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Autore: NotARunner    29/03/2024    0 recensioni
Long-Fic su Will Byers di Stranger Things (S1-S4 & S5 inventata da me)
Missing moments della serie e momenti inventati da me per approfondire questo bellissimo personaggio.
!!BYLER!!
Questa storia parla di Will Byers. Un ragazzo che non ha avuto altro che dolore o delusioni nella sua vita.
Will è pacato, amichevole e onesto. Come i suoi amici, è estremamente intelligente per la sua età, ha un entusiasmo per la scienza ed è un membro dell'AV Club della loro scuola. Mostra anche molti degli stessi interessi dei suoi amici, come Dungeons & Dragons, fumetti come X-Men e film come Ghostbusters. È anche creativo, ha una passione per l'arte e scrivere storie. Tuttavia, i suoi interessi e il suo status sociale lo hanno portato ad essere vittima di bullismo. Questo, insieme al precedente trattamento inadeguato di suo padre nei suoi confronti, ha portato Will ad un lungo viaggio di paure, insicurezze, emozioni che credeva fossero sbagliate, e infine ad un'accettazione verso se stesso e i suoi sentimenti per il suo migliore amico, Mike Wheeler.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Quando stavo con Mike mi sembrava di prendere una boccata di aria fresca. Un sospiro di sollievo. Lui era fantastico, stare con lui era fantastico. Le ultime settimane furono semplicemente grandiose, fino a che non facemmo amicizia con un altro bambino: Lucas.

«Ehi Will!» Mike mi corse incontro e mi diede un abbraccio.

Accanto a lui c'era quest'altro ragazzino, alto e sorridente con la pelle scura.

«Ti presento Lucas! Abita vicino a me, si sono appena trasferiti...»

«Ehi ciao Will! Mike mi ha parlato un sacco di te!»

Ah, adesso lo chiamava MIKE?? Bene. Tuttavia il fatto che Mike gli avesse parlato un sacco di me mi rassicurò non poco.

«Piacere...?»

«Lucas. Lucas Sinclair» ci stringemmo la mano, come facevano gli adulti che osservavamo tanto all'epoca. Sembrava un tipo totalmente apposto, a pelle mi pareva simpatico, gentile e disponibile.

«Io e Mike ieri ci siamo visti a casa sua e abbiamo pensato che potremmo fare un pijama party tutti insieme questo weekend!» 

Come non detto. 

Si erano visti da soli? Senza di me

Quella fu una delle prime volte che un sentimento sconosciuto mi fece salire la così detta gelosia. Non so perché volevo stare sempre con Mike, perché mi dava così tanto fastidio se non mi includeva, perché pensavo a lui praticamente sempre e mi mancava più del dovuto. Più tardi l'ho capito.

Andando avanti la superai e Lucas divenne uno dei miei migliori amici in assoluto, raggiunto qualche anno dopo da Dustin e Max (sebbene mi considerasse sempre molto poco). 

Tuttavia al tempo avevo solo cinque anni, una strana gelosia per il mio migliore amico e questo pijama party nel weekend. Oddio cosa avrei potuto fare!? Rifiutare era fuori discussione. 1. Volevo tenere d'occhio questo nuovo amico di Mike, 2. Dire di no a Mike per un pijama party a casa sua era da pazzi.

Quindi accettai sorridendo e sperai solo che i miei fossero d'accordo.

 

 

«Col cavolo. No!»

«Ma papà per favore!» Unii le mani a preghiera.

«Tu non andrai a fare la femminuccia a casa di quel tuo amico!»

«Lonnie! Non parlargli così!»

«Joyce...lo sai che ho ragione, smettila di insistere sulla questione»

«Will...ci tieni davvero ad andare da Mike questo weekend?»

Mi illuminai come una lampadina.

«Si! Si! Assolutamente si, è la cosa più importante del mondo per me!»

«Okay... —mamma diede uno sguardo a Lonnie— allora ti dò il permesso io per andare» le saltai praticamente addosso, aggrappandomi al suo collo per abbracciarla come si deve. Poi le sussurrai in un orecchio: «Grazie mamma. Sei la migliore del mondo. Ti voglio bene»

«Oh anch'io ti voglio bene piccolo»

 

E così, dopo un'orribile settimana di insulti all'asilo, arrivò sabato. Solo che stavolta non lo avrei passato da solo con Mike come al solito, ma con Mike Lucas Sinclair.

Mia madre mi accompagnò in auto e mi lasciò lo zaino con la roba per la notte e i vestiti per il giorno dopo. Non che fossero tanto diversi. Per lo più erano vecchie magliette di Jonathan e pantaloni beige. Sempre di mio fratello.

Adesso lo stile di Jo stava lentamente diventando sempre più scuro e anonimo. Come se non volessi farsi notare. A volte faceva male sapere che a scuola non aveva proprio tanti amici.

Fatto sta che, mamma, mi lasciò davanti alla porta dei Wheeler. Bussai educatamente e Karen venne a rispondere. 

