Cap. 14 e ultimo: No hero
I've fallen from grace yeah I'm much less a saint than a sinner
Oh no ain't no superhuman 'cause that's just in the movies, I know
But I'll carry you through the night, through the storm
Give you love always love in return
I can't jump over buildings I'm no hero
But love can do miracles
I can't outrun a bullet 'cause I'm no hero
But I would take one for you
I can't jump over buildings I'm no hero
But love can do miracles
I can't outrun a bullet 'cause I'm no hero
But I'd spill my blood for you
If you need me to I'll be there!
(“No hero” – Elisa)
Cassian continuava a
vagare per le strade e i vicoli di Nevarro, inizialmente senza una meta, con il
solo desiderio di scomparire, di non esistere più, di polverizzarsi in milioni
di frammenti. Poi, però, iniziò a rendersi conto che non poteva rimanere in quella
città che non conosceva e che, se veramente Din non aveva più intenzione di
stare con lui e di fare quella famiglia di cui aveva tanto parlato, era inutile
che lui restasse lì dove non conosceva nessuno e non avrebbe saputo fare
niente. Ed era anche inutile continuare a girellare come un pazzo per le
strade, anche se aveva il cuore a pezzi e si sentiva morire dentro doveva
trovare qualcosa da fare, un pensiero da seguire e che lo avrebbe anche aiutato
a distrarsi e non sentirsi più così vuoto e devastato. Doveva concentrare il
suo pensiero su un nuovo progetto di vita visto che la bella fiaba della
famiglia felice con Din e Grogu si era rivelata un’illusione.
Pensò che la cosa
migliore fosse fare ritorno a Hosnian Prime e riprendere a collaborare con
Ahsoka e Jyn per sostenere la Senatrice Leia Organa. Non voleva, tuttavia,
prendere lo Starfighter perché sapeva che sarebbe servito a Din e Grogu per
raggiungere Mandalore e lui non voleva comunque metterli in difficoltà. Anche
se, sul momento, si era infuriato con Din e lo aveva trattato molto male,
adesso si rendeva conto che non ce l’aveva veramente con lui, era solo deluso, amareggiato
e ferito, però riusciva a comprendere le sue ragioni: il Mandaloriano aveva
ritrovato il suo figlio adottivo e adesso voleva ricongiungersi anche con il
clan che lo aveva cresciuto, in fondo i Figli della Ronda erano la sua vera
famiglia, non lui, non Cassian.
Andor non era che un
estraneo, lui e Din si erano conosciuti un paio di mesi prima, cosa poteva
pretendere? Perciò aveva scelto di ritirarsi in disparte, dove meritava di
stare, e lasciare il Mandaloriano libero di vivere la vita che desiderava
davvero.
Cassian non era
pratico di Nevarro, tuttavia aveva capito che si trattava di una cittadina in
pieno sviluppo commerciale, pertanto non sarebbe stato difficile trovare un
cargo su cui imbarcarsi come tanta altra gente per tornare su Hosnian Prime
senza disturbare più nessuno. Il suo girovagare senza meta divenne un cammino
consapevole cercando una stazione o qualcosa di simile, così Andor iniziò a
guardare i passanti per capire se qualcuno di loro aveva bagagli o cose simili
che indicassero che stava andando ad imbarcarsi.
E, proprio mentre si
concentrava su questo, pensando a come seguire qualcuno con una valigia senza
avere l’aria del borseggiatore, si trovò di fronte… proprio Din e Grogu sulla
sua culla volante!
“Cassian, ti ho
cercato dappertutto. Dove stai andando?” gli chiese il Mandaloriano, come se
non fosse successo niente tra loro.
“Io… io stavo
cercando un cargo per imbarcarmi e tornare a Hosnian Prime” rispose Cassian,
suo malgrado sentendo il cuore tamburellare furioso nel petto e le gambe
tremare per essersi trovato davanti Din quando meno se lo aspettava. “Lascio a
te lo Starfighter, ti servirà per andare a Mandalore o dove ti porteranno i
tuoi impegni. Non voglio metterti in difficoltà e anzi, mi dispiace per come ti
ho trattato, ero amareggiato e ferito e me la sono presa con te.”
“Ma di che cosa stai
parlando?” il Mandaloriano pareva sinceramente sorpreso, era come se, per lui,
il litigio nell’ufficio di Greef Karga non fosse mai accaduto. “Eri arrabbiato,
è vero, e probabilmente avevi le tue ragioni per esserlo, ma ti sei sfogato, perché
adesso vuoi tornare a Hosnian Prime? Io e Grogu stiamo partendo per andare a
cercare il componente che manca per ricostruire un droide che mi servirà per
monitorare Mandalore, per capire se l’atmosfera è velenosa o se il pianeta è
ancora abitabile, se esistono ancora le miniere… Mi sembrava ovvio che tu
saresti venuto con noi. Perché hai cambiato idea?”
