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Autore: Spensieratezza    26/02/2024    3 recensioni
Il primo giorno di scuola, Merlin conosce un ragazzo prepotente di nome Arthur e questo incontro gli sconvolgerà la vita.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Colin era rimasto angosciato per tutto il giorno e la notte l'aveva passata male. Non ricordava di aver sognato, ma sicuramente l'aveva fatto. Al risveglio si sentiva turbato e anche senza ricordare di aver sognato, sapeva che la colpa era sua, di quel ragazzo biondo.

Si strofinó la faccia, ripensando agli accadimenti di quella giornata. Era assurdo. Non poteva lasciare che un ragazzo sconosciuto un po' arrogantello, gli scuotesse così il cuore e lo facesse sentire con lo stomaco rovesciato. Nessuno aveva questo potere e non lo avrebbe concesso a nessuno.
Nessuno.

Perlomeno aveva degli amici, si disse mentre si avviava per il bagno e quando si avvicinó al lavandino sentì una strana sensazione di angoscia.
Aprì il rubinetto e il rumore dell'acqua che scorreva, lo faceva sentire in angoscia.

Non essere ridicolo, Colin, è soltanto acqua..

"Sembra che ti è morto un gatto. Stai bene?" gli chiese suo padre davanti alla tivù.
"Tutto bene, papà..."
"È ancora per via di quel teppistello che hai conosciuto ieri?"
"Ma va. Non ci pensavo neanche più."

"Comunque sono fiero di come hai tenuto testa a quell'Alain.."
"Si chiama ARTHUR."
"A-ah. Non hai detto che non ci pensavi più? Ricordi il suo nome."
Colin rimase per un attimo paralizzato.
"Un nome non significa niente."

"Non sono d'accordo. Dare il nome sbagliato a qualcosa rende tutto irreale. C'è un nome giusto per ogni cosa."
"E lui ha un nome proprio da ASINO." disse, poi si bloccó. "Come mi avresti chiamato se fossi cresciuto con te?"

"Fortunato, perché saresti cresciuto insieme a me."
"Mamma mia. E io ti avrei chiamato Narciso."
"Che bel nome."
"Ti voglio bene, vanesio."disse Colin dandogli un bacio prima di andare via.

Quando uscì, Colin si sentì come se suo padre non fosse stato del tutto sincero con lui riguardo al suo nome, ma in ogni caso non poteva mica fargli un terzo grado per una cosa così sciocca.




*

A scuola, il biondino Arthur non smetteva di fissarlo, quasi come per sfidarlo. Quel giorno aveva i capelli particolarmente arruffati e spettinati come se si fosse alzato e venuto lì senza pettinarsi.
Colin distolse lo sguardo. Se voleva intimidirlo, non ci sarebbe riuscito.

A pranzo Lui sembrava sparito e le chiacchiere di Anya e Cedric, seppur piacevoli non riuscivano a distrarlo del tutto.
"'Ehi, amico, ti si raffredda il pollo." disse Cedric.
"Ah sì.."
"Qualche problema?"
"No..io...non è niente."
"Stai cercando mio fratello, vero??"

Colin la guardò come se gli fosse spuntata una doppia testa.
Lei rise.
"Sì, é evidente. Ma non preoccuparti. Ti ha dato noia il primo giorno. È ovvio che ti preoccupi."
"Io NON mi preoccupo per me...ma per chi darà fastidio. Voglio solo essere sicuro che non dia fastidio a qualcun altro..ehm..scusa, in fondo è tuo fratello.."

"No, problem. Glielo dico anche io che è un idiota..comunque tranquillo, ha trovato un altro modo di sfogarsi..diciamo un passatempo."
"Gioca a scacchi??"
"No."
"E allora.."

"Anya, non fare l'antipatica. Diglielo."
"No. Voglio vedere se lo scopre da solo."
"Io?? Guarda che a me non interessa quello che fa!"
Cedric gli rubó il pezzetto di pane e lei per par condicio spezzó a metà il biscotto che stava mangiando.