«Oh, caro! Sono di sopra.» Fantastico. Lui era già qui. E io che avevo provato ad essere in anticipo! Beh effettivamente viveva solo ad un isolato di distanza. Ma ero scocciato lo stesso.

Gentilmente Karen mi fece entrare e posare la giacca sull'appendi-abiti accanto all'ingresso.

Corsi su per le scale e quasi mi catapultai nella camera di Mike. Lui e Lucas erano seduti sul pavimento a giocare con delle action-figure. Lì in mezzo c'era anche una Barbie, probabilmente di Nancy, la sorella di Mike.

Entrambi si fermarono di colpo e mi salutarono allegramente.

«Will!» Mike si alzò subito e corse ad abbracciarmi. 

«Ciao Mike» non potei fare a meno di sorridere. Avvolsi le braccia intorno alla sua schiena, dato che era sempre stato più alto di me, e mi godetti quel momento. Mike si scansò e mi invitò a sedermi con loro.

«Posa pure la roba là.» Misi lo zaino a terra dove mi aveva detto e mi unii a loro.

«Allora cosa ti piace fare solitamente, Will?» Oddio. Oddio. Panico. Panico. Lucas, il nuovo amico di Mike mi aveva appena fatto una domanda.

«Boh...solitamente mi piace disegnare, o giocare...o ascoltare la musica con mio fratello Jonathan.»

«Che fico che hai un fratello! Io ho una sorella, è nata da poco, ma è già una rompi scatole.»

«A chi lo dici. Mia sorella va alle elementari e non fa altro che prendermi in giro perchè è più alta di me. Vado all'asilo ma cosa vuole!»

«Oh ma lo sai che io ho incontrato proprio Nancy l'altro giorno? Mamma ha portato Erica a spasso e mi ha costretto a venire, e l'ho vista con quella sua altra amica...com'è che si chiama? Barbie forse...»

«Si chiama Barbara, ma Nancy la chiama Barb.» Intervenni finalmente della conversazione.

«Si! Lei!» Lucas si interruppe per poi riprendere il discorso. «Ehi Mike...ma c'è qualcuna che ti piace alla nostra scuola? Secondo me quella Jennifer è carina...»

«Boh non so che dirti Lucas...immagino sia carina.» Mike non sembrava propriamente interessato nel nuovo argomento della conversazione. Ma ovviamente doveva tirare anche me dentro.

«Will tu che pensi di Jennifer?» Oddio. Non argomento 'ragazze' per favore! Diciamo che non è mai stato il mio preferito...e mai lo sarà. Come potevo rispondere senza sembrare...strano?

«A me non è che piace così tanto. Mi piacciono i suoi vestiti però. Ha buon gusto.»

«Emm...okay? Immagino sia così, ma non ho fatto molto caso ai suoi vestiti.» Maledetto, Lucas. 

E menomale non dovevo sembrare strano. Grande Will, ricordati di parlare così anche alle elementari e non farai in tempo ad arrivare alle medie che qualcuno ti avrà già picchiato a sangue.

«Io vado un secondo in bagno Mike.» Mi alzai senza tante cerimonie e camminai fino alla fine del corridoio. 

Chiusi la porta e mi sciacquai il viso. Ce la puoi fare Will. Solo questa volta, e poi diventerà tutto più facile.

Tornai in camera. 

«Tutto bene Will?»

«Si, Mike. Non ti preoccupare.» 

Una voce proveniente dal piano di sotto ci salvò da una conversazione altamente imbarazzante.

«Bambini, è pronta la cena!» 

Mi avviai subito di sotto lasciando Lucas e Mike indietro. Ma potei lo stesso sentire uno stralcio di ciò che si dissero.

«Ehi Mike, ma va tutto bene con il tuo amico?»
«Non lo so. Forse è perchè i suoi genitori hanno dei problemi a casa.»

«Davvero?»

«Si. Ma non ne parla mai. A volte è come se credesse sia colpa sua.»

A quel punto mi allontanai di scatto. Diciamo che sebbene non fosse un segreto ad Hawkins che mio padre non fosse un...marito amorevole, non mi andava che Mike raccontasse i fatti miei a...Lucas.

Dopo cena, la mamma di Mike ci fece stare svegli fino alle 10 p.m!

Voglio dire, per un bambino di cinque anni è tanta roba.

Mike e io avremmo dormito nel suo letto (dato che io non avevo un sacco a pelo), Lucas invece sul pavimento proprio accanto a noi.

Ero troppo agitato. Non riuscivo a dormire. Non osavo muovermi per non svegliare Mike, ma non era tanto quello il problema. Il problema era che avevo il cuore a mille, la fronte sudata e le labbra secche. Mike ci mise poco ad addormentarsi. Era bellissimo anche con il suo pijama di Mickey Mouse. I suoi capelli neri arruffati sul cuscino accanto al mio. Il viso totalmente rilassato, la bocca semi aperta, gli occhi chiusi.

