato... il tempo non cambia proprio nulla.-
 
-Ti sbagli, sono diventato più maturo e intelligente. Se vogliamo parlare di tempo che nulla ha cambiato, quello sei tu... sei tale e quale, bello e giovane.-
 
Ridacchiò. -Adulatore...- il suo naso sfiorava il suo, pochi istanti dopo lo toccò leggermente e si piegò di lato. Avvicinando le labbra alle sue.
 
Eleija all'inizio non reagì, ma poi se lo scostò e si allontanò di qualche centimetro. -No, ci eravamo ripromessi di non farlo mai più quando mi sono sposato.-
 
Per Yukio, Eleija, era stato uno dei suoi primi e veri amori.
 
Perso.
 
Si era unito a una donna, per continuare la sua stirpe e soprattutto perché quelle unioni non erano accettate di buon grado. Chi aveva quel genere di relazioni di solito si nascondeva o viveva nell'underground della città, su questo non era cambiata molto la civiltà. Solo i più coraggiosi si dichiaravano, ma si poteva essere vittima di sanzioni e di crimini.
 
Se non eri uno o una capace a mandare avanti la specie, eri inutile e bistrattato.
 
-Sei diventato anche più affascinate... la vecchiaia rende belli davvero, sai?- chiese con un ghigno sadico.
 
-Yukio per favore...- mormorò tentato, per quanto avesse cercato di dimenticarsi di lui e di quello che avevano vissuto, per la sua nuova vita, era davvero molto difficile resistere. Lo liberò dalla sua presa, poi tornò al divano e gli fece segno di sedersi. -Continuiamo da dove eravamo rimasti, mi avevi detto di non avere troppo tempo.-
 
Yukio sospirò arreso e annuì. -Hai ragione.-
 
Insieme tornarono ai loro posti.
 
Eleija riprese a bere un po', cercando di inumidire le labbra e poi iniziò a spiegare. -Per quanto ti sembri assurdo, sono riuscito a creare un qualcosa di nuovo. Un cervello- disse mostrando sull'ologramma un encefalo, ricordava perfettamente uno umano tranne per strani impulsi energetici che lo percorrevano a onda. -Questo verrà sistemato all'interno del nuovo modello alfa, l'unico nel suo genere...-
 
-Capisco- disse annuendo e osservando, mentre beveva anche lui. -E come è fatto?-
 
-Sarebbe una spiegazione troppo lunga, per ora lasciami spiegare la parte più importante- disse con gli occhi accesi, pareva essere tornato giovane tutto a un tratto. -Vedi, per quanto ti potrà sembrare assurdo potrà avere una sua coscienza... più umana possibile.-
 
Fu perplesso. -Saprà pensare pensieri propri?-
 
-Si, dire cosa gli piace veramente e molto altro. Potrà dare un suo parere personale su una persona, soprattutto riconoscere cosa è male e bene... senza seguire nessuna legge preimpostata in lui, perché saprà cosa sarà davvero giusto fare.-
 
-Quindi libertà di scelta... lo sai che questo potrebbe ritorcersi contro di te? Se uno vuole fare una cosa non positiva che farai?-
 
-Non accadrà. Non per ora almeno, sarà un lavoro top secret, di cui mi sto occupando io e due persone... miei cari amici- disse convinto e annuendo. -Resterà qui dentro per anni, per imparare ad essere un umano vero e proprio.-
 
-È assurdamente pericoloso e... strano. Tu vuoi introdurre un androide fra gli umani, facendolo passare come tale?- Lasciò passare dei momenti di silenzio lunghi e assordanti. -È... è un'idea folle e non ne trovo l'utilità.-
 
-Beh, sì e no. Vorrei introdurlo per studiare al meglio gli uomini e le donne, per comprenderli al massimo.-
 
-Sei un maniaco della perfezione...-
 
-Ma non sai dell'idea più assurda- disse facendo all'ultima parola delle virgolette con l'indice e il medio delle sue mani. -La coscienza, quella umana. Ho studiato un modo di spostarla da un corpo all'altro, ma per ora intendo corpo meccanico.-
 
Si strozzò con del liquido azzurro e poi dopo qualche colpo di tosse lo tornò ad osservare. -Che cosa?- chiese confuso.
 
