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Autore: Roberta_70    15/04/2024    3 recensioni
In questa fan fiction cerco di raccontare un finale alternativo per i nostri Oscar e André. Cercando di non snaturare i personaggi e utilizzando anche alcuni dialoghi dell'anime ho provato a cimentarmi in questa impresa. Sono tre capitoli tutti collegati uno all'altro dove, partendo dall'episodio 38, metterò in evidenza romanticismo, comicità e azione. Ci sono molte trasposizioni dell'anime nel mio racconto. A voi trovarle. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Bernard Chatelet, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto era ancora avvolto nella foschia della notte, quando Bernard si fece strada tra le barricate per svegliare Oscar e gli altri soldati.  

Mancava poco all'alba e in lontananza si poteva già udire il rumoreggiare della gente, che si stava radunando nelle strade. 

«André, Oscar, svegliatevi! È quasi l'alba!» Disse Bernard scuotendo André. 

Era l'alba del 14 luglio 1789. 

André si svegliò all'istante mentre Oscar, ancora avvolta nel suo abbraccio, aprì gli occhi dopo qualche secondo. 

Nel frattempo, Bernard svegliò anche tutti gli altri e distribuì loro un po' di pane, per far sì che potessero mangiare qualcosa. 

Alain, che si svegliò poco prima che arrivasse Bernard, si diresse verso il comandante per ricevere ordini. 

«Buongiorno comandante! Ciao André! Credo che fra poco qua scoppierà il finimondo.» 

Alain non fece in tempo a pronunciare quelle parole, che una gran folla di persone urlanti si radunò nella piazzetta antistante la chiesa, dove la sera precedente Oscar e André avevano coronato il loro sogno.  

«Oscar! Tutti i parigini hanno un solo pensiero; armarsi in qualunque modo e resistere alle truppe reali. Tutte queste persone stanno per marciare verso il palazzo degli invalidi, per appropriarsi delle armi!» Disse Bernard, incalzando Oscar ad agire. 

Oscar prese posizione davanti ai suoi uomini e con voce ferma disse: 

«André, Alain e tutti voi amici! Fra non molto migliaia di persone marceranno verso il palazzo degli invalidi e poi alla Bastiglia. Dobbiamo cercare di restare uniti e dare sostegno in qualunque modo al popolo francese in nome della libertà! 

«Giusto comandante!» Dissero tutti insieme i soldati. 

«Bene! Abbiamo poco tempo! Avanti amici, dobbiamo unirci al popolo e procurarci armi e cannoni per assaltare la Bastiglia!» Urlò Alain 

«Si alla Bastiglia!» Urlarono tutti gli altri soldati unendosi al suo grido.  

In breve tempo la città fu attraversata da numerosi cortei. 

L'assalto al palazzo degli invalidi fu abbastanza rapido e permise agli insorti di entrare in possesso di 30.000 fucili e 12 cannoni. 

Nello stesso momento che Oscar e i suoi soldati assalivano il palazzo degli invalidi insieme al popolo, la gente di S. Antoine si dirigeva verso la fortezza della Bastiglia, per procurarsi la polvere da sparo custodita nei suoi magazzini. Lo scopo non era quello di assaltarla, ma di chiedere al governatore della fortezza di distribuire polvere da sparo, munizioni ed armi e ritirare i cannoni rivolti sulla città. 

La città di Parigi era praticamente ormai in mano ai rivoluzionari.  

Oscar e i suoi uomini, guidati da Bernard, si diressero insieme alla folla in direzione della fortezza, trascinando alcuni cannoni. Arrivarono davanti alla Bastiglia proprio nel momento in cui il governatore De Launay stava trattando con una delegazione di rivoltosi. 

Gli insorti, ai piedi della fortezza, gridavano a gran voce di arrendersi e di abbassare il ponte levatoio.  

«Avanti ragazzi portate i cannoni sotto la Bastiglia e metteteli in posizione!» Comandò Oscar  

«Va bene comandante!» Gli uomini di Oscar, aiutati anche dai rivoltosi, posizionarono i cannoni con la canna rivolta verso le torri della fortezza.  

Il governatore De Launay puntò anch'egli i cannoni sugli assedianti, ma garantì che non avrebbe sparato se non in caso di attacco. I rivoltosi non credendo alle parole del governatore si scagliarono contro la fortezza. In migliaia tentarono di scalare le mura che la proteggevano. La gente correva in tutte le direzioni e molti finirono anche nel fossato. 

