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Autore: Nami89    28/04/2024    0 recensioni
“Qual è il problema?” – continuò a chiedere Zoro, senza alcuna apparente emozione nella sua voce.
“Il mio problema sei tu.” – sussurrò categorica Nami. Sfilò la sua mano da quella di Zoro e andò via.
Questa fanfiction si ricollega all'arco narrativo di Wano, dopo la vittoria contro Kaido e Big Mom.
In questa storia Nami e Zoro scopriranno che a legarli c'è qualcosa di più di una semplice amicizia!
Presenti spoiler!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 7 - In pericolo
 
 
Erano trascorse alcune ore dal risveglio di Zoro.
Nami aveva preferito non vederlo. Si era assicurata che le sue condizioni fossero stabili ma aveva scelto di ritagliarsi uno spazio per sé.
Il turbinio caotico di panico e disperazione di quella notte sembrava essersi temporaneamente cristallizzato. L’ansia e la paura non erano sparite ma era come se fossero rimaste in sospeso, pronte a riemergere in tutta la loro forza al primo segnale di pericolo.
Sentiva addosso un fardello pesante quanto un macigno ma fragile come un vetro scheggiato, pronto a frantumarsi al minimo urto.
 
Le sembrava di essere tornata al punto di partenza. Aveva ricominciato ad evitare Zoro ma questa volta per ragioni differenti. Se prima il rifiuto era dettato dalla paura di perderlo, adesso era spaventata da cosa avrebbe provato standogli troppo vicino.
Aveva bisogno di tempo per provare a ritrovare un minimo equilibrio che le consentisse di affrontare tutto con maggiore razionalità.
 
Per questo si era limitata a raggiungere Chopper per chiedere aggiornamenti. Lo spadaccino sembrava stesse recuperando lentamente le forze. Era perlomeno riuscito a tirarsi su e a riprendere a camminare. Chopper lo aveva visitato a fondo ed era rimasto con lui per monitorare la situazione, per poi lasciarlo alle cure di Hyiori.
 
Un motivo in più per evitare di incontrarli, pensò Nami.
Si sentiva già schiacciare dal peso di quella notte. A questo si aggiungeva il fastidio di sapere Zoro e Hyiori così vicini. Ogni volta che ci pensava, sentiva una stretta allo stomaco.
Aveva quindi deciso di assecondare un deciso bisogno di distanza. Distanza dalla consapevolezza che quello che provava era un suo problema e che avrebbe dovuto trovare un modo per affrontarlo e gestirlo.
Per il momento le sembrava che il modo migliore fosse evitare qualsiasi contatto.
 
Nel frattempo si era sistemata nella stanza di Robin. Si era concessa un bagno rilassante ma non aveva sortito gli effetti sperati.
Allora aveva provato a dormire ma altrettanto inutilmente. Era stesa sul suo futon, fissando in alto un punto indefinito del soffitto.
Intorno a lei un cauto silenzio, interrotto solo dal lieve fruscio della penna usata da Robin per annotare appunti su un libro di antiche leggende.

Nami provava a concentrarsi su Kozuki e sulla leggenda, illudendosi così di mettere a tacere altri pensieri. Ripensava a tutto ciò che era accaduto, tentando continuamente di incastrare i pezzi di un puzzle che sembrava sempre più complicato. Eppure ciò che restava era solo un vuoto. Più cercava di dare ordine ai suoi pensieri, più la mente vagava nel caos. Ogni sforzo di fare chiarezza lasciava il posto ad uno stato di confusione al cui centro riemergeva prepotentemente Zoro.
 
“Interessante il soffitto. Rifiniture antiche degne di note!” - esclamò Robin, sghignazzando mentre richiudeva il libro.
 
Nami si voltò verso di lei ridendo. Si tirò su, stiracchiandosi il collo e le braccia.
 
“Non riesco a non pensare. Hai trovato qualcosa di interessante?” - sospirò esausta la navigatrice mentre raccoglieva i capelli in una coda.
 
“Per il momento niente di rilevante!” - asserì l’archeologa.
 
D’un tratto qualcuno bussò alla porta, per poi scostare direttamente il pannello senza aspettare una risposta.
 
