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Autore: Chillram9    26/04/2024    1 recensioni
Elizabeth Belvoir ha un sogno: incontrare il suo idolo Aldric, il mago più potente del regno.
L'occasione per riuscirci si presenta quando riceva una lettera d'ammissione dalla misteriosa Accademia di Magia Reale Duelcrest.
Di questa scuola si sa poco e nulla, se non che Aldric è l'unico ad averne mai ottenuto il diploma.
Elizabeth è determinata a fare lo stesso. Non sa però che il terribile segreto che si cela dietro l'Accademia e l'incontro con una strana ragazza cambieranno per sempre la sua vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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29. Determinazione



Per i sette giorni successivi la mia routine subì nuovamente dei cambiamenti drastici.

Dopo la nostra litigata, il mio rapporto con Sophia si era come congelato. Era strano, se qualcuno ci avesse osservato da lontano non avrebbe notato nulla di strano.
Dopotutto avevamo continuato a sederci vicine come se nulla fosse e quando ci rivolgevamo la parola lo facevamo in maniera pacata.
Ma era proprio lì il problema. Di solito eravamo come cane e gatto.
Per chiunque ci conoscesse sarebbe stato ovvio che c’era qualcosa che non tornava.

Amy se n’era accorta subito, la sera stessa del nostro litigio, se così potevamo chiamarlo. Mi aveva preso da parte e mi aveva chiesto se fosse successo qualcosa tra me e Sophia.
Le avevo raccontato tutto, facendomi piccola piccola dalla vergogna sotto il suo sguardo severo, come quello di una madre che non ne poteva più dei litigi delle sue stupide figlie.

«Ma quanti anni avete? Pensavo che dopo la storia di Chloe finalmente aveste imparato quanto è importante comunicare con sincerità l’una con l’altra…»

«Questa volta è soprattutto colpa mia. So che Sophia non intendeva dire nulla di male. Ma proprio non riesco a sopportarlo… che non voglia prendere un duello tra di noi sul serio…»

«E allora perché non glielo dici?!»

«Lo farò, ma prima voglio farle vedere quello di cui sono capace. Solo così capirà…»

«Fai un po’ come ti pare…»

Quel disappunto nella voce di Amy era stato come una pugnalata. Da quella notte anche lei aveva iniziato a trattarmi con una certa freddezza.

Ma seppur mi sentissi in colpa, avevo intenzione di tirare dritto.
Fortunatamente potevo contare su una complice estremamente entusiasta.

Gli occhi di Celeste avevano brillato di luce propria quando le avevo spiegato le mie intenzioni. Da allora i nostri appuntamenti settimanali si erano trasformati in quotidiani.
Nel primo di questi avevamo deciso la strategia da adottare.
Ero stata io ad avere l’idea.

Dopotutto avevo iniziato a formulare una strategia sin da quando avevo scoperto in cosa consistesse il potere innato di Sophia.

“Tagliare qualsiasi cosa, che fosse un oggetto, un incantesimo o una persona.”

La chiave per batterla era teoricamente molto semplice. Dovevo aggirare il suo potere.
Come?
Beh, seppure lei avesse detto “qualsiasi cosa”, c’erano di sicuro dei limiti.
Sia dal punto di cosa potesse tagliare, sia di quanto potesse tagliare.
Il problema era come sfruttare questi punti deboli.
Dovevo trovare l’arma adatta. Ed era qui che entrava in gioco Celeste.
Grazie alla sua passione per la magia, era la persona perfetta per aiutarmi a trovare l’incantesimo giusto per mettere in atto il mio piano.
Fortunatamente non avevamo impiegato molto a trovarlo.

Il giorno dopo l’annuncio dell’evento, Celeste aveva bussato alla porta di camera mia. Al suo seguito, levitando pigramente in aria, c’era una pila di grimori alta quasi quanto lei. A quanto pare la sua collezione di testi sulla magia non aveva nulla da invidiare a quella di merchandising a tema Aldric.

«Come diavolo hai fatto a portarti dietro tutta questa roba?» le chiesi, sbalordita.

«Mai sentito parlare di una valigia senza fondo?»

