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Autore: pentolina    03/05/2024    1 recensioni
Sequel di 276 giorni per... Gravidanza...
La storia riparte all'incirca un anno e mezzo dopo la nascita di Erin.
I nostri protagonisti si troveranno ad affrontare le difficoltà che la vita gli metterà davanti
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nathan Fillion, Nuovo personaggio, Stana Katic
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Family'
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Nathan si sveglia infastidito dai raggi del sole che entrando dalla finestra lo accecano.

Assonnato allunga la mano sul comodino per controllare il cellulare: 5.40 A.M. appare sul display.

Dopo essersi assicurato che la figlia dorme ancora decide di andare a controllare moglie e figlio nella stanza accanto sperando che anche Stana sia riuscita a riposare.

Entrato trova tutti addormentati.

Dylan tiene stretta la mano della mamma mentre quest’ultima tutta storta dorme con la testa appoggiata al materasso, seduta sulla poltrona con le gambe allungate sopra a quelle del fratello che con la testa a penzoloni russa con entrambe le mani appoggiate sugli stinchi della cognata.

Dopo aver baciato la fronte del figlio fa il giro del letto e una volta raggiunta la moglie si piega su di lei iniziando a lasciare dolci baci dalla tempia, alla guancia, alla mascella, al mento fino ad arrivare al collo mentre con la mano destra le accarezza il braccio sinistro.

“Mmmhh…” Sussurra Stana sentendo il profumo del dopobarba del marito riempirle le narici.

“Buongiorno, amore mio.” Bisbiglia Nathan all’orecchio della donna.

Stana ancora con gli occhi chiusi si aggrappa al collo dell’uomo spostando la testa sullo schienale della poltrona sentendo il dolore al collo ma sorridendo per il dolce risveglio.

“Vieni con me.” Mormora Nathan.

“Dove?” Domanda confusa e assonnata appoggiando i piedi a terra.

“Abbiamo ancora un’oretta per dormire. Ci sdraiamo qui nel letto a fianco." Spiega lui aiutandola ad alzarsi.

Dopo essersi sdraiati nel letto singolo incastrandosi l’un con l’altro per starci Nathan compre entrambi con il lenzuolo stringendo la moglie a se. 

“Mi sei mancato…” Sussurra Stana contro il collo del marito.

“Anche tu… non sai quanto.” Risponde baciandole la fronte.

“Erin ha dormito?” Chiede sbottonandogli la camicia quel tanto che basta per riuscire a intrufolare la mano e posarla sul suo petto sopra al suo cuore.

“Si, tutta la notte e Dylan?” Domanda aiutandola.

“Anche lui… tutta la notte.” Risponde rilassandosi al contatto con la pelle del marito.

“Ti ho promesso che andrà tutto bene e sarà così… Dylan tornerà a parlare e Allison a camminare.” Afferma Nathan dopo un paio di minuti di silenzio.

“Lo so… ma ho paura.” Ammette lei.

“Anch’io… ne abbiamo tutti ma insieme affronteremo anche questa.” La rassicura lui cullandola contro di sé.

---

La coppia viene svegliata di soprassalto dai lamenti e dalle urla di Dylan.

Stana è la prima a raggiungere il capezzale del figlio accorgendosi che sta ancora dormendo e che probabilmente sta avendo un incubo.

“Ssshhh… amore! Siamo qui… è solo un brutto sogno.” Dice cercando di rassicurarlo accarezzandogli il viso sudato e stringendolo a sé.

“Mamma…” Sussurra flebilmente aggrappandosi a lei.

“Sono qui… sono qui…” Ripete abbracciandolo scambiandosi un’occhiata con Nathan dalla parte opposta del letto.

“C’è una piccolina che cerca i suoi genitori!” Dice l’infermiera entrando in stanza con Erin in braccio.

“Buongiorno, fragolina.” La saluta per primo Nathan prendendola.

“Tutto bene?” Chiede l'ultima arrivata vedendo Dylan tutto sudato.

“Si, tutto ok. Abbiamo fatto solo un brutto sogno.” Risponde Stana stringendolo a sé.

“Ok, a breve arriva la colazione… cosa bevono questi due ragazzi al mattino: latte o thè?” Domanda la donna.

“Latte… latte!” Esclama Erin sorridendo.

“E tu Dylan?” Chiede rivolgendosi al bambino.

“Cioccolata…” Si sente sussurrare.

“Solo per te facciamo un eccezione… vado in missione a cercare la cioccolata.” Afferma l'infermiera facendo l'occhiolino ai genitori che stanno sorridendo al sentire finalmente la voce del figlio.

“Ascolta, potresti andare a casa a darti una rinfrescata poi ci diamo il cambio e ci vado io.” Propone Nathan alla moglie.

