Cap. 7: Unbroken
You push me away and the air now is choking
I can't believe it, I can't let it go
You tell me it's real, and it feels like I'm dying
You think you save me, hurting me just more
And in the silent darkness
It's the demon whispers
Lost yourself and take the fall
Now you're breaking the chains and the dark's getting out in the open
And you're hating yourself 'cause you know that a world's getting broken
Always doubting yourself, gotta fight it, you don't wanna show it
You burnt it down this time your curse can't be unbroken
Unbroken
Unbroken!
(“Unbroken” – Within Temptation)
Era ormai notte e
l’Armaiola stava ancora lavorando nella sua fucina per forgiare l’armatura,
l’elmo e tutto l’equipaggiamento per Cassian, che sperava di poter battezzare come nuovo Mandaloriano già
la mattina successiva. In fondo, lui aveva già compiuto il suo giuramento al
Credo e si era immerso nelle Acque Viventi, per cui per essere un vero
Mandaloriano aveva bisogno solamente di un rituale che lo mostrasse a tutti gli
altri (quelli come Paz Vizla, soprattutto, che non lo accettavano) e di elmo e
armatura che, ovviamente, non possedeva. Insomma, sembrava proprio che Din
avesse avuto ragione: l’Armaiola non aveva niente contro Cassian e, anzi,
pareva averlo preso quasi in simpatia!
E Cassian lo aveva
capito. Infatti, poco dopo, la donna lo vide entrare nella sua grotta con Din e
Grogu che lo seguivano e capì subito che voleva parlare con lei.
“Sono qui perché
volevo ringraziarti per tutto quello che stai facendo per tutti noi e, in
particolar modo, per me” disse Cassian senza indugio, guardando incuriosito
quello che l’Armaiola stava preparando per lui. “Non mi vergogno a dire di aver
avuto molti dubbi su di te, non mi piaceva come avevi trattato Din ed ero sicuro
che non ci avresti voluti o che, perlomeno, non avresti voluto me, che non mi
avresti accettato come Mandaloriano.”
“Sì, credo di
essermene accorta” replicò lei, che ancora una volta dimostrava di possedere
un’insospettata ironia. “Tu non le mandi certo a dire… però sei arrivato qui
come Mandaloriano e, come tale, il Credo mi impone di accoglierti.”
“Eh, sì, vallo a dire
a Paz Vizla!” commentò Cassian, per poi tornare serio. “Lo so che è una Regola
del Credo Mandaloriano accogliere i fratelli e le sorelle, ma non è stato solo
questo. Tu mi hai difeso davanti a Paz Vizla e ti sei messa subito al lavoro
per forgiarmi armatura, elmo e equipaggiamento, e vuoi consacrarmi Mandaloriano davanti a tutti perché non ci siano più
dubbi. Questo va oltre le Regole del Credo, ed è per questo che ti ringrazio e
mi scuso con te per aver dubitato. Però sono qui anche per spiegarti perché mi
sono mostrato ostile con te e perché non voglio far parte dei Figli della
Ronda.”
“Sì, anche questo lo
avevo capito” replicò l’Armaiola, “e non sei obbligato a spiegarmi le tue
motivazioni.”
“Lo so, ma voglio
farlo lo stesso, proprio perché tu sei stata molto più generosa e accogliente
con me di quanto avrei mai immaginato e… beh, anche di quanto meritassi” ammise
Cassian. “E no, prima che tu me lo domandi, non è stato Din a chiedermi di
farlo, è una mia iniziativa personale. Come ti ho già detto ti sono molto grato
e, finché rimarrò qui, rispetterò tutte le vostre Regole, anche quelle che mi
sembrano più inutili e assurde. Però non voglio rimanere più del necessario e
non vorrò mai far parte dei Figli della Ronda perché, a parte alcune rare
eccezioni, mi inquietano, non mi sembrano normali, anzi, a dirla tutta mi
ricordano fin troppo i soldati dell’Impero che venivano spersonalizzati fino a
essere chiamati solo con un numero invece che con il loro nome.”
Din mosse un passo
verso Cassian, sbalordito. Cioè, Cassian aveva appena accusato l’Armaiola e i
Figli della Ronda di essere una sorta di cloni come i soldati imperiali? Ma non
aveva detto che era venuto per scusarsi?
“No, lascialo
parlare, Din Djarin, sono certa che spiegherà meglio quello che ha appena
detto” lo fermò però l’Armaiola. “Perché tu sai benissimo che noi siamo nemici
giurati dell’Impero, non è così, Cassian Andor?”
