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Autore: Nami89    11/04/2024    0 recensioni
“Qual è il problema?” – continuò a chiedere Zoro, senza alcuna apparente emozione nella sua voce.
“Il mio problema sei tu.” – sussurrò categorica Nami. Sfilò la sua mano da quella di Zoro e andò via.
Questa fanfiction si ricollega all'arco narrativo di Wano, dopo la vittoria contro Kaido e Big Mom.
In questa storia Nami e Zoro scopriranno che a legarli c'è qualcosa di più di una semplice amicizia!
Presenti spoiler!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 6 – “Risveglio”
 
 
Era ormai mattina. Il cielo riluceva di tenui sfumature rosa e oro. La luce soffusa dell’alba si insinuava tra i rami e le foglie degli alberi, creando un intricato quanto incantevole reticolo di luci e di ombre.

Fuori dalla grande vetrata piccoli uccelli variopinti zampettavano sul pavimento in legno mentre una leggera brezza scuoteva appena le leggere tende colorate che correvano lungo il bordo superiore del porticato.

La lunga e terribile notte era ormai finita. Di certo i mugiwara non si aspettavano di assistere alla scena che si presentava adesso davanti ai loro occhi.

“Secondo me Chopper non intendeva questo per mantenere la temperatura corporea stabile! - disse Brook sogghignando.

“Suuuuuuuper Nami!!!” – ridacchiava Franky.

“Nami swannnnn nooooooo!!!!” - piagnucolava Sanji, inginocchiato ai piedi del futon di Nami.

“Smettetela di urlare!” – sbraitò Chopper, con il volto paonazzo per l’imbarazzo.

“Mi sembra che stiano entrambi bene! Torniamo più tardi!” – propose Robin con maggiore discrezione dei suoi compagni.

I mugiwara avevano raggiunto Nami e Zoro alle prime luci dell’alba. La notte era stata lunga per tutti. Nessuno era riuscito davvero a dormire. Erano rimasti in allerta, temendo che Zoro potesse stare di nuovo male, se non peggio.

A differenza dei propri compagni, Nami si era addormentata profondamente. Era finita sul futon di Zoro, avvinghiata al suo braccio e con la mano ancora stretta nella sua.

A quel punto arrivarono anche Rufy e Jinbe.

“Hei perché io non posso mai toccare Zoro e Nami sì?” - protestò il capitano, pensando a tutte le volte che gli avevano impedito di lanciarsi addosso al suo compagno.

“Mmm… beh…te lo spiegherò un’altra volta!” - rispose Jinbe con evidente sorpresa, dando una pacca sulla spalla del capitano.

“Forse dovremmo svegliare Nami, non credete?” – disse Usop agli altri.

In quel frangente, le dita di Zoro cominciarono a muoversi.

“Avete visto?” - disse Usop meravigliato, indicando la mano di Zoro.

“Che stia per svegliarsi!” - esclamò emozionato Brook.

Solleticata dalle dita di Zoro e disturbata da un crescente vociare intorno a lei, Nami iniziò a risvegliarsi. Impiegò qualche secondo per mettere a fuoco la scena davanti a sé. Vide prima Brook, Franky e Robin e poi Chopper e Sanji particolarmente disperato. Di colpo si sollevò.

“Cosa succede? Zoro?!?” – si voltò a guardarlo ma lui dormiva ancora.

Poi si rese conto del movimento delle dita di Zoro. Solo in quel momento guardò verso la sua mano e realizzò che si era addormentata accanto al lui, con la sua mano ancora stretta nella sua. La ritirò immediatamente, lanciando uno sguardo fulmineo ai suoi compagni.

“Non dite una parola!” – disse perentoria, portandosi velocemente la mano sul petto e voltandosi dall’altra parte con fare stizzito.

Ricordava di essersi avvicinata a Zoro e di essersi stesa per riposarsi ma non credeva di essersi addormentata e di essere rimasta in quella posizione per tutta la notte. Si sentì profondamente in imbarazzo. Inoltre si era offerta di vegliare su di lui per lasciar riposare i compagni e invece si era addormentata profondamente.

Intanto pareva che Zoro stesse iniziando davvero a svegliarsi. Lenti movimenti delle mani e delle gambe sembravano preannunciare un imminente risveglio.

Nami tornò a fissarlo ansimante. Era così agitata che le sembrava di udire le pulsazioni nelle sue vene.

“Zoro!” - riuscì appena a pronunciare con la voce spezzata.

