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Autore: Dragon mother    26/02/2024    2 recensioni
[Twilight]Edward e Isabella si amano alla follia ed hanno un bambino, Antony. Edward è un pilota dell'aeronautica statunitense, mentre Isabella si occupa della loro fattoria nel Tennesse. Sono felici e contenti ma si sa che la vita può riservare brutte sorprese..
Genere: Fluff, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Emmett Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonasera ragazze e bentrovate ad un altro capitolo. Qui di seguito troverete diversi cambi dei due personaggi, per dare spazio un po’ ad entrambi e raccontare così cosa stanno provando in questo momento di ricongiungimento.
Come sempre vi ringrazio per continuare a seguirmi e vi mando un bacio grande. Buona lettura.
 
 
 
 
Edward
 
Giugno
Un brusio di voci intorno a me riempie le mie orecchie.
Vorrei aprire gli occhi ma la luce è così forte che faccio fatica.
Sento la mia testa scoppiare per il dolore anche se dovrei solo ringraziare di essere vivo..
 
Sono vivo, vero?
 
Dando il tempo ai miei occhi di abituarsi alla luce, piano piano riesco ad aprirli.
Mi guardo attorno e riconosco di essere su di una barca, dall’odore forte di pesce credo che sia una barca di pescatori.
Mi osservano e li sento parlare in una lingua che non conosco, forse sono francesi.
 
Provo ad alzarmi ma la mia testa comincia a girare.
Così mi ributto giù malamente.
Vorrei parlare ma la mia gola è secca e dolorante, come se fosse piena di spilli.
 
I pescatori borbottano nella loro lingua facendomi capire di restare sdraiato, indicando la mia testa.
 
Forse sono ferito?
 
Porto una mano alla tempia e guardandola mi accorgo di perdere sangue.
Ricado completamente sul pavimento di legno della barca, sono stanco, dolorante e non ho idea di quanto tempo sono stato a mollo nell’oceano prima che questi uomini mi recuperassero ma posso finalmente dire di essere vivo.
 
Un debole sorriso compare sulle mie labbra prima che il mio corpo si lasci andare di nuovo al riposo.
 
Quando mi risveglio non mi trovo più a bordo della barca bensì in una capanna, ben coperto e disteso su di un letto.
Una luce fioca filtra dietro una tenda e da ciò che riesco a vedere la capanna è composta da un’unica stanza con tutto ciò che serve per vivere.
 
Poi i miei occhi si posano su di una donna ricurva, è di spalle ed è vicina al fuoco.
Sta cucinando qualcosa mentre canticchia una canzoncina allegra e forse sentendosi osservata si volta.
Incrocia il mio sguardo e con un sorriso mi si avvicina.
“Sono felice che tu sia sveglio, vedo che stai meglio. Non preoccuparti, qui sei al sicuro, io sono Amelie e questa è la mia umile casa. Ti sto preparando qualcosa da mangiare così poi potrai raccontarmi cosa ti è successo” mi dice gentile.
Parla la mia lingua anche se il suo nome mi fa pensare che sia francese.
 
“Ti ringrazio, credo di averne bisogno. Non so da quanto non mangio e mi sento così stanco” porto una mano alla testa sentendola pesante e scopro che è stata bendata.
“Oh sì ti ho bendato la testa e anche un braccio e la caviglia, non è niente di serio, presto starai bene e potrai tornare a casa” mi rassicura sorridendo.
 
Casa
 
Non so da quanto tempo desideri farlo.
Ho perso il conto delle volte che ho sognato di percorrere il viale della fattoria per poter finalmente tornare a casa.
Penso a Bella, ad Antony, alla piccola Reneesme che non ho conosciuto e ora più che mai non vedo l’ora di tornare da loro.
 
Amelie mi aiuta a mettermi seduto per mangiare e mi scopro con addosso vestiti che decisamente non sono i miei.
“Sono del mio povero marito” dice spiegandomi, abbozzando un triste sorriso.
“Grazie, sei davvero gentile, non so come potrò mai sdebitarmi per il tuo prezioso aiuto” sarò in debito con lei per il resto della mia vita.
 