André, che era vicino ad Oscar, cercò in tutti i modi di farle scudo con il suo corpo in modo che non fosse travolta dalla folla inferocita.  

«Amici tenetevi pronti!» 

«D'accordo comandante!» 

«Oscar cosa intendi fare?» Chiese Bernard.  

«Non appena il ponte levatoio verrà calato attaccheremo!» Disse Oscar. 

Poco dopo i rivoltosi riuscirono a calare il ponte levatoio e la folla avanzò fino al primo cortile della fortezza. 

«Avanti soldati! Caricaaa!» Gridò Oscar, sguainando la spada e spronando i suoi uomini ad attaccare.  

Oscar e i suoi soldati cominciarono a correre facendosi strada tra la gente. All'interno del cortile i rivoltosi erano riusciti ad introdurre anche dei carri pieni di paglia, a cui avevano dato fuoco. Il fumo rese la vista difficile e anche l'aria si fece via via sempre più irrespirabile. Alain e André, presi anche loro dalla battaglia, cercarono di aprirsi un varco tra i soldati, che erano a difesa della fortezza. 

Gli scontri si fecero sempre più cruenti, ma i rivoltosi riuscirono ad infrangere la prima linea di soldati. Alain accortosi che un soldato stava per colpire Oscar, lo infilzò con la sua baionetta. 

«Oscar non puoi continuare ad esporti in questo modo!!» Urlò André tirandola a terra e trascinandola sotto a un carro. 

La folla, sempre più numerosa, cominciò a premere per entrare anche nel secondo cortile. A quel punto De Launay diede ordine di aprire il fuoco. A seguito di quell'ordine, il fuoco dei soldati fu spietato.  Cominciarono a sparare sia dalle torri che dalle feritoie. 

«Dobbiamo ritirarci comandante o ci ammazzeranno tutti! Dobbiamo uscire e tornare ai cannoni. È l'unico modo che abbiamo per contrastarli!» Urlò Alain. 

«D'accordo facciamo sparare i cannoni!» Urlò Oscar con tutto il fiato che aveva in corpo. 

Oscar, André e Alain si unirono ai rivoltosi nella fuga i quali, scappando in modo scomposto, rischiavano di soccombere calpestati.  Era il caos totale. Oscar, nella fuga, venne separata dagli altri e si trovò faccia a faccia con tre soldati che le bloccarono la strada, mentre Alain e André riuscirono a trovare l'uscita trascinati dalla gente. 

«Alain! Dov'è Oscar! Non la vedo più!» Urlò André trattenendolo per un braccio. 

«Devo tornare dentro a cercarla!» Disse ad Alain con il terrore negli occhi. 

«Va bene André io cerco di tornare ai cannoni!» 

André, con il cuore che gli scoppiava nel petto, cercò di farsi strada tra la folla. Era come remare controcorrente. Il rischio di essere travolto e calpestato era altissimo, ma non poteva arrendersi. Doveva trovarla. 

Uno dei soldati spinse Oscar in una rientranza della fortezza, dove in quel momento c'era meno gente. 

«Con la vostra diserzione vi siete macchiato di tradimento e pagherete con la morte questo oltraggio!» Disse il soldato. 

Oscar e il soldato cominciarono a studiarsi, mantenendo sempre una certa distanza tra loro e puntando le spade a mezz'altezza. 

Il soldato fece un passo in avanti. 

Oscar alzò la spada davanti a lei caricando il colpo. 

Si scambiarono due fendenti che andarono a vuoto; poi il soldato, scartando alla sua sinistra, impattò contro la spada di Oscar. 

Oscar calò due colpi dall'alto che fecero indietreggiare il suo avversario. 

Forte di quel primo vantaggio, si spinse avanti con tutto il corpo per aggiungere peso alla forza dei colpi. 

Almeno una dozzina di fendenti tempestarono il soldato che fu costretto ad indietreggiare. 

La polvere che sollevò la gente in fuga e il fumo che si sprigionò dalla paglia bruciata, resero l'aria secca e faticosa da respirare. 

La gola bruciava e anche gli occhi si fecero rossi per il fumo. 

Il soldato tossì e Oscar ne approfittò per dare un affondo che per poco non penetrò nelle carni dell'avversario, costringendolo a spostarsi di lato. 

