Epilogo
In Un Modo o Nell’Altro La Favola Continua
Come
ogni cosa bella anche quell’anno l’estate era giunta al termine, ma questa cosa
non mi pesava più di tanto visto che finalmente, dopo anni di università, ero
riuscita a laurearmi e a realizzare il mio desiderio più grande. Mi trovavo nel
mio ufficio nella redazione del giornale “La Torre”, mentre fuori dalla
finestra si sentiva il rumore dei clacson impazienti dei genitori che dovevano
accompagnare i loro figli a scuola e di coloro che dovevano recarsi al lavoro.
Strizzai
gli occhi mentre mi concentravo di più sulle parole da scrivere per l’articolo
che mi era stato assegnato quella settimana quando la porta dell’ufficio si
aprì e comparve Mirella, la segretaria della redazione.
“Viola,
ecco la bambina. Il padre ha detto che la verrà a prendere a mezzogiorno” disse
tutta trafelata, con i soliti occhiali rettangolari neri che le incorniciavano
i bellissimi occhi verdi e con indosso un tailleur nero. Avanti a lei, c’era
una bambina di cinque anni che mi sorrideva graziosa, con in mano un lecca lecca
fuxia che quasi contrastava con i suoi capelli corvini che le circondavano il
viso.
“Ciao
Viola” mi salutò, vendendomi incontro e stringendosi attorno alle mie gambe.
“Ciao
Penny. Grazie, Mirella” aggiunsi. Lei sorrise e fece per andarsene prima di rigirarsi.
“Visto
che il capo ti adora e ti permette di fare da babysitter mentre lavori, non è
che potresti domandargli un po’ riguardo
la questione della mia settimana di ferie?” chiese, con una certa nota di
ovvietà che mi fece irritare un po’.
“Se
continui a sostenere questa tua stupida teoria non glielo domando. Il capo non
mi adora e basta” ribattei, guardandola torva.
Mirella
sbuffò. “Ok, ok. Mi rimangio tutto ma non puoi impedirmelo di pensarlo. Grazie,
eh” aggiunse, facendo un sorriso sdolcinato ed uscendo dall’ufficio.
“Guarda
che se fai così vediamo come mi adora e lo obbligo a licenziarti!” le urlai
dietro, e mi girai ancora più irritata quando vidi che Carla e Alessia, le
colleghe che al momento dividevano l’ufficio con me, ridacchiavano tra di loro.
Sbuffai,
scocciata. “Penny, lì ci sono i fogli e i colori, ti va di disegnare qualcosa?”
la incitai, giusto per potermi occupare meglio di quelle due, e fui sollevata
quando la piccola sorrise entusiasta.
“Si!
Disegnerò la corona che la mamma vincerà,
come le principesse, e poi glielo do quando torna!” esclamò, sorridendo
e mostrando i suoi piccoli dentini da latte.
“Bravissima”
dissi, l’aiutai a sedersi su una delle sedie di velluto rosso facendo
attenzione a non sgualcirle la vestina azzurra e poi mi avvicinai a quelle due,
con le mani sui fianchi. “Per favore,
ditemi che il club Viola-E’-Una-Raccomandata-Che-Se-La-Fa-Con-Il-Capo è
fallito. Non vi sopporto più” dichiarai.
“Ma
tu neghi l’evidenza!” mi rimproverò Alessia, togliendosi una ciocca mogano
dalle spalle e guardandomi come se mi fossi rincretinita tutto d’un tratto. “Subito
ti ha assunto dopo che ti sei laureata, quando invece mezza redazione l’ha
tenuta in prova per mesi…”.
“Forse
perché lo conosco da quando stava all’università e mi ha aiutato con la tesi”
ipotizzai sarcastica.
“Appunto!
Ti sei risposta da sola! Noi non ti accusiamo, è solo che è palese il fatto che
sei quella a cui tiene di più e per cui venderebbe il suo posto” ribattè Carla,
decisa e sicura di sé. “E secondo me tu sei pazza nel non accettare le sue
avances” aggiunse, facendomi l’occhiolino.
“Che
cosa sono le avanz?” chiese le voce
squillante di Penelope da dietro la scrivania.
