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Autore: Abby_da_Edoras    20/04/2024    3 recensioni
[The Mandalorian-Canon Divergence con accenni a Star Wars in generale e particolarmente a Andor, Rogue One e Ahsoka]
Questa storia è il sequel di "Adrenaline" che è la ff dove Din e Cassian si sono conosciuti e hanno imparato ad amarsi, nonostante qualche litigio e fraintendimento. Adesso, però, le cose si fanno serie: Din vuole sposare Cassian, adottare Grogu e formare con loro una famiglia di Mandaloriani, ma prima di poterlo fare dovrà attraversare con loro molti ostacoli e difficoltà e non sarà facile, soprattutto per Cassian. La ff è ispirata principalmente alla terza stagione di The Mandalorian, ma anche ad alcuni episodi di Andor e Ahsoka. Grazie a chi deciderà di leggere!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a George Lucas e a tutti gli autori, produttori, registi e sceneggiatori di The Mandalorian, Star Wars, Andor, Rogue One, Ahsoka ecc...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Baby Yoda/Il Bambino, Cassian Andor, Din Djarin
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A place to be myself'
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Cap. 7: Unbroken

 

You push me away and the air now is choking
I can't believe it, I can't let it go
You tell me it's real, and it feels like I'm dying
You think you save me, hurting me just more

And in the silent darkness
It's the demon whispers
Lost yourself and take the fall

Now you're breaking the chains and the dark's getting out in the open
And you're hating yourself 'cause you know that a world's getting broken
Always doubting yourself, gotta fight it, you don't wanna show it
You burnt it down this time your curse can't be unbroken
Unbroken
Unbroken!

(“Unbroken” – Within Temptation)

 

Era ormai notte e l’Armaiola stava ancora lavorando nella sua fucina per forgiare l’armatura, l’elmo e tutto l’equipaggiamento per Cassian, che sperava di poter battezzare come nuovo Mandaloriano già la mattina successiva. In fondo, lui aveva già compiuto il suo giuramento al Credo e si era immerso nelle Acque Viventi, per cui per essere un vero Mandaloriano aveva bisogno solamente di un rituale che lo mostrasse a tutti gli altri (quelli come Paz Vizla, soprattutto, che non lo accettavano) e di elmo e armatura che, ovviamente, non possedeva. Insomma, sembrava proprio che Din avesse avuto ragione: l’Armaiola non aveva niente contro Cassian e, anzi, pareva averlo preso quasi in simpatia!

E Cassian lo aveva capito. Infatti, poco dopo, la donna lo vide entrare nella sua grotta con Din e Grogu che lo seguivano e capì subito che voleva parlare con lei.

“Sono qui perché volevo ringraziarti per tutto quello che stai facendo per tutti noi e, in particolar modo, per me” disse Cassian senza indugio, guardando incuriosito quello che l’Armaiola stava preparando per lui. “Non mi vergogno a dire di aver avuto molti dubbi su di te, non mi piaceva come avevi trattato Din ed ero sicuro che non ci avresti voluti o che, perlomeno, non avresti voluto me, che non mi avresti accettato come Mandaloriano.”

“Sì, credo di essermene accorta” replicò lei, che ancora una volta dimostrava di possedere un’insospettata ironia. “Tu non le mandi certo a dire… però sei arrivato qui come Mandaloriano e, come tale, il Credo mi impone di accoglierti.”

“Eh, sì, vallo a dire a Paz Vizla!” commentò Cassian, per poi tornare serio. “Lo so che è una Regola del Credo Mandaloriano accogliere i fratelli e le sorelle, ma non è stato solo questo. Tu mi hai difeso davanti a Paz Vizla e ti sei messa subito al lavoro per forgiarmi armatura, elmo e equipaggiamento, e vuoi consacrarmi Mandaloriano davanti a tutti perché non ci siano più dubbi. Questo va oltre le Regole del Credo, ed è per questo che ti ringrazio e mi scuso con te per aver dubitato. Però sono qui anche per spiegarti perché mi sono mostrato ostile con te e perché non voglio far parte dei Figli della Ronda.”

