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Autore: Dalibali_00    14/04/2024    0 recensioni
L'identità è stata svelata. Chat/Adrien è ferito, il volto dietro quella maschera nera non costituisce più un segreto per la sua coccinella dai capelli corvini e mentre l'improvvisa sparizione del maestro Fu lascia questi giovani ragazzi senza alcuna possibilità di aiuto, Parigi non è mai stata così in pericolo e Papillon mai così vicino al suo obiettivo. Ma i sentimenti stanno nascendo potenti lasciando i nostri eroi più uniti di prima, ci sarà per loro ancora la fortuna di una seconda occasione?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: CHAT NOIR

 

Chat Noir era Adrien…

Adrien era Chat Noir…

 

Erano più o meno questi i pensieri che continuavano a girare e ripetersi come un mantra nella mente di Marinette dagli ultimi tre quarti d'ora, con gli occhi della giovane rivolti al soffitto.

 

Adrien e Chat Noir erano la stessa persona…

 

Si rigirò tra le coperte per la centesima volta, forse, e con le speranze di un sonno tranquillo e profondo ormai abbandonate del tutto.

 

Non poteva crederci, Adrien, il suo Adrien…

 

Beh non era propriamente suo, ricordò a sé stessa visto che ancora non era riuscita a dirgli quel che provava per lui, ma questo non significava che in futuro non avrebbero certamente avuto 3 bambini, una bellissima villetta in riva alla spiaggia e una cricetina che si sarebbe chiamata Mimì.

Com’era possibile che quel gatto, che aveva sempre la battuta pronta, arrogante, pieno di sé e che si credeva tanto carismatico fosse in realtà il ragazzo dolce, premuroso, gentile e così ben educato di cui si era follemente innamorata?

 

Era proprio vero che la maschera che portavano addosso concedeva loro una seconda identità, pensò.

 

Altro che seconda identità, una seconda personalità! Disse a sé stessa con rabbia e frustrazione mentre cambiava posizione ancora una volta tra le coperte.

D'altronde anche lei… chi mai potrebbe immaginare che l'eroina sempre pronta ad aiutare tutti, coraggiosa e sicura di sé fosse in realtà una ragazzina imbranata, piena di dubbi e domande sulla vita e incapace di dire alla persona di cui da anni aveva perso la testa che l'amava? Era ridicola…

 

Assolutamente ridicola, si disse ricordando le parole che era solita ripetere Chloé.

 

Ma questo non la faceva stare certo meglio!

 

Nessuno ci avrebbe creduto. Già, nessuno… pensò togliendosi le coperte, cominciava ad avere caldo…

«Marinette, stai bene?» domandò il suo dolcissimo kwami con cui ormai aveva stretto una profonda amicizia.

«No, Tikki!» si lamentò lei scuotendo la testa «Non riesco a fare a meno di pensare a…» un verso strozzato le fuoriuscì dalla gola e tornò a nascondersi sotto le coperte.

«Dovresti cercare di dormire» si preoccupò la kwami venendole vicino «domani sarà un'altra giornata e ti devi alzare presto che c'è la scuola…»

«Lo so, ma come faccio! I miei pensieri non vogliono interrompersi!»

«Non ha senso continuare a torturarsi su questo ora, vedrai che tutto si sistemerà, troveremo un modo!»

«Tu dici?» chiese lei speranzosa riemergendo dalle coperte.

«Ma certo!» esclamò la kwami riservandole un sorriso meraviglioso «Ad ogni cosa c'è rimedio al mondo! Solo alla morte non c'è più speranza, vedrai che troveremo una soluzione! L'importante è non perdere la testa e non dare modo a Papillon di vedere le nostre debolezze.» Le parole della kwami l'avevano in parte confortata regalandole la speranza che non tutto era perduto.

«Hai ragione, Tikki!» disse con sguardo più determinato «In fondo io sono Ladybug, per me nulla è impossibile!»

«Giusto, ben detto!» esclamò la kwami molto più contenta.

