L'oscurità dentro l'animo

Kirito si voltò in direzione della misteriosa voce, vedendo così Rize. Il delicato aspetto della ragazza avrebbe dovuto tranquillizzarlo, ma uno strana luce nei suoi occhi lo preoccuparono un po'. Cosa a cui però non diede particolarmente peso, trattandosi di un sogno non c'era nulla di cui allarmarsi.

" Hai ragione, questo posto è davvero strano" iniziò con pacatezza il moro,
" Non direi strano, piuttosto unico"
" Sai cos'è?"
" Non è difficile arrivarci, perché non ci pensi un po' su"
" Ecco...".

Non dando il giusto peso alla situazione il dual wielder non ci mise nessun impegno nel tentare di svelare il mistero delle porte, la fanciulla avendolo perfettamente capito decise allora di utilizzare un approccio più diretto.

" Kirito, perché non apri la porta davanti a te".
La ragazza indicò quella con l'incisione "Prima giorno di scuola".
" Questa?"
" Sì, forza fallo"
" Ecco...D'accordo".

Il moro si fece in avanti, ma si ferò a pochi centimetri dall'obiettivo.

" Non credo che debba-".
L'eroe venne anticipato dalla compagna la quale, sussurrandogli con voce calda " Non c'è nulla da temere" aprì la porta al posto suo.
Non appena lo fece lei e Kazuto si ritrovano in una scuola elementare di Kyoto dove erano seduti in modo composto tanti bambimi, tra cui ovviamente lo stesso beta tester.

" Guardati, eri un amore" commentò Rize con apparente sincerità.
Talmente era colpito da quanto stavo vedendo, Kirito non sentì nemmeno la donna piuttosto cercò di interagire con il sé piccolo, fallendo miseramente. Non importava cosa facesse, gli era impossibile entrare in contatto con quel "Mondo" e nessuno appartemente ad esso si era accorto di lui. Era come se stesse sbirciando da una tenda o per meglio dire era come se fosse un poliziotto dietro uno di quei vetri usati negli interrogatori per non essere scoperti.

" Cosìè questo?" domandò finalmente lo spadaccino,
" Ancora non ci sei arrivato? Stiamo assistente ad un tuo ricordo"
" Quindi le incisioni fuori"
" Esatto, sono altri ricordi. Vieni con me, ho una cosa da farti vedere".
Rize gli prese la mano e lo condusse fuori, dopo di che fece delle dichiarazioni a dir poco audaci.

" Kirito, sono l'unica che ti conosca davvero e nonostante tutto vuole stare al tuo fianco. L'unica cosa che devi fare è accettarmi"
" Di cosa stai parlando?! Non sai nulla di me e poi chi sei?"
" Mi chiamo Rize e ti sbagli. So ogni tuo segreto da quando mi hai accettata dentro di te"
" Dentro di me?! Aspetta tu eri dentro quel coso che Arima mi ha fatto mangiare!?"
" Precisamente"
" Quindi non sei un semplice frutto della mia fantasia..."
" Corretto di nuovo. Ti vedo ancora titubante, non mi lasci altra scelta".

Rize a quel punto schiccò le dite facendo apparrire una nuova porta, molto diversa dalle precedenti. Infatti essa era bloccata da sbranche e spesse catene di ferro, inoltre la sua incisione era di color rosso sangue e diceva " Il Massacro del 65° piano".
Alla sua sola vista Kazuto tremò tanto da sembrare influenzato.

" Come ti dicevo, conosco anche i lati oscuri che hai tenuto nascosto a tutti persino ad Asuna. Non ti biasimo, se lo venessi a scoprire difficilmente ti guarderà con gli stessi occhi di ora"
" Io..."
" Avanti, accettami"
" Perché dovrei farlo?"
" Ti sentirai meglio, fidati".

Prima che il moro potesse rispondere scomparve nel nulla, lasciando Rize da sola. La donna non sembrò seccata, ma divertita:
" Che peccato, proprio sul più bello. Non importa ci rivedremo presto e questa volta sarai tu Kirito a supplicare il mio aiuto. Non temere te lo concederò, non vedo l'ora".