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Autore: loverrrr    24/02/2024    2 recensioni
Angela è una fan sfegatata di Twilight, una serie televisiva incentrata sui vampiri. Il caso vuole stanno girando un episodio a Forks e Angela chiede a Bella se l'accompagna a La Push, dove avrebbero girato una scena con Edward Cullen, l'attore protagonista.. Edward Masen è arrivato da poco in città, lavora alla centrale di polizia e gli viene affidato un compito per conto di Charlie... un compito che gli farà fare un tuffo nel passato, un passato che mai avrebbe pensato sarebbe tornato a bussare alla sua porta. *SONO TUTTI UMANI*
Genere: Romantico, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela, Edward Cullen, Edward Senior Masen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buon sabato!!! Finalmente si inizia a intravedere un po’ di sole e io amo la primavera perché da il via all’estate. Ma, ahimè, non posso dire lo stesso in casa Masen e in casa Cullen. Come sapete Carlisle non c’è più e non facile andare avanti, ma avverrà un cosa che vi lascerà senza parole. Non mi dilungo in altre chiacchiere e vi lascio al capitolo. A sabato prossimo con l’aggiornamento.

 

Il reverendo Yorkie li aspettava in chiesa. Esme e Cullen stavano aspettando Masen e Bella nella all dell’albergo.

«Andrà tutto bene» mormorò in tono rassicurante Bella, lasciando scivolare una lenta carezza sul viso dell’agente. 

«Grazie per essere qui» disse guardandola negli occhi.

Un bacio leggero si posò sulle sue labbra. «Avevi bisogno di me» disse Bella a fior di labbra.

«Sai, quando ero in ospedale, sentirti mi dava la forza per non mollare» confessò ripensando a tutte quelle volte che, grazie alla sua piccola, non era crollato.

«Edward, tesoro, tu non hai bisogno di me per essere forte. Sei un uomo forte, coraggioso e ora la cosa più importante è stare vicino alla tua famiglia.»

«Anche tu sei la mia famiglia, e scusami se la nostra prima volta non è stata romantica come avrei voluto» disse con un’espressione sul viso lievemente colpevole.

«Invece, ti sbagli perché è stata bellissima» disse baciandolo.

«La mia piccola. Ti amo.»

«Il mio zombie preferito. Ti amo.» 

Scesero mano nella mano, Bella salutò Esme con un sorriso e un’espressione un po’ imbarazzata; l’agente sorrise solamente.

«Paul ci aspetta in macchina» disse Cullen.

Il viaggio fino alla chiesa fu silenzioso: Esme era seduta vicino a Cullen, l’agente vicino a Bella e le stringeva la mano. Ognuno perso nei propri pensieri, più di chiunque altro era Masen. Appena l’auto si fermò, Cullen aprì la portiera e scese insieme alla madre. Bella fece voltare l’agente verso lei, afferrandogli con delicatezza un braccio.

«Ci sono io, sta tranquillo» lo rassicurò, poi gli diede un bacio leggero e uscirono dall’auto. 

Il reverendo Yorkie era un uomo molto cordiale, alla mano e a tratti sembrava anche simpatico. Esme si allontanò scusandosi con i figli, Masen fece altrettanto e la raggiunse.

«Mi piace» disse Esme.

«Cosa?»

«Bella, la tua ragazza» Esme si voltò verso suo figlio. «Sarebbe andata molto d’accordo con tuo padre.»

«Sì, è vero. Papà l’avrebbe adorata. Sai mamma, quando ero in ospedale, Bella mi ha dato la forza per non mollare» confessò mentre i suoi occhi diventarono lucidi.

«È una cara ragazza, e si vede che ti vuole un gran bene.»

«Anche io gliene voglio.»

«Tutto bene?» Bella si era preoccupata.

Masen si girò a guardarla e un sorriso spuntò sul suo volto. «Sì, piccola. Stavo parlando alla mamma di te.»

Bella arrossì. 

«Non ti preoccupare cara, tutte cose positive» la tranquillizzò Esme.

«Il reverendo vorrebbe parlare con te, mamma» fece Cullen dietro Masen.