Esisteva veramente una cosa del genere?
Un oggetto con un incantamento di quel tipo doveva costare un occhio della testa.

“Dannati nobili…”

Avevamo quindi iniziato a spulciare quei volumi in cerca di qualche spunto.
Un paio di ore dopo, mentre ne scorrevo uno, gli occhi mi caddero su un incantesimo molto particolare.

«Celeste! Vieni a vedere!»

La mia amica sollevò il naso dal libro che stava spulciando e si avvicinò e ne lesse gli effetti da sopra la mia spalla
Celeste iniziò a ridacchiare:

«Oh oh! Sei veramente perfida! Questo è proprio un colpo basso da usare contro una come lei!»

Aveva ragione. Dubito avrei trovato qualcosa di meglio in quella pila di libri. Era perfetto, ma…

«Sembra veramente complicato… Espandere il mio mana così tanto… Secondo te potrei farcela?»

«Beh c’è solo un modo per scoprirlo. Hai fino al 25 per imparare a usarlo, meglio iniziare a far pratica dopo cena! Ce la faremo!»

Nonostante le parole incoraggianti di Celeste, ero ancora dubbiosa. C’era un altro problema.

«Ma se anche riuscissi a usare questo incantesimo… Certo di sicuro la prenderei di sorpresa, ma non è abbastanza per sconfiggerla. Non si arrenderebbe mai per così poco….»

«Mmmh non hai tutti torti… Se ne avessi maestria potresti lanciarlo con così tanta potenza da metterla fuori gioco all’istante… Ma immagino sarebbe pericoloso…»

Celeste iniziò a passeggiare per la stanza sovrappensiero.

Dopo qualche minuto sembrò venirle un’idea.

«Liz, mai sentito parlare di doppio lancio

Sapevo benissimo di cosa parlava.
Nel gergo magico con doppio lancio si intendeva l’utilizzo di due incantesimi allo stesso momento. In pratica la tecnica che avevo usato per sconfiggere Chloe, il mio asso nella manica.

Era arrivato il momento di decidere se mi fidavo davvero di Celeste.
Rivelarle appieno le mie abilità era necessario se volevo che mi aiutasse. Ma se un giorno ci fossimo trovate l’una contro l’altra avrei perso la possibilità di coglierla di sorpresa.

Celeste sembrò intuire le ragioni dietro la mia esitazione.
Estrasse la sua bacchetta facendo levitare in aria uno dei grimori poggiati sulla scrivania.
Puntò poi un indice della sua mano libera verso un altro libro il quale andò ad orbitare intorno all’altro.
Mi fece un occhiolino.
Dovevo immaginare che anche lei fosse capace a fare qualcosa del genere.
Vedere che si fidava di me, mi spronò a fare lo stesso. Dopotutto se volevo sconfiggere Sophia avrei comunque dovuto usare tutto il potere.

«Sì, l’ho usato in passato. Ma solo con incantesimi semplici…»

«A volte gli incantesimi più semplici, sono anche i più pericolosi!» replicò Celeste in tono misterioso.

“Cos’ha in mente?”

«Ma anche se trovassi un incantesimo semplice in grado di sconfiggere Sophia, non penso sarei in grado di usarlo insieme all’altro… È troppo difficile!»

«Vuoi vincere o no?»

«Certo che sì!»

«Allora non voglio più sentirti dire le parole “troppo difficile”. Fanculo le lezioni, iniziamo subito!»

Celeste mi aveva trascinato fuori dalla stanza in direzione del cortile interno.
Da allora avevo passato ogni momento possibile ad esercitarmi. Spesso ero andata vicina ad esaurire il mana, tanto che Celeste aveva dovuto sorreggermi per riportarmi in stanza..
Ma pian piano avevo iniziato ad ottenere dei risultati incoraggianti.
Era allora che avevo chiesto un altro favore a Celeste.

«Celeste, ti dispiacerebbe aiutare Amy a preparare il suo duello? Se mi offrissi di farlo io… penso rifiuterebbe al momento…»

«Roger! Se serve ad aiutarti a concentrarti meglio.»

Quella ragazza era instancabile.

«Celeste, come mai sei entusiasta di aiutarmi a battere Sophia?»

