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Autore: Nefertari17    13/04/2024    0 recensioni
Katsuki ha una vita fatta di razionalità e dedizione al suo ruolo di eroe, non ha mai dato peso e valore alle emozioni. Dafne si è sempre sentita fuori posto e quando si ritrova in una nuova città, la sua vita fatta di addestramento e controllo viene sconvolta dallo scontro con chi mai avrebbe voluto incontrare. Impareranno che le certezze si possono modificare e che a volte basta uno sguardo o un odore per essere travolti in una spirale di sentimenti.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio. Dafne si trovava in un posto completamente bianco, ogni cosa era candida, un ambiente che scaldava e tranquillizzava.

Era serena, fece un lungo respiro e si abbandonò a quella sensazione.

Aveva superato il limite e il corpo aveva ceduto ma aveva vinto la sua sfida, con il suo quirk, con le sue paure, con il dottor Kendo.

Il pensiero volò verso Katsuki, quanto gli sarebbe mancato! Scontrarsi con il dottor Kendo era stata la sua battaglia finale e in quel momento pur di salvare Katsuki si era spinta oltre. Il potere dentro di lei era stata una piena catastrofica, libero di uscire aveva travolto ogni cosa dentro di lei, decisa a manifestarlo completamente aveva sconquassato quella che incontrava. L'aveva sentito quell'incrinarsi di ossa e quell'esplosione degli organi interni. Non era stato doloroso in quel momento. Ma era stato come se da lei fosse fluita tutta la sua energia vitale e l'avesse scaricata completamente, lasciandola senza forze.

E ora che tutto era finito i suoi ricordi li avrebbe custoditi per sempre o sarebbero scomparsi nell'oblio?

Sapeva che la scelta di combattere fino allo stremo poteva dire morire ma era stata un'opzione ben accetta perché in quel momento si sentiva leggera, libera, in pace. Non aveva più la sensazione che dentro di lei ci fosse qualcosa che si muoveva come un flusso costante che le attraversava il corpo rendendola costantemente tesa. Poteva sembrare egoista perché non si stava preoccupando di chi aveva lasciato ma il suo disagio era stato troppo grande e aveva condizionato la sua vita fino a che , per grazia di qualcuno, le era stato concesso di conoscere cosa fosse l'amore di un padre, degli amici e di una persona che avrebbe contato più di tutti. E ne era felice. Non era stata una vita completamente solitaria.

In quel candore in cui si trovava era come essere in un posto ricoperto di neve, l'ambiente quasi luccicava come se il manto di neve fosse abbracciato dalla luce del sole. Una voce in lontananza chiamava il suo nome a ridestarla dai suoi pensieri. Usciva da un'immagine che tremolava davanti a lei, contorni sfumati di una figura che si faceva sempre più delineata, come quando si cerca di aprire gli occhi dopo una dormita e si prova a mettere a fuoco quello che si ha davanti.

“Mamma!”

Akiko si palesò davanti gli occhi di Dafne

“Tesoro mio, il tuo è stato un percorso tortuoso ma non volevo arrivassi a questo!”

“Va bene così mamma. Ora sono libera e quello che ho vissuto in questi ultimi anni è stata la migliore vita che potessi immaginare”

Dafne e la madre si abbracciarono. Le era mancata tanto e sentirsi al sicuro tra le braccia della madre ingigantiva la sua sensazione di tranquillità. Ma Dafne aveva ancora alcune domande a cui serviva una risposta. Si slacciò dall'abbraccio e con occhi bassi le rivolse quello che tarlava nella sua mente da quando aveva ricordato gli esperimenti

“Che cosa mi hanno fatto di preciso, mamma?”

“Di nascosto leggevo i risultati delle ricerche. Ti hanno impiantato diversi quirk per arrivare ad un composto ricavato dal tuo sangue che permettesse di avere un siero per fare in modo che i quirk non abbiano più effetti collaterali. In primis lo scopo era permettere al dottor Kendo di migliorare il suo ma l'obiettivo finale era quello di diffonderlo su vasta scala. Hanno sfruttato il tuo quirk di manipolazione dell'energia impiantando un quirk di tipo fuoco, senza le limitazioni che comporta un quirk di questo tipo. Non c'erano rischi di un surriscaldamento del corpo perché lo avresti alimentato in modo psichico. Ti cancellavo i ricordi ma le droghe che mi davano disturbavano il mio quirk, cominciavo a dimenticare anche io, interferivano con i miei neuroni. Per questo il mio quirk ha solo nascosto i ricordi, non potevo agire in modo più profondo, avevo paura di crearti problemi permanenti al cervello.