Quella scena fece venire a Colin un gran mal di testa.
"Ti senti bene?"
"Sì, certo."




*
Dopo pranzo, Colin aveva deciso di esplorare la scuola e non si era reso conto che era finito così lontano, in una parte della scuola che non aveva ancora visto. Pensó a come fare per tornare indietro, quando sentì degli schiamazzi dietro una porta chiusa.
Incuriosito, aprì la porta e vide Arthur che...
Faceva karatè??

Rimase allibito nel vedere quella scena. Quella palestra era un vero e proprio corso per karate e Arthur in bianco sembrava darsi molto da fare..
La campanella suonó è Colin trasalì. Che fare?? Uscire adesso e rischiare di farsi beccare a gironzolare da solo nella scuola o stare lì e farsi prendere una sonora rimproverata appena l'avrebbero scoperto?

In fondo non aveva mai visto una lezione di karate.
Arthur era già sudato e la sua maglietta bianca aveva solo un alone bagnato sul petto, per il resto a parte la gocciolina di sudore non tradiva alcuna fatica.
I suoi muscoli erano sodi, sembrava agile, la sua espressione...
Sembrava FREDDO.
Arrabbiato.

Si chiese cosa avesse passato quel ragazzo per avercela così con il mondo, da cosa dovesse difendersi. Era lui il bullo, perché frequentava in corso di karate!?
Arthur ne mise al tappeto tre. Il maestro lo elogió e lui SORRISE.
Allora era capace anche lui di sorridere!!
Aveva anche un bel sorriso.

Alzó i propri avversari con una gentilezza inaspettata. Ma quando si accorse di Colin, il suo sorriso sembró gelarsi.
Oh no..
Arthur non notó l'avversario che gli rifiló un gancio destro, e un altro ancora.

Poi si riprese e riuscì ad avere la meglio per poi rifilare a Colin quello che sembrava uno sguardo pieno di odio misto a confusione e sospetto.

Che faccio?? Me ne vado e gliela do vinta?? Ma no, siamo su un suolo pubblico..e poi non sono di certo venuto qui per guardare LUI.
Mancava mezz'ora alla fine, quando Colin venne scosso inaspettatamente da Cedric.
"Ma che.."

"Finalmente ti abbiamo trovato..non capivamo dove ti fossi cacciato."
"Io..mi sono perso e sono finito qui."
"E non hai pensato di tornare in classe per circa due ore!" disse lui.
"Beh..non ho mai visto una lezione di karate.."
"Mio fratello ti sta fissando.." disse Anya.

"Ohhh..io non sono venuto per vedere lui! Non sapevo che lui era qui." disse Colin imbarazzato.

Quando il corso finì, i due amici di Colin, si alzarono velocemente.

"Meglio andare, potrebbe pensare che sei venuto qui per sfidarlo." disse lui.
"Sfidarlo??"
Lo sguardo di Arthur lo percorse per tutta l'uscita dalla palestra.





*

"Lezione di creatività??" chiese Colin, dopo che lo trascinarono in un'aula a parte molto più spaziosa, dove alunni di più classi si riunivano per quella materia.

"Abbiamo temuto che te la saresti persa. È una delle nostre materie preferite." disse Cedric.
"Il mentalismo è un'arte ma siccome tu sei un nuovo alunno, oggi inizieremo con qualcosa di più semplice, come la giocoleria." disse la professoressa Susanna.
Colin sentì tutti i peli del corpo drizzarsi. Era sempre stato così goffo, scoordinato.
"Professoressa non credo sia una buona idea.."
"Non essere timido, guarda com'è facile."

Colin assistette a bocca aperta a come la prof faceva ruotare le sfere prima in ordine verticale e poi zigzagando tra di loro.
"È tutta una questione di emozioni. Le emozioni abitano in noi e riescono a fuoriuscire da noi andando anche a intaccare gli oggetti che ci circondano e che teniamo in mano. In base a un buon equilibrio e il cuore sereno, possiamo essere in grado di comandare gli oggetti a fare ciò che vogliamo. Nella preistoria la chiamavano MAGIA."
Magia..