“È ora di pranzo!” - disse Usop.
 
“Hai bussato per divertimento?!?” - disse esasperata Nami.
 
“Non essere acida! Ci aspettano!” - brontolò Usop.
 
“Chi?” - chiese Robin sorpresa.
 
“La famiglia reale, i foderi rossi e gente in vista del posto.” - spiegò Usop.
 
“Un pranzo in grande stile.” - commentò dubbiosa Nami.
 
Usop fece spallucce. Ne sapeva poco quanto loro.
Nami non aveva molta voglia di partecipare ad un evento così formale. Non in quel momento dopotutto. Si chiedeva come mai fosse stato organizzato in tutta fretta un pranzo di quella portata e senza alcun preavviso. Tuttavia, nonostante la riluttanza, si alzò dal suo futon. Un fugace sospiro tradì la sua mancanza di entusiasmo prima di lasciare la stanza, per poi lasciare il posto ad un sorriso forzato.
 
Accompagnata da Robin e Usop, si avviò verso la grande sala da pranzo.
 
Una lunga tavolata era stata imbandita con prelibatezze di ogni tipo.
Ad accoglierli Momonosuke e Kinemon.
 
“Benvenuti ragazzi! Accomodatevi pure!” - disse il samurai invitandoli ad entrare.
 
La sala era gremita di gente che Nami non conosceva. Non si aspettava un pranzo così affollato. Tra la folla vide alcuni componenti dei foderi rossi che si erano già accomodati e ridevano e parlavano animatamente tra loro.
In un angolo più appartato il vecchio Kozuki che osservava tutti.
Nami lo guardò, chinando il capo in segno di saluto. Il vecchio ricambiò con gentilezza.
 
“Hei ragazzi venite! Siamo qui!!” - li chiamò Brook, facendo cenno di avvicinarsi.
 
I tre lo raggiunsero e presero posto.
 
“Hei Rufy non iniziare a mangiare!” - lo rimproverò Usop, bacchettandogli la mano.
 
“Uffa” - brontolò indispettito Rufy.
 
“Siamo davvero in tanti.” - commentò Robin man mano che si guardava intorno.
 
“Già, a quanto pare molti rappresentanti politici ed esponenti di Wano ci tenevano a festeggiare la fine di Kaido. Aspettavano solo la ripresa di Zoro.” - spiegò Jinbe.
 
“Avrebbero potuto aspettare qualche giorno.” - disse stranita Nami.
 
“Beh a quanto pare ad affrettare i festeggiamenti è stato il vecchio Kozuki. Credo non veda l'ora che spieghiamo le vele.” - disse Jinbe.
 
“A proposito…Zoro dov'è?” - chiese Franky guardandosi intorno.
 
“Non penserete che parteciperà davvero già ad una festa dopo quello che è successo?” - chiese stupita Nami.
 
“Ha detto che sarebbe venuto e si è arrabbiato quando gli ho detto che lo avrei accompagnato.” - disse amareggiato Chopper.
 
“Il solito orgoglioso.” - rispose stizzita Nami.
 
Nami non aveva previsto che lo avrebbe incontrato così presto. Si era convinta che avrebbe riposato nella sua stanza per tutto il giorno. L’imminente arrivo di Zoro la colse di sorpresa, facendola sentire disarmata. Per un momento pensò di inventare una scusa e andare via. Tuttavia non poteva nemmeno accettare che partecipasse a quel pranzo, affaticandosi inutilmente. La paura di incontrarlo sembrava aver lasciato il posto all’istinto di proteggerlo e prendersi cura di lui.
Fece per alzarsi, pronta a raggiungerlo per impedirgli di partecipare, quando lo vide apparire sulla soglia.
Si accorse chiaramente dello stupore di Zoro quando vide davanti a sé tutta quella gente sconosciuta ma altrettanto velocemente nascose la sorpresa nel momento in cui Kinemon gli si avvicinò per salutarlo. Poi vide il samurai voltarsi verso di loro per indicare a Zoro il punto in cui erano seduti i suoi compagni.
 