“Dai svegliatiii!!!” - Rufy corse come un razzo, provando a saltargli addosso. 

Sanji lo trattenne con forza.

“Rischi di fargli male! Solo io posso fare fuori quel marimo fastidioso! Stagli alla larga! Mi vendicherò per quello che hai fatto a Nami!” – disse il cuoco rabbioso.

“Non dirmi che le ha guardato le sue mutandine mentre dormiva? Grande Zoro! Maestro conquistatore! Sapevo che le donne hanno un debole per i valorosi spadaccini! Oh oh oh!!!” – sghignazzava Brook mentre con una fazzoletto asciugava le lacrime di commozione per il tanto auspicato risveglio del suo compagno.

“Amico miooo!!!! Pensavo di perderti!” – urlava Usop piangendo e abbracciando Franky che intanto versava in una valle di lacrime.

“Fatemi spazio! Ci penso io!” - disse Chopper mentre trotterellava da una parte all’altra recuperando dalla sua borsa strumenti e composti, visibilmente agitato.

Intanto Zoro si svegliò definitivamente. Impiegò qualche istante per aprire completamente gli occhi, istanti che sembrarono a tutti lunghissimi.

Nessuno osò parlare. Fissavano tutti lo spadaccino, scrutando minuziosamente ogni suo piccolo movimento con il fiato sospeso.

Si udiva solo il cinguettio degli uccelli che avevano ripopolato il giardino con il sorgere del sole.

“Sono tornato!” – disse Zoro, con una voce affaticata e rauca ma con il suo solito sorriso beffardo.

“Ridicolo sopracciglio, chi dovrebbe farmi fuori?” – disse ironico, rivolgendosi al cuoco

“Ti concedo il tempo di riprenderti e poi ne riparliamo!” - rispose beffardo Sanji mentre si accendeva una sigaretta.

“Zoro non affaticarti!” – sopraggiunse Chopper in lacrime.

“Zoroooo c’è del sakè buonissimo qui!!!” – urlava Rufy mentre questa volta veniva trattenuto da Jinbe.

“Sei indistruttibile ragazzo!” - disse compiaciuto Jinbe mentre teneva fermo Rufy per la maglietta.

“Cos’è successo?” - chiese Zoro, provando a sedersi ma una forte fitta alla testa gli impedì di farlo.

“Zoro, non muoverti!” - gli ordinò Chopper.

“Dove siamo? Kaido?” – Zoro iniziò a ricordare tutto velocemente ma non capiva come mai si trovassero lì. Di nuovo un’improvvisa fitta alla testa. Si portò una mano alla fronte, respirando profondamente nella speranza di farla passare il più fretta possibile.

“Sei ancora troppo debole!” - continuò il medico mentre gli controllava il battito cardiaco.

“Mi dite cosa è successo?” - insisté Zoro, fissando teso i suoi compagni.

“Beh abbiamo sconfitto Kaido e Big Mom! Wano è di nuovo libera!” – iniziò a spiegare Usop.

“Hai sconfitto King ma hai riportato numerose ferite. Quando Franky ti ha ritrovato eri svenuto. Hai dormito per molti giorni e…”– continuò il cecchino ma si bloccò, incerto se continuare a raccontare gli eventi di quella notte.

“E…?” – chiese Zoro impaziente.

 “È una storia complicata.” - proseguì Robin mentre rifletteva sulle parole da scegliere.

“Forse è il caso di riparlarne dopo che Chopper ti avrà visitato!” - aggiunse l’archeologa, scambiando uno sguardo con la giovane renna, che annuì.

“Cosa nascondete?” - iniziò ad insospettirsi Zoro.

Nessuno rispose.

“Rufy cos'è successo?” - chiese direttamente al suo capitano. Lui non gli avrebbe mentito né nascosto nulla.

“Ieri notte sei morto. Poi è scoppiata una tempesta assurda. E poi sei tornato in vita! Ah e poi una leggenda di due tizi che combattono che ci ha raccontato il vecchio ma non ci ho capito niente!” - rivelò Rufy senza mezzi termini.

“Cavolo Rufy! Non sai proprio regolarti!” – lo rimproverò Usop.

“Mi prendi in giro?” - rispose incredulo Zoro.

“No!!! Ma che importa! Sei vivo!” - esclamò entusiasta Rufy.

Zoro guardò i suoi compagni, uno per uno, in cerca di risposte.
Provò di nuovo a sedersi ma non aveva forze. Dovette constatare suo malgrado di sentirsi molto debole.