Per evitarti cicatrici sul corpo attivavano ogni volta il quirk di rinnovamento cellulare facendo in modo che incanalassi energia esterna, lo hanno sempre indotto quindi non puoi utilizzarlo a tuo piacimento”

Dafne era rimasta con lo sguardo rivolto verso il basso ad ascoltare le parole della madre che però aveva un tono tranquillizzante. Lei aveva assistito agli orrori a cui era stata sottoposta e non le aveva mai fatto pesare la condizione in cui si trovava.

“Tesoro mio, hai salvato tutti. Se non avessi manifestato quel potere da bambina ti avrebbero portato via”

“Ma ho ucciso delle persone”

“Ti sbagli Dafne, quelli che vennero a prenderti avevano fatto irruzione con un'altra squadra e ucciso tutti gli scienziati del laboratorio compresi i tuoi nonni. Hanno fatto sparire tutti quelli che potevano essere a conoscenza degli esperimenti. Non è stata colpa tua”

Un altro peso che scivolava via. Ora era tutto finito e stava...bene.

Il sorriso di Akiko era scintillante. Trasmise a Dafne tutto il suo amore per lei. Si presero per mano e attraversarono un tunnel bianco, una porta anch'essa bianca le separava da quello che c'era oltre. Dafne la spalancò e il sole le scaldò il viso. Il pensiero tornò su Katsuki gli augurò di andare avanti con la sua vita per far splendere la persona che era davvero.

 

Tre anni dopo

 

Katuki si era recato al conbini vicino casa per recuperare gli ingredienti per preparasi un katsudon. Odiava quelli precotti e quelli dei ristoranti quindi quando poteva preferiva prepararselo per conto suo. Aveva indossato il solito berretto nero calato fin quasi al naso e una felpa con cappuccio che lo faceva sembrare un delinquente ma almeno così la gente gli stava alla larga. Non era facile andare in giro senza che qualcuno lo fermasse ora che era diventato l'eroe Numero Uno. Aveva lavorato sodo e si era distinto in tante missioni. Sulla sua testa pesava il vessillo del sacrificio. In ogni impresa non si risparmiava, si immolava per la causa e gli era costato anche due dita della mano sinistra, un rene e una volta aveva rischiato anche un occhio: la cicatrice che gli attraversava mezza faccia ne era la prova. Aveva cambiato il suo obiettivo: non voleva essere il migliore per superare gli altri ma per salvare tutti. Non era riuscito a salvare la persona che aveva amato e questo lo aveva spronato a diventare un eroe migliore. Era diventato il Numero Uno l'anno prima e il nerd ne aveva approfittato per prendersi un periodo di riposo: pensare al marmocchio che era arrivato dopo il matrimonio era diventata la sua priorità. Alla fine anche il nerd lo aveva abbandonato al suo destino. Superare la morte di Dafne affogandosi nel lavoro era stata la scelta più sensata per lui anche se aveva voluto dire ridurre al minimo le interazioni sociali. Però la gente lo amava lo stesso. Dafne gli aveva insegnato ad esprimere le sue emozioni e anche se la rabbia era sempre quella dominante, si era lasciato andare anche ad altre tipi di sentimenti. La gente lo aveva visto preoccupato, fragile e sconvolto e questo aveva innescato nella folla la consapevolezza che lui fosse più umano di quanto immaginasse. Lo stuolo dei suoi sostenitori era aumentato quando avevano visto in lui il connubio tra l'eroe e l'uomo. Non aveva paura né dei nemici né delle debolezze umane.

Aveva pagato alla cassa e stava uscendo dal negozio con la busta della spesa in una mano quando un uomo gli sfrecciò davanti correndo. Aveva messo i piedi fuori dal locale quando un movimento d'aria al lato sinistro lo fece mettere sull'attenti.

Girò il volto verso quel lato e due occhi marroni si piantarono nei suoi

“Merda, spostati”

La figura sbraitò contro di lui gesticolando come se scacciasse zanzare intorno. Con i pronti riflessi che si ritrovava, Katsuki fece un passo indietro per evitare la pazza che gli veniva contro che inciampò tra i suoi piedi e si trascinò anche la busta della spesa alla quale si era assurdamente aggrappata. Rovinò a terra con un tonfo incoerente rispetto alla mole che si trovava. Rimase un attimo spiattellata sull'asfalto imprecando sottovoce parole incomprensibili. Mosse primo un braccio poi l'altro sembrando una specie di marionetta che provava a rimettersi sulle gambe.

