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Autore: elenabastet    18/04/2024    2 recensioni
Dopo aver partecipato ai moti del 13 e 14 luglio, Oscar decide di tornare a casa con André che vuole chiarire alcune cose e non abbandonare sua nonna. Ma presto dovranno fare i conti con visite e confronti scomodi, mentre fuori tutto crolla e arriva il vento del Terrore e della Rivoluzione. In parallelo, una giovane donna con un segreto inquietante inizia un nuovo lavoro in un posto interessante ma che può crearle qualche problema.
Genere: Drammatico, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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LA SOGLIA

 

Rating: passione e amore con qualcosina di hot, paranormale, mistero

Fandom: Lady Oscar.

Note: dopo aver partecipato ai moti del 13 e 14 luglio, Oscar decide di tornare a casa con André che vuole chiarire alcune cose e non abbandonare sua nonna. Ma presto dovranno fare i conti con visite e confronti scomodi, mentre fuori tutto crolla e arriva il vento del Terrore e della Rivoluzione. In parallelo, una giovane donna con un segreto inquietante inizia un nuovo lavoro in un posto interessante ma che può crearle qualche problema. I cinefili riconosceranno qualche riferimento man mano che si andrà avanti.

 

Capitolo II°

André si stirò nel letto aprendo gli occhi: Oscar gli dormiva ancora addosso, proprio come quando erano bambini, ma con in più la consapevolezza dell’età adulta e dell’amore che li univa. C’era già una bella luce, faceva caldo, non erano più arrivate notizie da Parigi, sapeva che con Oscar avevano ricevuto una consegna per quello che era successo durante i moti rivoluzionari, dovevano stare a palazzo Jarjayes. Tutto sommato era ancora andata bene, non erano finiti alla prigione dell’Abbazia per tradimento. Chissà come stavano gli altri Soldati della Guardia.

Ma Oscar non avrebbe resistito a lungo chiusa in casa, André lo sapeva. Sbatté gli occhi, era tutto molto nitido, chissà cosa avrebbe detto il dottor Lassonne di quello che gli stava succedendo. Era stato chiaro:

“Purtroppo, André, tu stai diventando cieco, André. Ho letto che forse si possono tentare interventi, ma non qui, in Italia, ma sono rischiosi, con il pericolo di morire.”

E invece le cose erano migliorate… André giocherellò con i riccioli biondi di Oscar, mentre lei si spostò, strusciandosi con un fianco contro il suo sesso, in maniera non certo lasciva ma casuale, ma molto piacevole.

Le cose che gli diceva mentre e dopo che si amavano…

“André, non è… non è niente di quello che mi avevano detto...”, gli aveva sussurrato in un orecchio.

“Di cosa parli?”, aveva detto lui, intuendo la risposta, ma era bello sentirselo dire.

“Dicevano… certe dame di Versailles parlavano dei loro incontri con mariti e amanti e sostenevano che fare questo era sgradevole, disagevole, doloroso, deludente, e che gli uomini erano… beh insoddisfacenti. Invece è tutto bellissimo.”

André aveva sorriso, pensando a cosa aveva dovuto sentire per anni Oscar, per forza che poi gli aveva confessato che preferiva i Soldati della Guardia, grezzi ma almeno con una loro morale.

“Ma grazie...”, le aveva detto, accarezzandole la schiena fino alle natiche, prendendole poi a coppa con audacia, sapendo che a lei piaceva sentire calore e desiderio sulla sua pelle.

“Mi fai il solletico...”, gli aveva detto Oscar, sentendo le dita insolenti di André che accarezzavano uno dei suoi posti più intimi ma che lui aveva imparato a conoscere. La sua rosa la chiamava...

“E direi che ti sta piacendo parecchio...”, aveva detto André, sentendola sempre più umida, mentre lei ridacchiava e poi gemeva.

Si erano amati di nuovo, poche ore prima, ma poi André aveva ricominciato a pensare a quella cosa, in camera sua, anche perché Oscar gli aveva detto:

“Mi piacerebbe che ci amassimo nel tuo letto, che dormissimo anche lì.”

Già. Come avrebbe reagito lei vedendo quella cosa che non doveva esserci, che non poteva esserci?

Doveva chiarire e capire cosa stava succedendo, era davvero strano, più dei silenzi di palazzo Jarjayes che a questo punto sua nonna gli aveva spiegato.

Oscar si svegliò e lo salutò dandogli un bacetto sul mento.

“Che bello svegliarsi con te… ma ti prego di perdonarmi, io vorrei capire cosa sta succedendo a corte e vorrei chiarire con Sua Maestà la mia posizione...”

