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Autore: stardust94    08/04/2024    1 recensioni
Nell’immensità del cielo ci sono milioni di milioni di stelle senza nome, ma senza alcun dubbio, una porta il tuo e per me brilla la notte più di tutte le altre.
*****
La guerra contro Hades è finita, il dio dei morti è stato sconfitto grazie al coraggio dei cavalieri di Athena.
ma ancora una volta dal cuore del mondo, scaturisce una nuova minaccia. spetterà ad una schiera di improbabili eroi fermare la calamità.
lo Splendore Dorato affiancherà una nuova Athena, riusciranno a fermare la calamità incombente o finiranno per annegare nelle tenebre del loro oscuro passato?
***
Anche tu come ognuno di noi hai la tua stella nel cielo: non importa se risplende più o meno delle altre, l’importante è che brilli solo per te.
(TRAMA LIBERAMENTE ISPIRATA A Saint Seiya Episode G e Assasin)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gold Saints, Nuovo Personaggio, OC (Original Character), Ophiuchus Odysseus
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Capitolo due: il dovere di Athena e il destino di Hoshi
 

Sentiva fresco, era una sensazione molto più piacevole di quello che avrebbe mai immaginato soprattutto dopo quel terribile combattimento e tutto quello stress e dolore accumulati. Alle sue narici, arrivava un profumo dolce e nostalgico. Il dolore delle ferite che gli attanagliava il corpo si stava via via attenuando. Aprì gli occhi ritrovandosi a guardare il soffitto famigliare della sua casa.

Aiolos poteva riconoscere ogni cosa di quel luogo come se non l'avesse mai lasciato. Le case dei Dodici Gold Saint erano molto particolari erano gli stessi cavalieri a dare loro la forma interna che più li aggravava. Ognuno le aveva “decorate” come voleva e lui non faceva eccezione sebbene la sua, fosse una casa quanto più simile a un tempio greco dalle colonne possenti, mobili eleganti ma più semplici e meno lussuosi di quelli che si potevano trovare per esempio nella stanza del Grande Sacerdote o il Santuario di Athena. Era un luogo tranquillo e accogliente nel quale si respirava aria di casa. L'uomo si mise seduto e dalla sua fronte cadde una pezza bagnata, la prese tra le mani chiedendosi chi si fosse preso cura di lui, proprio in quel momento dalla porta entrarono due figure al giovane uomo famigliari anche se egli, fu alquanto sorpreso dalla seconda più che dalla prima.

-vi siete svegliato mio signore, non fate sforzi le vostre ferite sono gravi-

A parlare era stata una giovane donna, non aveva troppi più anni di lui, lunghi e mossi capelli castani le ricadevano sulle spalle in una gonfia e fluente coda mentre i suoi occhi rossi come perle di sangue incontravano quelli del cavaliere di Sagitter. La donna indossava una veste bianca impreziosita da dettagli dorati e tra le mani aveva degli abiti.

-voi siete la piccola Myra, non è così?- domandò l'uomo

La giovane donna che a quelle parole finì per avvampare finendo per fare un colpo di tosse cercando di mantenere come poteva il suo solito contegno. Cosa complessa quando veniva chiamata con un tono tanto famigliare dal uomo che le era scivolato via dalle mani andando a combattere e morendo prima come un martire sia nel caso della salvezza di Athena sia al Muro del Lamento e successivamente ad Asgard lontano da lei.

-mio signore...vi chiedo perdono ma preferisco che vi rivolgiate a me chiamandomi Myra Galanis. Vi prego di non dimenticare le nostre differenze di rango. Voi...siete il Gold Saint di Sagitter mentre io...-

Myra avrebbe tanto voluto lasciar cadere l'argomento. Tra loro le cose non potevano certo tornare come un tempo, quando la giovane donna aveva provato un sentimento bruciante per il cavaliere, sentimento che si era impegnata con tutta se stessa a spegnere. Sentimento che era culminato poco prima della Notte degli Inganni quando il suo mondo era crollato. Ogni certezza che aveva su Aiolos era scomparsa quando il Grande Sacerdote all'epoca Gemini sotto mentite spoglie, le aveva fatto comunicare da Milo di Scorpion che Aiolos non solo era l'esecutore materiale del rapimento della neonata Saori reincarnazione passata di Athena ma che egli era anche stato eliminato da Shura di Capricorn. Era stato un dolore troppo grande da affrontare per lei e così per un lungo periodo, la donna in lutto non aveva nemmeno osato avvicinarsi alla casa di Sagitter dove lavorava come ancella del suddetto cavaliere. Successivamente dopo la battaglia contro Hades, il nome di Aiolos era stato ripulito dall'onta dell'infamia e da allora anche il suo cuore aveva cominciato a riprendersi. Ma ora lui era lì, era tornato portando con se quella bambina.