“Niente,
tesoro, non è niente” ribattei subito, mentre quelle due pazze se la ridevano ancora.
“Non
è vero, io voglio sapere cosa sono! Anzi, le voglio! Voglio le avanz!” strillò,
scendendo dalla sedia e raggiungendomi, iniziando a tirarmi la gonna di cotone
blu che indossavo.
Sospirai,
guardando male Carla per aver cacciato fuori quel termine, e la presi in
braccio. “Quando sarai grande avrai tutte quelle che vuoi, Penny. Le avances
sono cose che… Che si regalano ad una ragazza bella, e tu sarai bellissima”
sussurrai con pazienza, sorridendole. Il suo viso si illuminò di botto e i suoi
occhioni blu si accesero di una strana luce.
“Quindi
mamma ne ha molte?” chiese.
Risi
e feci un piccolo cenno con il capo. “Si, moltissime”.
“Che
bello! Mamma ha le avanz! Le dirò di farmele vedere…” e così dicendo la
riportai sulla sua sedia, proprio nel momento in cui Mirella bussò e ricomparve
sulla soglia. Sorrideva ancora per l’episodio di prima.
“Viola,
ti vuole il capo, ti aspetta nel suo ufficio insieme a caffè e biscotti al
cioccolato” disse con aria meccanica, nascondendo a stento il risolino.
“Ah
ah, se vuoi te ne porto un po’ così sei meno acida” dissi.
“Devo
ridere? Comunque da quel che ho capito si tratta di roba grossa, quindi prepara
le valige” mi informò.
Subito
le orecchie delle mie colleghe si dilatarono e mi guardarono come se avessero i
raggi X. “Che cosa?” chiesero in coro.
Mirella
annuì e scrollò le spalle. “Così mi è parso di capire, ed io capisco sempre bene…. E Viola ce lo confermerà. Bye” ci
salutò, ed uscì con la sua solita aria misteriosa-ficcanaso.
“Io
vado a vedere cosa vuole, fate attenzione alla bambina altrimenti non vi dico
cosa vuole” dissi rapidamente, sapendo che se non mi sarei mossa mi avrebbero
bombardato con le loro supposizioni. “E badate a quel che dite in sua presenza!”
aggiunsi minacciosa, prima di chiudermi la porta alle spalle e affrettarmi ad
attraversare il corridoio che portava all’ufficio del capo, che ormai conoscevo
a memoria. Bussai due volte e, dopo il solito “Avanti!” che avrei saputo
imitare a perfezione, entrai.
Vi
trovai il capo seduto come al solito dietro la scrivania, con indosso un
completo elegante grigio con le inconfondibili scarpe da ginnastica sotto che
contrastavano, come se volessero urlare: “Ehi, chi mi indossa non ha nemmeno
trent’anni, non lasciatevi ingannare dalla misa seriosa!”.
Alzò
lo sguardo e mi sorrise, facendomi segno di prendere posto sulla sedia di
fronte a lui, avanti cui giaceva una tazza di caffè con dei biscotti.
Ubbidii,
per poi guardarlo negli occhi con severità. “Quando la smetterai di chiamarmi
nel tuo ufficio un giorno si e uno no?”
lo rimproverai.
Lui
rise e si appoggiò con la schiena contro lo schienale della sua sedia nera in
pelle. “Questa volta ho un motivo serio, credimi” sussurrò. “Non ci credo
nemmeno io, ma è così”.
Lo
guardai con aria di sfida e incrociai le braccia. “Ah si? Volevi complimentarti
con me per l’articolo che ancora ho scritto?” chiesi sarcastica, con aria di
sfida.
“No,
volevo darti il permesso di tornare a casa due ore prima visto che oggi hai un
treno da prendere alle quattro che ti porta a Salsomaggiore e devi ancora
preparare le valige” precisò con calma, godendosi la mia espressione.
“Salsomaggiore?”
chiesi sconcertata. “Ma non ci è andata l’inviata, quella…. Come si chiama…”.
“Monica
si è ammalata, quindi ho deciso che spetta a te scrivere l’articolo principale
di questo mese. Dopotutto a Miss Italia c’è una Miss di Maddaloni e la città si
aspetta di sapere tutto sulla sua concorrente che è arrivata in finale” mi
spiegò, invitandomi poi a prendere il caffè.