-Hai capito bene... metti che qualcuno muore, prima, ogni tot tempo viene chiamato da noi per aggiungere sempre più della sua coscienza e conoscenza nel programma... che questo racchiuderà in un file, sarà salvo nei nostri server e quando sarà deceduto verrà spostato nel suo nuovo corpo. Vivendo per quanto vuole vicino ai suoi cari, magari riuscendo a fare lo stesso con loro e...-
 
-Senti fermati- disse sbiancato e sudando. -È davvero un'idea folle, ma fantastica e grandiosa... è un'idea utopica, terribile. Si arriverà a un punto in cui tutti non moriranno mai e si continuerà a vivere e la sovrappopolazione diventerà un problema spaventoso- deglutì. -E... e poi, hai pensato se questa tecnologia finisse nelle mani sbagliate cosa cazzo potrebbe accadere?- Mormorò. -Sarebbe la fine. Una tecnologia che ti rende pressoché immortale è un'arma da distruzione di massa.-
 
-Lo so', sono questi i pericoli delle nuove tecnologie- mormorò. -Se ci fossimo fermati al primo step, a quello dei robot e degli androidi, per la paura dei criminali, saremmo rimasti obsoleti- disse convinto. -Adesso guarda, ci sono androidi, mezzi e robot nemici dell'Impero... ma riusciamo comunque a tenerli a bada, a fermarli a qualsiasi loro attentato.-
 
Yukio cominciò a pensare che non avesse tutti i torti, ma era davvero un'idea assurda e pericolosissima. La coscienza, una dei pochi misteri ancora rimasti negli esseri umani e a cui non avevano trovato risposta. Assurdo che si fosse arrivato prima al trasferimento e non al capire cosa fosse.
 
-È davvero assurdo...- disse il mezzo androide, lasciando ancora il bicchiere sul tavolo e le sue mani furono strette da quelle dell'uomo, che lo guardava speranzoso e pregandolo.
 
-Lo so', ma è senza ombra di dubbio rivoluzionario!-
 
Pareva essere tornato quel giovane ragazzo che aveva tanto amato, così audace e con idee folli. Questa poi, le batteva tutte quelle che gli aveva raccontato negli anni. -Si certo, lo è. Ma io cosa c'entro?-
 
-Beh, tu...-
 
Alzò gli occhi al cielo, capendo subito.
 
-Abbiamo bisogno di fondi.-
 
-Fondi che devo mettere io, vero?-
 
-Si, solo tu.-
 
-Perché l'Imperatore non accetterebbe mai una cosa del genere e quindi, tu sapendo che io potrei essere interessato...-
 
-Proprio così- Il suo tono di voce continuava ad essere convinto. -Ascolta, mi hai sempre dato retta e aiutato nei progetti, appoggiato da te sono andati tutti bene.-
 
-Quasi- puntualizzò alzando il dito indice, indicando il cielo tenuto ancora dalle sue mani.
 
-Va bene, quasi tutti... ma fidati di me, questo non fallirà. Per quanto è audace, ma non succederà.-
 
Aveva così tanto ardore e sicurezza, era entusiasta e di sicuro questo lo spronava a fare il meglio che poteva. Gli faceva intuire che non avrebbe permesso al nuovo progetto di fallire, anche se gli avrebbe preso moltissimi anni. Decise di dargliela vinta. -Va bene va bene, Eleija... ti posso dare la somma che mi chiedi- sospirò e fece un piccolo sorriso. -Lo sai bene che ti pago con il mio stipendio da Ministro, no?-
 
Fece un sorriso di risposta. -Lo so' bene, ma sono talmente tanti soldi che da mezzo androide non te ne fai nulla.-
 
Ridacchiò. -Hai pienamente ragione- annuì. -In molti lo sanno, dovrò stare attento a farteli reperire e probabilmente spesso arriveranno piano piano.-
 
-Nessun problema- disse con un bel sorriso solare.
 
Sospirò arreso. -Accidenti a te, mi farai spennare vivo un giorno. Spero vivamente per te che nessuno ci scopra in questa tua idea folle...- fece un ghignetto divertito. -Saremmo tutte e due nei guai, dove tu probabilmente finiresti molto peggio di me.-
 
-Fa' parte del rischio e non dirmi che non ti piace, in passato ti ricordo quante cose abbiamo fatto e quanto eravamo elettrizzati da quell'onda di adrenalina che ci dava il pericolo.-
 
Fece un altro sospiro, arreso che avesse per l'ennesima volta ragione. -Mi conosci così bene.-
 
Eleija si fece più vicino, lo teneva sempre per le mani. -Eh sì, certamente.-
 
Lo osservava avvicinarsi, era a pochi centimetri dalle sue labbra. Il desiderio di averlo per sé era fortissimo, ma non poteva e le mani gli formicolarono quando lo bloccò. -Aspetta...-
 
-Si?- chiese socchiudendo gli occhi.
 
-Non avevi detto che non avremmo mai più fatto una cosa del genere? Non era la nostra promessa?-
 
Sospirò. -Lo sai meglio di me che per quanto ce lo diciamo accadrà sempre.-
 
-Mentiamo sempre a noi stessi...- guardò verso il basso, sentendosi terribilmente in colpa. -Non voglio essere il tuo amante, perché quel giorno ti sei sposato?- chiese triste, sapendo già la risposta.
 
