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Autore: BimbaKodocha    03/04/2024    0 recensioni
Un Regno magico avvolto dall'oscurità, pieno di morte e distruzione.
Una giovane fata con il compito di salvarlo e un affascinante demone disposto ad aiutarla.
Due destini che si intrecciano in una storia di inganno, violenza e passione.
DALLA STORIA:
«Non dovresti fissarmi in quel modo.» le ordinò Damien con voce roca.
«In che modo?» rispose Sunshine irritata.
«Come se fossi tu a controllare la situazione.» le diede un'occhiataccia. «In questo momento sei prigioniera, devi avere paura.»
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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«Sei pronta per il rituale?» chiese con titubanza il Pegaso, in attesa di un cenno affermativo della rossa. Sunshine lo fissò decisa e diede conferma di essere finalmente pronta per essere trasferita a Jarthis.

Avrebbero utilizzato di nuovo l'Occhio della Strega ma, questa volta, il cerchio magico sarebbe servito per il teletrasporto.

Poiché il cerchio non era molto ampio, solo una persona alla volta poteva accedervi e quindi non avrebbe potuto utilizzarlo nel viaggio di ritorno una volta recuperata Ninfea. Questo però a Sunshine non importava; era certa che comunque una volta ritrovata l'amica, insieme sarebbero riuscite senza problemi a ritrovare la loro casa. In particolare, Ninfea vantava un ottimo orientamento ed era stato grazie ai suoi insegnamenti se Sunshine era riuscita a trovare un luogo disabitato in cui allenarsi con gli incantesimi.

«Potresti sentire una sensazione di vertigini una volta giunta nella base ai confini delle mura di Jarthis. Stai tranquilla, nel giro di qualche minuto dovrebbero passarti.» l'avvertì con voce profonda il cavallo alato.

Questa volta, al posto dei trucioli del Salice delle Anime, strappò alcune piume dalle sue ali e le posizionò all'interno del cerchio magico. Iniziò poi a fare respiri profondi in preparazione all'incantesimo e, infine, lasciò defluire la sua energia nell'Occhio della Strega. I funghi assunsero un colore biancastro, rilasciando spore dello stesso colore che circondarono Sunshine impedendole di vedere intorno a sé. Nel mentre, il cavallo alato le donava parole rassicuranti. Per un attimo, ebbe la sensazione che il suo corpo levitasse e le frasi del Pegaso apparivano sempre più confuse e lontane. Percepiva il fumo entrarle nei polmoni e il bruciore che sentiva alla gola la costrinse a tossire compulsivamente, facendole lacrimare gli occhi.

Com'era arrivata, la nube scomparve e Sunshine si accorse di essere in un altro luogo.

Intorno a lei c'era una fitta vegetazione e il profumo dei fiori di campo ed erba bagnata le invadeva le narici. Se solo non avesse avuto lo stomaco scombussolato a causa delle spore dei funghi e della tosse, si sarebbe goduta sicuramente gli odori del bosco e la sua pace. Purtroppo, esattamente come le aveva detto il Pegaso, le vertigini avevano preso il controllo del suo corpo. Si tenne I capelli con una mano mentre tentava di dare sfogo ai suoi conati di vomito. Non aveva ancora mangiato quindi la sensazione di dover rimettere si bloccò dopo qualche minuto. Si alzò in piedi, constatando che, nonostante tutto, si sentiva ancora abbastanza in forze. Ora la sua priorità era avvicinarsi alle mura di Jarthis senza essere scoperta dalle guardie in ricognizione all'esterno dell'Impero. Iniziò quindi ad avanzare mentre ripensava al piano che aveva elaborato: sarebbe entrata nel palazzo fingendosi una domestica per ottenere informazioni sulle fate rapite, cercare il libro e, se ce ne fosse stata l'occasione, uccidere Dominous in un suo attimo di distrazione.

Semplice, ma conciso.

"E anche impossibile." rifletté Sunshine mentre osservava le decine di guardie che presidiavano il ponte levatoio di pietra. Era stato costruito un fossato intorno alle mura dell'Impero e quell'ingresso sembrava essere l'unico utilizzabile. Non da chi, però, aveva intenzione di uccidere il Dio della Morte a comando di quel Regno.

"Devo trovare un modo alternativo per superare le mura." si disse, dopo aver vagliato tutte le possibili ipotesi. Fece per girarsi e tornare nel bosco alla ricerca di un posto meno sorvegliato, quando qualcosa catturò la sua attenzione.

Nel campo di fiori poco distante da lei, scintillava una chioma bionda che spiccava fra I petali bianchi delle margherite. Appartenevano ad una ragazzina, all'apparenza di circa quattordici anni. L'incarnato pallido della sua pelle era in perfetta armonia con il colore candido dei fiori, facendola sembrare una creatura eterea e angelica. Tentava di muoversi in modo che la sua testa rimanesse sempre nascosta al di sotto delle piante per non essere notata dai soldati che presidiavano il ponte levatoio.