“Sì, anche questo lo avevo capito” replicò l’Armaiola, “e non sei obbligato a spiegarmi le tue motivazioni.”

“Lo so, ma voglio farlo lo stesso, proprio perché tu sei stata molto più generosa e accogliente con me di quanto avrei mai immaginato e… beh, anche di quanto meritassi” ammise Cassian. “E no, prima che tu me lo domandi, non è stato Din a chiedermi di farlo, è una mia iniziativa personale. Come ti ho già detto ti sono molto grato e, finché rimarrò qui, rispetterò tutte le vostre Regole, anche quelle che mi sembrano più inutili e assurde. Però non voglio rimanere più del necessario e non vorrò mai far parte dei Figli della Ronda perché, a parte alcune rare eccezioni, mi inquietano, non mi sembrano normali, anzi, a dirla tutta mi ricordano fin troppo i soldati dell’Impero che venivano spersonalizzati fino a essere chiamati solo con un numero invece che con il loro nome.”

Din mosse un passo verso Cassian, sbalordito. Cioè, Cassian aveva appena accusato l’Armaiola e i Figli della Ronda di essere una sorta di cloni come i soldati imperiali? Ma non aveva detto che era venuto per scusarsi?

“No, lascialo parlare, Din Djarin, sono certa che spiegherà meglio quello che ha appena detto” lo fermò però l’Armaiola. “Perché tu sai benissimo che noi siamo nemici giurati dell’Impero, non è così, Cassian Andor?”

“Certo che lo so, e non volevo certo accusarvi di essere come loro o, peggio, di condividere i loro metodi. Dicevo solo quello che sembrate a chi vi vede da fuori, a uno come me che non vi conosce” chiarì Andor. “Tutti in armatura ed elmo siete quasi indistinguibili, non vi si vede in faccia e quindi non possiamo sapere cosa pensate, cosa provate, e sinceramente per me è una cosa perturbante. Anche oggi, quando tutti ripetevano Questa è la Via ogni volta che lo dicevi tu, a una sola voce… a me facevano paura. E comunque in genere mi fa paura chi non è capace di pensare con la propria testa e si lascia guidare ciecamente da un leader, buono o cattivo che sia.”

“Tu invece mi hai dato subito l’idea di uno che non si lascia comandare da nessuno e che non ama seguire le Regole” ribatté l’Armaiola, ma più che offesa pareva divertita e interessata. Probabilmente, in effetti, era la prima conversazione interessante che facesse da anni e anni, visto che gli altri suoi seguaci non si mettevano mai a discutere con lei e facevano semplicemente ciò che ordinava.

“Hai ragione, io sono sempre stato un ribelle, anche prima di entrare a far parte della Ribellione” sorrise Cassian, giocando con le parole. “Ma non voglio neanche dire che le Regole che hai scelto di seguire siano sbagliate, il fatto che io non le condivida non significa niente, non è questo il punto. Tu non mi fai paura perché hai scelto deliberatamente di seguire certe Regole, di creare un clan più rigido e integralista, ma è stata una tua scelta. Tu pensi realmente che la tua Via sia l’unica giusta, ne sei convinta e va bene, ognuno ha il diritto di avere le proprie idee. Il problema è che la maggior parte dei Figli della Ronda, secondo me e per ciò che ho visto di loro, non sono come te, non hanno scelto di pensarla in un certo modo o di seguire certe Regole, loro semplicemente non pensano e si limitano a obbedire a te in tutto perché è più facile e più comodo. Poi vabbè, gente come Paz Vizla ha il quoziente intellettivo di un innaffiatoio per prati e quindi non potrebbe fare altrimenti, ma anche altri hanno preferito mandare il cervello in vacanza e fare gli automi perché è meno faticoso che crearsi delle proprie idee e magari anche scontrarsi. Ecco, io questo non lo farò mai e perciò non potrei essere un Figlio della Ronda neanche tra un milione di anni.”