Mentre mangio parliamo un po’, mi racconta di suo marito, anche lui era un pilota dell’aeronautica militare americana, caduto in una delle tante guerre passate.
Lei ha lasciato il suo paese per lui, per seguire il suo cuore.
Mi confida di aver avuto una vita lunga e felice con lui anche se purtroppo ora è rimasta sola.
E mentre racconta della sua vita gli occhi le si velano di lacrime.
 
Ecco spiegato perché parla così bene la mia lingua.
 
Mi lascia riposare ed io ne approfitto.
Voglio recuperare le forze e rimettermi in sesto per poter tornare a casa al più presto, a qualunque costo.
 
Trascorro qui con lei quasi quattro mesi, riuscendo a guarire completamente solo grazie alle sue cure.
Ed io le sono così grato che non ci sono parole per descriverlo.
 
Il giorno in cui posso finalmente partire per tornare a casa, mi aiuta a trovare il piccolo porticciolo di quel paese sperduto, da dove un barcone di mercanti salpa per raggiungere le coste della Florida.
Da lì dovrò rimediare un passaggio per raggiungere casa ma non sarà di certo così difficile.
 
Rivedere le coste americane mi sembra un sogno, un sogno che non credevo possibile.
Ed improvvisamente mi scorre davanti tutto ciò che ho sopportato, tutto quello che ho provato e vissuto in quegli istanti che credevo fossero gli ultimi della mia vita.
Ho invocato tutto il coraggio che ancora mi era rimasto in corpo, l’ho implorato di non abbandonarmi, di non farmi cadere e anche se è stata tremendamente dura ce l’ho fatta.
 
Quando il barcone attracca nel porto, il cuore sembra volermi uscire dal petto.
Ringrazio e saluto chi mi ha aiutato fino a qui e cerco subito un passaggio verso casa.
Non ho molte cose con me se non qualche cambio che mi ha regalato Amelie e ciò che resta della mia uniforme sgualcita.
 
Sono piuttosto fortunato e rimedio un trasporto proprio fino in Tennessee.
Da lì un altro passaggio su un carro agricolo, direttamente fino alla fattoria.
 
Quando scendo, le mie gambe mi tremano e non sono per niente pronto a ciò che troverò.
Nessuno sa che sono vivo, non ho potuto contattare nessuno a causa di questa maledetta guerra, perciò il mio arrivo qui oggi è una benedetta sorpresa.
 
Il lungo viale che porta alla fattoria non mi sembra mai stato così lungo ma ho aspettato quattro mesi e mi convinco di poter aspettare altri dieci minuti.
So che è mattina ma non so neanche che ore sono.
 
Il rumore di una moto alle mie spalle mi fa voltare.
Riconosco subito chi è alla guida.
La moto mi passa accanto e poi frena improvvisamente, alzando un polverone.
L’uomo alla guida spegne il motore e si toglie il casco.
Nel momento in cui si volta a guardarmi, un espressine di puro stupore si dipinge sul suo viso.
“Edward?” domanda avvicinandosi.
“In carne ed ossa. Ciao Jacob”
Con due falcate mi raggiunge, buttandosi in un forte abbraccio.
“Oddio amico ma sei davvero tu, sei vivo, sei tornato!” borbotta tastandomi le braccia, il petto per sincerarsi che sia davvero io e che sia vero.
“Sono vivo Jacob, sono sopravvissuto anche se è stata davvero dura” gli confido dandogli una pacca sulla spalla.
“Oddio, sono così felice, oddio ma sei appena arrivato, non hai ancora visto nessuno quindi e..” Jacob interrompe il flusso delle sue parole e si fa pensieroso.
“A casa non c’è nessuno. Bella è al cimitero con.. Reneesme e Antony è con Esme”
 
Reneesme
 
Non vedo l’ora di vederla, di rivedere tutti.
 
“Sai, da quando ci sono stati i funerali, lei ci va ogni giorno, con la pioggia o con il sole lei va a visitare la tua tomba vuota.
La troverai là” mi dà una pacca sulla spalla e si offre di accompagnarmi da lei.
Lo ringrazio silenziosamente.
 