Fu in quel momento che Zoro vide Nami. Lei lo fissava attentamente. Zoro le accennò un sorriso e iniziò ad avvicinarsi.
 
Zoro avanzava attraverso la grande sala, con la mano salda sulle sue katane. 
Nami non poté fare a meno di notare il passo incerto di Zoro. Un’ombra di debolezza si celava dietro un’apparente risolutezza. Per quanto Zoro si sforzasse di nasconderlo, Nami e gli altri presenti si erano accorti di quanto fosse ancora debole.
 
Più si avvicinava, più Nami sentiva di perdere la calma. Quel bisogno di distanza che aveva provato fino a poco prima si era improvvisamente dissolto. Non importava più quanto si sentisse vulnerabile in quel momento. Era solo felice di vederlo, di avere Zoro ancora al suo fianco.
 
“Hei Zoro, eccoti! Vieni a sederti qui! - disse emozionato Usop, facendogli posto.
 
Zoro posizionò con cura le katane accanto alla sua sedia e prese posto proprio di fronte a Nami. La salutò con un cenno del capo.
 
“Finalmente del sakè!” - disse divertito Zoro.
 
“Non dovresti bere!” - gli intimò infuriato Chopper.
 
“Concedimi qualche piccola gioia! Non sai mai quanto potrebbe durare.” - disse Zoro con tono tagliente.
 
“Meglio non sprecare un’altra opportunità.” - intervenne secca Nami.
 
Non era disposta a cedere alla sua ostinazione. Prese il suo bicchiere e glielo riempì.
 
“Questo è il massimo che potrai bere oggi.” - disse decisa.
 
Zoro prese il bicchiere dalle sue mani, sfiorandole le dita. Fu un attimo ma Nami ebbe la sensazione che Zoro avesse indugiato prima di lasciarla andare.
 
“D’accordo capitano.” - disse beffardo Zoro.
 
“Hei il capitano sono io.” - intervenne Rufy.
 
“Si si lo sappiamo!” - lo rassicurò Usop.
 
In altre condizioni, se Nami gli avesse imposto un limite alla quantità di alcol da bere, probabilmente avrebbero litigato senza una fine. Questa volta sapeva che aveva accettato solo perché era consapevole di non stare bene. Nami glielo leggeva negli occhi.
 
Aveva notato che indossava un kimono molto pesante, nonostante le temperature miti. Era insolito per Zoro, dato che tollerava temperature estremamente basse senza alcuno sforzo.
 
Ciò che la preoccupava maggiormente era la cupezza che emanava, nonostante lo scambio di battute e le risate con i suoi compagni.
Aveva ragione Robin. Era evidente che Zoro fosse turbato ma non lo avrebbe mai mostrato apertamente. Si chiedeva come potesse aiutarlo.
 
Intanto alle sue spalle sopraggiunse Kozuki. Si avvicinò pacatamente. Le mani dietro la schiena e un sorriso apparentemente benevolo.
 
“Salve ragazzi.” - disse, accennando un breve sorriso a tutti i membri della ciurma.
 
Kozuki si era avvicinato ai mugiwara e si era fermato proprio alle spalle della navigatrice. Nami si voltò per guardarlo. Il vecchio fissava Zoro.
 
“Sono felice di vedere che stai bene.” - gli disse il vecchio, scrutando con attenzione lo spadaccino.
 
Zoro annuì in segno di ringraziamento.
 
“Immagino che finalmente potrete riprendere il vostro viaggio.” - continuò il vecchio, rivolgendosi questa volta a Rufy.
 
“Non vedo l’ora!” - disse Rufy mentre ingurgitava intere portate di manicaretti.
 
Nami era sul punto di esprimere tutto il suo disappunto, nauseata da quella finta gentilezza. Non sopportava l'idea di non sapere cosa nascondesse quell’atteggiamento amichevole.
In quel momento sentì la mano di Robin sfiorarle la gamba, facendole segno di non parlare.
 
Nami dovette fare uno sforzo per trattenersi. Respirò profondamente, trattenendo l’irritazione. Robin aveva ragione. Non dovevano insospettire il vecchio.
Zoro si accorse dell’espressione contrariata di Nami. Si chiese cosa stesse succedendo esattamente. C'erano molte cose su cui aveva bisogno di essere aggiornato.
 