Din avrebbe giurato che c’era stato un rumore simile a una risata soffocata quando Cassian aveva affermato che Paz Vizla aveva il quoziente intellettivo di un innaffiatoio per prati ma, ovviamente, non potendo vedere in faccia l’Armaiola, non era dato sapere se quella frase l’avesse davvero fatta ridere

“Oltre tutto, io ho avuto delle esperienze molto negative con i soldati imperiali e quindi rifuggo tutto ciò che me li ricorda, un po’ come Din che odia i droidi perché sono stati dei droidi a uccidere i suoi genitori” si decise a confessare Cassian. “Sì, lo so che tutti voi avete avuto esperienze orribili a causa dell’Impero, molti vostri amici e parenti sono stati uccisi, i soldati imperiali e i droidi hanno distrutto Mandalore e vi hanno costretto a nascondervi… Ma io sono stato arrestato dagli imperiali, senza motivo, sono stato portato su Narkina 5 e imprigionato con tanti altri, costretto a vivere una vita da automa, obbedire a tutti i loro ordini altrimenti mi punivano con scosse elettriche, e obbligato a competere con gli altri prigionieri per costruire parti meccaniche di… beh, di quello che poi ho scoperto essere la prima versione della Morte Nera.”*

Un silenzio agghiacciante scese nella caverna dopo le ultime parole di Cassian. L’Armaiola sembrò guardarlo con un rispetto del tutto nuovo (per quello che si poteva capire visto che aveva l’elmo!) e Din, che non sapeva questa storia, si sentì attraversare il cuore da un punteruolo di ghiaccio. Cosa avevano fatto al suo Cassian?

“Chi non era veloce a produrre pezzi veniva punito, chi osava parlare quando non era interpellato veniva punito, sì, insomma, c’era tutta una gamma di scosse elettriche e, come potrete immaginare, uno come me, che a vent’anni era anche peggio di ora, ne ha prese un bel po’. Quindi ecco, è per questo che non posso diventare un Figlio della Ronda. Non importa quanto le vostre idee, le vostre Regole, la vostra Via, siano giuste o sbagliate: io non posso vivere in mezzo a persone che sembrano automi, non pensare con la mia testa e dover solo obbedire ciecamente. Semplicemente non lo posso fare” riprese Cassian, vedendo che nessuno diceva niente né gli faceva domande.

“Va bene, per me non ci sono problemi” replicò inaspettatamente l’Armaiola. Chissà, magari era anche contenta che qualcuno, una volta tanto, le dicesse le cose in faccia! “La cosa importante è che, finché resterai qui, seguirai comunque le nostre Regole e tradizioni, che ti piacciano o meno.”

“Questo lo farò” annuì Cassian, “sono vostro ospite e ve lo devo.”

“Allora non abbiamo altro da dirci. Domattina ripeterai il tuo giuramento da Mandaloriano, avrai il tuo battesimo nelle acque del mare qui davanti e indosserai l’armatura e l’elmo fino a quando rimarrai con noi” concluse l’Armaiola.

Tutto sembrava sistemato, dunque, ma a sorpresa intervenne Din.

“Potresti tenere Grogu per un po’, per favore?” domandò alla donna. “Vorrei poter parlare con Cassian in privato, magari in un luogo dove nessuno possa ascoltarci.”

“Va bene. Vi consiglio di recarvi nella parte di spiaggia dove teniamo tutti i velivoli, tra cui anche il vostro Starfighter. Là non va mai nessuno perché, se un Mandaloriano ha bisogno di una nave spaziale per partire, prima deve chiedere il permesso a me. Starete tranquilli e, nel frattempo, io racconterò al piccolo alcune storie della tradizione mandaloriana, è bene che anche lui cominci ad imparare.”