“Certo che lo so, e
non volevo certo accusarvi di essere come loro o, peggio, di condividere i loro
metodi. Dicevo solo quello che sembrate a chi vi vede da fuori, a uno come me
che non vi conosce” chiarì Andor. “Tutti in armatura ed elmo siete quasi
indistinguibili, non vi si vede in faccia e quindi non possiamo sapere cosa
pensate, cosa provate, e sinceramente per me è una cosa perturbante. Anche
oggi, quando tutti ripetevano Questa è la
Via ogni volta che lo dicevi tu, a una sola voce… a me facevano paura. E comunque
in genere mi fa paura chi non è capace di pensare con la propria testa e si
lascia guidare ciecamente da un leader, buono o cattivo che sia.”
“Tu invece mi hai
dato subito l’idea di uno che non si lascia comandare da nessuno e che non ama
seguire le Regole” ribatté l’Armaiola, ma più che offesa pareva divertita e
interessata. Probabilmente, in effetti, era la prima conversazione interessante
che facesse da anni e anni, visto che gli altri suoi seguaci non si mettevano
mai a discutere con lei e facevano semplicemente ciò che ordinava.
“Hai ragione, io sono
sempre stato un ribelle, anche prima di entrare a far parte della Ribellione”
sorrise Cassian, giocando con le parole. “Ma non voglio neanche dire che le
Regole che hai scelto di seguire siano sbagliate, il fatto che io non le
condivida non significa niente, non è questo il punto. Tu non mi fai paura
perché hai scelto deliberatamente di seguire certe Regole, di creare un clan
più rigido e integralista, ma è stata una tua
scelta. Tu pensi realmente che la tua Via sia l’unica giusta, ne sei
convinta e va bene, ognuno ha il diritto di avere le proprie idee. Il problema
è che la maggior parte dei Figli della Ronda, secondo me e per ciò che ho visto
di loro, non sono come te, non hanno scelto di pensarla in un certo modo o di
seguire certe Regole, loro semplicemente non pensano e si limitano a obbedire a
te in tutto perché è più facile e più comodo. Poi vabbè, gente come Paz Vizla
ha il quoziente intellettivo di un innaffiatoio per prati e quindi non potrebbe
fare altrimenti, ma anche altri hanno preferito mandare il cervello in vacanza
e fare gli automi perché è meno faticoso che crearsi delle proprie idee e
magari anche scontrarsi. Ecco, io questo non lo farò mai e perciò non potrei
essere un Figlio della Ronda neanche tra un milione di anni.”
Din avrebbe giurato
che c’era stato un rumore simile a una risata soffocata quando Cassian aveva
affermato che Paz Vizla aveva il quoziente intellettivo di un innaffiatoio per
prati ma, ovviamente, non potendo vedere in faccia l’Armaiola, non era dato
sapere se quella frase l’avesse davvero fatta ridere…
“Oltre tutto, io ho
avuto delle esperienze molto negative con i soldati imperiali e quindi rifuggo
tutto ciò che me li ricorda, un po’ come Din che odia i droidi perché sono
stati dei droidi a uccidere i suoi genitori” si decise a confessare Cassian.
“Sì, lo so che tutti voi avete avuto esperienze orribili a causa dell’Impero,
molti vostri amici e parenti sono stati uccisi, i soldati imperiali e i droidi
hanno distrutto Mandalore e vi hanno costretto a nascondervi… Ma io sono stato
arrestato dagli imperiali, senza motivo, sono stato portato su Narkina 5 e
imprigionato con tanti altri, costretto a vivere una vita da automa, obbedire a
tutti i loro ordini altrimenti mi punivano con scosse elettriche, e obbligato a
competere con gli altri prigionieri per costruire parti meccaniche di… beh, di
quello che poi ho scoperto essere la prima versione della Morte Nera.”*
Un silenzio
agghiacciante scese nella caverna dopo le ultime parole di Cassian. L’Armaiola
sembrò guardarlo con un rispetto del tutto nuovo (per quello che si poteva
capire visto che aveva l’elmo!) e Din, che non sapeva questa storia, si sentì
attraversare il cuore da un punteruolo di ghiaccio. Cosa avevano fatto al suo Cassian?
“Chi non era veloce a
produrre pezzi veniva punito, chi osava parlare quando non era interpellato
veniva punito, sì, insomma, c’era tutta una gamma di scosse elettriche e, come
potrete immaginare, uno come me, che a vent’anni era anche peggio di ora, ne ha
prese un bel po’. Quindi ecco, è per questo che non posso diventare un Figlio
della Ronda. Non importa quanto le vostre idee, le vostre Regole, la vostra
Via, siano giuste o sbagliate: io non posso vivere in mezzo a persone che
sembrano automi, non pensare con la mia testa e dover solo obbedire ciecamente.