“Vi auguro un pranzo piacevole e soddisfacente.” - augurò loro Zozuki.
 
“Lo sarà sicuramente! Ha cucinato Sanji!” - esclamò Rufy con l’acquolina in bocca.
 
“Sempre in mezzo quel pervertito.” - disse sarcastico Zoro.
 
Sanji entrò spingendo un carrello ricco di piatti. Era seguito da uno stuolo di servitori che spingevano altrettanti carrelli carichi di prelibatezze dall'aspetto invitante.
 
Iniziarono a servire mentre Sanji spiegava le diverse portate.
 
Il cuoco si avvicinò ai mugiwara. Servì per prime Nami e Robin.
 
“Ecco a voi mie adorate.” - esclamò languido il cuoco. Le due gli sorrireso entusiaste. Il profumo era delizioso.
 
Poi si protese verso lo spadaccino piazzandogli una ciotola fumante sotto il naso.
 
“Testa d’alga questo ti servirà!” - disse Sanji.
 
Zoro si limitò ad osservarlo interrogativo.
 
“Zuppa rigenerante e rinvigorente, indicata per i morti viventi!” - disse il cuoco ridendo.
 
“Vuoi morire anche tu?” - disse minaccioso Zoro.
 
“Hei hei calmi!” - rise Jinbe.
 
“Zoro san!” - una voce femminile attirò l'attenzione dei mugiwara.
 
Era Hyiori. Avanzava verso lo spadaccino con eleganza. Un meraviglioso kimono dai colori sgargianti avvolgeva il suo corpo voluttuoso.
Nami constatò con una dose non indifferente di fastidio quanto fosse radiosa.
 
“Zoro san eccoti! Ti ho cercato nella tua stanza” - riferì la principessa.
 
“Perché?” - chiese asciutto Zoro.
 
“Ti ho lasciato delle coperte e ho già acceso il fuoco nel braciere. Vedrai che riuscirai a riscaldarti. E se non sarà abbastanza, ti scalderò io Zoro san.” - disse vispa la principessa, afferrando saldamente il braccio dello spadaccino.
 
Zoro la guardò sorpreso. Era evidente che non sapesse bene cosa fare.
Nami osservò con crescente frustrazione il modo incerto con cui Zoro aveva reagito alla premura della principessa.
Non riusciva davvero a tollerare quella vista. Zoro odiava farsi toccare. Eppure lasciava che Hyiori gli fosse così vicino.
 
Sentiva una forte collera ribollire dentro di lei. Questa volta affrontò con decisione la verità. Ammise a sé stessa di essere gelosa. Più insopportabile di quella vicinanza, era il fatto che Zoro glielo permettesse senza riserve.
 
“Zoro tu sì che sei fortunato!” - lo canzonò Brook.
 
“Cosa ci troverai in quel marimo bacato?!?” - disse disgustato il cuoco.
 
“Credo che ti abbiano riservato un posto al tavolo della famiglia reale?” - osservò Nami. La crescente gelosia si stava trasformando velocemente in rabbia ma ostentò un’apparente calma.
 
“Oh tranquilla. Ho già avvisato mio fratello. Siederò qui con voi.” - disse arguta la principessa, cogliendo in pieno il fastidio di Nami.
 
Le sue si guardarono per qualche secondo.
 
“Ooook ragazzi! C’è posto per tutti! Diamo inizio a questo meraviglioso pranzo! - disse Usop, provando a stemperare la tensione tra le due.
 
Zoro sembrò non cogliere l’aria tesa generata dalle due donne. Fissò la ciotola servita dal cuoco con espressione dubbiosa.
 
“Cos' è questo intruglio?” - domando a sé stesso.
 
“Ho raccolto personalmente le erbe medicinali che ha usato Sanji per prepararti questa zuppa.” - disse la principessa, guardando amorevolmente Zoro.
 
“Ah…beh grazie.” - disse Zoro, provando a svincolarsi ma invano. La principessa gli si avvinghio ancora di più finché Zoro non cedette, arrendendosi a quella stretta vicinanza.
 