Colin sentì una strana emozione farsi strada dentro di lui, abitare per un po' nella sua testa e poi lasciarlo svuotato.
"Prova, Colin."
Colin riuscì a prendere due palline ma poi vide Arthur fissarlo e le fece cadere.
Risero e Colin raccolse le palline, sentendosi umiliato.
Fece volare in aria le palline e questa volta le fece cadere tutte.

Arthur lo guardava con un sorrisino malizioso. Desideró attraversare l'aula per dirgli il fatto suo.

"Sei arrabbiato. Per questi esercizi ci vuole il cuore sereno."
Colin ripetè l'esercizio e stavolta le palline caddero ancora prima di alzarsi.

"Riprova! Non devi dimostrare di essere capace. Devi essere capace e basta."

All'improvviso Colin sentì un'irradiazione di calore attraversargli il sangue per fluire fin nelle sue viscere. Si sentì come posseduto da una forza più grande di lui. Riuscì a far girare le palline verticalmente e una grande gioia si irradió dentro di lui.
Sbirció di nascosto Arthur e vide che era basito.
Incoraggiato dagli applausi dei compagni e dalla professoressa che lo incitava con "Ancora." le fece volare diagonalmente, per ben tre volte, notó Arthur guardare le palline a bocca aperta e ora sentiva una giostra nello stomaco, prima di decidere di farle finire direttamente nel canestro.
Applaudirono e Susanna guardava sbigottita.

"Mai in un esercizio di mentalismo...il primo studente..complimenti!! Tu farai una grande strada. Lo sapevo."
"Ma come accidenti ci sei riuscito amico? Dì la verità, ti alleni da anni e quella era tutta scena."
"Lascialo in pace, non vedi che sta tremando?"

"Non sto tremando. È che non sono abituato a ..a giochi del genere. "
Arthur lo stava ancora guardando con sguardo indecifrabile.

Pochi minuti dopo Colin stava uscendo dal bagno ma stava ancora tremando. Era stata una sensazione davvero troppo spiacevole quella che aveva provato. Come se non fosse padrone del suo stesso corpo. Forse gli stava per venire una brutta malattia? All'improvviso vide Arthur che gli fece un gestaccio sorridendo.

Ci mancava solo lui adesso. Non aveva neanche la forza per ricambiare. Le gambe gli tremavano ancora, vide tutto nero e...
Delle braccia gli avvolsero il corpo, impedendogli di cadere.
"Ehi, è tutto a posto?"
"Ma che fai???" disse Colin divincolandosi.
"Ti impedisco di fonderti con il pavimento?"
"Io sto bene. È stato solo un..giramento di testa."

"Mmm..a quanto pare quel numero di prima, ti ha prosciugato le energie."
"E se anche fosse, a te che ti frega eh? Perché sei qui? Perché diavolo mi stai parlando??"
"Woww siamo nervosetti stamattina eh??"
"Ho motivo di non esserlo? Mi hai buttato la torta in faccia."
"Beh, era divertente."

"Era la MIA torta. Oh, lascia perdere. Anzi no, stavi bullizzando il mio amico!!"
"Cedric? Lo conosci da un giorno. Ma mi fa piacere. Mi fa capire che valore da uno come te all'amicizia!!"

"C-che cosa intendi dire?"
"Nah, lascia perdere."
"Ahhh. Le persone che lasciano le frasi a metà, non le sopporto."
Arthur sorrise in modo ambiguo.

"Non mi sopporti, però mi stalkerizzi, come ti comporti allora con quelli che ritieni amici?"
"S-stalkerizzare?? Io non ti ho stalkerizzato."

"Non prendermi per il culo, Morgan, non lo sopporto. Ti ho visto sulla gradinata a lezione di karate."
"Io non...ohhh hai pensato che seguissi te? Sei molto egocentrico." disse Colin con un sorrisetto.
"Ti ho visto..."
"Ti ripeto che io non.."

"Mi hai fatto perdere." disse con uno sguardo arrabbiato.
Colin lo fissó con sgomento.
"Cosa? Non dici sul serio.."
"Mi stavi fissando e io per guardare te...mi fai fatto distrarre, maledizione."