Cassian era allibito.
“Ma… ma… io credevo
che fossi tu ad aver cambiato idea… su di me, intendo” mormorò. “Credevo che
volessi andare su Mandalore per redimerti e tornare con i Figli della Ronda
insieme a Grogu. Pensavo che non avessi più bisogno di me.”
Din scrollò il capo,
probabilmente sorridendo intenerito sotto l’elmo.
“Cassian, ma come te
lo devo dire che io voglio formare una famiglia con te e con Grogu? Anzi, il motivo per cui ti sarà sembrato che
fossi particolarmente impaziente di raggiungere Mandalore era proprio questo:
non lo sto facendo per l’Armaiola o per i Figli della Ronda, lo sto facendo per
me, sono io che voglio purificarmi ed essere redento e voglio che tu e Grogu vi
immergiate anche voi nelle Acque Viventi delle miniere di Mandalore per
diventare Mandaloriani, così che noi possiamo sposarci e diventare una vera famiglia Mandaloriana.”
Cassian si sarebbe
aspettato di tutto, specialmente dopo che aveva offeso l’Armaiola e insultato
perfino Din, ma non quello che l’uomo gli stava dicendo in quel momento, e
trovava difficile anche ricordare come si fa a respirare, figurarsi rispondere
o commentare in qualsiasi modo! Così fu il Mandaloriano a proseguire in tono
pacato e rassicurante.
“Finora avevo creduto
che non avrei riavuto con me Grogu per molto tempo, magari persino anni, per
questo mi faceva piacere stare con te e desideravo sposarti, ma non era così
urgente farlo e quindi non insistevo sul chiederti di diventare un Mandaloriano”
spiegò. “Adesso, però, è cambiato tutto, Grogu è tornato da noi in modo
inaspettato e, a questo punto, non posso più aspettare. Dobbiamo riuscire a
raggiungere Mandalore il prima possibile perché io possa purificarmi e tu e
Grogu diventare Mandaloriani e così sposarci e formare la famiglia che desideriamo.
Io non ho mai cambiato idea, Cassian, ho solo voluto accelerare i tempi perché
il ritorno di Grogu è avvenuto prima di quanto immaginassi. Sei tu che hai
cambiato idea, per caso?”
Andor non credeva
alle sue orecchie, pensò perfino di avere un’allucinazione, il cuore gli
rombava così furiosamente da risuonargli nelle tempie, il sangue gli andava a
fuoco, gli pareva di stare per svenire, o avere un collasso, o urlare o tutto
quanto insieme. Alla fine riuscì solo a gettarsi tra le braccia di Din, che lo
strinse teneramente e gli accarezzò i capelli.
“Scusami, scusami,
Din, mi dispiace così tanto! Mi dispiace per tutte le cose terribili che ho
detto a te e… beh, sì, anche per quelle che ho detto all’Armaiola” esclamò con
voce spezzata, come se stesse piangendo e dentro di sé, in effetti, lo faceva. “Sono
uno stupido, non avevo capito niente, credevo che non mi volessi più, che
avessi trovato la tua famiglia con Grogu e il tuo clan, e così mi sono
arrabbiato e ho rovinato tutto, mi dispiace, mi dispiace, Din, perdonami ti
prego! Sono un disastro, rovino sempre tutto, io, sono fatto sbagliato!”
“Ma non è vero,
Cassian” mormorò il Mandaloriano stringendolo dolcemente a sé, sempre più
intenerito. “E non ho niente da perdonarti, eri arrabbiato e ti sei sfogato,
succede a tutti e poi si sta meglio. Certo che ti voglio con me, questo non è
mai stato in discussione, è veramente difficile farmi cambiare idea e in questo
caso non ne ho alcuna intenzione, io voglio
una vera famiglia Mandaloriana con te e Grogu e la voglio il prima
possibile.”
“Ma io ti ho offeso,
ti ho trattato male, non sei arrabbiato con me? Io… io sono davvero dispiaciuto
per quello che ti ho detto, me ne sono pentito subito ma era troppo tardi, io
riesco sempre a rovinare tutto. Ero anche arrivato a pensare che sarebbe stato
meglio che Ahsoka non mi avesse salvato, dieci anni fa, che avesse portato in
salvo solo Jyn…”
Queste parole furono
le uniche che colpirono veramente il Mandaloriano, che trasalì e strinse con
più forza Cassian a sé, quasi temesse che qualcosa potesse portarglielo via.