Semplicemente non lo posso fare” riprese Cassian, vedendo che nessuno diceva
niente né gli faceva domande.
“Va bene, per me non ci sono problemi”
replicò inaspettatamente l’Armaiola. Chissà, magari era anche contenta che
qualcuno, una volta tanto, le dicesse le cose in faccia! “La cosa importante è
che, finché resterai qui, seguirai comunque le nostre Regole e tradizioni, che
ti piacciano o meno.”
“Questo lo farò” annuì Cassian, “sono vostro
ospite e ve lo devo.”
“Allora non abbiamo altro da dirci. Domattina
ripeterai il tuo giuramento da Mandaloriano, avrai il tuo battesimo nelle acque
del mare qui davanti e indosserai l’armatura e l’elmo fino a quando rimarrai
con noi” concluse l’Armaiola.
Tutto sembrava sistemato, dunque, ma a
sorpresa intervenne Din.
“Potresti tenere Grogu per un po’, per
favore?” domandò alla donna. “Vorrei poter parlare con Cassian in privato,
magari in un luogo dove nessuno possa ascoltarci.”
“Va bene. Vi consiglio di recarvi nella parte
di spiaggia dove teniamo tutti i velivoli, tra cui anche il vostro Starfighter.
Là non va mai nessuno perché, se un Mandaloriano ha bisogno di una nave
spaziale per partire, prima deve chiedere il permesso a me. Starete tranquilli
e, nel frattempo, io racconterò al piccolo alcune storie della tradizione
mandaloriana, è bene che anche lui cominci ad imparare.”
Din fece come gli aveva consigliato l’Armaiola
e condusse Cassian nel parcheggio delle
navi spaziali. Si misero seduti sulla sabbia, vicini, celati allo sguardo di
chiunque dai velivoli che si trovavano lì.
“Ora mi vuoi rimproverare perché ho parlato
in modo irrispettoso all’Armaiola?” chiese subito Cassian, convinto che fosse
quello il motivo per cui Din voleva parlargli in privato.
“No, non è per quello, credo che tu abbia
invece fatto bene a spiegarle le tue motivazioni” replicò il Mandaloriano.
Cassian non poteva vedergli il volto a causa dell’elmo, ma la sua voce era
tenera e sembrava anche un po’ preoccupata. “Invece volevo chiederti perché a
me non hai mai raccontato di quando sei stato imprigionato, torturato e
costretto a lavorare per l’Impero? Hai detto tutto all’Armaiola, ma io non ne
sapevo niente e ne sono rimasto addolorato. Perché non ti sei mai confidato con
me?”
Ma senti, parla quello che confida sempre tutti i suoi
pensieri, ironizzò dentro di sé Cassian, ma in realtà
era toccato dal fatto che Din si mostrasse così interessato a lui e al suo passato,
non aveva mai pensato che gli importasse più di tanto.
“È qualcosa che è accaduto molti anni fa,
come ho detto avevo circa ventun anni e, ovviamente, non mi piace ricordarlo né
parlarne” rispose il giovane Andor, fingendo una disinvoltura che non provava. “L’ho
detto all’Armaiola perché mi sembrava giusto che sapesse il motivo per cui i
Figli della Ronda mi danno i brividi e perché non resterò con loro più del
necessario, lei è stata veramente molto generosa e accogliente con me e glielo
dovevo.”
Din circondò le spalle di Cassian con un
braccio e lo strinse a sé sempre più forte, fino ad arrivare ad un vero e
proprio abbraccio.
“Avrei voluto saperlo, avresti dovuto dirmi
quanto avevi sofferto” mormorò, addolorato.
“E a cosa sarebbe servito? Tu, a quel tempo,
eri un ragazzino, non ci conoscevamo neanche e non avresti mai potuto aiutarmi!”
“Lo so, ma ora sono un uomo e voglio sapere
tutto di te, voglio sapere anche le cose peggiori che ti sono accadute perché
adesso sei il mio Cassian e io voglio
proteggerti” gli disse con dolcezza. “Ora sei un Mandaloriano e quindi potremo
sposarci presto, appartieni a me e io voglio solo che tu sia felice con me e
Grogu, non permetterò mai più a nessuno di farti soffrire, mai più. Ci sarò
sempre io con te e niente e nessuno potrà farti del male.”