Sentivo la sua gamba in contatto con la mia, ma non la spostai. Mi sentivo bene, protetto in qualche modo. Lo osservai non so quanto. So solo che era molto buio, quando per spostarmi più verso Mike, dato che sembrava io stessi per cadere dal letto, quest'ultimo scricchiolò rumorosamente. Mike non diede segno di vita. Ma mugugnando qualcosa si girò verso di me e mi spostò il suo braccio sopra, in uno strano abbraccio da koala notturno. Oddio.

A quanto pare, però, Lucas aveva il sonno leggero perchè mi provò a parlare bisbigliando.

«Psss, Will? Sei sveglio?»

Provai ad ignorarlo all'inizio.

«Lo so che mi senti. Non è possibile che tu riesca a dormire con Mike abbranchiato addosso in quel modo.» Detto in quel modo mi venne un pò da arrossire.

«Che c'è?» Chiesi.

«Non so come dirtelo...»

«Provaci.»

«Will...ho visto come siete amici tu e Mike...ed anche come la nostra amicizia ti abbia dato un po' fastidio. Voglio solo rassicurarti...io non sono qui per rubartelo. Sono qui perchè sono nuovo, non ho amici e Michael è stato l'unico a mostrarci un po' di gentilezza.»

«Non ho paura che tu me lo rubi. Non è mica mio.» Purtroppo.

«Sai cosa intendo. Quello che avete tu e lui è speciale, ma permettimi di esservi amico. L'anno prossimo iniziano le elementari! Io sono spaventosissimo di rimanere da solo.»

«Mi dispiace se non ti ho fatto sentire benvenuto.» Quello fu il momento in cui realizzai quanto noi tre eravamo simili fra di noi. Eravamo tutti dei bambini spaventati e soli. E quando per la prima volta scopri cos'è l'amicizia, diventa naturale avere paura di perdere i tuoi amici. E rimanere solo...di nuovo.

«È tutto apposto. Capisco. All'inizio mi sono un po' infilato nella vostra amicizia perfetta. Dispiace anche a me.»

«Fa niente. È tutta acqua passata ormai.» Ci sorridemmo a vicenda. Quella notte lasciai per la prima volta entrare nella mia barriera qualcuno che non fosse Mike. Che non fosse mia mamma o Jonathan. Semplicemente un buon amico, con cui avrei condiviso insieme agli altri alcuni dei momenti più belli, terrificanti e strani della mia vita. 

L'indomani mi svegliai immobilizzato da Mike, che si era letteralmente fuso contro di me. Non che mi dispiacesse. Adesso pagherei oro pur di fare in modo che succeda. 

Restai ad osservare Mike, totalmente avvinghiato a me, e dovetti ammettere che non mi dispiaceva davvero per niente. Ma mi piaceva, ansi. Era bello da piccolo. Aveva gli occhi più chiari. Più lentiggini. La pelle è sempre stata chiara, non che io avessi un premio per abbronzatura dell'anno. Da piccolo ero molto pallido. Il clima di Hawkins non aiutava, oltretutto. Poi però ci siamo trasferiti in California e diciamo che con tutto quel sole, e le obbligate uscite con mamma od El, non mi facevano sembrare più un...beh, un cadavere. Che ironia.

Mike piano piano iniziò a muoversi, quando finalmente si svegliò. Appena si accorse della posizione, si scansò subito, cosa che per poco non gli fece sbattere una testata fortissima contro il muro accanto al letto. 

«Scusa Will! Devi credermi non volevo saltarti addosso in quel modo! È colpa mia se ti sei svegliato?»

«No no no! Stai tranquillo Mike. Mi sono svegliato anche io proprio adesso...» Bugia. A fin di bene. Ma non potevo mica dirgli che l'avevo osservato per mezz'ora! Il trambusto di Mike svegliò anche Lucas e ben presto ci riunimmo seduti sul pavimento. Mike fu il primo a parlare.

«Voi come avete dormito stanotte? Io da Dio. Lo giuro, una delle migliori dormite che io abbia mai avuto!»

Io e Lucas ci guardammo, una nuova intesa negli occhi.

«Anch'io ho dormito benissimo.» 

«Già. Comodo il tuo pavimento.» Ci mettemmo a ridere e iniziammo a parlare delle cose più stupide (fortunatamente non ragazze), finché non fummo richiamati per colazione.

Adesso che avevo avuto l'occasione di capire Lucas era anche molto divertente e simpatico. Non riuscivo a ricordarmi perchè mi stesse tanto antipatico all'inizio. O forse lo sapevo, ma era troppo imbarazzante ammetterlo.

Mike, d'altro canto, sembrava completamente ignaro della chiacchierata che avevamo avuto io e Lucas.

Ma era decisamente meglio così. 

L'anno prossimo sarebbero iniziate le elementari, in quel momento, più che mai, dovevamo restare uniti. Se solo avessimo saputo cosa ci aspettava...probabilmente saremmo fuggiti in un altro paese e detto alle nostre madri di non cercarci mai più. 

Maledetti bulli. A trovare ogni tua singola insicurezza e imperfezione e sfruttarla per umiliarti e ferirti pubblicamente. E tu speri che qualcuno tra la folla ti difenda, che affronti il bullo esclamando «Questo è sbagliato!»

Ma non succede mai.

   
 
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