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Autore: Angel TR    07/04/2024    1 recensioni
Rise for me, come and alchemise me!
Kerli - Alchemise
Raccolta dedicata al Gene del Diavolo e ai suoi ospiti
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Devil Jin, Jin Kazama, Kazuya Mishima
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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III Preghiera: Preghiera alla Triplice Dea Anziana [Jun]


Il terzo ed ultimo aspetto della Triplice Dea è quello dell’Anziana. Essa è l’ultimo stadio della vita mortale e spirituale. La Dea Anziana ha compreso ed accettato il segreto dell'esistenza.
Il Grimorio Verde


Up against the one and the all
And raising their powers by condemnation
Swallowed up by the sunshine
On a trip to the dark side

Kerli - Search + Destroy


Conoscete "Il recinto a otto pareti"? Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro noi stessi. Non fatevi incantare dalla nostra amabilità, dai nostri inchini o dai cerimoniali. Sotto a questo possiamo trovarci a grande distanza, soli... e sicuri.
Mariko (Shogun, ep 4)


Il suo riflesso la guardava con occhi dello stesso colore dell'oro fuso. Anche se i loro lineamenti combaciavano perfettamente, c'era qualcosa che stonava in quel quadro perfetto, un’incrinatura nello specchio: l'altra sfoggiava un sorriso sbilenco, malizioso, e nel suo sguardo balenava una luce quasi maniacale. Il suo corpo nudo era a malapena coperto da uno strato purpureo che creava l'illusione di un vestito, come se si fosse immersa in una pozza di vernice.
«Jun» la chiamò. «Non ti sei stancata di giocare sempre pulito in un mondo così sporco?»
Che domanda… il suo petto di sollevò e abbassò rapidamente sotto il peso del suo respiro profondo, esasperato.
Sì, mi sono stancata, eccome. Ogre è venuto per mio figlio che già non ha un padre e, adesso, ha perso pure la madre. Io ho sempre tentato di insegnargli ciò che è giusto, gli ho insegnato a difendersi senza lasciarsi divorare dalla rabbia nonostante abbia il Gene del Diavolo ma chissà per quanto ancora resisterà alla tentazione. Il Gene è davvero troppo potente. Mi chiedi se sono stanca? Sono esausta,
pensò ma quel pensiero non raggiunse mai la sua bocca che, invece, si distese in un sorriso sereno – era tutto nascosto dentro di lei, al sicuro.
«Faccio ciò che posso» rispose, mantenendo una calma apparente.
L'altra sbarrò gli occhi, incredula; poi scoppiò in una risata argentina. «Ah, Jun, puoi nascondere i tuoi pensieri a tutti, ma non a me» ammonì.
Jun fece un passo indietro, impaurita. Davanti alla sua espressione sconvolta, il volto dell'altra donna si addolcì – per un attimo, un terribile attimo, le somigliò davvero tanto. Chissà se Kazuya sarebbe riuscito a distinguerle…
«Vedi, siamo nel tuo subconscio e io… indovina chi sono…» cantilenò il suo riflesso, girandole attorno, scoprendo i canini in un ghigno minacciosamente provocante. Quando si trovò a metà del cerchio immaginario, sollevò civettuola la spalla sinistra e, con la mano destra, sfiorò il marchio che campeggiava in bella mostra sull'avambraccio.
Jun trattenne il respiro, millantando una serenità che non possedeva.
Il Gene del Diavolo.
Ma il demone era furbo e ridacchiò del sangue che le era defluito dalle guance. «Ma come, persino una Kazama, con i suoi poteri purificanti, non riesce a non tremare davanti a me? Mi lusinghi! Non temere troppo: sono qui solo perché, al momento, sei troppo debole a causa dello scontro con Ogre. Ricordi dove ti trovi?» le chiese e la maschera divertita scivolò, rivelando un volto mortalmente serio che rivelò la vera età dello spirito.
Jun annuì. Non aveva senso tentare di nasconderle niente: era nella sua testa e, se avesse voluto, avrebbe potuto avere accesso a qualsiasi ricordo, emozione, abilità… e poi, cos'aveva da perdere? Con un sospiro, si sedette con la schiena contro l'immenso albero di cedro dei suoi sogni – e della sua casa.
«Sono ai piedi dell'albero che alimenta il potere dei Kazama. Credo che mi ci abbia trascinata lui in questo sonno» rispose. «Non sono morta, allora, giusto?» aggiunse, pensierosa. Un seme di speranza iniziava a germogliare in lei.
L'altra si avvicinò e si sedette di fronte a lei. «No, non sei morta. Sei diabolicamente sveglia per essere un’umana, lo sai?» scherzò. «Ogre ti ha ridotta piuttosto male, però. Ti ci vorrà tempo per riprenderti» osservò, atteggiando le labbra in una smorfia.
Jun si lasciò andare a un altro sospiro. «Quanto tempo? Non posso lasciare Jin da solo a lungo… mandarlo da Heihachi Mishima è stata una scelta piuttosto sofferta» mugugnò, affondando la testa tra le ginocchia – salvo sollevarla subito; non aveva senso rimuginare sul passato.
