Film > La Mummia Saga
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Autore: Achillea_De_Seniles    21/04/2024    0 recensioni
(Era l'una e mezza passata e la notte era serena nell’attuale Tebe. Nei dintorni non c’era nessuno. Ma addentrandosi poi nel cuore del deserto, pian piano si sentivano distintamente delle persone gridare).
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7
(Il pericolo di negare l’evidenza e di non ascoltare chi dice la verità).
Adesso Anck-su-namun sapeva di avere con Imhotep una possibilità. Grazie a questo riuscì a trovare la forza di andare avanti. Anck-su-namun ebbe subito un’idea: anche se alla dea Hathor non piaceva, Anck-su-namun pensò di ritornare alla base segreta degli acchiappa mummie. Quindi, Anck-su-namun prese per mano Evelyn e insieme a lei spiccò il volo.
Per tutto il volo Evelyn urlò spaventa. Lei era abituata a teletrasportarsi e non ha volare planando per il cielo.
Dopo un breve volo arrivarono a una vecchia fabbrica abbandonata. Venendo quell'ambiente così fatiscente e degradante Evelyn, che continuava a seguire Anck-su- namun, le chiese: “Ehi Anck-su-namun! Ma che cosa ci facciamo qui?”
Anck-su-namun si voltò e le disse: “Silenzio!  Ti prometto che ti spiegherò il tutto a tempo debito”.
 Dopo che ebbero aperto la porta d'ingresso e furono entrate dentro la fabbrica, videro che dentro si trovarono una squadra, che stava lavorando all’arma segreta di Ahmanet. A quel punto per Evelyn fu chiara una cosa: Anck-su-namun stava giocando due facce diverse. Da una parte stava aiutando Imhotep e dall’altra parte aveva stretto falsa alleanza con gli acchiappa mummie, che avevano combattuto Ahmanet in passato. Sperava con questo di guadagnare terreno su Ahmanet. Tuttavia, la dea Hathor non si era sbagliata a mettere in guardia Anck-su-namun su questa banda di acchiappa mummie. Infatti, quel giorno nessun acchiappa mummie fu felice di vedere Anck-su-namun. Questa non capendo niente disse: “Ho portato con me un’amica. Ha già combattuto altre mummie in passato e ci sarà di molto aiuto”.
Il Dottor Kellyn: “Hai portato un’amica brava bugiarda. Io direi invece che ti sei portata un amichetto con te”.
Una spia del dottor Kellyn aveva seguito Anck-su-namun, quando questa aveva riportato in vita Imhotep. Ora sapevano tutto sulla sconosciuta. Fece vedere a tutti il filmato.
Anck-su-namun si mise le mani nei capelli. Immediatamente, mandò la televisione in cortocircuito e bruciò tutto.
 “Ma come vi è venuto in mente di seguirmi e di filmarmi. Sapete cosa stavate per combinare?”
Le stavano mandando a monte i suoi piani.
“E se Ahmanet o Imhotep vi avessero visti”.
“Avete sentito ragazzi” disse il dottor Kellyn.                                                                   
  “Le stavano mandando a monte i suoi piani”.                                                             
“Sta zitto sciocco uomo!” Disse Anck-su-namun.                                                                             
“E se Ahmanet o Imhotep vi avessero visti. Ma non volete capire, oppure non è stato sufficiente quello che è accaduto la settimana scorsa: Ahmanet vi sta dando la caccia. Vi ucciderà tutti. Voi sapete tutto su di lei e chi sa tutto su di lei morirà”.
Ma gli acchiappa mummie non la ascoltavano. Anzi continuarono ognuno il proprio lavoro come se lei non fosse lì. Evelyn, che fino a quel momento era rimasta in disparte, riusciva a comprendere perfettamente sia le ragioni di Anck-su-namun che le ragioni degli altri colleghi acchiappa mummie. Essendo una acchiappa mummie anche Evelyn, avrebbe fatto lo stesso. Gli acchiappa mummie pensavano che Anck-su-namun fosse pericolosa almeno quanto Ahmanet. Era probabilmente che l’amica portata, fosse un altro mostro come lei. Era stato un errore aver salvato Anck-su-namun. Avrebbero dovuto lasciarla marcire in quel deserto. A quell’ora non ci sarebbe stato un secondo mostro.
Agli occhi degli acchiappa mummie sarebbe stato meglio uccidere i due mostri all’istante. Ma forse era meglio di no. La loro morte avrebbe attirato e irritato Ahmanet o la mummia appena tornata. Era meglio cacciarle. Non la volevano più tra loro.                                                                                                          
  “Non sei più la benvenuta qui”.                                                                                     
 “Non c’è problema. Come acchiappa mummie fate schifo. Addio!” Disse Anck-su-namun, prendendo per mano Evelyn ed iniziando ad allontanarsi.                            
“Ma sappiate una cosa, siate più che certi che Ahmanet continuerà a darvi la caccia e che nessuno si salverà mai. Mai!”
Non fece in tempo a finire la frase, che ecco Imhotep e Ahmanet comparire. Non li videro. Sentivano i loro passi, le tempeste.