Din fece come gli aveva consigliato l’Armaiola e condusse Cassian nel parcheggio delle navi spaziali. Si misero seduti sulla sabbia, vicini, celati allo sguardo di chiunque dai velivoli che si trovavano lì.

“Ora mi vuoi rimproverare perché ho parlato in modo irrispettoso all’Armaiola?” chiese subito Cassian, convinto che fosse quello il motivo per cui Din voleva parlargli in privato.

“No, non è per quello, credo che tu abbia invece fatto bene a spiegarle le tue motivazioni” replicò il Mandaloriano. Cassian non poteva vedergli il volto a causa dell’elmo, ma la sua voce era tenera e sembrava anche un po’ preoccupata. “Invece volevo chiederti perché a me non hai mai raccontato di quando sei stato imprigionato, torturato e costretto a lavorare per l’Impero? Hai detto tutto all’Armaiola, ma io non ne sapevo niente e ne sono rimasto addolorato. Perché non ti sei mai confidato con me?”

Ma senti, parla quello che confida sempre tutti i suoi pensieri, ironizzò dentro di sé Cassian, ma in realtà era toccato dal fatto che Din si mostrasse così interessato a lui e al suo passato, non aveva mai pensato che gli importasse più di tanto.

“È qualcosa che è accaduto molti anni fa, come ho detto avevo circa ventun anni e, ovviamente, non mi piace ricordarlo né parlarne” rispose il giovane Andor, fingendo una disinvoltura che non provava. “L’ho detto all’Armaiola perché mi sembrava giusto che sapesse il motivo per cui i Figli della Ronda mi danno i brividi e perché non resterò con loro più del necessario, lei è stata veramente molto generosa e accogliente con me e glielo dovevo.”

Din circondò le spalle di Cassian con un braccio e lo strinse a sé sempre più forte, fino ad arrivare ad un vero e proprio abbraccio.

“Avrei voluto saperlo, avresti dovuto dirmi quanto avevi sofferto” mormorò, addolorato.

“E a cosa sarebbe servito? Tu, a quel tempo, eri un ragazzino, non ci conoscevamo neanche e non avresti mai potuto aiutarmi!”

“Lo so, ma ora sono un uomo e voglio sapere tutto di te, voglio sapere anche le cose peggiori che ti sono accadute perché adesso sei il mio Cassian e io voglio proteggerti” gli disse con dolcezza. “Ora sei un Mandaloriano e quindi potremo sposarci presto, appartieni a me e io voglio solo che tu sia felice con me e Grogu, non permetterò mai più a nessuno di farti soffrire, mai più. Ci sarò sempre io con te e niente e nessuno potrà farti del male.”

Le parole insieme appassionate e dolenti di Din sconvolsero Cassian fino in fondo al cuore, non immaginava certo che il Mandaloriano tenesse così tanto a lui e scoprirlo era… destabilizzante e meraviglioso insieme. Din si sollevò un po’ l’elmo per poter baciare Cassian (comunque fosse, si era appena redento e non se la sentiva di ricominciare da capo con la storia dell’elmo!), un bacio dolce e languido, lunghissimo, quasi infinito. Poi si rese conto che baciarlo e abbracciarlo non gli bastava, dopo ciò che aveva ascoltato aveva bisogno di sentire che Cassian era lì, che era suo, che era al sicuro, che potevano diventare una sola entità e allora, in qualche modo, senza togliersi l’elmo e l’armatura ma armeggiando con la tunica che portava sotto, si incollò ancora di più a Cassian, accarezzandolo e stringendolo, gli abbassò i pantaloni e si unì a lui, affondò nel suo corpo volendo sempre più entrare in intimità e in totale fusione con il suo compagno. Lo fece suo con tenerezza ma anche con intensità, chiudendo se stesso e Andor in una bolla d’amore e passione, annullando tutto ciò che li circondava e avvolgendo e proteggendo il suo Cassian, felice e sollevato di sentire che lui era proprio lì, che gli apparteneva e che nessuno glielo avrebbe mai più portato via per fargli del male.