Proprio Hoshi aveva raggiunto il letto e osservava il corvino con aria preoccupata. Ma quando l'uomo le poggiò la mano sul capo scompigliandole i capelli color lavanda delicato che le incorniciavano il volto in un gesto affettuoso come quelli che era solito riservare al proprio fratellino Aiolia da piccolo, la bambina sembrò ritrovare un piccolo sorriso.

-Myra ti...vi ringrazio.- si corresse l'uomo per poi sorriderle più calmo e rilassato -Conosco bene questo tipo di bendaggi, siete stata voi a medicarmi, non è così?- chiese con la sua solita gentilezza indicandosi il petto fasciato da bende pulite.

La donna annuì e posò sul letto dei vestiti puliti ritirando quelli ormai insanguinati e strappati del uomo. Nonostante tutto la sua armatura non l'aveva protetto? Aiolos si toccò il petto sentendo un forte dolore che lo fece piegare in avanti, gli mancava quasi il fiato e sebbene quella, fosse la prova che era vivo per davvero, una parte di lui detestava quella debolezza perché sarebbe stata ragione di preoccupazione non solo per Myra che ora, lo guardava con uno sguardo esitante come se volesse assisterlo, ma anche per Hoshi, la quale poggiando una mano sulla sua non la smetteva di guardarlo con sguardo preoccupato quanto interrogativo.

“Non leggermi dentro. Le risposte che devo darti non ti piaceranno. Ancora una volta ho fallito, dovresti odiarmi” pensò l'uomo

-n...non è stata colpa tua, signor cavaliere- sussurrò in quel momento Hoshi.

Era davvero come se gli avesse letto il cuore. Aiolos non poteva sapere se quella bambina che emanava il sacro cosmo di Athena, sebbene ancora debole, possedesse la reale capacità di vedere il suo cuore o se quelle parole, fossero un impacciato e ingenuo modo della bambina per farlo stare meglio.

Qualsiasi cosa fosse, sembrò sbloccare qualcosa nel cavaliere. Aiolos poggiò la mano a nascondere gli occhi e sostenuto da Myra che gli aveva poggiato timidamente una mano sulla spalla e da Hoshi che gli teneva la mano nella sua stringendola debolmente, il cavaliere di Saggitter poté finalmente lasciarsi andare a un pianto liberatorio.

Aveva fallito, Athena era morta e Seiya se ne era andato con lei per proteggerla. Ora Hoshi era orfana, braccata da Hades e forse da chissà che nemico... e lui?
Era come vetro, si stava spezzando lentamente perdendo la volontà di lottare? Oppure lo era da quando aveva accettato di morire durante la Notte degli Inganni per proteggere Saori? E ancora al Muro del lamento e Asgard. Forse per questo la sua Cloth che ora troneggiava nella sua forma di totem in un angolo della stanza, era ben lontana da una Gold Cloth presentando numerose crepe.

Era come lui, come il cavaliere il cui cuore era dilaniato dal rimorso, anche la Gold Cloth di Sagitter, era a pezzi.

-non possiamo cambiare ciò che è stato. Ma possiamo lottare con le unghie e con i denti...per proteggere ciò che è e sarà-

Le parole di Myra colpirono Aiolos come fossero una freccia direttamente scoccata verso il suo cuore spezzato e logorato. L'uomo alzò lentamente il capo, una nuova consapevolezza animava il suo sguardo. Doveva rialzarsi, lo doveva a Seiya che si era fatto scudo per Athena e a Saori che aveva affidato al Gold Saint un ultimo frammento del proprio cosmo del quale Hoshi era la sicura personificazione, lo doveva a Myra, chissà cosa stava realmente provando la giovane donna? Lo sosteneva gli era accanto come aveva sempre fatto, non gli dava la colpa della morte di Saori, nessuna delle due gliela dava e con il senno di poi, lui lo voleva. Voleva sentirsi dare la colpa voleva essere il capro espiatorio di tutta quella faccenda, essere odiato essere incolpato come unico responsabile era meno soffocante e difficile di sentirsi perdonare di una colpa che non meritava alcun perdono.