Possibile che l’astio che quest’ultima sembrava provare nei suoi confronti fosse reciproco?
Ma il motivo era un altro.

«È molto semplice. Voglio dimostrare che la pura e semplice magia è più che capace di trionfare anche su uno strano potere come il suo. E ovviamente anche perché siamo amiche e mi hai chiesto di darti una mano. Quindi vedi di farle sputare sangue!»

Non ero sicura se quella strana nobile invasata della magia fosse un angelo o un demone.


 

***



Riposi la mia bacchetta nel fodero.
Avevo fatto tutto il possibile.
Se avessi continuato ad allenarmi non avrei fatto altro che rischiare di non avere abbastanza mana per il giorno dopo.

Era la notte di vigilia della Luna Invernale e del mio duello contro Sophia.
Mi trovavo all’interno dell’aula di allenamento magico.
Con l’avvicinarsi dell’evento, il cortile interno aveva iniziato ad essere sempre più affollato di altri studenti.
Non avevo intenzione che qualcuno spiasse la mia strategia.
Inoltre, lì dentro finivo sempre per perdere la concezione del tempo, per via dell’incantamento che rendeva il cortile perennemente illuminato da un sole artificiale.

Uscii dell’aula sbadigliando.
Era meglio andare a letto presto. Domani avrei avuto bisogno di tutte le energie possibili.
Mentre attraversavo i corridoi della scuola, diretta alla mia stanza, incrociai numerosi studenti. Non ero la sola ad aver voluto fare un allenamento a quanto pare. Quei 50 punti, per me così ininfluenti, facevano di sicuro gola ai miei compagno più in basso in classifica.
Girando un angolo notai la snella figura di Sophia un po’ più avanti di me.

“Che ci fa in giro a quest’ora?”

Che si stesse allenando anche lei? Nah…
Negli ultimi giorni, la frattura che si era creata tra noi non si era sanata. Continuavamo a trattarci con quell’innaturale fredda cortesia.

“Ma domani, rimetterò le cose apposto.”

Almeno speravo…
Spinta da un impulso improvviso, accellerai il passo.
Mi affiancai a lei.

«Ehi…»

«Oh… ciao.»

“...”

«Anche tu, fuori dal letto, uh?»

«Già…»


«Perché è così difficile…”

Camminando insieme in silenzio, arrivammo di fronte alla sua stanza.
Senza guardarmi in faccia, mi saluto:

«A domani.»

Aprii la porta e fece per entrare.
Ma prima che lo facesse, le afferrai il polso, fermandola.
Rimanemmo così, immobili, per qualche istante.

«Guardami in faccia!» sbottai.

Sophia si voltò, sorpresa.
Forse era la prima volta che i nostri occhi si incontravano da una settimana.

«Domani… ti devo parlare. Ma prima, affrontami con tutto quello che hai!» le urlai.

L’espressione di Sophia era imperscrutabile:

«Ne sei sicura? È questo che vuoi?»

«Idiota! È quello che ho voluto sin dal primo momento!»

«Spero non te ne pentirai. Se è tutto… Buonanotte.»

«Buonanotte!»

Le mollai il braccio e girai i tacchi.

«Spero che non te ne pentirai.» le feci il verso, parlando tra me e me.

Quest’ultimo scambio non aveva fatto altro che aumentare la mia determinazione.
Gliel’avrei fatta vedere.



 

***



La mattina dopo, appena alzata, già tremavo per l’eccitazione.
Dopo il mio scontro con Chloe, avevo realizzata che forse non ero altro che un’amante dell’adrenalina.
Volevo riprovare il brivido di trovarmi contro un avversario più forte di me.

“Sto facendo il gioco di Skylark…”

Forse lo scopo di quel gioco mortale era risvegliare quel tipo di emozioni in noi…

Arrivata nella sala da pranzo, afferrai la colazione dal cerchio magico e mi diressi al solito tavolo, dove trovai Amy ad attendermi.
Di Sophia nessuna traccia.

«Ehi Amy, ti senti pronta?»

«Mmh sì…»

Anche a lei tremavano le mani.