“Zoro adesso calmati! Sforzarti non ti aiuterà a riprenderti!” - gli suggerì Jinbe.

Zoro si chiedeva cosa fosse successo perché non ricordava nulla dopo lo scontro con King. Più si sforzava, più la testa sembrava esplodergli.

Si voltò lentamente verso la sua sinistra. Vide Nami. Era inginocchiata accanto a lui ma in silenzio e con aria cupa. Aveva il capo chino, per cui non riusciva a scorgere completamente i suoi occhi ma capì subito che qualcosa non andasse bene. Le sue mani serrate in due pugni stretti per contenere una forte tensione che percepiva indistintamente.

“Nami!” - la chiamò Zoro, chiedendole implicitamente spiegazioni.

Lei si alzò di scatto, allontanandosi di qualche passo da Zoro. Non lo guardò direttamente. Continuava a tenere lo sguardo basso.

“È tutto vero.” - si limitò a sussurrare Nami con voce flebile.

Non riusciva a guardarlo davvero. Stava cercando di trattenere le lacrime dal momento in cui Zoro aveva riaperto gli occhi. Aspettando che si risvegliasse, le era sembrato di sprofondare in un abisso fino a sentirsi mancare il respiro. In quel momento tutta la tensione accumulata in quelle ore era sul punto di esplodere. Non voleva che gli altri la vedessero così, tanto meno Zoro.

“Ci sarà tempo per discuterne. Ora lascia che Chopper ti visiti” - aggiunse con voce greve, per poi andare via velocemente.

“Hei Nami, dove vai?” – urlò Brook ma non ricevette alcuna risposta.

Nami si allontanò correndo da quella stanza, da Zoro. Si sentiva talmente sopraffatta da aver bisogno di mettere delle distanze. Aveva bisogno di tempo e calma per riflettere.

Correndo più veloce che poteva, urtò di colpo qualcuno. Era Hiyori. Si fermò di colpo.

“Scusami, non ti ho vista.”  - si scusò velocemente Nami.

Hiyori guardò il volto di Nami segnato dalle lacrime e si paralizzò all’istante. Un’espressione disperata iniziò ad apparire sul viso della principessa.

“No, non è come pensi. Si è svegliato.” – esclamò subito Nami, rendendosi conto della reazione di Hiyori vedendola scappare in lacrime.

Si allontanò di corsa. Hiyori non capì cosa fosse successo a Nami ma in quel momento la sua mente e il suo cuore le parlavano solo di Zoro. La sua espressione di angoscia si trasformò ben presto in pura felicità. Zoro si era finalmente svegliato.

 
*
 
 
Nami si allontanò il più possibile. Si fermò ad un certo punto del corridoio, rendendosi conto che non sapeva dove andare. In effetti non aveva una stanza né sapeva dove alloggiasse Robin. Dopo la tempesta si erano trasferiti nella nuova ala ma lei era rimasta con Zoro.

Sbuffò amareggiata. Rimase immobile in un punto del corridoio. Si guardò intorno, cercando di orientarsi. Quando si voltò, si vide riflessa in uno specchio che decorava una delle pareti di una stanza lasciata aperta. Aveva il volto arrossato, ancora segnato dalle lacrime.

Che sto facendo? Si chiese Nami, accarezzandosi il viso.

Si voltò dalla parte opposta. Scostò appena il pannello ed uscì sotto il porticato. Decise di fare una passeggiata nel giardino, cercando di calmarsi.

Imboccò un vialetto che diveniva sempre più stretto, fiancheggiato da alti arbusti dagli esili rami che pendevano sotto il peso delle foglie e dei fiori.

L’aria era impregnata di un profumo dolcissimo. Lì sotto non filtravano i raggi del sole, per cui la temperatura era leggermente più fresca. Nami ebbe un brivido di freddo. Provò a riscaldarsi, stringendosi tra le braccia.

Più avanti intravide la fine del vialetto, segnata da un piccolo arco di legno, intorno al quale si intrecciavano delicati gigli lilla. Oltre vide una superficie d'acqua. Si avvicinò, scoprendo un piccolo laghetto dalle acque cristalline, rischiarate appena dalla luce filtrante del sole.

Nami si sedette lungo la riva, immergendo le mani nell'acqua e rinfrescandosi il viso.
Una piccola farfalla si posò delicatamente sulla sua spalla. Se ne accorse riflettendosi nello specchio d'acqua. Sorrise ammirando quell’essere così delicato e fragile. Rimase lì ferma a contemplare il paesaggio davanti a lei, sentendosi per un breve lasso di tempo parte di qualcosa di grande e meraviglioso.

