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Autore: luvsam    27/04/2024    0 recensioni
Dopo quello che era accaduto al Roosevelt Hospital l’ultimo posto in cui Sam avrebbe voluto mettere piede era un manicomio e invece suo fratello maggiore aveva ricevuto nuove coordinate, che portavano in Michighan ed erano partiti in piena notte. Quando lo aveva tirato giù dal letto, non gli aveva dato altre informazioni, in fondo parlavano molto poco ultimamente, solo l’ordine in perfetto stile John Winchester di raccogliere le sue cose ed essere pronto a muoversi entro dieci minuti[...]
Ufficialmente si erano chiariti, certo, ma era capitato più di una volta che il maggiore dei Winchester fosse scattato per cose banali e lo avesse aggredito anche se solo a parole. Non gli aveva rinfacciato la pistola puntata, né le parole al veleno mentre era posseduto da quel maniaco del dottor Ellicott, ma era evidente che Dean non lo aveva perdonato sul serio e a complicare le cose, ci si metteva anche il pessimo tempismo di papà.
Tra tanti posti doveva mandarli proprio ad Holland? Che cos’era uno scherzo?
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Ho scritto questo nuovo capitolo nonostante il silenzio a 360 gradi e mi sto seriamente chiedendo quanto abbia senso continuare. Se c’è ancora qualcuno interessato a leggere storie su Supernatural, me lo fa sapere, anche solo con un messaggio in privato? Grazie.
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Jim Murphy era il pastore della chiesa di Saint Paul a Blue Earth da tutta la vita ed era un punto di riferimento per l'intera comunità. Non c’era persona nella piccola città del Minnesota, che non avesse almeno una volta scambiato due chiacchiere con lui, e tutti lo consideravano una specie di santo. Effettivamente la sua fede era sincera, era entrato in seminario per pura vocazione, e forse proprio per la sua incrollabile devozione era stato notato. Il male con la "m" maiuscola aveva iniziato a braccarlo, tentandolo in ogni modo possibile, ma padre Jim non aveva mai ceduto, anzi si era opposto a qualsiasi manifestazione diabolica.
Anche se aveva volato sotto il radar del Vaticano, che notoriamente era molto cauto sull’argomento, nel tempo si era specializzato in esorcismi, e la sua fama lo aveva fatto entrare nel mondo dei cacciatori. Ne aveva aiutati tanti e ancor di più ne aveva accolti feriti, o semplicemente alla ricerca di un pasto caldo e di un letto, a volte suscitando anche qualche domanda di troppo di qualche fedele, preoccupato per l’andirivieni di persone ad ogni ora del giorno e della notte. Non aveva mai dato troppe spiegazioni perché la sua missione era servire la comunità, ma anche essere di supporto a quanti, a costo della propria vita, combattevano contro il male.
Ognuno di loro aveva la sua storia di perdita e di devastazione, un dolore così forte da rinnegare lo stesso Dio, ma padre Jim non si era mai tirato indietro e aveva imparato in fretta a non chiedersi chi avrebbe bussato alla sua porta e soprattutto, a non affezionarsi a nessuno di loro, perché, così come arrivavano, i cacciatori all’improvviso sparivano nella notte e la possibilità di non rivederli più era molto alta.  Lo aveva fatto tutte le volte tranne una, e che Dio lo perdoni, in quell’occasione avrebbe volentieri sfilato il colletto e dato una lezione a quel pazzo, che una fredda sera del mese di gennaio del 1984 si era presentato sul suo portico.
Stava leggendo la Bibbia, mentre fuori nevicava, e all’improvviso, prima che dal campanello, la sua attenzione era stata attirata dal pianto di un bambino. Si era alzato velocemente ed era arrivato all’ingresso convinto di ritrovarsi davanti l’ennesima sventurata, che gli avrebbe chiesto di prendersi cura del suo piccolo. Era rimasto a bocca aperta quando invece si era ritrovato faccia a faccia con un uomo dall’apparente età di trent’anni, che teneva per mano un soldo di cacio e ne stringeva al petto un altro. Era proprio il fagottino più piccolo ad urlare disperato, e, senza dire una parola, si era fatto da parte e aveva lasciato entrare lo sconosciuto, che si era presentato come John Winchester.
Padre Jim aveva portato lui e i suoi figli davanti al fuoco e aveva tentato di avvicinarsi al bambino più grande per aiutarlo a sfilarsi il giaccone bagnato, ma quest’ultimo si era nascosto dietro le gambe del padre. Era palesemente spaventato, così si era fatto indietro e aveva lasciato che fosse il suo ospite a liberare il figlio dall’indumento, dopo aver appoggiato il fagottino urlante sul divano dietro di lui. L’uomo si era poi seduto e aveva preso in braccio entrambi i bambini, che aveva presentato come Dean e Sammy. Aveva poi chiesto scusa per essere piombato in casa del pastore a quell’ora, ma aveva bisogno di fargli delle domande.