“Lo capisco, Oscar. Solo, stai attenta a come muoverti, se ti hanno dato la consegna di stare in casa non fare infuriare i sovrani.”

Un nitrito di cavalli e un rumore di zoccoli li scosse.

“Forse abbiamo visite. Tua nonna accoglierà gli ospiti, ma è meglio che scendo...che scendiamo!”, disse lei, quasi dispiaciuta.

“Come vuoi, Oscar!”, disse André abbracciandola ancora un attimo. Ci sarebbe stato presto tempo di amarsi di nuovo e di dimenticare le stranezze della casa.

 

Oscar scese le scale, sentendo i rumori dei suoi passi che risuonavano nella casa come se fosse vuota, con André dietro. Andarono verso la porta ma, guardando verso il salotto, si accorsero che l’ospite era già entrato.

Victor Clement de Girodel era in piedi di fronte al ritratto di Oscar, in silenzio, osservandolo con dedizione e commozione.

“Buon giorno Girodel, è un piacere vedervi.”, disse Oscar.

Oscar non aveva certo dimenticato quello che era successo fuori dall’Assemblea nazionale, quando Girodel aveva accettato di allontanarsi anziché attaccare i deputati. Sapeva quello che il suo ex secondo rischiava, Andrè le aveva comunicato che se l’era cavata per sua fortuna con un bando di allontamento da corte per un periodo di tre mesi, la famiglia reale non poteva certo rinunciare ad un uomo così prezioso e leale.

Girodel fece un cenno con il capo, rivolto al ritratto.

“Madamigella… quanto ho sempre tenuto a voi, da quando vi incontrai quel giorno in quella radura in cui mi sfidaste a duello per non mettermi in imbarazzo in pubblico. La migliore lama di Francia… siete stata una leggenda e lo sarete sempre di più.”

“Girodel, voi mi mettete in imbarazzo”, disse Oscar, “vi ho sempre considerato un soldato leale e un uomo onesto.” Già, ma non era abbastanza per indurla ad amarlo, ma stima sì, questa gliela doveva, soprattutto poi dopo quello che lui aveva fatto per lei.

“Dovevo capire fin da subito quanto era importante André per voi. Un attendente… bastava vedere come lo guardavate, come tenevate a lui e lui quanto vi era devoto… quello era puro amore, non la lascivia che troppi nobili hanno verso la servitù. Non io, si intende.”

Oscar sospirò: Girodel era senz’altro un migliore osservatore di lei stessa, che per anni aveva dato per scontato André, vedendolo come un pezzo di sé e non come un altro, con desideri e passioni che ora amava condividere.

“Vi avrei resa felice, non avrei mai fatto niente per dispiacervi, vi avrei rispettata per come eravate. Vi adoravo con l’uniforme, ma so quanto eravate bella in abiti femminili.”

Già, certe voci erano girate sull’apparizione di quella famosa donna, quella duchessa venuta da un Paese straniero che aveva danzato con il conte di Fersen.

“Girodel, mi spiace essere stata brusca con voi quando vi ho respinto, ma penso che dovreste provare ad essere felice. Siete un uomo affascinante, colto, gentile, coraggioso, leale, sono doti rare e io sono convinta che ci sono donne che vorrebbero un marito come voi.” Oscar pensava veramente questo, sapeva che in giro non c’erano solo emule della marchesa de Merteuil o cacciatrici di dote, ma tante ragazze serie, anche tra l’alta borghesia benestante, che si sarebbero trovate bene con un uomo come Victor. La felicità che provava con André le faceva desiderare che anche altri potessero essere felici.

“Madamigella Oscar, le altre donne non saranno mai come voi. Voi siete unica, vi avrei permesso ogni cosa, di vivere con il vostro André insieme a me sotto lo stesso tetto, di continuare ad essere un soldato, pur di poter stare con voi.”

“Girodel, voi vi meritate una moglie gentile e intelligente, che vi gratifichi. Sarei onorata di partecipare al vostro matrimonio, quando entrambi avremo risolto i nostri problemi con la corte e non solo”, disse Oscar in tono convinto, sentendo che dietro a lei André annuiva e apprezzava la cosa.

“Madamigella mia adorata, voi sarete sempre nel mio cuore. Non ci sarà mai un’altra per me. Mi hanno richiamato a corte, nonostante fossi in esilio, perché le Loro Maestà sono molto preoccupate, soprattutto la Regina, dopo quello che è successo a Parigi, alla Bastiglia e tutto il resto...”

Oscar sentì la voce di Girodel che sembrava spezzarsi. Era come se stesse per piangere, del resto era stata una cosa grossa, uno scontro mai visto quello a cui aveva partecipato anche lei. Per un attimo ricordò i rumori degli spari, il sangue ovunque, le urla, il dolore di quei due giorni che erano stati un momento di vera rottura di un mondo.