Si incupì pure lui. -Beh, avevo bisogno di un erede e di una moglie...-
 
-Lo so'- disse con voce tremante, poggiando le mani sul suo petto tenute amorevolmente ancora da lui. -Però, per quanto io non voglia essere il tuo amante ho bisogno di te, come tu hai bisogno di me- mormorò sempre più a bassa voce.
 
-Si, esattamente- poggiò le labbra sulle sue.
 
Yukio libero dalle sue mani, gli avvolse il suo collo con le braccia tirandosi a lui e mettendosi seduto sulle sue cosce.
 
L'uomo appoggiò le mani sulle sue gambe, massaggiandole dolcemente.
 
Gli prese il viso fra le mani, sciogliendo quella stretta e continuando un bacio appassionato.
 
Si staccò dalle labbra dopo qualche attimo, ansimante proprio come lui e le mani di Eleija si tenevano sulla sua schiena.
 
Con i pollici passò sotto i suoi occhi chiusi con delicatezza. Osservando quel bel viso percorso da una leggera spruzzatina di barba nera. -Eleija... io vorrei davvero stare qui con te, ma non posso. Sono impegnato, pieno di lavoro.-
 
-Non andare, ti prego... ritaglia del tempo per me- lo pregò e poi lo spinse verso di sé, facendogli lasciare il suo viso e affondando la faccia nel suo petto.
 
Le sue mani si avvolsero dietro la testa e si piegò a dargli un bacio, toccando i suoi capelli castani scuri e neri. -Vediamo cosa posso fare, fai silenzio un attimo.-
 
Annuì.
 
Yukio chiamò Charry con la sua parte androide, dove si accese il suo occhio finto. La ragazza rispose subito.
 
-Primo Ministro, cosa posso fare per voi?- chiese gentile.
 
-Charry, posso chiederti di spostare il mio prossimo appuntamento?-
 
-Spostare, come mai? Non vi sentite bene? Dove siete…?-
 
-No Charry, sto bene sul serio.-
 
-Siete alla DroidCorps... ho capito- disse dopo qualche attimo e complice ridacchiò. -Ti farò spostare gli appuntamenti, ma finirai più tardi... te lo ricordo.-
 
-Va bene, grazie e chiedi scusa a tutte le altre persone se arrivo un attimo in ritardo.-
 
-Sarà fatto.-
 
-Se l'Imperatore osa riprenderti gli parlerò io appena potrò.-
 
-Va bene, ma adesso ti lascio- disse ridacchiando. -A dopo.-
 
Charry riattaccò e Yukio tornò a dedicarsi a lui, lo baciò sulla fronte. Dopodiché scese a poggiare le sue labbra dovunque, sul naso, sulle sue guance e poi a volte sulle labbra, delicatamente.
 
-Ho del tempo libero, ma non mi posso dilungare per troppo tempo... quindi cerchiamo di fare veloce- disse tra un bacio e l’altro.
 
L’uomo senza farlo finire riuscì a buttarlo con poca delicatezza sul divano di schiena e gli si mise sopra. -Va bene- disse con un bel sorriso furbo e poi con foga cominciò a svestirsi, dopodiché aiutò Yukio e poi iniziò quella giostra di piacere.
 
Yukio si tratteneva nei gemiti, non gridando ad alta voce e cercando di fare meno rumore possibile. Provava un piacere immenso, che l'uomo gli stava regalando e nessuno dei due poteva nascondere all'altro quanto fosse terribilmente piacevole.
 
Lo desiderava così tanto quel suo calore. Non gli piaceva essere l'amante, ma non poteva farci nulla... si erano sempre amati, ma per colpa di quel mondo dispotico, in cui era importante proliferare, non avevano potuto stare insieme e questo feriva entrambi. Era terribilmente doloroso, non riuscivano quasi mai a vedersi, un po' per i suoi impegni e un po' per quelli di Eleija.
 
Era così stancante, lo desiderava.
 
Si lasciarono trasportare dal loro piacere, senza fare rumore per non richiamare l'attenzione dei due soldati di fuori.
 
 
 
 
 
Era poggiato sul suo petto e teneva gli occhi chiusi. Faceva dei respiri profondi, proprio come Eleija che se lo stringeva a sé con un braccio.
 
Non era passato molto tempo da quando avevo finito, non ci avevano messo neanche troppo ma neanche poco. Insomma, una via di mezzo.
 