“Wow quali erbe sono?” - chiese curioso Chopper.
 
“Sono piante speciali che crescono solo nel giardino reale.” - spiegò Hyiori.
 
“Fantastico! Che donna premurosa!” - disse Brook guardandola con adorazione.
 
Nami non sopportava il modo in cui i suoi compagni ammiravano la principessa. Ad ogni sua parola, sentiva lo stomaco contorcersi sempre di più.
 
Perse appetito. Continuava a rigirare il cibo nel suo piatto. Intorno a lei le voci si mischiarono in un fastidioso chiacchiericcio. Avrebbe voluto solo dileguarsi e sfuggire da quella situazione.
 
“Non ti piace?” - chiese Zoro.
 
“No…non è quello. È che non ho molta fame.” - disse Nami con voce poco convinta e poi si portò alla bocca un bicchiere pieno di sake.
 
“Con calma ragazza!” - le suggerì preoccupato Jinbe.
 
“Tranquillo! Ha un talento naturale nel reggere l’alcol.” - disse divertito lo spadaccino.
 
“Puoi dirlo tranquillamente che sono più brava di te!” - disse fiera la navigatrice.
 
“Contaci!” - rispose beffardo Zoro.
 
Hyiori notò l’espressione compiaciuta con cui Zoro guardava Nami. Si avvicino ancora di più allo spadaccino.
 
Nami non ne poteva più. Aveva bisogno di una tregua. Non capiva perché Zoro non l’allontanasse.
 
“Scusate ma non ho appetito. Forse non sto molto bene. Ho bisogno di aria.” - disse Nami.
 
“No dai Nami. Resta!” - le disse Usop.
 
“Mi dispiace ma temo di avere un problema allo stomaco. Scusate.” - si giustifico Nami.
 
Si alzo e si stava per allontanare, quando sopraggiunse Sanji, offrendole il suo braccio.
 
“Hei ti faccio compagnia.” - disse Sanji galante.
 
“Volentieri “- rispose Nami, scoccando un’occhiata feroce a Zoro.
 
Zoro non capì perché lo avesse guardato così ma non poté ignorare il fastidio nel vedere Sanji e Nami andare via insieme.
 
Fu una questione di secondi. Nami non fece in tempo a voltarsi del tutto che qualcosa di rapido e sottile le sfiorò una guancia, seguito dal suono di una spada sguainata dietro di lei. Non ebbe modo di capire cosa fosse successo nell’immediato.
 
Quando si girò, vide Zoro in piedi con Enma stretta in un mano e una freccia tagliata in due sul tavolo.
 
Seguì un forte boato provocato dai commensali che urlavano e scappavano in preda al panico, rovesciando per terra sedie e stoviglie nella foga di allontanarsi.
 
La freccia proveniva dall’esterno. Aveva perforato uno dei pannelli laterali che circondava la grande sala.
 
“Che diavolo succede?” - disse il cuoco allarmato.
 
I mugiwara si avvicinarono a Zoro e alla freccia.
 
“Hei non toccatela!” - li ammonì Chopper mentre annusava da vicino quella freccia.
 
“È avvelenata” - disse la piccola renna terrorizzata.
 
“Proveniva dal giardino. Guardate il foro nel pannello.” - urlò concitatamente Usop indicando il punto di entrata della freccia.
 
“Qualcuno voleva uccidere Nami?” - chiese scioccato Brook.
 
“No, era destinata a me.” - disse Zoro cupo.
 
La prontezza con cui aveva usato Enma gli stava costando cara. Era ancora troppo debole. Si accasciò sulle sue gambe. Provo a reggersi ma invano. Ricadde sulle ginocchia, provando a tenersi alla sua spada.
 
Nami guardò la freccia e poi Zoro incredula.
 
“Questo posto inizia a diventare inquietante!” - commentò Franky.
 
“Adesso basta. Tuo nonno sa qualcosa e dovrà dirci tutto.” - disse infuriata Nami rivolgendosi a Hyiori.
 
“Non so di cosa stai parlando.” - disse spaventata la principessa.
 
“Hei Nami calma!” - intervenne pacatamente Sanji.
 