"Non l'ho fatto apposta....io..aspetta...è per questo che stavi fissando me a lezione di prestigio e magia?"
"Io fissarti? Pfff..Che corbelleria. Chi mai vorrebbe guardarti?"
"L'hai fatto apposta!"

"Se non sei capace di reggere gli sguardi altrui, come puoi pensare di avere la meglio con dei bulli come me?"
"Io non penso di.."
"Poi non potresti più fare il paladino dei più deboli.."
"AHHH. ADESSO MI HAI PROPRIO STANCATO!"

"E cosa farai, sentiamo??"
"Io...io..." Colin si premette un dito indice sulla tempia. "Scusami.. Io non so perché sono così arrabbiato..di solito non sono così.."

"Dev'essere la lezione di magia. Ho visto che ti ha scombussolato."
Colin lo guardó senza fiato.
"Come...l'hai capito?"

"È bastato guardarti. Non sei bravo solo te a fissare le persone, sai?"
"E perché mi stavi...guardando?"
"Forse perché speravo di restituirti il favore."
"Volevi farmi perdere?"

"Ci sono riuscito alla grande no?"
"No...stai..stai MENTENDO.."
"Ma davvero.."
"Sembravi...assorto.."

"La magia.."
"Eh?"
"È una cosa che mi provoca inquietudine.."
Colin sbattè gli occhi sorpreso .
"inquietudine?"

"Una forza sconosciuta che muove il tuo corpo e ti esplode dentro come un uragano. Se esistesse, come potrebbe mai essere una cosa bella?"
"SE esistesse, sarebbe meraviglioso. Verrebbe usata per fare del bene, guarire le persone, salvare gli innocenti.."

"Uccidere, devastare, costringere le persone a fare quello che desideri.."
Colin sentì un groppo in gola scendere giù fino nello stomaco.

"È questo che tu vedi nella magia? Perché non vedi il buono?"
"Perché non esiste buono nelle persone."

Aveva uno sguardo così triste che Colin si sentì stringere il cuore.

"Ma in ogni buon conto stiamo parlando di qualcosa che non esiste, e in fin dei conti è meglio che così sia."
Arthur fece per andarsene, ma Colin lo fermó, toccandogli un braccio.

"Ti ho dato il permesso di toccarmi?"
"Ma se tu prima l'hai fatto con me?"
"Beh, ma vuoi mettere TU con ME?" chiese Arthur con un sorriso.
"Mi perdoni, sua altezza, volevo solo farle un'umile domanda."
"Se è davvero umile puoi farla."

"In me, che cos'hai visto in me quando facevo il giocoliere? Qualcosa di malvagio?"
Arthur sbattè gli occhi, sorpreso.
"Come hai detto?"

"Hai detto che pensare alla magia ti fa pensare a qualcosa di malvagio..e io stavo facendo un numero magico."
"MAGICO?? Perfino Cedric potrebbe superarti!!"
"Strano, credevo di averti impressionato." disse Colin stringendo gli occhi.

"IMPRESSIONATO??" chiese Arthur allegro. " Vuoi che ti dica cosa ho visto in te quindi facevi quel numero??"
SÌ avvicinó e finse un tono confidenziale.
"Ho visto un impiastro che gioca a fare il mago."
"Stai mentendo."

"E tu non sei bravo come credi a leggere nella mente."
"Ma.."
"Faremo meglio a tornare in classe. I tuoi amici ti aspettano."
















Note dell'autrice: sicuramente avrete notato tante similitudini con la serie tivù xd a certe cose avrei voluto arrivare più avanti, ma vabbè...ho un po' di difficoltà nel farli diventare amici perchè in Merlin le cose accadono un po' per caso ahhah non voglio che la storia sia troppo banale, e non ce lo vedo proprio Arthur come bullo, infatti vedremo qualcosa di diverso già nel prossimo capitolo..se avete visto entra anche qui in ballo la magia. Vi piace l'idea?? :ppp non posso dire altro!!
   
 
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