«Felicity,
so che hai molto da fare ma…» Diggle si
fermò, non appena lei si voltò nella
sua direzione. «Ehi, che succede? Perché
piangi?»
L’hacker
si
aggiustò gli occhiali prima di sorridergli. Che fosse per
non farlo preoccupare
troppo, o per l’amarezza della frase che aveva già
pronta sulle labbra, non
sapeva dirlo. «Se lo sapessi, te lo direi.»
ridacchiò senza essere divertita. «Penso
di aver avuto un crollo emotivo.»
«È
successo
qualcosa a lavoro?» il suo amico prese una sedia e le si mise
vicino, mentre Felicity
si asciugava gli occhi e si puliva dal mascara colato lungo le guance.
«Oh,
se
fosse successo qualcosa alla Palmer Tech, a quest’ora
prenderei a calci
qualcuno.»
«Allora
è
chiaro.» Diggle alzò un sopracciglio, con fare
evidente e comprensivo. «Oliver
e Sara, non è così?»
«Già.»
la
bionda scosse la testa, mentre si mordeva le labbra stremata.
«Tu non hai idea
di quanto mi senta idiota in momenti come questi. Lo so, so che io
e… lui non
potremmo vivere su mondi più diversi, eppure questo non
rende più semplice
sopportare la vista di loro due assieme.»
«Non
sei un’idiota,
Felicity. É normale che ti sia difficile vederli
assieme.» l’ex militare le
mise una mano sulla spalla per confortarla.
«Sai,
ho
provato ad uscire con altri ragazzi, per scacciarlo dalla mia mente e
dal mio
cuore.» In quel momento, Felicity non riusciva neanche a
pronunciare il suo
nome. «Con tutta me stessa, mi sono impegnata per dare il
meglio agli
appuntamenti al buio con completi estranei, ma inevitabilmente finivo
per
immaginare che ci fosse lui dall’altro lato del
tavolo.»
Diggle
l’ascoltava
in silenzio, lasciandola sfogare.
«E per
quanto io sappia, logicamente, che non mi guarderà mai nel
modo in cui i miei
occhi si posano su di lui, continuo a sperare, capisci? Come se non
fossi a
conoscenza del suo stereotipo di donna forte, combattente e
determinata.
Andiamo! Pensa a Laurel, la misteriosa Shado, a Isabelle Rochev, Elena,
ora
Sara…» una lacrima le scese traditrice lungo la
gote, e la ragazza cancellò la
sua esistenza con fare frettoloso. «Sono tutto quello che non
sarò mai. Sono
solo un tecnico informatico, hacker freelance, capace di stare seduta
ad una
scrivania e farsi i muscoli delle dita.»
«E
pensi che
questo non cambierà mai?» Diggle la fece girare
sulla sedia, per guardarla dritta
negli occhi. «Oliver è l’emblema del
cambiamento, del mutamento continuo. Come
fai ad essere certa che tu non abbia speranza nel conquistare il suo
cuore?»
«Perché
troppe
donne lo hanno occupato e probabilmente lo occupano ancora.»
gli occhi verdi
nascosti dietro alle spesse lenti degli occhiali brillarono.
«E se anche riuscissi
ad attirare il suo interesse, probabilmente sarei come tutte le altre.
O un ex
amore, o un’avventura, ed io voglio di
più.»
«Io
invece
dico che hai gli occhiali troppo appannati e lui è troppo
insicuro nonostante
la sua grinta da Arrow per vedere quello che c’è
già.» Diggle si alzò dalla
sedia, facendole una carezza sulla testa libera dalla coda. Quella
ragazza era
forza pura, non quella puramente fisica ma mentale, e di una bellezza
così
genuina e delicata che solo Oliver sarebbe stato così
stupido da non lottare
per averla. «Se vuoi la mia opinione, dai tempo al tempo.
Esso ti ripagherà,
fidati di me.»
Felicity
sorrise e riacquistò parte del buonumore giusto qualche
secondo prima che
Oliver -l’uomo che amava più di quanto potesse mai
immaginare- scendesse le
scale del nascondiglio segreto.