Padre Jim lo aveva rassicurato e gli aveva detto che avrebbero parlato, ma a patto che avesse accettato la sua ospitalità, e John aveva ceduto alla richiesta senza troppe proteste. Gli aveva servito un’abbondante cena, preoccupandosi di mettere a tavola qualcosa di adatto anche per i bambini, poi lo aveva spedito a fare una doccia a Dean e un bagnetto a Sammy, dopo avergli consegnato pannolini e pigiamini puliti. Lo aveva aspettato fuori dal bagno offrendosi di mettere a letto i piccoli, ma John aveva rifiutato e il prete non aveva insistito.
Erano tornati tutti davanti al camino e solo dopo che Dean si era addormentato sul divano, il giovane padre gli aveva raccontato la sua triste storia.
Jim aveva provato a confortare il vedovo, mentre il piccolo tra le sue braccia aveva continuato a guardarsi intorno curioso, succhiando da un biberon, ma era sempre difficile convincere una persona in lutto che ce l’avrebbe fatta ad andare avanti, che Dio e il tempo avrebbero aiutato.
Ma John Winchester non era arrivato alla sua porta perché bisognoso di una mano per rimettersi in piedi, John Winchester era animato da tutt’altro.
Avevano parlato fino a tarda notte di quello che il vedovo era sicuro di aver visto e quando il prete gli aveva confermato la presenza del demonio sulla terra, sul volto provato dell'uomo avevano albergato terrore e sollievo. Era spaventato dall’idea che qualcosa di oscuro fosse entrato in casa sua e avesse ucciso sua moglie, ma allo stesso tempo era rassicurato dall’idea che non stesse impazzendo, come in tanti avevano sospettato, ed era pronto ad iniziare la sua battaglia per rendere giustizia alla memoria di Mary.
Jim aveva provato a dissuaderlo, facendo leva proprio sui bambini e sui pericoli a cui li avrebbe esposti, ma l’altro non aveva voluto sentire ragioni e più di una volta, durante la settimana di permanenza a Blue Heart, le voci dei due adulti si erano alzate spaventando a morte sia Dean che Sammy.
John aveva insistito per imparare le basi del mestiere e ad un certo punto Jim aveva ceduto, anche perché, con la scusa di addestrare il neocacciatore, avrebbe concesso ai due bambini la permanenza in un posto migliore rispetto ai sedili di un’auto, e avrebbe potuto attivarsi per organizzare un minimo di supporto per la futura vita on the road.
Fu così che nella stanza degli ospiti erano comparsi un paio di borsoni, che le parrocchiane avevano fatto a gara a riempire con qualsiasi cosa potesse servire ai piccoli, e con maggiore discrezione uno anche per lui.
Il 24 gennaio padre Jim aveva anche comprato una torta e qualche regalo per il quinto compleanno di Dean, ma quella sera stessa John gli aveva detto che sarebbero andati via. Non aveva nemmeno tentato di fermarlo, anche se era cordialmente incazzato per la scelta dell’uomo, e ogni volta che uno dei Winchester aveva avuto bisogno di lui non si era mai tirato indietro, come quando Sam era stato attaccato da uno shtriga a Fort Douglas, o adesso dopo più di vent'anni dopo la telefonata di Dean.
Padre Jim inspirò rumorosamente e fissò la vecchia poltrona sulla quale il piccolo Winchester in visita amava sostare, ma i suoi pensieri si bloccarono lì, quando finalmente dall’altra parte della cornetta rispose padre Taylor, suo vecchio amico dai tempi del seminario.
“Jim Murphy, questa sì che è una sorpresa”
“Ciao, Mick”
“Sei ancora tra noi, o il Vaticano ti ha messo alla porta?”
“Immagino che gli piacerebbe molto, ma non mi hanno ancora fatto fuori”
“E se mi parli, non c’è riuscita nemmeno la concorrenza”
Padre Jim sorrise, abito talare o non, Mick era sempre lo stesso e sapeva di aver chiamato la persona giusta, ancor prima di dirgli il motivo della sua telefonata.
“Ci hanno provato, ma sono diventato piuttosto bravo”
“Attento, padre Jim, la superbia è un grave peccato”
“Hai ragione, ma più che superbia è consapevolezza dei propri mezzi, e un bel numero di demoni rispediti al mittente possono testimoniarlo. Ad ogni modo non ti ho chiamato per incensarmi, ho bisogno del tuo aiuto”
“Dimmi tutto”
“Ti occupi ancora della sezione americana dell’Archivio Apostolico?”