Stana non ha nemmeno il tempo di rispondere che Dylan inizia a stringere di più la presa su di lei.

“Facciamo così vai tu poi vediamo.” Risponde indicandogli con il dito il figlio per fargli capire.

“Ok, vi serve qualcosa? Volete qualcosa di speciale da casa?” Domanda l'attore ai due figli seduti sul letto.

“Credo che non ci manchi nulla, ha portato un sacco di cose la zia ieri… anzi no, sai cosa mancano… dei libri. Così possiamo leggere un po' di storie che dite?” Risponde Stana.

Dylan scuote il capo in cenno di approvazione.

“Ok, vado. Se vi viene in mente altro chiamatemi.” Dice baciando prima i figli e poi la moglie sulle labbra.

—---

Nel pomeriggio, durante il riposino dei figli, Stana ne approfitta per fare una rapidissima doccia nel bagno della camera di Dylan capendo che da quell'ospedale non ci sarebbe uscita se non quando i figli sarebbero stati dimessi.

“Sei stata un fulmine.” Commenta Nathan vedendo la moglie uscire.

“Volevo sfruttare al massimo il poco tempo che ho per andare da Allison prima che si sveglino.” Spiega infilandosi la maglietta.

“Ok, se mai ti chiamo.” Dice avvicinandosi e baciandola.

Due minuti dopo Stana è davanti alla porta della stanza della nipotina, fa un respiro profondo ed entra.

“Zia!” Esclama entusiasta di vederla.

“Ciao stellina!” Risponde raggiungendola.

“Hai visto che la zia è arrivata?!” Dice Jeff sorridendo.

Le due si abbracciano per diversi minuti senza dire nulla.

“Come ti senti oggi?” Chiede accarezzandole i lunghissimi capelli biondi.

“Così… così.” Ammette.

“È quasi finita la flebo vado a vedere se trovo qualcuno.” Dice Jeff per poi lasciarle sole.

La piccola all'improvviso inizia a piangere.

“Ehi… no. Che succede?” Chiede dolcemente accarezzandole il viso.

“Ho sentito… papà che parlava con la… mamma…” Inizia a raccontare tra un singhiozzo e l'altro. “... le diceva che non… che… non riuscirò più… a camminare.” 

Stana l'abbraccia… non sa cosa dirle… non sa cosa le ha raccontato Jeff.

“Ascolta, lo sai che noi ragazze siamo delle super combattenti, vero? Quante volte la zia ti ha dimostrato che con la forza che abbiamo dentro riusciamo a sconfiggere qualsiasi cosa?” Le dice cercando di prenderla larga nella speranza che il cognato faccia presto ritorno.

“Si… tu, riesci sempre a battere papà e zio in qualsiasi cosa.” Conferma la bimba.

“Ecco quella super forza c'è anche dentro di te.” Dice toccandole il petto.

“Ma… non è una persona… come faccio a combattere?” Chiede confusa.

“Devi crederci… io ci credo.” 

“Quindi tornerò a camminare?!” Chiede speranzosa.

Stana non ha tempo di rispondere alla domanda che viene anticipato da Jeff.

“Cosa le hai detto?” Chiede arrabbiato.

“Jeff, è giusto che sappia…”

“So io cos'è giusto o no per mia figlia… e tu non ti dovevi permettere di dirle nulla!” Esclama nero di rabbia.

“Come pensi possa combattere se non le dici contro cosa…”

“Vattene! Non ti avvicinare più a lei o a Sophia!”

Papà, no!” Grida Allison in lacrime.

Stana non dice nulla, stringe la mano della nipotina per poi andarsene.

Si sono svegliati

Legge sul display del cellulare.

“Sei stata veloce.” Afferma Nathan vedendo la donna entrare.

“Mamma… mamma…” Chiamano Erin e Dylan dal letto.

Stana non dice nulla raggiungendoli.

“È successo qualcosa?” Chiede notando lo strano sguardo della moglie.

Lei annuisce facendogli capire che non vuole parlarne davanti ai bambini.

—---

“Jeff, Allison ti ha detto che Stana non le ha detto nulla che ha sentito tutto dalla tua telefonata con Carol. Perché ti ostini a non volerla più vedere?” Domanda Cookie al figlio.

“Perché le stava comunque dando false speranze… non voglio che Allison si illuda di una cosa che probabilmente non accadrà mai. Non possiamo promettere cose che non accadranno mai.” Spiega arrabbiato.

“Come fai a dire che non accadranno mai? Sei un veggente?” Chiede Nathan.

“No, ma sono realista. Con un 30% di possibilità non c'è molto da crederci.” Ribatte.

“Questo è quello che dici tu… io invece sono d'accordo con Stana.” S'intromette Bob.

