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Autore: Scaglie_D87    13/03/2024    1 recensioni
Durante il suo percorso per diventare un'eroina, Evelyn si trova ad affrontare molteplici sfide. Non solo deve superare i suoi limiti fisici e mentali per diventare una supereroina degna dei suoi genitori ma deve anche fronteggiare il rischio di non riuscire a controllare a pieno i suoi poteri.
Mentre Eve cerca di migliorarsi come vigilante un antico male si sta risvegliando dalle profondità oscure, minacciando di distruggere tutto ciò che Eve sta cercando di proteggere.
Riuscirà la ragazza, grazie alla sua determinazione e ad una nuova squadra di Giovani Titani, a sconfiggere il male e riportare la pace a Jump City?
Genere: Dark, Noir, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo Personaggio, Raven, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Evelyn era sdraiata sul divano a fissare il telefono, erano passate ormai due ore da quando i suoi genitori erano partiti e non aveva ricevuto ancora nessuna novità.
Normalmente non si preoccupava, cioè alla fine erano due ex membri dei Teen Titans, due supereroi di una squadra che aveva affrontato minacce di ogni tipo, cosa poteva fermarli?
Questa volta però era diverso, sua madre non era mai stata così preoccupata e la rivelazione che le aveva fatto prima di partire la spaventava parecchio.
Anya stava cercando di tenere impegnata l’amica, non sapeva cosa si erano detti lei e i suoi genitori ma da allora Evelyn sembrava assente, persa nei suoi pensieri a controllare ripetutamente il telefono tenuto in mano in attesa di ricevere novità. Bisognava distrarla in qualche modo:
«Hey, cos’è quel musone? Vedrai che presto torneranno con buone notizie, intanto troviamo un modo per ammazzare il tempo.»
Lilian, davanti al frigo nell’intento di prendersi una bibita, sentì il discorso e esclamò rapida:
«Cosa volete fare? Film? Ci facciamo una partita con i videogiochi?»
Evelyn continuava a fissare il telefono nella sua apparente assenza, il piano di Anya non stava funzionando. Gestire queste situazioni non era il suo forte, era brava a cercare di seguire i piani e plasmarli a suo favore ma prepararne uno era fuori dalle sue corde. Decise di giocarsi una carta diversa sfoderando un sorrisetto beffardo:
«Io ho un’idea migliore…»
L’attenzione di tutti i presenti era rivolta tutta verso di lei.
Evelyn conosceva bene la sua migliore amica, proprio per questo le domandò:
«Cosa intendi dire? Conosco quel sorrisetto… Che cosa hai in mente?»
Anya estrasse dalla tasca le chiavi sottratte a Dick e, gongolandosi, le fece dondolare dalle sue dita mostrandole con una certa arroganza alle due ragazze.
Lilian era senza parole:
«Non ci credo! Anya non avrai mica…»
Le rispose orgogliosamente la sorella:
«Eh si!»
Evelyn rimase un po’ sorpresa e un pò confusa, quindi aggiunse:
«Cioè, fammi capire… tu sei riuscita a prendere le chiavi a mio padre?!? Senza farti beccare?!?»
Anya si strofinò la mano sul petto:
«Modestamente…»
«Cosa pensi di fare?»
«Tu cosa dici? Non avevamo una missione da compiere?»
«Cosa?!? Hai sentito mia madre prima, vero? Tu vorresti andare li senza supporto, senza mio padre?»
In quel momento si intromise Lilian:
«Cioè alla fine siamo ancora inesperte, senza un supervisore non so se…»
Anya interruppe seccata la sorella:
«Scusatemi ma per caso vigilanti come Superman, Batman o Wonder Woman hanno fatto una gavetta e poi sono usciti sotto la supervisione di qualcuno? Ve lo dico io, No! Si sono messi in gioco per la sicurezza degli abitanti della terra, noi abbiamo un percorso di quasi quattro anni alle spalle e oggi possiamo finalmente fare la nostra parte per migliorare questa città! Lo so che stiamo infrangendo qualche regola ma sento che possiamo farcela se restiamo unite, l'affronteremo insieme!»
Quando si trattava di giustizia, Evelyn sentiva come una vocazione dentro di lei, ecco perché Anya aveva tirato fuori proprio quel discorso.
«Sai cosa? Hai ragione, ci sto! Restare qui inerme ad aspettare una risposta non mi aiuterà. Se stasera invece non ci presentiamo all’appuntamento e non facciamo quelle foto, ci saranno diversi criminali che non saranno identificati o non ci saranno le prove per incastrarli. È arrivato il momento per noi di rendere migliore questa città!»