Eppure, ora Hoshi era lì. Lei una semplice bambina che avrebbe avuto un ruolo, un compito in una prossima guerra. Aveva solo cinque anni eppure lui lo sapeva, sarebbe dovuta crescere tra atroci sofferenze e doveri che l'avrebbero privata di ogni cosa trasformandola da semplice bambina a un simbolo.

-Hoshi ve la sentite di fare una passeggiata?- chiese con un sorriso

La bimba annuì sorridendo a sua volta, mentre Myra staccandosi quasi come colpita da una scossa elettrica, osservò negli occhi di Aiolos quella piccola e flebile speranza, la speranza di fare un altra volta la differenza.
-tornate per cena mi raccomando. Sto preparando uno stufato di carne delizioso, farà bene a corpo e spirito- disse la castana increspando in un sorriso dolce le labbra.

Aiolos fece qualche sforzo ad alzarsi, forse perché era rimasto sdraiato per ore. Indossava solo la parte inferiore dei suoi abiti abituali, aveva il petto fasciato fino al collo e anche le braccia e la testa erano fasciate. Portò una mano tra i capelli e si levò la fasciatura che svolazzò leggermente presa al volo da Myra.

-vi rinnovo di fare attenzione, le ferite non sono ancora pienamente guarite Nobile Aiolos!- lo ammonì la donna sospirando
-prometto che farò attenzione. Myra vi ringrazio infinitamente, il vostro aiuto è stato provvidenziale, vi devo la vita- le disse sincero sorridendole

Myra si sentì andare a fuoco solo a quel sorriso e quella sincerità disarmante che la lasciava sempre senza difese. Poteva illudersi, poteva negarlo con tutta se stessa, ma i sentimenti che credeva sopiti erano lì lo erano sempre stati e ignorarli, faceva male, era quasi come rifiutarsi di respirare di vivere. La donna si stuzzicò nervosamente una ciocca di capelli e se ne andò lasciando Aiolos con un palmo di naso.

-secondo voi ho detto qualcosa di sbagliato?- domandò l'uomo alla bimba

Hoshi lo osservò lungamente e piegando di lato la testa la scosse leggermente. Alla fine lei e Aiolos si avviarono fuori dalla Nona casa. Il vento fresco accarezzava i capelli del cavaliere mentre egli, prendeva boccate d'aria, quasi in tutto quel tempo da morto, avesse dimenticato la sensazione, rise. Gli venne involontario, come se quella risata per quanto amara al pensiero delle comunicazioni che stava per dare a tutti quanti, fosse liberatoria. Piangere, ridere, sentire il caldo del camino e il freddo pungente della notte...era vivo. Era vero e stavolta non era un sogno, lui era tornato a vivere.

-bene. Credo che sia il caso di parlare un po. Hoshi voi siete una persona molto importante. Per secoli sulla Terra, la Divina dea Athena ha continuato a reincarnarsi- iniziò a dire l'uomo

Si erano seduti sui gradini del tempio appena fuori dalla Casa del Sagittario. Hoshi accanto ad Aiolos ascoltava quelle parole che l'uomo stava in tutti i modi tentando di rendere comprensibili a una bambina di cinque anni.

-Athena è la dea della saggezza, della guerra ma anche della speranza. Tutte le volte che l'umanità è in pericolo, nasce una sua reincarnazione. L'Athena precedente era Saori Kido, vostra...madre-

Un ombra sfiorò lo sguardo solitamente dolce e profondo del cavaliere. La morte di Saori la morte di Athena non era mai stata definitiva come in quel momento. L'aveva capito quando la donna l'aveva implorato di fuggire con Hoshi, ormai la precedente Athena aveva perso la capacità di indossare la propria armatura e questo insieme al progressivo diminuire del suo cosmo divino, poteva voler dire solo una cosa: Athena era diventata un essere mortale.

