Confessioni nella notte
 

 

Di ritorno da un turno di guardia particolarmente monotono, Ninfadora s’infila in cucina nella speranza di trovarci qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere. Sente la tensione per l’incombente guerra salire ogni giorno di più e, nonostante la stanchezza, ha scelto di tornare al quartier generale, invece che a casa sua - nonostante una delle persone a cui è più legata le abbia appena augurato la buonanotte.
Giunta sulla porta, sono delle spalle magre coperte da un maglione logoro ad accoglierla, assieme ad uno sguardo esausto anche più del suo.
“Spero di non averti svegliato,” mormora Remus, passandole il piatto di biscotti.
“Torno ora dal turno con Bill.”
“Oh, allora dev’essere stato piacevole…”
“Piacevole non è sicuramente il termine che utilizzerei per una nottata trascorsa al freddo e in penombra.”
“Io parlavo della compagnia,” ribatte Remus, “so bene quanto tu e Bill siate legati.”
“Sei forse geloso, Remus?” domanda la ragazza a bruciapelo.
“Geloso? Certo che no…”
Ninfadora s’allunga per prendere la tazza posata di fronte a Remus, ansiosa di scaldarsi, finendo con lo sfiorare le mani dell’uomo, prima di rubargli un sorso di tè forte, proprio come quello di suo padre.
“Ne vuoi una tazza?”
“Preferisco condividerlo con te.”
Remus rimane assolutamente immobile, incapace di abbassare il proprio sguardo, il cuore che batte forsennatamente contro alla gabbia toracica, il viso attraversato da un’espressione sbalordita.
“Credevo che fosse chiaro, ma evidentemente mi sbaglio…”
“Cosa dovrebbe essere evidente, Ninfadora?”
“Che vorrei condividere molto più che una banale tazza di tè insieme a te,” ammette, prima di continuare, come un fiume in piena, “che mi renderesti felice ammettendo di essere geloso, anche se è da pazzi, lo so, che sto cercando in ogni modo di farti capire i miei sentimenti e che sono tremendamente stanca che tu continui ad ignorarmi, Remus…”
“Io non ti ignoro, non avevo davvero idea che tu… che io, insomma, che tu nutrissi certi… sentimenti…” la voce di Remus s’affievolisce, mentre le parole di Dora rimangono sospese nell’aria che li circonda.
“Non ne avevi idea?” si stupisce l’Auror.
“Ti giuro di no…”
“E ora che lo sai?”
Remus ricambia lo sguardo interrogativo di Dora, deglutendo nel tentativo di prendere un tempo che lei non ha intenzione di lasciargli.
È stanca, Dora, non ha più voglia di attendere.
S’avvicina con determinazione all’uomo che ha di fronte e si stringe a lui, trovando finalmente il calore che ha bramato per mesi.
Remus ricambia la sua stretta disperata, comprendendo quanto anche lui ne avesse bisogno e sospira di piacere, sentendo il corpo più minuto modellarsi contro il proprio.

Quando Dora lo bacia, qualche minuto dopo, Remus non ha la forza di provare a protestare, decidendo di soccombere a un piacere che si è negato per tanto, troppo, tempo.
Ci sarà spazio per i dubbi il mattino dopo – per ora sceglie di mescolare i propri sogni infranti ai desideri che aveva paura di esprimere perfino con se stesso.

 

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Nota dell'autrice:
Continuo, molto lentamente, a pubblicare le storie scritte partecipando alla challenge indetta da Giulia. Questo turno mi ha permesso di riflettere su un momento fondamentale nella vita di una coppia che amo particolarmente, sperando che possa esservi piaciuta.♥️
A presto con gli ultimi due turni.