«Tu cosa dici Lilian? Sei dei nostri?» chiese Evelyn all’amica. 
«Co..cosa? Io cosa?» rispose stupita Lilian.
«Siamo una squadra ed è giusto che tutti dicano la loro, tu cosa ne pensi Lilian? Ci stai?»
La ragazzina era piacevolmente sorpresa, probabilmente era la prima volta che qualcuno le stava chiedendo un parere, d’altra parte era la più giovane del gruppo e di certo la sua indole riservata non l’aveva mai aiutata a esprimersi con facilità. Ora sì che si sentiva di far parte veramente della squadra.
Dopo aver lanciato una veloce occhiata all’orologio posto sul muro Lilian disse la sua:
«Abbiamo poco più di due ore per prepararci e farci trovare al vecchio porto per incastrare quei criminali!»
«Forza Teen Girls, andiamo a prepararci per stasera!» Concluse entusiasta Anya.
Le tre ragazze si precipitarono nella sala dei gadget di Nightwing per prendere l’attrezzatura: 
Lilian prese d'istinto il suo completo ignifugo composto da un elmo e tuta da supereroe, un abito capace di enfatizzare forza, velocità, acrobazie e, al contempo, di resistere anche ai proiettili. 
Anya invece raccolse subito le sue due katane quindi vestì il suo abito a braccia scoperte e la sua maschera, creata a immagine e somiglianza a quella di Batman, così da lasciar scoperta solo la bocca ed evitare di farsi riconoscere. E i suoi capelli colorati? Beh, le ragazze erano già d'accordo, in caso di necessità Anya avrebbe cambiato tinta per non farsi scoprire dai nemici.
Mentre le amiche si stavano preparando, Evelyn si diresse verso una teca che conteneva un costume identico a quello del padre. Tuta e maschera erano state progettate per proteggere la ragazza ma permetterle anche di gestire al meglio le situazioni.
Se la maschera era dotata di sensori altamente tecnologici utili a tracciamenti GPS di un telefono, visione termica e rilevamento di onde radio, il vestito possedeva un supporto sul braccio destro dalla doppia funzione: quell’aggeggio permetteva a Evelyn di estrarre una lama a piacimento e al contempo aiutava la ragazza a gestire i suoi poteri, grazie a uno stabilizzatore arcano posizionato in quel punto su volontà della madre.
Infine si dotò di uno dei bastoni di metallo pieghevoli che il padre usava quando portava ancora il nome di Robin, non vedeva l’ora di poterli spaccare sulla testa di qualche malfattore.
Una volta pronte le tre ragazze si misero una di fianco all’altra di fronte allo specchio.
«Siamo davvero fighe, non trovate?» commentò Anya.
«Più che altro siamo organizzate che è la cosa più importante - disse Evelyn - Recupero la fotocamera ad ampio raggio. Nel frattempo pensiamo ai nomi in codice da usare, i nostri veri nomi devono rimanere segreti!»
Lilian si stava spensieratamente sistemando un guanto, quando alzò la testa e dichiarò:
«Beh, mia sorella mi chiama sempre Diabla, direi che è ottimo come nome da vigilante.»
«Muy caliente, hermana.» aggiunse compiaciuta Anya.
«Ci sta, ti si addice a pieno. Tu invece Musashi che nome vuoi?» rispose Evelyn.
Anya non aveva mai pensato troppo sul serio ad un nome da supereroe, il suo nome. Lo fece lì per lì, appoggiando il fodero di una delle sue katana sul mento:
«Vorrei qualcosa che faccia paura, qualcosa che quando i nemici lo sentono se la fanno sotto… come se mi vedessero come una entità a metà via tra uomo e demone!»
«Nelle storie preislamiche e islamiche le creature di quel tipo venivano chiamate Ghul, Gul o Gula, quelli che noi chiamiamo ghoul…»
«Aspetta, hai detto…Gula?»
«Si, Gula. Perchè?»
«Mi piace, fa paura! Il mio nome sarà Gula
«Sei incorreggibile…» le rispose Evelyn sorridendo e scuotendo la testa.
«Tu invece Evelyn che nome userai?»
«Userò il nome di Nightheir, è l’insieme di Night e Heir, quindi mantengo il nome di famiglia con l’aggiunta di “erede”, quello che vorrei essere…»
«Sarai un’ottima erede della Bat Family.» disse Anya mentre posava la mano sulla spalla dell’amica; poi aggiunse rivolgendosi a Lilian:
«Glielo dici tu o glielo dico io?»
