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Autore: LorasWeasley    05/04/2024    1 recensioni
AU|Omegaverse [soukoku]
"-Prova a toccarlo e ti faccio a pezzi.
Dazai rise, non allontanandosi neanche di un millimetro dalla posizione che avevano in quel momento -Pensavo di aver capito che non ti interessasse di lui, che ti serviva solo per il suo potere.
-Questo prima di farlo nascere.
-E adesso?
-Adesso brucerei il mondo pur di salvarlo."
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EXTRA - ARTHUR

 

A sei anni, Arthur si perse al centro commerciale. Non era un grosso problema, non si sarebbe di certo messo a frignare nel bel mezzo della galleria, ma avrebbe da solo trovato qualcuno che l’avrebbe aiutato a ritrovare la sua famiglia.

Vagò per un po’ nella speranza di rincontrarli da solo, poi si accorse di due agenti seduti a un bar, così decise di chiedere aiuto a loro per evitare di continuare a perdere tempo.

Gli si avvicinò con passo deciso e li sentì parlare -...non penso che sia una cosa da fare- stava dicendo l’alpha dai capelli castani e uno strano tatuaggio sotto l’occhio.

-Fidati di me, Tecchou-san, non devi rincorrere i criminali, devi creare la situazione perfetta perché siano loro a venire da te- rispose l’omega dai capelli bianchi e gli occhi chiusi mentre sorseggiava una bevanda.

Arthur li raggiunse e si schiarì la gola -Mi sono perso. Trovate i miei genitori?

I due uomini si voltarono nella sua direzione, dopo qualche secondo l’uomo dai capelli bianchi sorrise e disse all’altro -Visto?

-Ma non è un criminale.

-I suoi genitori potrebbero esserlo.

Beh… non aveva tutti i torti. Arthur però non si preoccupò della situazione che stava creando, la sua famiglia non aveva di certo paura di loro.

Sbuffò -Quindi? Mi aiuterete o perderete tempo a non fare nulla? Sapete almeno usare la spada che portate?

L’albino poggiò la sua bevanda sul tavolo con calma, poi si alzò e gli si avvicinò chinandosi per essere alla sua stessa altezza, aveva un sorriso in volto che non prometteva nulla di buono e gli occhi ancora chiusi, forse non riusciva a vedere?

-Dici che tu sapresti usarla meglio di noi?

Arthur gonfiò il petto e accettò la sfida -Certo!
-Perfetto, colpiscimi allora- lo spronò poggiando l’arma al tavolino mentre restava incustodita.

-Jouno- lo ammonì il collega -non possiamo dare armi ai civili, men che meno a un bambino.

-Non gliela sto dando. 

Arthur prese velocemente l’arma prima che uno dei due potesse ripensarci, poi lo attaccò con le mosse che lo zio Verlaine gli aveva insegnato. Il poliziotto riuscì a schivare tutti i tre attacchi che gli concesse di fare, poi si riprese l’arma come se non fosse successo nulla, ma aveva un nuovo sorriso in volto mentre affermava -Hai del talento, vuoi entrare nei cani da caccia? Siamo a corto di personale e ho bisogno di sottoposti che facciano il mio lavoro.

Arthur corrugò la fronte confuso -Cosa sono?

-Siamo l’unità più forte della polizia militare. Potresti diventare il più forte del mondo.

-Avrò una spada anche io?

-Certo.

-Allora accetto!

Si sentì una piccola esplosione e, mentre i due uomini si preparavano in posizione d’attacco alla nuova minaccia, Arthur distese lo sguardo e sorrise felice -aah, ecco la mamma!

Infine corsero tutti e tre nella stessa direzione e trovarono Chuuya, Dazai e il suo piccolo fratellino Oda che dormiva tra le braccia dell’alpha.

-Non mi sembra il caso di attivare la corruzione solo perché…- era quello che stava dicendo Dazai quando si interruppe nel vederlo ed esclamò -visto? Eccolo qui.

Chuuya fu su di lui in un attimo, stritolandolo in un abbraccio che avrebbe potuto distruggergli qualche osso.

-Scusa mamma, non mi allontano più- borbottò Arthur senza fiato precedendo quella che era sicuro sarebbe stata una sfuriata.

Chuuya lo guardò con uno sguardo che poteva uccidere, poi minacciò -Meglio per te altrimenti ti faccio dormire fuori casa insieme a tuo padre!