“Non mi interessa se siete tutti schierati con lei, io sono il padre, e non voglio che Allison si illuda. Fine della discussione.” Afferma deciso.

“Ma lo vedi quanto ne soffre la piccola? Non ti pare esagerato allontanarla dalle bambine?!” Gli fa notare la madre.

“Figlie mie, decido io. Ora se avete finito di farmi la predica torno da mia figlia!” Conclude l’uomo andandosene.

“Ci mancava solo che si mettessero a litigare.” Commenta Bob.

“Lasciamoli del tempo e sono sicuro che presto tornerà sui suoi passi. Intanto volevo informarvi che Stana e Emily si sono già attivate telefonicamente per trovare la struttura più adatta per la riabilitazione di Allison. Stiamo aspettando delle risposte.” Comunica Nathan ai genitori.

“E tuo fratello lo sa?” Chiede Cookie.

“No, prima vogliamo informarci bene.” Risponde.

“Saranno strutture ovviamente private… costeranno un occhio della testa.” Dice Bob preoccupato.

“I soldi non sono un problema, papà. Allison avrà il meglio, non temete.” Chiarisce.

“Cerco di convincere tuo fratello ad andare a casa a darsi una rifrescata.” Afferma Cookie congedandosi.

“Speriamo vada tutto per il meglio!” Dice Bob sospirando.

“Papà, dobbiamo essere positivi per Sophia ma soprattutto per Allison. Forza su!” Lo incita il figlio abbracciandolo.

—---

“Zia!” Chiama entrando nella stanza dei cuginetti.

“Ciao, Sophia.” La saluta Stana aprendo le braccia invitandola ad avvicinarsi.

La bambina non esita un secondo precipitandosi ad abbracciarla.

“Ia…vieni… qua!” Dice Erin indicando il letto con il ditino.

“Papà è andato a casa ne ho approfittato per venire da te.” Racconta la bambina.

“Siamo felici di vederti. Vuoi unirti a noi? Stavamo per iniziare a leggere una storia.” Chiede la zia.

“Si!” Accetta subito.

Stana si siede sul letto con Dylan sulle sue gambe e Sophia sedendosi accanto alla zia fa lo stesso con Erin. Una volta sistemati l’attrice inizia a leggere la storia.

In un piccolo villaggio, ai confini di un grande bosco, si trovava un’ angusta casetta fatta di pietra e il tetto di paglia, dove abitavano tre fratelli con la loro mamma. 

La povera donna, che di mestiere faceva la lavandaia, si ammalò di polmonite e non poté più prestar servizio e levar la fame ai suoi tre figlioletti. 

Una mattina, il primo dei tre fratellini, Jacopo, un bambino di dieci anni dall’aspetto emaciato ma risoluto ad aiutare la propria famiglia, decise di andare al villaggio e trovare un buon padrone da servire. Disposto ad accontentarsi di pochi spiccioli, un pezzo di pane oppure di una manciata di farina, si ficcò il berretto in testa e si avviò...

I quattro sono talmente presi ad ascoltare il racconto che non si accorgono di non essere più soli. Nathan e Bob fermi sulla soglia della porta stanno osservando silenziosamente la donna e i tre bambini. Sono arrivati quasi alla fine del racconto quando l’arrivo di Jeff crea un po’ di scompiglio.

“Dov’è Sophia?!” Chiede ai due uomini davanti alla porta.

“Stai calmo è qui… Ti avverto, non fare scenate davanti ai miei figli!” Lo minaccia Nathan lasciandolo passare.

“Sophia, forza andiamo!” Gli ordina.

“Ma dobbiamo finire di leggere la storia!” Risponde la bambina.

“Non mi interessa, alzati. Ti avevo detto di stare nella tua stanza.” Dice prendendola per un braccio.

“Voglio stare qui.” Insiste.

Jeff la strattona facendola scendere dal letto. Erin aggrappata con la manina alla maglietta della cugina rischia di finire per terra ma Stana prontamente riesce ad afferrarla evitando il peggio.

“Guarda che fai!” Esclama Nathan arrabbiato raggiungendo la figlia.

“Nate…” Lo chiama Stana facendogli cenno di stare calmo.

Jeff non risponde nemmeno ed esce dalla stanza con la figlia in lacrime che continua a protestare.

“Ma si può essere così…” Dice sedendosi sul letto con loro.
“Ehi… ehi… papà, le parole!” Lo avverte Stana prima che possa proseguire mettendogli l’indice sulle labbra.

“Voglio andare a casa.” Ripete Dylan per la quarta volta nella giornata.

“Ci andremo presto… però la dottoressa Taylor vuole vederti mangiare tutto, parlare di più e sorridere tantissimo.” Gli spiega il papà.

“Andiamo avanti?” Chiede il bimbo indicando il libro.

  
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