Le parole insieme appassionate e dolenti di
Din sconvolsero Cassian fino in fondo al cuore, non immaginava certo che il
Mandaloriano tenesse così tanto a lui e scoprirlo era… destabilizzante e
meraviglioso insieme. Din si sollevò un po’ l’elmo per poter baciare Cassian
(comunque fosse, si era appena redento e non se la sentiva di ricominciare da
capo con la storia dell’elmo!), un bacio dolce e languido, lunghissimo, quasi
infinito. Poi si rese conto che baciarlo e abbracciarlo non gli bastava, dopo
ciò che aveva ascoltato aveva bisogno di sentire
che Cassian era lì, che era suo, che era al sicuro, che potevano diventare
una sola entità e allora, in qualche modo, senza togliersi l’elmo e l’armatura
ma armeggiando con la tunica che portava sotto, si incollò ancora di più a
Cassian, accarezzandolo e stringendolo, gli abbassò i pantaloni e si unì a lui,
affondò nel suo corpo volendo sempre più entrare in intimità e in totale
fusione con il suo compagno. Lo fece suo con tenerezza ma anche con intensità,
chiudendo se stesso e Andor in una bolla d’amore e passione, annullando tutto
ciò che li circondava e avvolgendo e proteggendo il suo Cassian, felice e
sollevato di sentire che lui era proprio lì, che gli apparteneva e che nessuno
glielo avrebbe mai più portato via per fargli del male.
Dal canto suo, Cassian era completamente
sbalordito, non era proprio ciò che si aspettava ed era pure surreale fare l’amore
con Din in mezzo alle navi spaziali, di nascosto dai Figli della Ronda e con il
Mandaloriano che non si era neanche tolto l’elmo… ma non riuscì a pensare a
lungo perché la bolla calda, intensa e luminosa che Din aveva creato con lui
gli incendiava il sangue nelle vene, gli spezzava il respiro e lui poteva solo
perdersi completamente nel Mandaloriano e seguire i suoi movimenti soffocando i
gemiti. Vide il firmamento sopra di loro, le stelle che parevano bruciare e
cadere addosso ai loro corpi uniti e illuminarli di pulviscolo stellare,
sembrava che tutta la Galassia fosse lì per loro… e poi ci fu l’estasi totale e
Cassian non capì più niente.
Più tardi tornarono alla fucina dell’Armaiola
a riprendere Grogu. Din era impeccabile come sempre, con elmo e armatura
lucenti, mentre Cassian aveva un’aria ben più stravolta, i capelli scompigliati
e i vestiti pieni di sabbia, tuttavia l’Armaiola non fece commenti su questo.
“Spero che vi siate spiegati e chiariti del
tutto” disse solo. “Il piccolo è stato molto bravo, si vede che sarà un ottimo
Mandaloriano, era interessato ai miei racconti e incuriosito dal modo in cui
forgiavo l’armatura.”
“Ti ringrazio di esserti occupata di lui e
per ciò che stai facendo per Cassian” replicò Din, prendendo Grogu e
rimettendolo nella sua culla a guscio. “Buonanotte.”
Cassian provò a dire qualcosa che sembrava un
saluto e un ringraziamento, per quel poco che riusciva a parlare, poi seguì Din
e Grogu.
I Figli della Ronda vivevano davvero come i
loro antenati, nelle grotte e nelle caverne di quel pianeta sconosciuto, non c’erano
camere e quindi non esisteva la privacy, ognuno si metteva a dormire su un
giaciglio dove gli capitava. Almeno Grogu aveva la sua culla!
Din e Cassian si sdraiarono vicini, ma
ovviamente non erano da soli. Cassian si rese conto di quanto fosse stato
prezioso quel tempo che erano riusciti a rubare tra i velivoli, perché forse
sarebbero passati giorni e anche settimane prima che potessero di nuovo restare
da soli. Ancora una volta si chiese come facessero i Figli della Ronda a vivere
così e si ripeté che lui non sarebbe riuscito a resisterci un giorno in più
dello stretto necessario! Era pronto a tutto pur di restare accanto a Din, ma
come avrebbe fatto a vivere se non poteva neanche più guardarlo negli occhi, se
non potevano più avere momenti tutti per loro? Come potevano sopportarlo quei
Mandaloriani? Era ovvio che poi fossero frustrati e odiosi come Paz Vizla!
Infine, per riuscire ad addormentarsi, decise
di rievocare i momenti dolcissimi e intensi vissuti con Din poco prima, si
sentì scaldare e illuminare dalla meraviglia magica che era accaduta ancora una
volta tra loro e, lentamente, cadde in un sonno profondo.
Al resto avrebbe pensato domani.
Fine capitolo settimo
* Tutto
ciò accade negli ultimi episodi della prima stagione della serie TV Andor. È veramente una cosa molto
angosciante vedere Cassian e gli altri prigionieri trattati come dei numeri, un
po’ come i campi di lavoro nazisti, ed è oltremodo tragico pensare che Cassian
sia stato costretto a lavorare proprio sulla Morte Nera, l’arma che distruggerà
il suo pianeta Kenari e che, nel canon, ucciderà anche lui…