-Ehy! Che c’entro io!- si offese Dazai.

-Nakahara Chuuya e Dazai Osamu- chiamò Jouno prendendo un paio di manette -siete in arresto.

Dazai alzò lo sguardo su di lui accorgendosi della presenza dei due cani da caccia solo in quel momento, sorrise cordiale e rispose -Buonasera Jouno-chan, come l’ultima volta ti ricordo che non hai ancora prove contro di noi per poterci arrestare.

-Non ho bisogno di prove quando tutti sanno la distruzione che portate solo stando insieme.

-Le prove sono importanti, non potete rischiare di arrestare la persona sbagliata, giusto? Non due semplici genitori che stanno passando un tranquillo pomeriggio in famiglia.

Tecchou annuì dandogli ragione, Jouno guardò male il suo collega, poi iniziò a ringhiare verso Dazai e Chuuya rispose all’istante facendo lo stesso contro di lui e mettendosi davanti alla sua famiglia in posizione di difesa.

-Inoltre non posso farmi ammanettare da te- continuò Dazai -il mio omega è un po’ geloso su questo argomento.

La tensione era alta e gli odori si stavano facendo sempre più aspri, così Arthur decise di intervenire spiazzando tutti mentre affermava -Voglio lavorare con loro!
-Cosa?- Chuuya era sconvolto e anche Dazai sembrava sorpreso, cosa che non capitava mai.

-Sì, anche io voglio andare in giro con una spada senza che nessuno mi dica nulla!

-Arthur, non penso che…

-E lui ha detto che sono bravo a combattere! Posso imparare cose nuove.

-Ci penseremo- concesse infine Chuuya dopo diversi secondi di silenzio.

Jouno rise, poi si rivolse a Dazai -Chissà, magari un giorno sarà proprio il tuo marmocchio a venderti alla giustizia. Sapete dove portarlo se cambiate idea, mi occuperei personalmente dell’allenamento del bambino. Buona giornata.

Mentre si allontanavano per tornare alla loro missione o alla loro pausa, Tecchou gli disse -Hai visto quanto era carino il bambino piccolo che teneva in braccio?

-No idiota, ti ricordo che non vedo.

-Giusto- annuì l’altro pensieroso -facciamo un figlio?

-MA TI SEMBRA IL MOMENTO?

Arthur si disse che i due non erano troppo diversi dai suoi genitori, si sarebbe trovato come a casa nella loro accademia.

-Non ci tradiresti mai se dovessi entrare nei cani da caccia, vero Arthur?- chiese Dazai guardingo.

-Certo che no, papino. Sei fortunato che piaci tanto alla mamma, non farei mai nulla che lo faccia stare male.

-Dovresti farlo perché vuoi bene anche a me!

Arthur fece finta di non sentirlo. Ovviamente aveva imparato a volergli bene da quando era entrato nella sua vita e nella sua famiglia due anni prima, ma piuttosto che ammetterlo avrebbe preferito morire.

Per quanto riguardava i cani da caccia, invece, sembrava qualcosa di allettante non solo per poter portare una spada sempre con sè, ma anche perché così non sarebbe stato costretto a scegliere, da grande, o l’agenzia di papà o la Port Mafia della mamma. Poteva percorrere la propria strada e mostrare loro quanto fosse bravo da solo, sarebbero stati così fieri di lui.



 

EXTRA - ODA

 

Quando Chuuya e Dazai avevano informato i loro amici e colleghi che stavano aspettando un altro bambino, questi non avevano reagito con la felicità e la gioia che con chiunque altro avrebbero provato. Ma come dargli torto? Il piccolo demone dai capelli rossi che aveva preso la forza e la rabbia di Chuuya e la malizia e la capacità di manipolare le persone di Dazai era ancora difficile da gestire per tutti loro, figurarsi averne due uguali.

Sia l'ADA che la Port Mafia avevano preso precauzioni per prepararsi a quello che poteva nascere, organizzando già turni per chi dovesse fare da babysitter, turni che nessuno voleva ricoprire e che venivano utilizzati come punizioni per chi non completava egregiamente il proprio lavoro.

Ma nonostante tutte le preoccupazioni, quando il piccolo Oda venne alla luce riuscì a far ricredere ognuno di loro.

Era stato Dazai a proporre quel nome e Chuuya aveva accettato di buon grado, commentando un "in effetti chi non ha avuto una cotta per lui?" che Dazai decise saggiamente di non approfondire.