La demonessa inclinò il capo. «E perché non puoi lasciare il cucciolo da solo? Tralasciando l'istinto materno che ti spinge a non mollarlo nemmeno un secondo, può darsi che la tua paura più grande sia, mmh, lasciami indovinare…» si portò l'indice alla bocca e, fingendosi sovrappensiero, sollevò gli occhi al cielo, come se cercasse chissà quale ispirazione. «Ah, ecco, ci sono! È il Gene del Diavolo la tua più grande paura. Non Heihachi Mishima, non Kazuya Mishima, non Ogre; il Gene Devil» sbottò, falsamente allibita. La squadrò con un'aria quasi delusa ma non sorpresa, come una nonna che ascolta i racconti della nipote adolescente e, per quanto quella si disperi e si agiti, la più anziana delle due sa che, nel grande schema delle cose, sono preoccupazioni davvero futili; eppure, sa anche che è il corso della vita e che, per quanto possa cercare di farlo capire alla nipote, non ci riuscirà perché, in quel momento, per lei quel pensiero occupa tutto il suo mondo, fino ad apparire insormontabile.
A Jun sembrò stranamente giusto che uno spirito millenario la giudicasse in quel modo. In fondo, lei doveva davvero sembrare una bambina, al confronto.
«Ecco, sarai pure saggia ma resti pur sempre umana» commentò, infatti, la demonessa. «Vedi, se solo tu cambiassi prospettiva, capiresti che il Gene è la più grande benedizione che sia capitata a tuo figlio. Anche quando sarà ignorato, bistrattato e vilipeso, il demone in lui non farà altro che proteggerlo: lo curerà quando sarà malato, gli infonderà forza quando sarà troppo debole per rialzarsi, rimuoverà ogni ostacolo dal suo cammino per non farlo mai inciampare. Per carità, ognuno di noi è fatto a modo suo ma ti posso assicurare che nessun umano è più al sicuro di uno che possiede il Gene del Diavolo» le assicurò e nella sua voce c'era una nota dolce che si guadagnò tutta l'attenzione di Jun.
Mentre tentava di sistemare meglio la schiena contro la dura corteccia, Jun rifletté ad alta voce: «Sembra un valido aiuto. Mi domando, quindi, se il Gene è un fattore così positivo, come mai il mio clan possiede un potere che lo purifica. Inoltre, non gradisco l'idea che Jin abbia delle corsie preferenziali nella vita; vorrei che affrontasse e superasse le difficoltà che gli si presentano con le sue forze, e non grazie a qualche essere soprannaturale che non gli permette nemmeno di sbattere con la testa contro il muro».
Lo spirito si lasciò sfuggire una risata bassa e si sporse verso di lei. «Addirittura nella campana di vetro? Questo non lo so, dipenderà tutto dal demone in lui. Per quanto riguarda i vostri poteri purificanti, cosa vuoi che ti dica? Potrei ricordarti di come alcune epidemie colpiscano esclusivamente gli esseri umani; forse sono proprio il modo che questo pianeta adotta per purificarsi da voi. Ecco un altro argomento: giusto per adottare la tua visione pacifista e animalista, potrei ricordarti che ogni essere vivente ha diritto alla vita, persino i parassiti. Oppure nella tua piramide delle vite valiamo ancora meno dei parassiti?» si fermò per ancorare lo sguardo d'oro al suo, prima di sorridere amaramente. «Ah, aspetta, noi non siamo nemmeno contemplati nella tua piramide, vero, Jun?»
Jun sentì il sangue fluirle alle guance – il che era ridicolo perché, per quanto lei rispettasse ogni forma di vita, quella lì era pur sempre un essere malvagio, un mostro, eppure non aveva poi tutti i torti…
Quanto poteva definirsi pacifista lei se poi aveva deciso a prescindere che nessun membro di quella specie dovesse sopravvivere? Sedici anni prima, aveva denominato Kazuya, senza nemmeno conoscerlo, un “criminale ambientale” per essere coinvolto in vari affari loschi che minavano l'equilibrio dell’ecosistema. E lei come poteva definirsi diversamente se faceva esattamente la stessa cosa? Estirpare completamente il Gene Devil non significava alterare gli equilibri già predefiniti di Madre Natura? Chi era lei per decidere chi avesse diritto a camminare sul pianeta Terra se la stessa Terra, con le sue condizioni ambientali, aveva creato terreno fertile per ospitare le sue creature?
I fili d'erba che la circondavano – sotto le sue gambe, attorno alle sue mani, tra i suoi capelli – sembrarono ondeggiare più velocemente, seguendo il corso impetuoso delle sue considerazioni. Seduta di fronte a lei, la demonessa pareva aver compreso la direzione che avevano preso i suoi pensieri: l’osservava muta, un angolo delle labbra rivolto all'insù, con un'espressione quasi inorgoglita, di una nonna che vede la nipote sbrogliare autonomamente la matassa dei propri problemi.
Finalmente, con il filo di Arianna tra le dita, Jun rivolse la sua completa attenzione allo spirito. «Vuoi aiutarmi, dunque?» domandò; ma più che una domanda, era la conclusione alla quale era giunta dopo un’accurata riflessione.
La demonessa le sorrise – un sorriso fiero. «Ma certo, cara Jun» acconsentì; e le due si misero a lavoro, simili a due api operaie che si affrettavano a costruire l'alveare per il proprio sciame che sarebbe tornato presto a casa.


N/D: SORPRESI??? AHAHAHHA Jun?? Gene Devil??? XD non chiedetemi la direzione che ha preso questa cosa, tutta sua, ambientalista, naturalista, boh, non lo so ahahaha ovviamente lo spirito è Unknown, che non si è mai capito cosa fosse ma ho deciso che fosse gene Devil e basta causa marchio. Il momento invece è quello narrato nella storia Dell’8 di Jun, quando viene attaccata da Ogre prima del 3. Siccome pare che Jun abbia raggiunto la saggezza ultima, ho immaginato che fosse anche giunta a una tregua con il Gene Devil. Vabbè, baci abbracci
Angel

  
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