“Perché ho l’impressione che mi chiederai qualcosa che non mi piacerà, Jim?”
“Te ne occupi, o no?”
“Sì, lo dirigo in realtà”
“Molto bene, è un’ottima notizia”
“Arriva al dunque”
“Ho bisogno di leggere tutto quello che puoi trovarmi sulla scuola preparatoria del Seminario cattolico di Sant'Agostino di Felt Mansion”
“Felt Mansion? E perché ti interessa? Quella proprietà non appartiene alla chiesa dal 1977”
“Vedo che sei preparato”
“E’ il mio lavoro, ma non hai risposto alla mia domanda”
“Diciamo che ho sviluppato un improvviso interesse per la storia”
“Per tua cultura personale, o c’entra sempre la concorrenza?”
“Vedo che sei perspicace e non provare nemmeno a dirmi di no, sei in debito”
“Jim, hai riscosso almeno una decina di volte”
“Non essere pignolo, è per una buona causa”
“Che sarebbe?”
“Non parlo di certe cose al telefono, ma fidati di me, okay?”
Padre Taylor tacque per qualche attimo, poi chiese:
“Che cosa ti serve?”
“Sapevo di poter contare su di te”
“Non c’è bisogno di lusingarmi”
“Lo so, ma è sempre divertente sentire che ti alteri. Ti mando una mail con i particolari, okay?”
“Okay”
“Grazie, Mic”
“Ciao, Jim, e se puoi, resta vivo”
“Ci sto lavorando”
La telefonata si interruppe e padre Jim si mise subito al computer per fare la sua richiesta, poi mandò un sms a Dean dicendogli che aveva cominciato ad oleare le ruote e di avere un po' di pazienza. Il cacciatore gli rispose non appena entrò in auto e rincuorato dal fatto che presto avrebbero avuto notizie di prima mano sulla suora incazzata, riprese la strada del motel. Vi arrivò dopo una ventina di minuti e dopo aver recuperato le buste della spesa dal sedile posteriore, bussò alla porta della stanza.
“Spero che tu abbia fame, fratellino, ho perso un sacco di tempo al supermarket”
“Immagino che genere di cibo ci sia lì dentro”
“Il genere che ti farai piacere”
“Dean, ho fatto delle ricerche e…”
“Frena, college-boy, ho interpellato la cavalleria”
“Di chi stai parlando?”
“Certo che a volte sei proprio tonto, eh? Abbiamo avuto un incontro ravvicinato con una suora incazzata, ho chiamato Jim”
“Padre Jim, abbi un po' di rispetto”
“Mi ha sdoganato lui e comunque la sostanza è che sono di nuovo un passo davanti a te”-fece Dean avviandosi verso il cucinino.
“Sta bene?”
“In gran forma e mi ha chiesto di te”
“E che cosa gli hai risposto?”
“Beh, gli ho fatto un quadro della situazione e mi ha detto che puoi rivolgerti a lui, se senti il bisogno di parlare”
“Perché ti metti a raccontare in giro i fatti miei?”
“Sam, pensavo che ti fidassi di Padre Jim, non ho messo i manifesti con la cassiera del Wallmart”
“Mi fido di lui, ma io..”
Il giovane tirò un calcio ad una sedia facendola ribaltare, poi si sedette sul letto prendendosi la testa fra le mani.
Dean mise giù il sacchetto con le patate, si avvicinò al fratello e si sedette accanto a lui. Lo fissò, ma non disse nulla sapendo che doveva aspettare che Sam avesse voglia di parlare, cosa che accadde qualche minuto dopo.
“Scusa, sono un idiota”
“Su questo non ho obiezioni, ma mi dici che ti è preso?”
“Io…”
“E’ ancora per papà?”
“E’ per tutto, mi sembra di soffocare”
“Lo so, ma non risolvi nulla spezzando le gambe ad una povera sedia innocente”
Sam sorrise debolmente e scosse la testa tirandosi su.
“Vuoi parlarmi di come stai?”-chiese Dean.
“Non incazzarti, ma preferirei di no”
“D’accordo, ma sappi che ti guardo le spalle, okay?”
“Lo so, lo fai sempre”
“Giusto, e se qui abbiamo finito, preparo la cena”
Dean si alzò e riprese le patate fingendo che tutto andasse bene, ma, non appena voltò le spalle a Sam, sentì il peso dell’angoscia per suo fratello calargli di botto sul cuore.
 
 
   
 
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