«Arrivo subito. Scusatemi ragazzi» Esme si scusò e raggiunse il reverendo.

Masen dimenticò di essere in una chiesa e avvicinò Bella a sé, stringendole i fianchi delicatamente, mentre un sorriso si dipinse sul suo volto.

«Non so come farei senza di te.»

«Tu avresti fatto lo stesso, Edward. Ora torniamo dagli altri.»

Egli la prese per mano e andarono. Ultimate le ultime cose con il reverendo, Bella accompagnò Edward in ospedale per farsi togliere la fasciatura; la teneva da troppo tempo, ma con tutto quello che era successo in quel periodo… il medico gli disse che fortunatamente non vi erano stati danni, gliel’aveva tolta raccomandandosi di non fare sforzi, almeno i primi giorni.

«Dai, amore, sarà divertente» insistette Bella avvertendo nell’aria un tocco di spensieratezza, uscendo mano nella mano dall’ospedale. 

«Invece, sarà noiosissimo e tu lo sai bene» ribatté Masen.

«E va bene, hai ragione, sarà noiosissimo. Ma tuo fratello ci tiene molto e so che anche tu infondo ci tieni.»

«Sei tremenda, lo sai? Però, guardiamo solo una puntata di Twilight e poi ci infiliamo sotto le coperte.»

«Ci st…» la ragazza si fermò, facendo fermare anche Masen. «Tienimi la mano» gli disse con voce tremolante.

«Piccola, cosa succede?»

Una donna sulla cinquantina si avvicinò ai due giovani. 

«Bella, tesoro. Come stai?» Il volto della donna era segnato dal passare degli anni, mentre osservava sua figlia ormai adulta mano nella mano con un ragazzo. Edward non ci mise molto a intuire che quella signora fosse la madre di Bella. Strinse più forte le loro mani. Al contrario, Bella non riuscì a trattenere tutto l'odio e il dolore che aveva accumulato nel corso degli anni.

«Dopo tutti questi anni, dopo quello che hai fatto a me e mio padre, hai anche il coraggio di venire a salutarmi? Dovresti vergognarti, mamma!» esordì Bella, tirando fuori tutta la rabbia che teneva dentro.

«Lo so, ho sbagliato e so anche che salutarti non cancellerà il male che vi ho fatto. Ma all’epoca ero così giovane, così stupida, Bella» disse Renée in tono mortificato, abbassando lo sguardo.

«Non mi interessano le tue stupide scuse, non so neanche perché io sia qui a parlare con te. Mamma, tu non sai niente di me e di mio padre. Non sai quanto noi abbiamo sofferto e quanto sia stata dura crescere senza una madre» disse Bella, furiosa.

Renée, mortificata, iniziò a sentire un forte dolore allo stomaco e al petto. Ma niente e nessuno avrebbe fatto cambiare idea a Bella, né lei avrebbe placato la sua ira.

«Quanto ti fermi? Bella, io vorrei poter parlare con te. Pensavo che non ti avrei più rivista e ora che il destino ci ha fatte rincontrare. Ti prego, dammi una possibilità, figlia mia» la pregò Renée, alzando lo sguardo.

Prese la parola Masen. «Lasci che le dica una cosa» continuò, mentre Bella si voltò a guardarlo. «Lei non ha neanche la minima idea di quanto sia meravigliosa sua figlia, della forza che ha e di quanto sia stata fortunata ad avere un padre come lo sceriffo Swan.» Gli occhi di Bella erano diventati lucidi, mentre guardava l’agente Masen. «Bella, è una ragazza in gamba, con dei valori e ha una saggezza, una bontà d’animo che, mi scusi se mi permetto, non ha ripreso da lei. Noi, non ci fermeremo molto, ma anche fosse, questi non sono affari suoi. Ora, se non le dispiace noi dovremmo andare.»

Renée si allontanò lentamente; il suo sguardo rifletteva una mescolanza di emozioni, tra cui la tristezza e la consapevolezza che quel breve incontro era un addio. Prima di entrare in ospedale, si voltò verso sua figlia. Bella era tra le braccia del ragazzo.

 

   
 
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