Tuttavia quello spettacolo di pacifica bellezza le mosse una profonda malinconia che sembrò risalire dalle viscere talmente veloce che si ritrovò improvvisamente a piangere.

Quando Zoro si era risvegliato, emozioni contrastanti erano implose dentro di lei. Aveva provato a gestire l’ansia e la tensione ma adesso non ne era più in grado. Sentita di aver perso ogni forma di controllo.

All’improvviso una mano le fioccò davanti in un minuscolo vortice di petali rosa. Quella mano le asciugò con gentilezza il volto. L’aveva subito riconosciuta.
Nami si girò e vide Robin che le sorrideva affettuosamente. La vista dell’amica scatenò un pianto a dirotto. Sentiva di non potersi trattenere oltre.

Robin le si avvicinò, si sedette accanto a lei e la abbracciò.

“Piangi pure! E’ stata una notte tremenda!” - disse Robin mentre accarezza Nami tra le sue braccia.

“Pensi che Zoro sia fuori pericolo?” - le chiese Nami.

Robin esitò per qualche secondo. Stava riflettendo. Nami la conosceva fin troppo bene. L’archeologa non era solita dare risposte affrettate di cui non fosse convinta a pieno. Parlava poco e quando parlava era certa di quello che diceva. In questo assomigliava molto allo spadaccino.

“Quello che è successo a Zoro è in apparenza inspiegabile. Chopper non sa trovare una valida motivazione medica così come gli altri medici di corte. Ciò che per me è ancora più misterioso è il vecchio Kozuki.” - aggiunse Robin. Fissava un punto indefinito di fronte a lei, completamente assorta nel suo ragionamento.

Nami aspettava in silenzio, sicura che Robin avrebbe condiviso con lei le sue considerazioni.

“Stanotte non me ne sono stata con le mani in mano. Io e Brook siamo andati nella biblioteca reale. Abbiamo cercato ovunque ma non abbiamo trovato niente, se non un testo antico che accenna soltanto alla leggenda della luna rossa. Rimanda ad un manoscritto contenente tutta la storia. Ovviamente non ce n’è traccia.” - spiegò Robin.

“Cosa?” - esclamò sconcertata Nami, tirandosi su a sedere e guardando in faccia l’archeologa.

“Non credo proprio che sia un caso. Comunque la leggenda recita così: sotto la luna fiammeggiante il valoroso samurai brandì la sua antica lama.  Perì il nemico ma il samurai cadde a terra ferito. Discese in terra il dio della morte decretando la terribile sorte. Si oppose il samurai all'ineluttabile destino e ripercorse a ritroso il cammino dalla morte alla vita, guidato da un’anima ardita.” - concluse Robin.

“Sembrano esserci davvero delle affinità con quello che è successo a Zoro. Ma cosa significa? Gli altri lo sanno?” - chiese impaziente Nami.

“Per il momento solo io, Brook e Franky. Dobbiamo scoprire di più. Il vecchio non ci dirà nient’altro oltre a quello che ci ha già raccontato.” - riflettè Robin.

“Credi davvero ci sia un nesso?” - domandò incerta Nami.

“Non lo so ancora ma al momento non abbiamo altre strade. Controllerò anche nelle biblioteche locali. Tra due giorni ci sarà una grande festa nella capitale. Tutta la famiglia reale sarà impegnata nei festeggiamenti in giro per il paese. Potrebbe essere l'occasione giusta per fare una capatina negli alloggi di Kozuki. Chissà che non abbia nascosto il manoscritto.” - disse Robin, spiegando il suo piano.

“Perché accennare una storia e poi nasconderci i dettagli? Il vecchio è cambiato nei nostri confronti. È sempre stato disponibile e adesso sembra trattarci con diffidenza.” - disse Nami pensierosa.

“Proveremo a scoprirlo.” - la rassicurò Robin.

Nami restò in silenzio, provando ad elaborare tutte quelle informazioni ed ipotesi. Non poteva fare a meno di pensare alle parole di Zoro una volta risvegliatosi.

“A che stai pensando?” - chiese Robin.

“Quando Zoro si è svegliato ha detto: sono tornato. Cosa intendeva? Dice di non ricordare nulla dallo scontro con King.” - disse pensierosa Nami.