Oda era nato con le guanciotte piene, gli occhi azzurri e i capelli scuri, ma non fu il  suo aspetto o il suo nome a far ricredere tutti da quello che si erano immaginati, fu il suo carattere che, giorno dopo giorno, divenne sempre più evidente: Oda aveva sempre un sorriso in volto, era carino e gentile, amava gli abbracci, amava stare in braccio e coccolarsi e amava dire ai suoi genitori quanto li amasse ogni singolo momento che ne avesse la possibilità. Era tutto l'opposto della Soukoku o di Arthur, portando chiunque a chiedersi come avessero potuto generare un angelo come quello.

-Non può essere mio figlio, sicuro di non avermi tradito?- commentò Dazai di punto in bianco un giorno mentre entrava con Chuuya nel bar sotto l'ufficio dell'agenzia e vide Oda che sorrideva a Kunikida e stava tutto abbracciato contro di lui.

-É la tua fotocopia- fece presente l’omega con un cipiglio infastidito -è più probabile che sia stato tu a tradirmi.

Dazai alzò un sopracciglio -Era nella tua pancia.

-Touchè.

Yosano prese il bambino dalle braccia di Kunikida e affermò -è il mio turno di fare da babysitter!

Kouyou intervenne repentina -No, tocca a me.

-Non ci provare donna, tu l’hai avuto ieri!

-Anche tu lo hai avuto ieri!

E mentre le due iniziavano a discutere, Chuuya domandò piano a Dazai -Perché Kouyou è qui?

Dazai aveva lo sguardo luminoso di chi era appena arrivato a una fantastica conclusione -Non lo so, ma so che potremo convincerli a fare qualsiasi cosa se usassimo Oda.

Chuuya gli ringhiò contro, Dazai alzò le mani in segno di resa -Va bene, va bene, non userò il nostro bambino- poi si avvicinò alle due donne e annunciò -Signore! Vi vedo belle cariche e vogliose di farci favori senza chiedere nulla in cambio, ma non ci serve nessuna babysitter.

Quasi dovette staccare con la forza il bambino di un anno e mezzo dalle mani della rossa.

-Papà!- esclamò felice questo quando si accorse di lui, prima di abbracciarlo forte e sistemarsi comodamente tra le sue braccia.

-In che senso non vi serve un babysitter?- Yosano era sconvolta.

-Nel senso che abbiamo finito le nostre missioni e abbiamo il fine settimana libero.

Kouyou continuò -Ma se volete passare del tempo da soli noi potremo…

Chuuya la interruppe con un sorrisetto malizioso -Oh, quindi vi state proponendo di tenervi anche Arthur?

-Ah… beh, ecco… in realtà…

L’omega decise di salvarli da quel patetico tentativo di trovare una scusa -Non preoccupatevi, abbiamo intenzione di passare il fine settimana tutti e quattro insieme.

-Vero- concesse Dazai mentre accarezzava i capelli castani di Oda -scopiamo già abbastanza durante le missioni.

-Cosa!?- Kunikida aveva quasi sputato il caffé che stava bevendo.

-Ops- rispose Dazai fintamente innocente -dobbiamo proprio andare, Arthur avrà finito gli allenamenti con i cani da caccia.

Fu così che, com’erano arrivati, i due se ne andarono senza salutare nessuno, con Chuuya che stava controllando che Oda non avesse bisogno di nulla oltre la sua dose di coccole giornaliere.

-Tu resti in macchina questa volta- annunciò il rosso mentre accarezzava la guancia del suo bimbo, ancora in braccio all’altro genitore, con un dito.

-Perché!?- la voce di Osamu era offesa e sconvolta.

-Perché l’ultima volta hai quasi portato il cieco ad arrestarti per motivi validi.

-Ma non è successo.

-E hai fatto saltare in aria l’ala nord della struttura.

-É stato un incidente!
-Un incidente che ho dovuto pagare con i miei soldi!

Oda rise e gorgogliò felice, contento della sua solita quotidianità dove i suoi genitori litigavano come forma di affetto.

Lui e Arthur potevano essere completamente diversi, ma c’era una cosa che li accomunava: amavano così tanto la loro famiglia disfunzionale.

 

Grazie a tutti per aver letto fino alla fine, alla prossima!
Deh <3

  
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