“Non ne posso più…”

Avrei sistemato le cose con Sophia più tardi, ma non c’era ragione di non farlo adesso con Amy.

«Senti Amy, lo so, mi sto comportando come una bambina. Ma è importante per me. Ti prometto che rimetterò le cose a posto. E d’ora in poi cercherò di essere più ragionevole. Quindi ti prego, torna a sorridermi come prima!»

L’espressione di Amy tremò e dopo un attimo… Fui assalita con uno dei suoi soliti abbracci spacca costole.

«Lizzie! Aiutooo, sono così nervosa!»

E così, in un attimo, le cose erano tornate come al solito. Se solo fosse stato così facile con Sophia.
Quando mi lasciò andare le sorrisi:

«Mi sei mancata Amy!»

«Anche tu!» ricambiò tornando al suo posto.

«Dimmi, Celeste ti ha aiutato a trovare una strategia?»

«Sì! Ha detto che ha chiesto in giro come duella Finch…. Quindi dovrebbe funzionare… Ma sono sicura che sbaglierò qualcosa, lo sai come son fatta!»

«Ce la farai! Lo so che lo farai nero! Sei migliorata tantissimo, fra un po’ non avrai neanche più bisogno dei punti che ti diamo!»

«Ma che dici. E tu… Ti senti pronta?»

«Sì,» risposi con decisione, «non sono sicura di vincere ma… ho fatto del mio meglio. Vada come vada, le farò capire che non può permettersi di sottovalutarmi.»

Continuammo a chiacchierare per il resto della colazione.
Dopodiché ci alzammo, pronte a dirigerci in aula.
Ma quando arrivammo nei pressi dell’ingresso, notammo che in lontananza si era formato un folto gruppo di studenti.

«Che succede?» chiese Amy, preoccupata.

Non la biasimavo, l’ultima volta che avevamo assistito ad una scena del genere ci era scappato un morto.
Ma quando fummo più vicine, capimmo subito il perché di quell’assembramento: la presenza di Skylark.

“Che sta succedendo?”

Immediatamente notai qualcosa di strano.
Dietro il preside, in cima alla scalinata di marmo, laddove prima vi era una solida parete di pietra, ora era comparsa una grande porta con inciso sopra il simbolo dell’Accademia.
In quel momento ricordai le parole del vecchio professore:

Per l’occasione vi sfiderete in un’arena speciale.

Probabilmente era lì dietro quel muro.
Forse ne sarei stata più sorpresa se non avessi già scoperto l’esistenza di stanze segrete nella scuola.

Io ed Amy ci unimmo ai nostri compagni.
Guardandomi attorno, incrociai lo sguardo di Celeste, la quale mi salutò allegramente con la mano, facendomi l’occhiolino.
Vidi anche Sophia, al limitare del gruppetto, con la sua solita espressione annoiata.

“La cancellerò molto presto!”

Aspettammo il resto della classe per una decina di minuti e poi, sotto esortazione del preside, risalimmo la scalinata.
Non appena Skylark posò una mano sulla porta intarsiata, questa si spalancò all’istante.
Quando riuscii ad intravedere cosa ci fosse attraverso, rimasi interdetta.

“E questa sarebbe l’arena speciale?”

La stanza era vuota e sembrava essere grande a malapena per contenerci tutti e 80.
Che volesse che assistessimo al duello dalle scale? Ma presto capii che c’era qualcosa sotto.
Infatti, il preside vi entrò facendoci cenno di seguirlo. Quando fummo tutti entrati, la porta si chiuse dietro di noi.
Il preside battè le mani e un cerchio magico luminoso si accese nel pavimento.

“Che diavolo...?”

Ma prima che qualcuno potesse anche solo emettere un grido di sorprese, il cerchio si spense.

«Eccoci arrivati,» disse Skylark, dirigendosi verso la porta.

Quando questa si aprii, la luce invase la stanza.
Ma questa volta non era artificiale.

«Ma è… il sole!» esclamò Amy al mio fianco, sbalordita.

Era chiaro che si aspettasse qualche trucco.
Ma no, quando uscimmo dalla stanza, capimmo subito che era tutto vero.
Eravamo sul tetto dell’Accademia.

 

   
 
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