Ad Anck-su-namun non fu difficile capire l’accaduto: “Ahmanet deve avere visto la spia al British Museum e ha condotto Imhotep fin qui a posta”. 
“Ora che facciamo?” Chiese Evelyn.
Intanto, gli acchiappa mummie si preparano ai posti di combattimento.
Anck-su-namun, che era l’esperta, pensò di salvare le armi contro Ahmanet. Avrebbe usato i suoi poteri per farlo.
L’idea di Anck-su-namun era buona, ma che ne sarebbe stato degli altri: “Non possiamo lasciarli qui”.
Ad Anck-su-namun poco importava. Tanto non l’avrebbero nemmeno ascoltate.
Evelyn tentò ugualmente: “Venite con noi, non fermerete mai le mummie. Imhotep è molto potente. Nessun’arma mortale può ucciderlo. Il mercurio non è il suo punto debole.”.
“Ecco, un’altra professoressa di vita. Due mummie che credono di essere le più esperte”.
“Fatti gli affari tuoi” dissero a Evelyn.
Anck-su-namun aveva ragione, nessuno la stava ad ascoltare. Stava soltanto perdendo tempo e facendolo perderlo ad Anck-su-namun. Era meglio sloggiare.
Gli acchiappa mummie si prepararono a ricevere le mummie, ma come predetto da Anck-su-namun e da Evelyn, Ahmanet stava dando loro la caccia per liberarsi di loro e aveva spinto Imhotep verso di loro.
Tuttavia, non andò tutto come previsto. Il fatto che Ahmanet avesse attirato Imhotep fin lì, mosse la curiosità di Imhotep. Perciò, andò ad investigare a fondo sulla questione. Era deciso a parlare con uno degli acchiappa mummie. Ahmanet, accortasi della curiosità di Imhotep, cercava di accompagnarlo, bruciando ogni traccia di mercurio. Dal momento che Imhotep le faceva molta paura, non osava fermare le sue mosse. Imhotep si fece avanti e tutti gli sparavano adosso. Lui immediatamente li metteva fuori gioco, finché si avvicinò a Jenny. Questa accortasi di essere rimasta sola, lo temette moltissimo. Perciò, si arrese e supplicò Imhotep pietà. Le sue paure e le sue suppliche piacevano ad Imhotep. Infatti, era la persona adatta per parlare e scoprire il perché Ahmanet li voleva tutti morti. Jenny se la stava vedendo male. Chiuse gli occhi e... Improvvisamente, una forza più forte della mummia, buttò Imhotep a terra. Era Nick.
“Sono il dio Seth e lei era la mia fidanzata. Ti ordino di lasciarla andare all’istante o ne rispondo di conseguenza”.
Imhotep umilmente si giustificò: “Perdonate, non sapevo niente di queste cose e a dire il vero...”
Il dio Seth sapeva benissimo tutto e che Imhotep voleva spiegazioni. I piani del dio Seth e di Hathor avevano avviato un’avventura interessante, in cui le mummie erano in guerra tra di loro per vedere se l’amore fosse più forte della sete di potere. Il giorno in cui Imhotep avrebbe parlato con Jenny, sarebbe stato il giorno in cui quest’avventura si sarebbe avvicinata alla fine. Perciò, Nick non permise a Imhotep di avvicinarsi per il momento. Tanto valeva che avesse frainteso tutto. Non doveva restare lì.                
“Bene adesso lo sai. Sparisci”.
Imhotep non se lo fece ripetere due volte. L’intervento del dio Seth continuava ad interessare Imhotep. Perciò, avrebbe parlato con Jenny un altro giorno. Ahmanet in disparte stava vedendo tutto. Nick la guardò male, lasciandole intendere, che anche lei doveva sloggiare. Lei ubbidì. Jenny abbracciò Nick ringraziandolo di tutto. Nick però non ricambiò il suo amore. Qualsiasi cosa ci fosse stato, era tutto finito.
“Ti ho salvata, perché ti rispetto, ma non mi interessi più. Mi interessa questa avventura. Per il resto, dimenticati di me”.
Nick riparò la videocassetta bruciata, poi tirò dalla sua tasca delle foto su Anck-su-namun e consegnò tutto a Jenny.
“Ti saranno molto utili, ma maneggiale con più cura. In generale, se vuoi aiutare, avresti fatto meglio a non ascoltare il Dottor Kellyn e seguire l’altra mummia. Infatti, quella mummia sapeva molte più cose di voi su Ahmanet e anche su Imhotep. Bene, addio Jenny”.
Quella stessa notte Jenny si era addormentata nel suo letto, piena di oblio, illusioni e dolci pensieri. Sicura tempo dormiva, sognando come sempre Nick, si sentì Ahmanet addosso. Nick diventava Ahmanet e la stava toccando, come l’aveva sentita la prima volta che l’aveva conosciuta. Si svegliò di soprassalto, nel suo letto. Gli occhi impiegavano un po' di tempo per adattarsi alla fioca luce che filtra dalle persiane: sembrava una giornata scura e priva di colore: in realtà era ancora buio. Non riuscendo a riprendere sonno, aprì la finestra per fare passare un poco d’aria. Mi alzo controvoglia e lascio il mio letto, trascinandomi verso il bagno. Mi accosto al lavandino e mi sciacquo il viso; l'acqua è gelata, si deve essere spenta la caldaia. Devo ricordarmi di chiamare l'assistenza, stavolta. Mi vedo nello specchio e inorridisco alla vista delle occhiaie scure che oggi mi decorano il viso. Basta alcool e serate brave ... almeno per una settimana o due.