“Ecco, questa è una
cosa che non voglio sentire mai più” disse, improvvisamente più severo. “E non
voglio neanche che tu lo pensi, né ora né mai più. Queste sciocchezze sono le
uniche cose che mi potrebbero veramente far arrabbiare e non voglio più
sentirle, hai capito bene, Cassian Andor?”
“Sì… non lo penso
davvero, ma ero disperato e sentivo di aver perso la cosa più importante della
mia vita, di aver distrutto tutto ancora una volta, io faccio sempre così”
replicò Cassian, anche lui sorpreso dalla reazione del Mandaloriano che
dimostrava quanto davvero tenesse a lui.
“Sei un giovane impulsivo
e spesso sfrontato, l’ho capito” ammise Din, “ma è anche questo che mi piace di
te, la tua vivacità, la tua imprevedibilità, la tua determinazione. Insomma, la
mia vita era molto più noiosa prima di conoscerti e… penso che, in fondo, anche
l’Armaiola abbia passato una giornata diversa dal solito visto che nessuno mai
si era permesso di darle contro. Chissà, magari ha apprezzato il tuo coraggio!”
E, tanto per far
capire che era contento e che voleva che Cassian stesse con loro, anche Grogu
saltò su dalla sua culla volante e si gettò ad abbracciare i suoi papà, stringendoli e facendoli
stringere di più tra loro. In quel momento erano davvero una famiglia agli
occhi di chiunque li vedesse…
“Vedi? Anche Grogu
vuole che tu venga con noi” commentò divertito Din. “Allora, andiamo? Lo
Starfighter è da quella parte.”
E così i tre
risalirono sulla nave spaziale con tutt’altro stato d’animo rispetto a quando
erano arrivati. Anche questa volta Din chiese a Cassian di sedersi dietro di
lui nella cabina di pilotaggio, mentre Grogu se ne stava nella piccola cabina
sul retro a guardare fuori, incantato dalla vista di tanti passanti di varie
specie… e non badava a loro.
Din ne approfittò per
togliersi velocemente il casco e chinarsi a baciare Cassian, dolcemente e con
tenerezza, accarezzandogli il viso e i capelli.
“Io non rinuncio a te
per niente al mondo e ti voglio con me per sempre” mormorò poi, prima di
risistemarsi l’elmo e mettersi in posizione di guida, preparandosi alla
partenza.
Ben presto furono in
volo e Grogu era ancora incantato a guardare le stelle, i pianeti e gli
asteroidi che sfrecciavano attorno a loro.
Cassian, invece, era
incredulo, emozionato e tremante per quel bacio, per la tenerezza di Din, per
le sue parole così affettuose quando lui credeva che non lo avrebbe visto mai
più. Lui non vedeva neanche quello che aveva intorno, aveva un intero
firmamento di stelle, galassie e nebulose che lo illuminava da dentro e gli
scaldava il cuore e pensava che le stelle più belle di tutto l’universo fossero
quelle che brillavano negli occhi di Din.
Sapeva che non
sarebbe stato facile affrontare ciò che li aspettava, lui non era un eroe, non
era un uomo forte e paziente come Din, aveva un caratteraccio e non si faceva
amare dalle persone. Sapeva anche che non sempre sarebbe riuscito ad accettare
il legame di Din con gli altri Mandaloriani, che si sarebbe sentito ancora a
disagio e fuori posto, che magari lui e il
suo Mandaloriano avrebbero discusso ancora. Era consapevole di aver
sbagliato tante volte nella sua vita e di aver deluso tutte le persone che gli
avevano voluto bene, altro che eroe, lui si sentiva un fallito e temeva di non
essere abbastanza per diventare un Mandaloriano e vivere accanto a Din… ma il
vero amore poteva fare miracoli e Cassian giurò a se stesso che, per quanto
poteva, avrebbe fatto di tutto per non deludere Din, per diventare un
Mandaloriano più o meno decente e per essere un bravo padre per Grogu. Avrebbe
cercato perfino di farsi piacere l’Armaiola… Tutto, tutto pur di poter vivere
il resto della sua vita accanto a Din, formando la famiglia che tanto
desiderava con lui e con il piccolo Grogu e cercando di meritarsi la fortuna
immensa che gli era capitata e che adesso gli scaldava il cuore e il sangue.
Cassian Andor avrebbe
dato perfino il sangue pur di non perdere la felicità che adesso pareva
veramente a portata di mano… e tutto il resto non contava niente, non gli importava
più.
Questa volta non
avrebbe fallito.
FINE