“Sono contenta per voi, non vi meritavate l’esilio”, gli disse.

“Il marchese de Lafayette ha preso il comando della Guardia nazionale, adesso li chiamano così i vostri uomini, ma voi sarete sempre l’eroina di quella battaglia. Io vi stimo comunque, non giudico la vostra scelta, anzi vi stimerò sempre, spero solo che la situazione non degeneri...”, aggiunse Girodel, sempre con un tono di dolore lancinante nella voce.

“Siete molto buono. Comunque, io stimo molto Lafayette e ricordo che anche voi lo ammirate”, disse Oscar. Lafayette con i Soldati della Guardia? Non era una cattiva idea. Del resto, lei aveva deciso comunque di lasciare il comando di quel reggimento, voleva vivere quel poco o tanto che le restava con André.

“Voi sarete sempre nel mio cuore e vi amerò per l’eternità e oltre Oscar. Questa vita mi è sempre più pesante e insopportabile”, aggiunse Girodel e si diresse verso l’uscita. Poi si fermò e disse ancora:

“Cercherò di star vicino a vostro padre, è sconvolto, e di farlo ragionare. Basterebbe che capisse in quanti abbiamo tenuto a voi e vi ameremo sempre...”

Oscar avrebbe voluto chiedere qualcosa a Girodel, ma lui si allontanò in fretta, come sul punto di piangere davvero.

“Non pensavo mi amasse così tanto”, disse Oscar.

“Non devi stupirti, non si può fare a meno di provare questo per te”, disse André, anche lui colpito e commosso dalle parole di Girodel.

“Pensa che a corte gli mormoravano dietro, dicevano che aveva le stesse propensioni di Monsieur, il fratello di Luigi XIV”, aggiunse André con un sorriso amaro.

“Ma davvero? I cortigiani sono davvero assurdi”, disse Oscar. Forse avevano messo in giro quelle voci perché Victor de Girodel non faceva il cascamorto dietro alle dame, ma in realtà lui amava la sua comandante e l’avrebbe amata per sempre.

“Speriamo che trovi una moglie saggia e devota”, disse Oscar.

“Come quella che ho trovato io”, rispose Andrè abbracciandola.

“André, siamo quindi confinati in casa. Ma non voglio starmene con le mani in mano… tra l’altro, come stanno Cesar ed Alexander?”

“Andiamo da loro!”, disse André.

Uscirono nel parco, non c’era tanto da fare per arrivare alla scuderia.

Poco lontano c’era una quercia. Di colpo, videro un pezzo di corteccia dell’albero esplodere. Poi un altro pezzo. Qualcuno stava esplodendo dei colpi di pistola nella loro direzione, a poca distanza dal volto di Oscar. Si girarono entrambi, rimanendo per un attimo impietriti dal terrore..

 

La vedo e lei l’ha capito, ha capito che sono diversa dagli altri e forse la mia diversità per ora è un vantaggio.

Non riesce a spaventarmi, anche se in certi momenti, quando mi arriva alle spalle, mentre sono china a rinfrescare le decorazioni dorate delle pareti, fa un certo effetto, soprattutto quando sono sul soppalco, non a livello del pavimento. Forse nemmeno lei capisce cosa le sta succedendo, crede davvero che io sia un’intrusa. Non so chi possa essere, ho fatto delle ricerche, credo che fosse la governante della casa, non la proprietaria.

Non è da sola. Ci sono compagni per Mitzi e Leopold, altri gatti di un momento nel tempo rimasto qui, che ogni tanto vengono fuori dalle pareti, li vedo anch’io, ovviamente, oltre a loro e sono curiosi e non spaventati.

Oggi ho notato che c’era di nuovo lei e ci guardava, incuriosita. Chissà chi pensa chi io sia, qualcuno non passato dalla sua supervisione, che tocca la sua amata casa. Sì, deve essere stata una governante. Io saluto i suoi gatti che giocano con i miei e li coccolo.

Ma non ci sono solo i gatti. C’è anche qualcun altro, qualcuno di spaventoso davvero, pieno di rancore, rabbia e dolore, che sento più che vedere, lo sento che fa vibrare tutto intorno a me. L’ho intravisto in uno specchio e sono sobbalzata, fa davvero paura per quanto è oscuro. Forse qui c’è davvero una maledizione, forse dovrei andare via anche da qui. Ma non riesco, sento che qualcosa mi trattiene e non è solo il lavoro da portare a termine, c’è dell’altro.

  
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