Avvantaggiata dal buon colpo messo a segno, Oscar non attese oltre e caricò, rovesciandogli addosso una serie di colpi a ripetizione e gridando ogni volta che la sua spada calava dall'alto, dal lato e dal basso. 

La spada dell'avversario parò la maggior parte dei colpi, fino al punto che si spezzò in due. 

Il soldato si ritrovò disarmato e ferito e abbandonò il duello. 

A questo punto anche gli altri due soldati si fecero sotto e, mettendosi in posizione di guardia, si scagliarono contro una Oscar ormai sfinita e sul punto di cedere. 

Le lame schioccavano come fulmini emettendo scintille. 

Uno dei soldati trovò un certo vantaggio e iniziò a colpire a destra e a sinistra con un ritmo incessante. 

Le spade mulinavano nell'aria ad una velocità che quando si toccavano creavano un rumore stridente. 

Oscar parava e schivava, senza fretta di attaccare. 

Uno dei soldati resistette meglio che poté, ma poi scivolò con il piede sinistro e rovinò a terra. 

La punta della spada toccò il terreno. Il braccio che lo sorreggeva era angolato così male, che tutto il fianco destro rimase scoperto pericolosamente. 

Nel mentre il terzo soldato, vista la superiorità tattica di Oscar, si diede alla fuga. 

Oscar alzò la spada per far cadere un fendente sull'avversario e chiudere definitivamente il duello, ma il soldato fece leva con la gamba destra e la caricò. 

La lama della spada entrò nella spalla destra di Oscar per quasi metà della lunghezza. 

Il sangue cominciò a uscire copioso dalla ferita e Oscar lasciò cadere a terra la spada. Ormai era priva di ogni difesa e protezione. 

 

Non lontano da loro sul terreno giacevano già diversi rivoltosi morti nel parapiglia della battaglia. Altri invece continuavano a fuggire senza prestare attenzione a quello che gli succedeva intorno, cercando di salvarsi la vita. 

André, che nel frattempo era riuscito a farsi strada e a rientrare nella fortezza, riuscì a scorgere Oscar ma era ancora lontano dal poterla raggiungere. 

«OSCARRRR!!» Gridò André con tutto il fiato che aveva in gola. 

Oscar non sentì l'urlo del suo André che la chiamava. 

Sentì solo il rumore di uno sparo partito dalle sue spalle. Lo scoppio le rimbombò nelle orecchie e le fece avvertire lo spostamento dei capelli dovuto al movimento dell'aria che il proiettile causò nello sfiorarla. 

Cadde a terra in ginocchio, priva di ogni pensiero e pronta al peggio. 

Il soldato, che le aveva puntato la spada per mettere fine alla sua vita, invece stramazzò al suolo davanti a lei, colpito in pieno petto dallo sparo. 

Oscar, ferita e tremante, si voltò indietro e vide l'autore dello sparo. 

«Girodelle voi!» Riuscì a malapena a sussurrare. 

«Oscar! Anche se i nostri ideali non sono i medesimi, non potevo permettere la vostra morte.»  

Dopo aver pronunciato quelle parole e vedendo André avanzare, Girodelle si diresse verso l'uscita e fece perdere le proprie tracce. 

André finalmente riuscì a raggiungere Oscar che nel frattempo cercava di tamponarsi la ferita alla spalla. 

«Oscar! Oscar, ma tu sei ferita! A un certo punto non ti ho più vista. Credevo di impazzire! Ce la fai ad alzarti? Dobbiamo uscire da qui!!» 

«André! Dove sono gli altri?» 

«Non ti preoccupare, sono già tutti fuori.» 

André aiutò Oscar ad alzarsi e insieme cercarono di guadagnare l'uscita. 

Riuscirono a varcare la soglia della fortezza a fatica. 

I cannoni, che erano stati posizionati prima dell'assalto, avevano cominciato a sparare in direzione della parte alta della Bastiglia. 

Pezzi di muro cadevano da tutte le parti. 

Alain incitava i suoi compagni a ricaricare i cannoni il più in fretta possibile, per non dare la possibilità agli avversari di una controffensiva. 

André portò Oscar al riparo dietro ai cannoni e si preoccupò di controllarle la ferita. 

Oscar, recuperato un po' le forze, si prostrò davanti ai cannoni e alzando la spada al cielo diede ordine di continuare a bombardare la Bastiglia. 

«Fuoco! Fuoco! Fuoco!» 