Dal canto suo, Cassian era completamente sbalordito, non era proprio ciò che si aspettava ed era pure surreale fare l’amore con Din in mezzo alle navi spaziali, di nascosto dai Figli della Ronda e con il Mandaloriano che non si era neanche tolto l’elmo… ma non riuscì a pensare a lungo perché la bolla calda, intensa e luminosa che Din aveva creato con lui gli incendiava il sangue nelle vene, gli spezzava il respiro e lui poteva solo perdersi completamente nel Mandaloriano e seguire i suoi movimenti soffocando i gemiti. Vide il firmamento sopra di loro, le stelle che parevano bruciare e cadere addosso ai loro corpi uniti e illuminarli di pulviscolo stellare, sembrava che tutta la Galassia fosse lì per loro… e poi ci fu l’estasi totale e Cassian non capì più niente.

Più tardi tornarono alla fucina dell’Armaiola a riprendere Grogu. Din era impeccabile come sempre, con elmo e armatura lucenti, mentre Cassian aveva un’aria ben più stravolta, i capelli scompigliati e i vestiti pieni di sabbia, tuttavia l’Armaiola non fece commenti su questo.

“Spero che vi siate spiegati e chiariti del tutto” disse solo. “Il piccolo è stato molto bravo, si vede che sarà un ottimo Mandaloriano, era interessato ai miei racconti e incuriosito dal modo in cui forgiavo l’armatura.”

“Ti ringrazio di esserti occupata di lui e per ciò che stai facendo per Cassian” replicò Din, prendendo Grogu e rimettendolo nella sua culla a guscio. “Buonanotte.”

Cassian provò a dire qualcosa che sembrava un saluto e un ringraziamento, per quel poco che riusciva a parlare, poi seguì Din e Grogu.

I Figli della Ronda vivevano davvero come i loro antenati, nelle grotte e nelle caverne di quel pianeta sconosciuto, non c’erano camere e quindi non esisteva la privacy, ognuno si metteva a dormire su un giaciglio dove gli capitava. Almeno Grogu aveva la sua culla!

Din e Cassian si sdraiarono vicini, ma ovviamente non erano da soli. Cassian si rese conto di quanto fosse stato prezioso quel tempo che erano riusciti a rubare tra i velivoli, perché forse sarebbero passati giorni e anche settimane prima che potessero di nuovo restare da soli. Ancora una volta si chiese come facessero i Figli della Ronda a vivere così e si ripeté che lui non sarebbe riuscito a resisterci un giorno in più dello stretto necessario! Era pronto a tutto pur di restare accanto a Din, ma come avrebbe fatto a vivere se non poteva neanche più guardarlo negli occhi, se non potevano più avere momenti tutti per loro? Come potevano sopportarlo quei Mandaloriani? Era ovvio che poi fossero frustrati e odiosi come Paz Vizla!

Infine, per riuscire ad addormentarsi, decise di rievocare i momenti dolcissimi e intensi vissuti con Din poco prima, si sentì scaldare e illuminare dalla meraviglia magica che era accaduta ancora una volta tra loro e, lentamente, cadde in un sonno profondo.

Al resto avrebbe pensato domani.

Fine capitolo settimo

 

 

 

* Tutto ciò accade negli ultimi episodi della prima stagione della serie TV Andor. È veramente una cosa molto angosciante vedere Cassian e gli altri prigionieri trattati come dei numeri, un po’ come i campi di lavoro nazisti, ed è oltremodo tragico pensare che Cassian sia stato costretto a lavorare proprio sulla Morte Nera, l’arma che distruggerà il suo pianeta Kenari e che, nel canon, ucciderà anche lui…

   
 
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