Yukio si alzò un po', scoprendosi dalla giacca bianca e lunga usata per coprirsi. Il suo corpo nudo, il petto, era molto simile a quella umano ma di certo se lo si toccava si poteva sentire quanto fosse in realtà artificiale da una parte. -Devo andare, mi piacerebbe davvero molto stare ancora qui.-
 
Annuì ascoltando le sue parole, dandogli ragione visto che doveva tornare anche lui ai suoi doveri e alla sua famiglia. -Si, capisco. Anche io ho da fare, ma sarebbe davvero stupendo se potessi rimanere con te più a lungo- una mano passava tra i suoi lunghi capelli sciolti.
 
-Lo stesso vale per me- gli diede un bacio sulla guancia e poi con calma si alzò, raccogliendo da terra i suoi vestiti. Raggiunse il bagno collegato al suo ufficio, dove si diede una rapida pulita e li indossò, con calma e una volta finito uscì e attese che l’uomo fosse pronto. Mentre lo osservava rivestirsi, si stava sistemando i capelli lunghi e bianchi. Li raccolse nella sua morbida coda, lasciata sulla schiena-
 
Tutte e due furono pronti.
 
Yukio finì il suo drink.
 
-Ascolta, stavo pensando a una cosa- disse Eleija. -La tua parte androide...- la mano andò sul suo fianco, di fronte a lui. -Posso metterla ai pari delle tecnologie di oggi, ti farei un prezzo da amico.-
 
Ridacchiò. -Diciamo che forse ne avrei bisogno e probabilmente, per quello che farò io per te, non pensi che me lo devi gratuitamente?- chiese con un sorrisino furbo.
 
Ridacchiò. -Lo sapevo che l'avresti detto, hai totalmente ragione mio caro- gli diede un bacio sulle labbra a stampo e con una mano gli accarezzò il volto.
 
-Ora vado- disse sorridendo e distaccandosi, camminò verso la porta seguito da lui. -Quindi il prossimo appuntamento per quando?-
 
-Ne parliamo via telefono, così da consultare le nostre agende.-
 
-Si, a proposito di questo progetto... chiamami sempre sulla mia linea nascosta e privata.- disse in un mormorio.
 
-Certamente.-
 
Gli diede un bacio veloce, alzandosi sulle punte e poi sbloccò la porta che subito si aprì velocemente. Beccò i due soldati rilassati, mentre se ne stavano con i loro pad a fare qualcosa e appena lo videro si misero sull'attenti.
 
-Alla prossima, Primo Ministro- disse stringendogli una mano.
 
Yukio lo salutò in modo più formale e poi insieme ai due soldati andò verso l'uscita.
 
Li osservò entrambi, prima uno e poi l'altro. -Ragazzi scusate se ci ho messo un po', vi ho fatto perdere tempo.-
 
Il soldato alla sua destra rispose. -No signore, veramente non si scusi... dovremo farlo noi, che ci siamo sciolti dalla nostra posizione di guardia.-
 
-Matt e Frank- li chiamò. -Non dovete scusarvi, avete fatto bene a rompere la linea e a fare i vostri interessi. Infondo, vi ho preso del tempo e sicuramente a stare in quella posizione per troppo tempo è scomodo. Ma soprattutto noioso- appoggiò la mano su uno di quei due omoni armati.
 
 -Davvero, non sono arrabbiato e non dirò nulla ai vostri superiori. Avete fatto solo che bene e poi, sapevo che comunque se ci fosse stato un problema sareste stati capaci di entrare subito in azione.-
 
Frank annuì. -Grazie signore- disse sinceramente felice e guardando il suo amico, collega, che gli scambiò un'occhiata sollevata pure lui. Lavoravano da molto per il Primo Ministro, lo conoscevano abbastanza bene e ringraziarono il cielo che fosse un uomo buono. Di solito, molti del suo ceto sociale erano dei viziati terribili che li trattavano male al minimo errore. Per quanto fosse un mezzo androide, era molto più vicino all'essere un umano completo.
 
Yukio fu accompagnato alla sua macchina, dove si sedette sul sedile rosso e poi si mise tranquillo ad osservare fuori dal finestrino.
 
Posò gli occhi sullo schermo sul bracciale, aprì la sua agenda virtuale e poi schiacciò il primo impegno. Inviandolo alle due guardie sui sedili davanti separati da lui. In poco, si ritrovarono in volo nella strada dedicata all'Imperatore e ai suoi Ministri. Era praticamente vuota, come al solito e guardava perso le mura degli edifici altissimi che li circondavano.
 
Mugugnava una vecchia canzone, che spesso aveva sentito quando ero piccolo e per quanto l'avesse ascoltata ormai la sapeva a memoria.
 
Aveva un piccolo sorriso in volto, ma sapeva che sarebbe durato poco...
 
Era tornato alla sua vita...
   
 
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