 

La forza sprigionata dalla deflagrazione dei cannoni fece sembrare la figura di Oscar come una Dea della guerra, con i capelli al vento e quel corpo esile che non temeva la morte. 

Il governatore De Launay fece rispondere al fuoco ordinando ai fucilieri di mirare su Oscar. 

Oscar, che continuò a incitare i suoi uomini a caricare i cannoni e a sparare, non si accorse del pericolo che stava correndo. 

«André stanno per sparare, fermalaaaa!!!!!» Urlò Alain con la forza della disperazione notando il riflesso del luccichio delle baionette puntate su Oscar. 

André, accortosi anche lui del pericolo, da dietro il cannone si lanciò su Oscar e con tutta la forza della disperazione le piombo addosso, facendole scudo con il suo corpo e riportandola al sicuro, proprio nel momento che i fucilieri scaricarono una serie di colpi a ripetizione. 

Rimasero a terra, mentre una nuvola di polvere li ricoprì totalmente. 

Alain urlò ai suoi compagni: 

«Distruggiamoliiii!!!» 

E diede ordine di continuare a bombardare la fortezza. 

André continuò a fare scudo col suo corpo a protezione di Oscar. 

L'attacco fu talmente incisivo che alla fine il governatore De Launay, dopo diverse ore di combattimenti, fece issare bandiera bianca. Nonostante l'arresa i rivoltosi lo catturarono e lo trascinarono per le strade di Parigi, dove trovò la morte. 

La Bastiglia, simbolo del mal governo dei Borboni, cadde sotto i motti rivoluzionari. Ora si apriva una nuova era per la Francia, fatta di difficoltà e incertezze ma con la speranza di una vita migliore. 

André e Oscar vennero circondati da tutti i soldati. Rimasero in silenzio fino a che non scorsero un movimento di André. 

André si rialzò; sembrava non aver subito ferite, se non delle escoriazioni dovute alla caduta. Aiutò Oscar a rimettersi in piedi e tutti le strinsero la mano ad uno ad uno per ringraziarla per come era riuscita a condurli in quella grande battaglia e per il suo valore militare. Alain, che aveva temuto per la sua vita nel momento degli scontri, si lasciò andare ad un fugace abbraccio con le lacrime agli occhi. Oscar non si tirò indietro e ringraziò Alain e tutti i suoi soldati per la loro devozione e per averla aiutata in quella difficile missione. 

Poi rivolgendosi ad André disse con un filo di voce. 

«André! Sono stanca. Ho bisogno di riposare! Ti prego portami via da qui!» 

Fece appena in tempo a dire quelle parole che perse i sensi cadendo tra le sue braccia. 

«Oscar!» 

«Comandante! Che vi succede!» Disse Alain. 

«Ma perde sangue!» Notò Bernard. 

«André vado subito a cercare il dottore tu intanto portala a casa da Rosaliè.» 

André e tutti i soldati portarono Oscar a casa di Bernard. 

Il dottore arrivò in breve tempo. 

La ferita fortunatamente non era grave, ma bisognava fare attenzione che non si infettasse visto che era abbastanza estesa. Il dottore ordinò riposo assoluto per almeno un mese, avendo trovato Oscar compromessa nel fisico, tanto che si prospettava anche il ricovero presso l'ospedale se non avesse accennato a dei miglioramenti. 

Per tre giorni interi Oscar rimase semi incosciente e febbricitante, per via della ferita che faticava a rimarginarsi. 

Rosaliè si prodigò a seguire tutte le indicazioni del dottore, facendo lavaggi accurati alla ferita e cercando di tenere bassa la temperatura. 

André non si dava pace per il rischio che aveva corso Oscar durante la battaglia e per la possibilità che non si riprendesse.  Non si staccava da lei notte e giorno. 

«André!» Chiamò Alain bussando alla porta della camera. 

«Posso entrare?» 

«Certo Alain, entra pure!» 

«Come sta?» 

Sono tre giorni ormai che è in questo stato di semi incoscienza.  

Ho paura Alain! 

Ho paura che possa morire! 

È tutta colpa mia.  

Non sono stato in grado di proteggerla. 

Non mi do pace per quanto è successo!» Disse piangendo André. 