A giudicare dai suoi movimenti, non sembrava però addestrata e capace di mimetizzarsi alla vista di un nemico. Doveva evidentemente non essere cosciente di ciò per cui, incauta, continuava ad avvicinarsi alle mura strisciando sul terreno come un piccolo serpente.
Sunshine rimase a fissarla per qualche attimo, incuriosita dalla situazione. Con la coda dell'occhio vide qualcosa muoversi fra I cespugli accanto al campo di margherite e due soldati spuntarono fuori dal loro nascondiglio, sorprendendo la giovane. Si avventarono su di lei e le bloccarono entrambe le braccia con il peso dei loro corpi, mentre Sunshine fissava inorridita la scena.

«Lasciatemi!» urlò, contorcendosi nel tentativo di fuggire ma l'uomo non mollava la presa. «Trep, come dovremmo punire questa monella?» domandò ridendo al suo amico. Per tutta risposta, l'altro uomo si avvicinò all'orecchio della ragazzina. Sunshine era troppo lontana per sentire quello che le avevano sussurrato ma notò che il volto le si era contratto in una smorfia di disgusto. Capì le intenzioni dei due uomini quando cominciarono a strapparle le vesti, ridendo di gusto. L'uomo che si chiamava Trep, il più robusto fra I due, bloccò con un braccio il busto della giovane, mentre ordinava al compagno di aprirle le gambe.

«Grone, tienila ferma!» l'avvisò l'uomo. Tirò poi fuori un coltello dall'armatura. «E tu, smettila di ribellarti, altrimenti ti ammazzo!»
Lei però non l'ascoltò e continuò a scalciare e a piangere disperata, attirando l'attenzione delle altre guardie sulle mura.

«Siete dei depravati! »urlò uno di loro con disprezzo. «Andate dove non possa vedervi o farò rapporto al superiore.» minacciò infine la guardia con un tono di voce rauco e allontanandosi dalla sua postazione insieme agli altri soldati. I due uomini gli risposero con un cenno della mano, trascinando la ragazza in un luogo più appartato.

A controllare l'ingresso del ponte levatoio, erano quindi rimasti giusto un paio di soldati, che Sunshine poteva facilmente evitare grazie a un qualche incantesimo. Era un'occasione d'oro per infiltrarsi a Jarthis senza essere notata ma ciò avrebbe significato abbandonare quella ragazzina al suo destino.

"Non avrò più un'opportunità simile..." rifletté la fata stringendo I pugni e digrignando I denti per il nervosismo. Le grida di aiuto della ragazza riempivano il silenzio del bosco e divenivano sempre più lontane man mano che I soldati si addentravano fra le frasche.

«Aiuto! Per favore aiutatemi!» Venne zittita da un ceffone che le spaccò il labbro. Un rivolo di sangue le scivolava dalla ferita appena aperta e Grone si avventò su di esso per leccarglielo via. «Sei così candida, spero che tu sia vergine.» ululò con occhi bramosi Trep mentre cominciava a togliersi I pantaloni. Abbandonò l'armatura e il coltello dietro di sé, mettendosi la mano nelle mutande per liberare la sua erezione.

Prima che potesse vestirsi completamente, l'uomo si toccò improvvisamente il collo, emettendo un gorgoglio soffocato mentre cadeva in ginocchio. Una pozza di sangue si stava rapidamente creando sotto il suo tozzo corpo.

«Per dei maiali come voi è giusto morire in modo così vile.» dichiarò Sunshine con il coltello insanguinato in mano che aveva rubato all'uomo.
Era la prima volta che uccideva una persona ma non sentiva alcun senso di colpa.
«Chi cazzo sei?!» domandò in preda al panico Grone, osservando il corpo senza vita del suo amico. Estrasse dalla sua armatura un pugnale e con rabbia si avventò su Sunshine che schivò appena il colpo. Pensava di essere preparata ma non aveva mai combattuto in battaglia, al contrario di quell'uomo. Indietreggiò, valutando un'opportunità di fuga. "Devo avvicinarmi alla ragazzina e correre veloce nel bosco." Per destabilizzare l'uomo, tentò una finta con il coltello e lui si spostò nella direzione che Sunshine aveva previsto. Per fortuna era umano, quindi non si accorse che Sunshine aveva iniziato a recitare sottovoce un incantesimo di illusione. «Nube color notte, straripa nell'aria!» e proprio come l'acqua di un fiume, un fumo blu scuro inondò la zona.
«Forza alzati, dobbiamo scappare!» disse urlando e sollevò la ragazzina da terra, tenendola per mano mentre cercavano di scappare. Il soldato non riusciva a vederle nascoste in quella nebbia. «Intrusi! Stanno scappando!» urlò Grone sbattendo il coltello sull'armatura per fare più rumore. «Merda!» esclamò Sunshine, non aveva pensato a quella possibile reazione.