Evelyn sospettosa dice:
«Che succede?»
Anya si mise a ridacchiare, quindi non potè che spiegarsi:
«Vedi, non solo porterai avanti l’eredità dei bat vigilanti ma vogliamo che sia tu a guidare questa squadra, quindi sarai erede anche del ruolo di leader.»
«Voi….cosa?»
«Ascolta Eve parliamo chiaro: né io né Lilian abbiamo le capacità per ricoprire il ruolo di leader. Tu, beh si, tu, invece, sei perfetta. Sei intelligente, sai gestire le situazioni, sai preparare dei piani ingegnosi e applicarli in velocità, cambi tattica in base all’esigenza, usi la testa quando è giusto e le dai di santa ragione quando serve… io so solo menare le mani e Lilian riesce solo a infuocare le cose, per questo vogliamo che sia tu a guidare la squadra delle Teen Girls
«Ah, quindi abbiamo già deciso anche il nome?»
«Portiamo avanti l’eredità dei Teen Titans ma lo rendiamo più cool! Siamo tre ragazze e pure particolarmente belle, non trovi? Teen Girls ci dona proprio». 
«Dai, bando alle ciance, siete pronte Teen Girls?» disse Eve per spronare il gruppo.
Lilian e Anya si guardarono negli occhi, poi si voltarono verso l’amica e annuirono con un cenno di testa.
«Allora andiamo a incastrare quei criminali!».


Il vecchio porto era un posto malfamato, veniva usato perlopiù come deposito merci da molte attività locali e offriva un via vai continuo di persone e di mezzi per 24 ore filate, giorno e notte. I traffici illeciti erano alla portata di chiunque dato che era impossibile controllare tutti i camion o furgoni che arrivavano. E calava la notte e il più dei capannoni si svuotava dei lavoratori, i criminali si potevano adoperare per svolgere il loro sporco lavoro, che esso fosse estorsione, droga, vendita di organi o di esseri umani.
Alcune aziende si erano munite di personale di sicurezza per il turno di notte ma quei poveretti avevano ben capito che l’unico modo per campare era quello di tenere la bocca chiusa. Nessuno doveva sapere quello che succedeva in quel posto durante il buio.

Le ragazze si muovevano per i tetti di Jump City con particolare facilità. A vederle, quelle tre si muovevano di soppiatto, eleganti e leggiadre come se stessero danzando da un tetto all’altro. La luna coperta di nuvole le aiutava a mimetizzarsi nella città ma quel che veramente faceva la differenza erano gli anni di addestramento con un maestro dell’arte circense e acrobatica come Nightwing. Nessuno le notò durante il loro tragitto verso il vecchio porto, solo un bimbo, alzando la testa tra la sesta e l’ottava strada, ebbe l’impressione di notare muoversi qualcosa nel cielo. La mamma lo rassicurò parlando di stelle comete.

Arrivati in prossimità del molo, si diressero verso una vecchia acciaieria trasformata in deposito di rottami. Le ragazze si posizionano sul tetto dell’edificio situato al lato opposto della strada e cominciarono a preparare la loro strumentazione.
«Eccoci, quella è la vecchia acciaieria Commincy. È stata comprata dalla famiglia Loach e ora risulta essere la sede della AdoreByString, un e-commerce che vende cianfrusaglie online.»
«Da questa distanza riusciremo a fare delle foto nitide?» disse Lilian con la staffa per la fotocamera in mano.
Eve rispose prontamente:
«Ora come ora siamo al massimo a 200…  250 metri dall'obiettivo. Non dovremmo avere alcun problema, da manuale dovrebbe catturare l'immagine di una formica in movimento anche a 400 metri di distanza.»
Toccando un pulsante situato sulla sua maschera Eve attivò la ricetrasmittente:
«Gula, com'è la situazione nei dintorni?»
«C’erano due cecchini, uno sul tetto di destra e uno sopra l’insegna di quel magazzino di ricambi per moto. Li ho già sistemati e ho preso le loro radio per intercettare le comunicazioni, quanto dura l’effetto dei dardi?»
«Almeno un paio d’ore.»
«Allora siamo apposto, si può andare in scena. Vi raggiungo.»

Anya raggiunse velocemente le Titans Girls sul tetto su cui si erano posizionate. Lilian controllava l'ambiente circostante con attenzione mentre Evelyn era intenta a usare la fotocamera puntata verso l'edificio della AdoreByString.