-quindi...io sono una...dea?-

La domanda di Hoshi lo fece distogliere lo sguardo da quegli eventi tristi e malinconici. L'uomo sorrise teneramente e portò la mano sul capo della bambina accarezzandola affettuosamente.

-si. Dentro di voi vive il cosmo di Athena, siete nata come mortale ma possedete il potere di una dea. Voi piccola Hoshi, voi siete la Stella della Speranza per noi tutti. Il vostro nome, Hoshi significa proprio questo. Nella lingua Giapponese significa “stella”- le spiegò Aiolos

-e che cosa deve fare Athena? Come faccio a essere come la mamma?-

Quando il cavaliere lesse negli occhi della bambina, paura e sconforto, non pote che avvicinarla a se lentamente portandole la mano tra i capelli che cominciò ad accarezzare dolcemente.

-non siete sola Hoshi. Athena fin dall'alba del mito ha sempre al suo fianco gli ottantotto guerrieri delle costellazioni. E i primi e più fedeli sono i Gold Saints, dei quali faccio parte anche io.- le spiegò gentilmente e in modo paziente.

Hoshi sgranò gli occhi stupefatta, non avrebbe mai immaginato se non fosse stato per le parole di Aiolos che vi fossero, tante persone a proteggerla. La bimba aveva le guance pallide ora più rosee e sul suo volto delicato si dipinse un piccolo sorriso. Sorriso che fece sentire Aiolos molto più tranquillo e che riuscì quasi come fosse una piccola magia o un incantesimo della bambina a rinsaldare la sua speranza e fiducia.

-vedete i Saints sono esseri umani che grazie alla vostra presenza possono combattere. I nostri corpi le nostre anime e i nostri cuori, sono sempre stati votati alla Divina Athena a voi Hoshi. Finché avrò un solo fiato in corpo, vi prometto che lo userò per voi per proteggervi-

La bambina si staccò lentamente sciogliendo quel abbraccio, si grattò leggermente la guancia quasi impacciata e gonfiò le guance indispettite. Gesto che fece sfuggire un sorriso ad Aiolos.

-io queste cose tutte complicate, davvero non le capisco! Non so che cosa significa combattere però...se mi prometti che torni ogni volta qui e non ti fai più male, va bene!- disse ridacchiando

A quel punto, Aiolos le si inginocchiò davanti prendendole con gentilezza le mani nelle sue. Sorrise dolcemente rivolgendo la sua completa e più assoluta attenzione alla bambina.

-io Aiolos protettore della Nona Casa quella di Saggiter, giuro la mia eterna e assoluta devozione e fedeltà a voi Divina Hoshi- le disse solenne

-allora anche io giuro! Giuro che diventerò una brava Athena!-

Rispose a sua volta Hoshi abbracciandolo di colpo, sfregando affettuosamente la guancia a quella del Gold Saint che preso in contropiede, la strinse piano senza farle male.

-vi ringrazio Divina Hoshi. Allora per prima cosa, è il caso di recuperare gli altri Gold Saint. Sono sicuro che molti di loro siano già in viaggio verso il Grande Tempio – disse l'uomo sciogliendo l'abbraccio e rimettendosi in piedi. -oggi riposiamo e rendiamo onore hai defunti. Domani partiremo per il Jamir- aggiunse poi

-cos'è il Jamir? Perchè ci dobbiamo andare?-

Alla domanda della bambina, Aiolos alzò lo sguardo verso il cielo limpido e privo di nuvole. Poi lo rivolse di nuovo verso la bambina curiosa e in attesa della sua risposta.

-in Jamir si trova il Custode della Prima Casa quella di Aries-



ANGOLO DEL SANTUARIO

yeeeh! Eccoci alla fine di un altro capitolo. In questo il nostro Aiolos ha sofferto tanto ma sembra aver trovato un briciolo di speranza, anche grazie alla sua ancella e alla piccola Hoshi. E proprio la bimba è stata informata di chi è veramente e ora il viaggio ha inizio. Prossima destinazione il Jamir alla ricerca del Primo Gold Saint!

Prossimo capitolo – l'insormontabile difesa di Aries: arriva Mur!
  
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