Mi lascia davanti al cancello anteriore.
Le mie gambe tremano un po’ e questo non si addice di certo ad un graduato del mio livello ma riconosco di essere umano e di averne passate parecchie negli ultimi mesi.
Oltrepasso il cancello facendomi coraggio e mi avvio verso la zona dove so esserci le tombe di famiglia.
Pochi passi e poi la vedo.
E’ sempre bellissima.
 
Posso già sentire le parole di Bella, portate dal vento che soffia, agitando le foglie degli alberi intorno a me.
 
“Ciao amore, sono qui per te anche oggi, come ogni giorno ma oggi ti ho portato una sorpresa”
Poi prende in braccio un piccolo fagottino, cercando di coprirlo per tenerlo al caldo.
 
“Reneesme..” bisbiglio sentendo il mio cuore accelerare i battiti.
Mi avvicino e la distanza diminuisce mentre il mio sguardo è su di loro.
 
“Ti presento Renees…” le sento dire prima che lei si accorga della mia presenza.
 
 
Bella
 
 
Deve essere sicuramente un brutto scherzo della mia mente, del mio povero cuore che ancora non si è rassegnato ad averlo perso.
Eppure c’è qualcosa di strano in questo scherzo, si muove, mi sorride e si avvicina.
Stringo Reneesme al mio petto, chiudo gli occhi e li riapro, sbatto le palpebre ma niente, lui è ancora lì davanti a me ed è sempre più vicino.
 
Ed è allora che mi convinco che è reale, è lui, Edward è vivo ed è qui, è tornato da noi.
 
Colmo la poca distanza che ancora ci separa e mi butto tra le sue braccia.
Lui non aspetta altro e mi accoglie stringendomi a sé per quanto possibile, Reneesme è ancora tra le mie braccia.
 
“Sei qui, sei tornato” borbotto seppellendo il viso nella sua giacca.
“Sì sono tornato, te l’avevo promesso, ricordi?” poi prende il mio viso tra le mani, appoggia le labbra sulle mie ed ogni pezzo di me sembra tornare al suo posto, ogni pezzo del mio cuore si ricompone perfettamente, uguale all’originale.
 
Come se non si fosse mai rotto.
 
Le dighe si rompono ma questa volta per la felicità e calde lacrime scendono sulle mie guance bagnando il nostro bacio di ricongiungimento.
 
Quando si stacchiamo, entrambi abbiamo gli occhi colmi di gioia ed i suoi si preparano a fare un incontro molto speciale: Reneesme.
E’ incantato, come stregato da quel piccolo miracolo d’amore che ancora stringo al mio petto.
 
“E’ stupenda Bella, perfetta, come te” sussurra guardando la nostra piccola come se fosse l’ottava meraviglia.
 
C’è tempo ancora per un abbraccio e qualche altro bacio prima che il vento inizi a farsi sentire e decidiamo così di tornare a casa.
 
Casa
 
Chissà quanto ha desiderato di tornare, almeno quanto noi.
 
 
Edward
 
 
Stringo Bella che tiene la nostra piccolina tra le braccia e non potrei immaginare sensazione più forte di questa.
Il mio cuore scoppia d’amore per entrambe e per Antony che ancora non ho potuto rivedere.
Solo adesso mi accorgo di quanto mi sono mancati, solo ora riesco a dare una misura alla portata dei miei sentimenti per loro.
 
Voglio tornare a casa e riprendere la nostra vita da dove l’avevamo interrotta, voglio rinnovare le promesse di matrimonio con Bella, avere un altro bambino o magari anche due ma soprattutto voglio continuare ad amarli per il resto della mia esistenza senza che niente e nessuno metta più a rischio la nostra felicità e la nostra incolumità.

Ed è per questo che ho preso una importante quanto sofferta decisione.



P.S.: sono troppo romantica e tipa da happy ending per far morire un personaggio così importante.. comunque brave le ragazze che sapevano avrei fatto tornare Edward sano e salvo.. potremmo scrivere una cosa a sei mani!
   
 
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