«Che cosa vedi Nightheir?» disse Anya.
«Ci sono almeno venti o trenta uomini dei Loach, inoltre vedo Jaws, il pupillo della famiglia, insieme alla sua guardia del corpo Wolfhead.»
«I due brutti ceffi che diceva Nightwing oggi, giusto?»
«Esatto, proprio loro.»
«Che tipi sono dal vivo?» chiese Lilian. 
«Jaws è un ragazzo sulla trentina dai capelli rossi, tinti. Sto qui li ha tagliati ai lati e li tiene lunghi sulla testa. È pieno di tatuaggi che gli arrivano fino al collo. Veste di nero completo e porta con sé una custodia di un violino…insomma uno stereotipo tra un gangster e un membro della Yakuza… ridicolo.»
Anya ribattè sorridendo:
« Ma no, sembra carino… mentre la sua guardia del corpo che tipo è?»
«Wolfhead è vestito casual, felpa, jeans e scarponi. Impugna una mitraglietta automatica e porta a tracolla un borsone sospetto…. Ah, ha un elmetto di ferro, credo, a forma di testa di lupo. Anche questo ceffo sembra uscito da un qualche fumetto.»
«Beh non possiamo sbagliarci allora.»
«Zitte, che sta arrivando Blacksun! Ora si che si balla…»
Evelyn teneva ferma la fotocamera cercando di sopprimere le emozioni, era così emozionata in quel momento….  ma non poteva pensare ad altro se non alla missione, le immagini dovevano essere il più nitide possibile.
Nell’obiettivo Eve poté notare Blacksun entrare nel grande edificio in compagnia di due scagnozzi. Era un tipo molto eccentrico e di certo dotato di un grande ego ma a chiunque sarebbe risultata una scelta azzardata presentarsi in sole tre persone a contrattare un gruppo di gangster, tanto più con la famiglia Loach. 
I Loach erano i classici criminali che non creano alleanze e non fanno prigionieri, sfruttano il prossimo e poi si liberano del peso morto.
Appena Blacksun consegna qualcosa a Jaws, Eve scatta una foto. Poi prepara il dito sul pulsante della camera, pronta a scattarne un’altra. La scena è identica ma poco più in là, uno dei due scagnozzi mostra una valigetta aperta ricolma di contanti.
Stava per premere l’indice quando una voce nelle cuffie delle radio rubate da Anya si sentì un: “al mio segnale, spara.”
Qualcuno stava cercando di comunicare con il cecchino, lo stesso che Anya aveva sistemato poco prima. 
Come si poteva immaginare, i Loach avevano intenzione di fottere Blacksun, e quest’ultimo lo sapeva bene.
Eve aveva intravisto sotto il suo completo una tuta vettoriale, una sorta di giubbotto antiproiettile full body capace anche di proiettare energia.
Ora era tutto più chiaro, entrambe le fazioni non volevano far altro che scatenare una guerra tra bande, quello scambio era solo un pretesto.
Eve abbandonò di scatto la fotocamera per studiare l’area: c’erano almeno otto civili che lavoravano sul molo, nel magazzino di ricambi per moto poco più in là c’era la luce accesa: altri lavoratori. Poco oltre un altro capannone con le luci accese, con molta probabilità altri innocenti che sarebbero potuti essere vittime di quello scontro tra bande.
«Ascolta Gula, dobbiamo intervenire subito. Quelli stanno per cominciare una festa a base di piombo e laser, ci sono troppi innocenti nei paraggi, corriamo il rischio che facciano una strage! Diabla per favore continua a monitorare la situazione!»
Lilian esegue prontamente l’ordine mentre le altre si apprestano a intervenire.
Il tempo scorreva inesorabilmente, rendendo quei pochi istanti lunghi e pesanti.
Lo sbattere del portone di un capannone fece mettere sull’attenti Lilian, potevano essere altri criminali. Dopo aver messo a fuoco con l’obiettivo la zona da cui proveniva quel rumore, la ragazza si paralizzò, carica di paura.
«Hey Diabla che succede?» le disse Anya. 
«Quelle persone…quelle che stanno uscendo dal quel capannone… sono dei miei compagni di classe!»
Lilian aveva riconosciuto una persona delle quattro in particolare, una di quelle era proprio Oz, il ragazzo per cui aveva una cotta.
«Ascoltate, non abbiamo molto tempo. Questo è il piano.» disse Evelyn estraendo il suo bastone.

   
 
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