Ciondolò fino in cucina e scoprì con apprensione, che la porta finestra che dà sul terrazzino era socchiusa. Uscì e guardò il panorama, posando le mie mani sul corrimano del balcone. Silenzio. Silenzio assoluto che mi scorre sottopelle. Come era possibile che non si sentisse nemmeno il cinguettare degli uccelli?
Non tirava un filo d'aria, non c'era nemmeno il lontano frusciare delle foglie degli alberi nel parchetto vicino. Di solito era pieno delle grida dei ragazzi usciti dalla discoteca. Improvvisamente, credette di sentire un rumore intorno a lei. In fretta, corse al letto e tirò una pisola da fuori il cuscino, si avvicinò alla finestra e..... Il cielo era stellato e non si vedeva quasi niente, c'era una totale oscurità e un silenzio assoluto. Tutta la città di Londra dormiva tranquilla. La camera era tranquilla.
Niente si muoveva, niente parlava.                                                    
"Qui” disse una voce.                                                                                                                                
Trattenne il respiro. Sentiva il sangue pulsare nelle vene.                                                                
“Chi c’è?”
Era sicura di non essere da sola, non poteva essere la sua immaginazione.                           
 Alzò la testa e alla sua sinistra si mostrava un'ombra, la quale si avvicinava quasi impercettibilmente dalla porta d’ingresso di camera sua.         
 “C’è qualcuno?”
L’unica fonte di luce era la luna, splendente in una notte oscura. I suoi occhi captarono quel movimento. Non si mosse. Ne girò lo sguardo. Le sue mani poggiate sulle gambe tremavano. Non aveva paura, se lo ripeteva nella testa. Doveva convincersi che tutto era normale, niente sarebbe accaduto se si sarebbe calmata.
Ecco la sua prova. Jenny chiuse gli occhi.                                                                                                                 
“Non avvicinarti!” Disse. Inspirò dal naso.                                                                   Silenzio.                                                                                                                            
“Non sei il benvenuto qui!” disse con lo stesso tono imperativo.
                                                                        