“Forse non ricorda ancora. Adesso però ciò che conta è che si riprenda e soprattutto che elabori quanto è successo. Non lo farà mai vedere ma ha bisogno di noi.” - disse Robin.

Nami si sentì finalmente rincuorata. Parlare con Robin le trasmetteva sempre sicurezza e coraggio. Nonostante il suo umorismo a volte alquanto sinistro, riusciva sempre a farle vedere il lato positivo nelle situazioni più critiche. Adorava la sua lucidità di pensiero e la sua vivida intelligenza.

“Comunque adesso va meglio?” - chiese Robin, guardandola con tenerezza.

“Sì, avevo bisogno di sfogarmi un po’.” – disse imbarazzata Nami.

“Mi ha chiesto di venirti a cercare, sai?” - le disse Robin, scrutando con attenzione la reazione della navigatrice.

“Eh? Chi?” - domandò Nami, fingendo ingenuamente di non aver capito mentre giocherellava con un sassolino tra le mani.

Robin non rispose. Si limitò ad incrociare le braccia e guardarla fissa.

“Pensi davvero di poter mentire con me?” - chiese Robin, scoppiando a ridere.

“Comunque ha detto che eri strana e voleva essere sicuro che stessi bene. Beh, ti avrei comunque cercata visto il modo in cui sei scappata ma Zoro mi ha anticipata.” - le spiegò Robin, con un pizzico di ironia nella voce.

Nami non se lo aspettava. Si sentì subito avvampare. Sentiva di nuovo quella forte sensazione crescerle nel petto. Ripensava alla notte passata accanto a lui, alle sue domande e ai suoi turbamenti. Si era addormentata sperando che al risveglio queste sensazioni potessero sparire Invece le sembravano sempre più intense e difficili da gestire.

“Ha detto altro?” – chiese Nami con un filo di voce, fissando il sassolino che teneva tra le mani.

“No, non mi sembra. Quando sono andata via Usop gli stava spiegando per filo e per segno tutto ciò che è successo. Sai com’è? Lo nasconde bene ma credo che sia rimasto molto turbato. D’altronde il nostro capitano non spicca per le mezze misure!” – aggiunse Robin sorridendo.

“Già! Esattamente il motivo per cui Zoro ha chiesto direttamente a lui! - disse Nami con aria rassegnata, pensando alla schiettezza ingenua di Rufy.

“Forse è meglio così. Almeno Zoro sa cosa è successo e sarà preparato se dovesse sentire che qualcosa non va.” - disse Robin seria.

“Chopper lo ha visitato?” – chiese Nami.

“Sì, ritiene che Zoro stia tutto sommato bene. È estremamente debole e questo gli causa delle fitte alla testa tutte le volte che prova a muoversi ma pensa che sia assolutamente normale e nelle prossime ore andrà sempre meglio.” – disse Robin.

“Ho incontrato la principessa mentre andavo via.” – disse Nami, senza aggiungere altro e sperando che Robin le desse dettagli.

“Sì, ci ha raggiunti. Beh puoi immaginare quanto fosse felice. Non credo che Zoro se ne libererà tanto facilmente!” – disse pungente Robin, sperando di provocare una reazione nella navigatrice.

Invece Nami non disse nulla. Rimase in silenzio, fissando una leggera increspatura nell’acqua provocata dal volo di una libellula.
Robin sembrò capire perfettamente il significato del suo silenzio. Aveva certamente toccato un tasto dolente.

“Prenditi tutto il tempo che ti serve. Per il momento possiamo tirare un bel sospiro di sollievo.” - disse Robin.

Chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni il profumo delicato dei fiori e lasciandosi scaldare dai flebili raggi di sole che attraversano le folte chiome degli alberi circostanti.

Nami la guardò con ammirazione. Robin sembrava una dea. La sua bellezza eterea e il suo spirito saggio si incastonavano perfettamente in quel luogo così quieto e taciturno, quasi ne fosse la sua naturale estensione.

“Posso dormire da te questa notte?” - chiese ironicamente Nami.

“Mmm…ci penso!” - scoppiò a ridere Robin, continuando a lasciarsi scaldare dal dolce tepore dei primi raggi di sole.

La navigatrice seguì il suo esempio. Lasciò cadere il sassolino tra le mani. Chiuse gli occhi e si rivolse al sole, inebriandosi del suo calore. Per un momento la sua mente fu sgombera da paure e dubbi.
 
 
 
 
 
   
 
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