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Autore: The Lone Soldier    16/04/2024    0 recensioni
Deacon Smith è un ex soldato che combatté nella Prima Guerra Mondiale e avrebbe potuto evitare la seconda se avesse deciso di sparare ad un soldato tedesco che altro non è che Adolf Hilter, vivendo con sensi di colpa ed accuse che lo porteranno sulla strada della pazzia e della schizofrenia
Genere: Avventura, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Deacon venne trascinato per il corridoio tenuto per i capelli dall’uomo alto ed era così forte la sua presa che il prigioniero provò in tutti i modi ad aggrapparsi a qualsiasi oggetto, senza successo. Si fermò all’improvviso e mollò la presa sul prigioniero per aprire la cella dove lo avrebbe condotto ma quest’ultimo, facendo leva sui gomiti si alzò e provò a scappare correndo a piedi nudi per il pavimento. Arrivò davanti all’apertura della cella del corridoio e provò ad aprirla, scassinandola. Dall’altra parte si palesarono due uomini con un camice bianco e berretto nero, che non mostrava bene i volti. -Dove pensi di andare? – disse uno di loro. Prima che Deacon potesse rispondere il gigante l’acciuffò di nuovo per i capelli, lo tirò lontano dalla porta e lo colpì con un pugno sulla parte alta della testa, facendogli perdere i sensi. -Bravo Jonathan! – dissero, all’unisono, i due uomini in camice bianco. Costui, a quel punto, si caricò sulle spalle il prigioniero e a passo deciso lo portò nella cella, appoggiandolo sul pavimento e chiudendo l’entrata con una chiave in ferro. -Era ora! – disse, con tono deciso. Tornò sui suoi passi e percorse il corridoio delle celle. -La tua determinazione di perseguire scopi ignoranti mi fa rabbrividire, da un certo punto di vista, ma dall’altro mi stupisce. Caro Jonathan, ti diverti come un matto a far soffrire le persone! – Il gigante si fermò e sorrise. -Pittore fallito e pazzo che non sei altro, hai finito di parlare senza senso? Fosse per me brucerei questo posto oggi stesso e vi lascerei bruciare: siete inutili e non servite a molto! – Callum Martin si avvicinò alle barre dell’entrata della cella e il suo volto era sporco di pittura viola. -Io dico cose con senso. Io prevedo ciò che avverrà e so che quel poverino che hai portato ti ucciderà e lo farà con godimento e non si risparmierà! – Jonathan sferrò un colpo di manganello contro le sbarre e per poco non colpì sul volto Martin. -Stai molto attento! Di notte nessuno sorveglia il vostro sonno e potresti non risvegliarti. Ricordatelo bene! E quei disegni fanno pena: non sei un grande pittore, Callum Martin. Sei solo un fanfarone! – Il pittore applaudì. -Beata ignoranza! Quando starai per morire ti ricorderai le mie parole e penserai che avessi ragione! – Deacon, improvvisamente, si riprese e inveì contro Jonathan. -Ciò che ti farò sarà mille volte peggiore di qualsiasi cosa tu abbia visto! – Il gigante schiumò di rabbia ed era intenzionato a colpire di nuovo Deacon ma i due inservienti di prima corsero per fermare il loro collega. -Il Direttore ti vuole! – Jonathan annuì e lasciò perdere. -Ricordati che esistono tante versioni di noi e conosco molte cose e le tue, Jonathan, muoiono sempre e io e Deacon fuggiamo da questo posto, insieme! – Il gigante non ascoltò ma Deacon sì e si rivolse al pittore. -Di cosa si tratta? – Più tardi, nell’ufficio del Direttore dell’istituto, Jonathan era seduto sulla sedia di fronte alla scrivania di chi gestiva la struttura e si presentò un uomo minuto, stempiato, giacca e cravatta. Si sedette e prima che Jonathan potesse chiedere il motivo della visita entrò nella stanza lo stesso uomo che era presente alla taverna mentre Deacon uccideva l’oste di essa. -Chi è lei? – chiese l’inserviente. -Stia pure lì! – disse, con accento tedesco. -Il prigioniero che avete portato qui è prezioso, così come quel pittore, Callum Martin. Interessano al Reich per cui lavoro e, in particolare, a mio fratello Gerolf! –
   
 
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