  “Vattene!” Concluse.                                                                                                                  
Rimase attenta. Riconobbe quel silenzio. Era palese la presenza di qualcun altro oltre a lei. Per pochi secondi, ascoltò attentamente quel respiro debole nel suo orecchio.
 “Ti ho detto di andartene” ripeté. La sua voce era quasi impercettibile.                                  
"Non posso, sono appena arrivata. Ho viaggiato da una terra molto lontana".                            
“Cosa vuoi?”                                                                                                                                
 Era una voce femminile. Ne era sicura.                                                                             
Continuava a tenere gli occhi aperti.                                                                               
 La figura oscura non rispose.                                                                                        
“Vuoi farmi male?”                                                                                                                
“No”.                                                                                                                             
“Sei morta?”                                                                                                                                       
Ci fu una pausa.                                                                                                                      
“Sì e no”.                                                                                                                                 

Jenny inspirò di nuovo. Doveva restare calma, non mostrare alcun segno di esitazione o sgomento.                     
                                                                                                
“Posso vederti?”                                                                                                            
 “Certo”.                                                                                                                                  
 Il suono dei passi della figura oscura, inquietava Jenny. Intravide la chiave della porta che si girava, una mano morta che appariva e infine il mostro.                                   
“Ahmanet!”.                                                                                                                            
  A quella vista, le venne la pelle d’oca su tutta la superficie del suo corpo. Strinse i pugni. 
“Si sono tornata. So tutto di te e potrei rovinarti se voglio. Te lo dirò solo una volta. Perciò presta attenzione, è importante”.
  “Che cosa vuoi?” domandò con voce tremante.

“Voglio fare un accordo con te. Io non ti farò niente, se tu mi dai qualcosa in cambio".                     
"Si, certo".                                                                                                                             
"Non parlare mai con nessuno di me, in particolare con queste persone".                        
Le mostrò delle foto di Imhotep, Rick, il capo dei Mejay, Jonathan, Alex O’Connell, Meela Nais e Evelyn O'Connell. Meela Nais era senza dubbio la mummia incontrata in Irak. E la sua amichetta era Evelyn. Era chiaramente una questione di guerra tra mummie per il territorio, solo che Meela Nais aveva le armi per sconfiggere Ahmanet.                                                 
                                                                                              
   "Se pensi di riprocurarti tutte le armi perse, sei solo un'illusa e se mi darai problemi, posso darti qualcosa peggiore della morte. Potrei far credere alla polizia, che sei stata tu a riportare in vita i mostri. Ti avverto, ho un sacco di amici e conoscenze, che mi aiuteranno nell’impresa. Se fai qualcosa per mettermi in pericolo, passeresti il resto dei tuoi giorni in galera. Sono stata chiara".                                                                                                                           
  Jenny aprì la bocca, ma stentava a parlare.                                        
Sapeva che Ahmanet sarebbe stata capace davvero di fare ciò che aveva detto.       
“Oh, un’ultima cosa. Sei una ragazza intelligente, ma lo dirò lo stesso. Non provare a fregarmi, perché Nick ti sta tenendo d’occhio. Lui non è più dalla tua parte e ti terrà d'occhio per aiutarmi. È lì che ti osserva. Quindi non pensare nemmeno a non rispettare i patti”.                                              
In realtà, Ahmanet stava mentendo. Era vero che Nick non si fosse mai dimenticato di Jenny e la teneva d'occhio, ma Ahmanet non ne traeva nessun beneficio. Nick non si era mai messo al servizio di Ahament e non l’avrebbe mai fatto.
“Sei tremenda!” Commentò Jenny, che non poteva credere a quello che sentiva.
Ahmanet non se la prese più di tanto. Infatti, fece a Jenny un appunto, che la ragazza non stava tenendo in considerazione: “E cosa c’è da meravigliarsi. Sono una mummia, non una donna acqua e sapone”. 
 
 
   
 
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