«André! Hai fatto più di quello che ti era possibile fare. Vedrai amico che la tua Oscar supererà anche questa. Ha la corazza dura il nostro comandante. È una combattente! In ogni caso André bisogna che tu cerchi di reagire e soprattutto bisogna che mangi qualcosa, altrimenti quando la tua Oscar si sveglierà non ti riconoscerà più. Dai vieni di là con noi che Rosaliè ha preparato un brodo buonissimo e ha fatto anche un dolce. Ti stanno aspettando tutti. Resterò io qua a vegliare il comandante mentre tu mangi qualcosa!» 

André si lasciò convincere e si alzò per andare a mangiare qualcosa insieme agli altri. 

Proprio nel momento che stava per aprire la porta per uscire dalla stanza si sentì chiamare. 

«André!» 

Non era Alain che lo stava chiamando ma la sua Oscar che finalmente aveva ripreso conoscenza. 

André si precipitò da lei incredulo per quel miracolo e disse piangendo: 

«Sono qui Oscar! Finalmente ti sei ripresa!» 

«Andrè, non vorrai lasciarmi veramente qui con Alain?» Disse con voce flebile. 

André e Alain si guardarono con stupore negli occhi, poi Alain disse: "Hai visto André! Ci voleva il vecchio Alain per risvegliare questa donzella. Comandante sono scherzi da fare?  Ci avete tenuti incollati a voi per tre giorni e due notti!» 

«Alain, non è necessario che alzi la voce. Ti sento benissimo!» Riuscì a dire Oscar. 

«I miei poteri curativi sono conosciuti anche tra i nobili.» Disse ridendo Alain. 

 

«Ora vi lascio soli, ma André non dimenticarti il dolce di Rosaliè altrimenti poi dovrai fare i conti anche con lei! Ahahahah» Sghignazzò Alain, andando via traballante di gioia. 

«Oscar, amore mio! Sono stato tanto in pena per te. Ho temuto per la tua vita. Sono felice di vedere che stai un po' meglio. Fra poco sarà qui il dottore per visitarti. Sarà una sorpresa anche per lui vederti cosciente.» 

«Dimmi André! Stanno tutti bene gli altri vero?» 

«Certo Oscar! Nessuno oltre a te è rimasto ferito! Anche Simon e Antoin sono in via di guarigione.» 

«Sai André, quando ero all'interno della Bastiglia mi sono trovata a combattere contro i miei vecchi soldati della guardia reale. È stato Girodelle a impedire ad uno di loro di avere la meglio su di me. Spero che anche lui sia riuscito a salvarsi.» 

«Ora cerca di stare tranquilla. Devi riposarti, non ti devi affaticare! Ordini del medico!» 

André, dopo averle fatto bere un po' d'acqua, le diede un leggero bacio sulla fronte e aspettò che si riaddormentasse. 

Passò una settimana. Oscar riacquistò sufficienti forze per rimettersi in piedi e poter affrontare il viaggio che li avrebbe portati in Normandia. 

Il medico aveva ordinato ad André di portare Oscar in un posto tranquillo per la convalescenza, visto che era ancora molto debilitata. 

André si prodigò per preparare tutto il necessario per il loro trasferimento e una notte, insieme ad Alain e a Bernard, fece ritorno a palazzo JARJAYES per prendere un po' di effetti personali di entrambi e per portare via anche sua nonna, che sicuramente era in pena per loro. 

Arrivarono a palazzo in piena notte e la nonna, vedendo André, scoppiò a piangere per la contentezza di riabbracciarlo. 

«André! Finalmente sei tornato, ma cosa è successo? Dov'è Oscar? Perché non è con te? Sta bene? Se le è successo qualcosa farai i conti con me!» Disse la nonna ad André. 

«Stai tranquilla nonna, Oscar sta bene! Sono venuto qua per portarti via con me e per prendere degli effetti personali miei e di Oscar.» 

«André ma dove si trova Oscar?» 

«Madame, Oscar si trova a casa mia e di Rosaliè a Parigi e la sta aspettando.» Si intromise Bernard. 

«Voi chi siete?» 

"Nonna, lui è Bernard Chatelett ed è il marito di Rosaliè.» 

"Piacere di conoscerla, ma io voglio sapere della mia bambina!" 

“Nonna, non c'è molto tempo! Dobbiamo ripartire! Prepara le tue cose essenziali. Io, intanto, insieme ad Alain e Bernard preparerò le mie e quelle di Oscar.” 

«Il generale è in casa?» Chiese André alla nonna. 