Un lamento però sfuggì subito dopo dalle labbra della giovane «Ah… ma mi sentirò parecchio imbarazzata la prossima volta che rivedrò Chat Noir… o Adrien! Se ripenso a tutte quelle volte che mi sono comportata da stupida!»

«Sì» fece Tikki con sguardo tutto ad un tratto furbetto «ma lui non lo sa!»

«Hai ragione!» si risvegliò lei finalmente sollevata «È bello avere un'amica come te» disse prendendola tra le mani e portandosela al viso come per abbracciarla.

Finalmente, chiudendo gli occhi, al sicuro nel suo letto, riuscì a ritrovare un po' di quella pace che aveva perduto.

 

-*-*-

 

Il giorno dopo tuttavia non si sentiva affatto meglio: si era svegliata convinta di aver avuto un terribile incubo, ma quando si era guardata allo specchio e si era resa conto che gli accadimenti della notte prima erano invece pura realtà, si era sentita anche peggio.

Aveva due terribili occhiaie sotto gli occhi e le palpebre faticavano a stare aperte mentre la professoressa spiegava.

Prima che potesse rendersene conto la campanella suonò. Non aveva ascoltato una sola parola della lezione persa com'era nei suoi pensieri.

«Bene ragazzi, prima di andare ancora una cosa… c'è qualcuno che può portare gli appunti e i compiti che ho assegnato ad Adrien visto che è assente?» chiese la signorina Bustier a tutta la classe.

Già, l'assenza di Adrien era stata notata e non solo da lei: tutti sapevano che per Adrien venire a scuola era un modo per uscire qualche ora da quella gabbia di cristallo che aveva costruito attorno a lui suo padre, ed avere una vita normale con amici normali.

Questo però l'insegnante non poteva saperlo: sapeva solo che era un ragazzo diligente, ben educato e dedito allo studio, e che se era assente in classe voleva dire solo che era così malato da non poter venire.

«Alya? Puoi portarglieli tu?» chiese dopo aver fatto un giro con lo sguardo della classe soffermandosi su una delle ragazze che era solita sedere ai primi banchi.

«Purtroppo oggi non posso prof, pomeriggio sono impegnata, perché non chiede a Marinette?» chiese la ragazza con la risposta pronta abbracciando le spalle della sua migliore amica seduta a fianco a lei.

Marinette era ancora con un gomito sul tavolo a tenersi mollemente il mento sul palmo della mano e ascoltando quella conversazione solo a metà, ma al suono del suo nome fece un salto sul posto.

«Eh, cosa?»

«Marinette, saresti così gentile da portare gli appunti e i compiti per casa ad Adrien cosicché non rimanga indietro con le lezioni?»

«Io…» Marinette si guardò intorno vedendo i volti dei suoi compagni di classe, tutti che la guardavano… non aveva scampo, e in fondo perché no? Con questa scusa avrebbe saputo le condizioni di Adrien… «Certo» disse infine con un sorriso «glieli porto io…»

«Ottimo allora, potete andare»

Un gran trambusto di sedie spostate e zaini richiusi seguì a queste parole.

«Alya…» fece la ragazza in tono lamentoso all'amica poco dopo «ti devo chiedere un enorme favore…»

«Vuoi che ti dia i miei appunti di questa mattinata perché tu non hai seguito una sola parola…» disse lei senza tanto preamboli con lo sguardo di chi la sapeva lunga.

«Come fai a saperlo?!» chiese la ragazza strabuzzando gli occhi.

Alya rise divertita «Sveglia! Sono la tua migliore amica nonché futura giornalista ed investigatrice di fatti e notizie, vuoi che non mi accorga che la mia compagna di banco è stata con la testa altrove tutto il tempo?»

«Si vedeva così tanto?» chiese Marinette alzando la testa al soffitto «È che non sono riuscita a chiudere occhio stanotte…»

«Questo è evidente… hai delle occhiaie che farebbero invidia a un venditore di borse… piuttosto» cambiò discorso la ragazza verso una direzione che dava più soddisfazione alla sua natura da detective «che fine pensi che abbia fatto Adrien? È strano che non ci sia…»

«Chi, A-Adrien?» chiese Marinette ricominciando a balbettare e guardandosi attorno come un animale in trappola… non c'era verso, ogni volta che si parlava di Adrien, Marinette balbettava e si comportava in modo assai bizzarro.