A causa del trambusto, accorsero una decina di soldati e le ragazze si ritrovarono in trappola, circondate dai soldati di Dominous.

La nebbia aveva iniziato a diramarsi, non era infatti un incantesimo pensato per resistere a lungo e Sunshine era consapevole che non le rimanevano molte energie dopo aver utilizzato la magia nera.
«Forse potrei fuggire nel bosco se la abbandonassi qui...» guardò con la coda dell'occhio la ragazzina e si accorse che quella la stava fissando con I suoi azzurri occhi limpidi. Sembrava preoccupata ma continuava a stringere forte la mano di Sunshine. La fata scosse la testa a quel pensiero, non poteva permettere che l'odio per Dominous la trasformasse in quello che non era. Non avrebbe mai tradito la fiducia di qualcuno che si aggrappava così a lei.

"Userò un incantesimo di illusione su di lei. Così non dovrò preoccuparmi di proteggerla e riusciremo a scappare insieme." Lei di scatto si girò a guardarla, come se l' avesse letta nel pensiero, e annuì per darle conferma riguardo alla sua idea. Questo gesto stupì Sunshine, ma non aveva tempo per tentare di trovare una spiegazione alle stranezze della ragazzina.

«Trasparente come acqua, rendi ciò che voglio iridescente.» Sussurrò la formula magica per creare l'illusione, e impedì ai soldati di vedere la giovane, rendendola invisibile ai loro occhi.
Sunshine le fece cenno di scappare e la piccola, con occhi pieni di gratitudine, fuggì.

I soldati si mostrarono sorpresi dall'improvvisa mancanza della ragazzina ma continuarono comunque ad avanzare verso la fata, che però era ormai troppo sfinita per combattere.
"E' finita." pensò Sunshine, mentre le sue ginocchia cedevano a terra. Appoggiò le mani sulla terra arida e iniziò a tossire, lasciando cadere il coltello. Alcune gocce di sangue le scivolarono fuori dalla bocca, mentre la testa le fischiava prepotentemente.

Stava perdendo i sensi.
"Devo rimanere lucida" pensò, cercando di opporre resistenza al suo stesso corpo. Raccolse nuovamente il pugnale da terra per combattere ma fu tutto inutile, perché un soldato le colpì la testa con una spranga di ferro.
A quel punto, la vista le si oscurò completamente e svenne.

***

Tic

Tic

Tic

Alcune gocce fredde caddero sulla testa dolorante della fata. Sunshine tentò di muovere le braccia per asciugarsi con la mano dalla sensazione di bagnato che le solleticava la pelle, ma notò che erano bloccate da qualcosa.
Aprì lentamente gli occhi ma li richiuse quasi subito, vedendo alcune macchie scure muoversi davanti a lei.
La testa le fischiava ancora e sentiva il sapore metallico del sangue nella sua bocca.
Schiuse le palpebre più lentamente e si abituò poco dopo alla fioca luce della stanza, scoprendo di essere legata ad una parete con delle catene di acciaio.
Si trovava in una stretta gabbia, circondata quasi completamente da sbarre, ad eccezione del muro su cui era legata, in cui era anche presente una sola finestra.
La finestra era piccola ed era l'unica della stanza da cui passavano alcuni raggi del Sole che illuminavano in parte il luogo in cui Sunshine era rinchiusa.
Non sembrava esserci nessuno accanto a lei, e a giudicare dalla secchezza delle sue labbra, era già qualche giorno che non toccava acqua.
"Mi faranno morire di fame." era questa la convinzione a cui Sunshine arrivò in poco tempo.
Sarebbe morta in quel luogo, non avrebbe salvato nessuno e il suo desiderio di vendetta non si sarebbe mai avverato.

«Sono una stupida...» sussurrò Sunshine con difficoltà.
Le labbra e la gola secca le impedivano di parlare.
Si sentiva completamente sopraffatta dalle emozioni, ma non riusciva nemmeno a piangere.

«Tu non sei stupida.»

SPAZIO AUTRICE:

Sunshine è stata catturata, fine della storia.😂

Scherzi a parte, nel prossimo capitolo entrerà finalmente in scena un personaggio importante, il primo MANZO della storia. Godetevelo! Eheheh❤️

Comunque sono pessima con i nomi, AIUTO. Un mio amico ha riso due ore leggendo TREP *uccidetemi*

   
 
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