“No, il generale è con il suo reggimento fuori Parigi. È da due giorni che manca da casa, non so quando rientrerà. La sera che avete lasciato il palazzo era sconvolto. Dopo aver letto la lettera di Oscar, piangendo, ha detto che non l'avrebbe mai perdonata.” 

«Ma che cosa è successo André!?» 

«Niente nonna, tu ti preoccupi troppo. Conosci bene il generale. A volte sa essere molto duro è vero, ma una cosa è certa; ama sua figlia profondamente e sono sicuro che le parole che ha detto erano dettate dallo sconforto e dalla rabbia del momento. Vedrai che molto presto riuscirà a fare pace con sé stesso e a riavvicinarsi ad Oscar.» 

«André, comincia a farsi tardi. È meglio se ci spicciamo prima che si faccia giorno!» Disse Alain. 

André, Alain e Bernard dopo aver preparato il necessario iniziarono a caricare tutto sulla carrozza per fare rientro a Parigi. 

«André! Ma non avevi detto a tua nonna di preparare solo l'essenziale? Se carichiamo tutti questi bauli sulla carrozza io e te dovremo sistemarci sul tetto!» 

«Che cosa avete da dire voi sciocco di un ragazzo!!» 

“Si vede che siete uno che non sa che cos'è l'essenziale!! Avanti caricate la carrozza altrimenti vi faccio assaggiare il mestolo! Ho cresciuto mio nipote a suon di mestolate e guardate come è venuto su bene!!” 

«Nonna calmati, Alain non voleva mancarti di rispetto!!» Disse André cercando di intromettersi nel parapiglia del momento. 

«Sta zitto tu! Con te faccio i conti dopo.» Disse con tono alterato la nonna. 

«Nonna per favore mentre io e gli altri finiamo di caricare la carrozza potresti lasciare questa lettera che ho scritto sulla scrivania del generale?» 

«Cosa? Hai scritto una lettera al generale?» 

«Si nonna e ti pregherei di non fare commenti. Ti spiegherò tutto sulla strada del ritorno.» Disse André con un certo imbarazzo. 

"Da qua! Ora la porto sulla sua scrivania ma bada André che se lo farai alterare poi sai cosa ti aspetta!» 

«D'accordo nonna. Stai tranquilla! Non è poi così importante quello che ho scritto.» 

La nonna si avviò per portare la lettera sulla scrivania del generale. 

«Certo che tua nonna non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.» Disse Alain con tono preoccupato. 

«Già, pensa che riesce a tenere testa anche al padre di Oscar.» 

«Eccola che torna! Sbrighiamoci André! Dopo essere uscito indenne dall'assalto alla Bastiglia non vorrei finire a tappeto a mestolate proprio stasera.» Disse con tono preoccupato Alain. 

I tre finirono di sistemare tutto e presero la strada per Parigi. 

Il viaggio si concluse senza disguidi di nessun tipo e la nonna poté finalmente riabbracciare la sua bambina. 

Tutto era pronto per lasciare Parigi ed era arrivato il momento dei saluti. 

Anche Alain e altri soldati decisero di seguire Oscar e André in Normandia. 

«Rosaliè, Bernard grazie per tutto quello che avete fatto per me e Oscar in tutti questi giorni. Ve ne saremo riconoscenti per sempre.» Disse André mentre stringeva loro le mani. 

Anche Oscar e gli altri si unirono ai ringraziamenti.  

Rosaliè, che considerava Oscar come una sorella maggiore, l'abbracciò e le donò un regalo fatto per onorare il loro matrimonio avvenuto in modo così sbrigativo e con pochi momenti celebrativi. 

«Oscar! vorrei porti un dono. Ho pensato, insieme a Bernard, di regalarti due tazze da thè in porcellana che sono a me molto care. Non so quando potremo rivederci ma spero che così avrai modo di ricordarti di me e Bernard quando avrai l'occasione di sorseggiare un thè sul terrazzo della villa come facevamo tanti anni fa quando passavamo lì l'estate. Ci mancherete moltissimo ma sono sicura che la distanza che ci separerà non farà mai venire meno l'affetto che proviamo per voi.» 

«Grazie di cuore Rosaliè! Questo regalo è bellissimo e porterò sempre nel cuore il tuo dolce viso. Ti voglio bene Rosaliè, abbi cura di te! A presto.»  

Un lungo abbraccio le unì. 

Poi Oscar e gli altri salirono sulle carrozze predisposte per la partenza e si avviarono verso una nuova vita. 

   
 
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