Si voltò furibonda verso di lui incollando nuovamente gli occhi nei suoi e sbuffando pesantemente dalle narici.

“Razza di idiota”

Era una ragazza quella che gesticolava davanti la sua faccia. Lunghi capelli scuri le imbrattavano la faccia, con una mano lei se li lisciò all'indietro lasciando scoperto un viso adirato ma delicato.

“Mi hai fatto lo sgambetto di proposito?”

“Se non ti reggi sulle gambe non è colpa degli altri, l'idiota sarai tu!”

Lei cambiò espressione in sorpresa non aspettandosi quella risposta e rimase zitta.

Katsuki gli rispose senza perdere la calma, il tono di quella voce gli strideva nelle orecchie e voleva tornarsene a casa ma si accorse che la sua spesa era sparsa per strada. Il sangue gli andò al cervello.

“Come altro dovrei chiamarti visto il disastro che hai combinato?”

Lei si guardò intorno, per un attimo sembrò mortificata ma disse

“Se non fossi stato sulla mia strada non sarebbe successo nulla e non avrei perso di vista quel dannato ladro”

La parola ladro fece drizzare l'attenzione di Katsuki

“Quale ladro?”

“Quello che ti è passato davanti un attimo fa. Oh sono ancora in prova e sono già al secondo errore. Il capo mi ucciderà”

Sospirò abbattuta l'ultima frase continuando a gesticolare con le mani.

Katsuki guardò la figura che gli era davanti, c'era qualcosa nei suoi movimenti che catturava l'attenzione. I capelli sventolavano intorno come fili indomabili; camminava avanti, indietro, destra e sinistra in un percorso immaginario; aveva i jeans strappati all'altezza delle ginocchia probabilmente per la caduta di prima. Lei di colpo arrestò il suo vorticare in tondo che stava diventando fastidioso e lo squadrò dalla testa ai piedi con fare indagatore.

“Tu perché te ne vai in giro conciato così? Che hai da nascondere?”

Si stava avvicinando di soppiatto come un felino e gli si piazzò davanti a gambe divaricate e le braccia incrociate in attesa di una risposta. Era abbastanza alta, li separavano una decina di centimetri e da sotto la visiera del cappello i suoi occhi furono catturati dalla cicatrice che aveva su una guancia.

“Non sono cazzi tuoi. E non devo venirlo a dire proprio a te”

“Sono la responsabile di questa zona e....o meglio dovrei esserlo. Sono ancora in prova e se non faccio un'altra cavolata... Ad ogni modo i villain come te li conosciamo bene noi eroi”

Katsuki sobbalzò. Ma per chi l'aveva preso! E lei si era spacciata per eroe ma per favore!

“Tsk, mi auguro che il tuo capo sia uno con le palle e ti faccia fuori subito, se lo fossi io non ti avrei nemmeno fatto entrare in agenzia solo guardandoti”

Lei spalancò gli occhi per la frecciata ma in modo repentino si mosse di lato e girandogli intorno gli sfilò cappuccio e berretto mettendo a nudo la sua faccia alla luce del lampione. Katsuki stava bollendo di rabbia, quella sottospecie di idiota aveva smascherato il suo travestimento, per fortuna data l'ora tarda e la zona poco affollata nessuno passava di lì e avrebbe potuto riconoscerlo. Lei si coprì la bocca con entrambe le mani e i suoi occhi si ingigantirono sprizzando gioia.

“Porca paletta. Ho davanti l'eroe Dynamight. Non ci credo, sto sognando!” e si tirò un ceffone da sola.

Katsuki era rimasto immobile, disorientato dalla reazione di quella strana ragazza.

“Ora che hai capito chi sono mi vuoi dire chi cazzo sei tu?”

“Hai ragione, vero” E aveva fatto ripartire il suo gesticolare.

“Mi chiamo Yasmin Abe, sono nata in America ma la mia famiglia è originaria del Giappone ed io ho sempre amato gli eroi giapponesi. Mi sono laureata in Scienze internazionali ma la mia vocazione non era quella di lavorare come funzionario governativo ma di aiutare la gente direttamente sul campo. Tu mi hai ispirato così mi sono iscritta alla scuola di eroi. Ho preso la licenza l'anno scorso insieme ai ragazzini del corso. Penso di essere l'unica del mio genere. Il mio sogno era venire in Giappone. Sei stato sempre il mio preferito: adoro i tuoi modi bruschi e il fatto che non hai peli sulla lingua. Ad essere carini ci si rimette sempre, la gente non ti prende sul serio. Adesso sono in prova all'agenzia Todoroki da una settimana”

Quella ragazza gli aveva spiattellato la sua vita in un nanosecondo, parlando a raffica senza nemmeno prendere fiato, guardandolo dritto negli occhi che gli brillavano per l'entusiasmo. Non aveva incontrato nessuno che fosse così trasparente e genuino ma soprattutto così...folle.