“Ma si può sapere che succede in questo posto?” - si domandò Rufy perplesso.
 
“State bene?” - chiese Momonosuke dopo averli raggiunti.
 
“Per un pelo!” - disse Rufy.
 
“Andate a controllare le uscite e il giardino.” - ordinò Kinemon alle guardie reali.
 
“Potete dirci dove si trova vostro nonno?” - chiese Robin.
 
Momonosuke e Hyiori si guardarono perplessi.
 
“Crediamo che sappia qualcosa e che potrà aiutarci.” - spiego Jinbe, rassicurando i due fratelli.
 
“Era qui fino ad un momento fa.” - disse Momonosuke cercando tra i commensali rimasti.
 
“Lo andrò a cercare.” - disse la principessa visibilmente preoccupata. Corse via, uscendo dalla sala mentre alcuni Foderi rossi la seguivano.
 
“Hei Zoro come fai a dire che era destinata a te?” - chiese Brook.
 
“Era esattamente sulla mia traiettoria. L’ho percepita in ritardo maledizione. I miei sensi sono intorpiditi.” - disse Zoro irritato.
 
“Come stai?” - chiese Chopper.
 
“Potrei stare meglio merda. Solo brandire Enma mi ha tolto quella poca energia che avevo.” - disse amareggiato lo spadaccino.
 
Provo ad alzarsi ma fu inutile. Di nuovo la fitta alla testa.
 
“Ok, è il caso di uscire di qui.” - disse Franky.
 
Rufy era già corso via insieme ad una squadra di perlustrazione.
 
“Hei aspettaci!” - urlò Jinbe mentre inseguiva Rufy.
 
Franky e Brook si unirono alle guardie reali inviate a perlustrare il giardino. La freccia era stata scoccata attraverso uno dei pannelli che costeggiava la sala, proprio sul lato del grande giardino reale.
 
Sanji e Usop si offrirono di controllare le uscite del palazzo insieme a Kinemon e Momonosuke.
 
“Vado anche io.” - disse deciso Zoro.
 
“Scordatelo. È stato un azzardo già venire qui.” - disse furiosa Nami.
 
“Non me ne starò con le mani in mano.” - protestò Zoro.
 
“Non riesci a reggerti in piedi solo per aver sguainato una spada.” - urlò Nami.
 
“Non c'è bisogno di ricordarmelo.” - disse Zoro, chiaramente colpito nell'orgoglio.
 
“Invece te lo ricordo. Ti abbiamo già perso una volta. Come puoi rischiare così con la tua vita?” - sbraito Nami.
 
“Saranno affari miei!” - disse Zoro furioso.
 
Nami lo fissò intensamente. Era stracolma di rabbia. Si era avvicinata a lui senza nemmeno rendersi conto. 
 
“Pensi che siano solo affari tuoi? Allora la prossima volta non morire davanti a me” - gli rispose Nami.
 
Zoro stava per rispondergli a tono. Distolse lo sguardo da Nami, guardando oltre la sua spalla.
 
“Hei ti sto parlando!” - urlò Nami.
 
Zoro non rispondeva. Continuava a fissare un punto dritto davanti a sé.
 
All'improvviso Zoro sguainò velocemente Enma. Una seconda freccia squarciò il pannello rapida e fugace. Ebbe appena il tempo di spingere Nami per terra e schivare il colpo. La freccia fu deviata finendo per colpire una parete.
 
Calò un silenzio glaciale. La tensione era palpabile.
 
Chopper si avvicinò velocemente alla freccia per controllarla.
 
“Anche questa è avvelenata. Ne sento l’odore.” - disse Chopper sconcertato dopo averla annusata.
 
“Che diavolo sta succedendo?” - chiese Nami, ancora per terra.
 
Nami guardava incredula Zoro. Lui le tese una mano aiutandola a rialzarsi.
 
“Sei in pericolo Zoro.” - disse Robin.
 
“Siamo in pericolo.” - disse Zoro, fissando Nami.
 
“Questa freccia era diretta a te.” - disse Zoro, rivolto a Nami.
 
 
        

 
 
 
   
 
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