Ma la sua migliore amica Alya si era ormai abituata da tempo a questi suoi comportamenti. D'altronde, tutti in classe sapevano che a Marinette piaceva Adrien, solo il diretto interessato non si era mai accorto di nulla.

«Sì, Adrien! Di solito non manca mai un giorno di lezione, qualsiasi cosa per sfuggire dalla sua agenda piena di impegni e dal padre che si ritrova… credi che gli sia successo qualcosa?»

«Io, n-no… e io come faccio a saperlo? Mica lo controllo giorno e notte!»

«Mmmh strano… tu sai sempre tutto di lui…» disse avvicinandosi a lei con sguardo indagatore e strofinandosi due dita sotto il mento.

A Marinette venne in mente un Alya con indosso un cappellino da cacciatore di quelli con la visiera piccola e una pipa in bocca alla Sherlock Holmes.

Scosse la testa.

«Non lo so, magari starà male… avrà la febbre»

«Già, può essere… allora quando andrai da lui mi dovrai riferire tutto delle sue condizioni» 

«Dici che mi faranno entrare?» chiese la ragazza speranzosa.

Alya alzò le spalle «Non lo so, ma tentar non nuoce.»

 

-*-*-

 

Marinette si trovava davanti al campanello di casa Agreste. Un dito sollevato sul citofono, improvvisamente colta dai dubbi. Fece un lungo respiro e suonò.

Una voce metallica le rispose dall'altro capo del citofono “Pronto?”

«Sono Marinette, ho i compiti di scuola per Adrien!» disse la ragazza alzando la voce per farsi sentire.

Una finestrella si aprì a lato della porta. “Lasciali qui” fu l'ordine perentorio della voce dall'altro lato.

Marinette rimase interdetta sentendo un po’ l'amaro in bocca: non poteva dire che non se lo era aspettato… doveva chiederlo? Ricordò le parole dell'amica: tentar non nuoce. Allora prese coraggio «Adrien… suo figlio, come sta? Oggi non è venuto…» disse immaginando di parlare con Gabriel Agreste, il padre di Adrien Agreste, noto stilista francese nonché pessimo padre.

Un breve momento di silenzio precedette la risposta “Non sono affari che ti riguardano”

Risposta laconica che da sola chiudeva per sempre il discorso. Marinette decise di non tentare oltre la sorte.

Mise le fotocopie che aveva fatto a scuola degli appunti e dei compiti assegnati nell'apertura e girò i tacchi senza salutare.

Avrebbe dovuto dire alla sua migliore amica, con il grande rammarico di lei certamente, che da quella breve visita non aveva cavato un ragno dal buco.

Ma lei era Ladybug e aveva sempre un altro asso nella manica. Sorrise soddisfatta a quell'unico foglio che aveva lasciato nel suo zaino.

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Capitolo un po' più lungo degli altri 😊

Marinette è confusa, le sue certezze stanno crollando, ma ha in mente qualcosa... chissà cosa combinerà? 🤔 Restate con me per il prossimo capitolo per scoprirlo!

Spero di essere riuscita a rappresentare al meglio lo shock e la perplessità che devono aver pervaso Marinette a questa enorme scoperta e a descriverle in modo realistico, magari come capitolo non era un granché come fatti ma è fondamentale per quello che avverrà dopo, e poi abbiamo così la possibilità di vedere la vita di Marinette di tutti i giorni... dal prossimo le cose cominceranno già a farsi più ineressanti, ve lo prometto... :-)
Mi devo scusare con voi però per il ritardo, so che dovevo pubblicare ieri ma il sito mi dava dei problemi e non riuscivo (cominciamo bene haha)

Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? Vi sta intrigando la storia? Fatemelo sapere nei commenti e non abbiate timore... anzi, mi interessa molto la vostra opinione e sarebbe utile anche per me per avere un riscontro sul mio operato haha ;-)

Au revoir, cari lettori!
Dalibali_00
   
 
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