“Non ti ho mica chiesto di raccontarmi la tua vita e poi da come parli sembra che sia un vecchio”

“Beh sei più grande di me di cinque anni, potrei chiamarti tranquillamente Onii-chan” e scoccò una sonora risata divertita da rimbombare nel vicolo in cui si trovavano. E la sua risata era contagiosa, Katsuki si ritrovò ad alzare un angolo della bocca senza nemmeno rendersene conto.

“Piantala. Perché hai scelto l'agenzia di Ghiacciolo caldo?”

“Ho pensato che per iniziare era meglio, non potevo certo fare richiesta nella tua. Sarebbe stato troppo imbarazzante se avessi fallito la prova!”

“Non ti sembra sia stato più imbarazzante inciampare nei miei piedi?”

Lei rimase a bocca aperta e un'espressione di panico si stampò sulla sua faccia. Riusciva a cambiare i tratti del viso in un attimo riflettendo l'emozione del momento e solo quando si guardò intorno realizzò di aver disseminato per strada dei prodotti alimentari.

“Sono davvero dispiaciuta, ti ho massacrato la cena”

Un inchino goffo accompagnò le sue parole. Quella ragazza era uno spasso: non aveva paura di sembrare imbranata, quello che pensava lo diceva senza mezzi termini e aveva cambiato l'atteggiamento di sospetto in adorazione appena aveva capito chi fosse.

“Ti offrirò la cena per sdebitarmi”

Lei rialzò la testa e lo guardò dritto negli occhi rimanendo in silenzio. Due iridi marrone scuro lo tenevano incollato immobile dov'era.

“Scordatelo. Sei un'assistente di Mezzo Mezzo, non mi mischio con certa gente”

“Allora facciamo una gara: chi arriva prima al ladro sceglie la penitenza. Se vinci tu potrai umiliarmi come ti pare ma se vinco io ti offrirò la cena più dolce del mondo”

Gli stese la mano per sancire quell'accordo e in quegli occhi lesse determinazione e grinta, aveva nuovamente cambiato espressione. In un'unica persona potevano coesistere tutte quelle emozioni in una volta?

Vedendo che esitava lei abbassò la mano e continuò

“Ho appiccicato un trasmettitore a quel ladro quindi parto in vantaggio ti va bene lo stesso?”

Lei si posizionò al suo fianco su una linea di partenza immaginaria e continuava a guardarlo in attesa che parlasse.

“Quando mi ricapita di poter cenare con il signor Dynamight! Non ti lascerò vincere tanto facilmente”

“Non chiamarmi signore non sono un vecchio, cazzo. E poi pensi davvero che tu possa battermi, pivellina. Sono il Numero Uno te ne sei dimenticata”

“Al tre” rispose lei

UNO

Katsuki si stava sfregando le mani che emettevano piccoli crepitii, aveva il corpo pronto a scattare, un piede leggermente più avanti dell'altro e le ginocchia flesse.

DUE

Portò le mani dietro la schiena per detonare un'esplosione e darsi slancio.

Ma lei scattò una frazione di secondo prima di annunciare il tre. Si era mossa in aria con un gran fragore, una detonazione era uscita dalla sue mani. Aveva un quirk molto simile al suo.

“Te l'avevo detto che non ti lasciavo vincere facilmente”

La raggiunse il secondo dopo e vedendo stampato sul suo viso un sorriso grande come la sua stessa faccia gli rimbombarono nella testa le ultime parole che gli aveva lasciato Dafne “Ama e lasciati amare”

Sorrise anche lui. Quella gara probabilmente avrebbe dato una nuova svolta alla sua vita.

Angolo autrice
Finalmente sono riuscita a dare un epilogo alla storia, avrò scritto questo capitolo quattro volte. Anche con un finale completamente diverso. Ho optato poi per un finale chiuso per Dafne che mettesse un punto al suo percorso e uno invece aperto per Katsuki che si merita davvero tutto l'amore del mondo.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto anche un solo capitolo, quelli che sono arrivati fino alla fine, chi ha classificato la storia come preferita e chi ha recensito.      
   
 
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