Feci
finta di non cogliere l’invito visto che continuavo a guardarlo senza capire.
“Ma come! Ci sarà un sostituto, io… Non posso…”.
“Certo
che puoi. E poi, non ti fa piacere rivedere Jessica? La potrai supportare prima
della finale, lei non voleva nemmeno partecipare a causa di Penelope, lo sai… E
poi… Diciamo che festeggeremo lì il tuo ventiquattresimo compleanno…”
aggiunse alzandosi, parandosi dietro di
me e attorcigliando le su braccia attorno al mio collo.
“Festeggeremo?”
chiesi, cercando di restare lucida nonostante la sua bocca che era scesa verso
il mio collo e l’immagine che mi si era formata in mente, in cui tutta la
redazione ci vedeva ed esclamava un trionfante “Lo sapevo!”.
“Si,
parto anche io, e si sono aggregati anche i nostri amici…” disse. A quella
notizia, con la prospettiva di passare un compleanno magnifico fuori città con
il mio ragazzo, i miei amici e Jessica che era lontana da casa da settimane
ormai a causa del concorso di bellezza a cui stava partecipando, mi voltai
grazie alla sedia girevole, ritrovandomi faccia a faccia con il mio capo.
“Grazie!”
esclamai, trattenendo il suo viso con le mie mani e baciandolo. “Ma prima o poi
mi porterai sul serio nei guai, Sebastiani…” sospirai.
Lui
distese le sue labbra mentre rispondeva al bacio e, riaprendo gli occhi, vidi
che mi stava guardando con i suoi magnetici occhi grigi. “Ti porterò nei guai,
certo, ma ci verrò con te” ridacchiò, riprendendo a baciarmi con più slancio di
prima.
In
quel momento sarebbe potuta anche entrare Mirella, fotografarci e mettere delle
gigantografie del nostro bacio sulle pareti di tutta la redazione, ma non me ne
sarebbe importato un fico secco. Ormai erano quasi sei anni che io e Stefano
stavamo insieme, in certi momenti ne avevamo passate di cotte e di crude,
certo, ma eravamo riusciti a non cadere nella monotonia, specialmente dopo che
un anno prima lui era riuscito a diventare il capo del giornale “La Torre”, che
si occupava dell’informazione circa la città di Maddaloni, e che prendeva il
nome proprio dalla Torre che si trovava sul monte principale della città, dopo
che l’ex dirigente si era trasferito al nord e gli aveva lasciato le redini del
suo lavoro, nonostante la sua giovane età. E così, subito dopo la mia laurea,
affascinato sempre più dai miei articoli, aveva detto che ero il “diamante
mancante nella sua collezione di gioielli”, alias la sua redazione, e da quel
momento la nostra vita era diventata un vero e proprio caos dato che per ora
era meglio non dire che la nuova componente del giornale, appena laureata, era
per di più la sua ragazza.
Bussarono
alla porta, così Stefano si staccò con uno sbuffo, prese di nuovo posto dietro
la scrivania ed io mi affrettai ad assaggiare uno dei biscotti. “Avanti” disse.
“Disturbo?
Oh oh, c’è anche la ragazza del capo!”.
Scossi
il capo, dicendomi che la mia migliore amica, che ora avanzava leggiadra e
spensierata verso di noi, non sarebbe cambiata mai. “Yla, perché non urli un
po’ di più? Quelli dell’ultimo ufficio a destra non ti hanno sentito” sbottai
con un sorriso sarcastico.
Ylenia
levò un sopracciglio e fece finta di non sentirmi. Sembrava sempre una
diciottenne pimpante e spensierata, nonostante il tailleur panna che indossava
e i capelli castani che, a dispetto del solito, le arrivavano lungo la schiena.
“Mi ringrazierai se ascolterai ciò che devo dire. Stefano, mi dispiace dirti
che devi concedere un giorno di ferie alla tua nuova collaboratrice” disse decisa.
“Che
cosa?” chiedemmo in coro, e lei fece la faccia tipica di chi la sa lunga.
“Ovviamente
anche tu devi prenderti un giorno di ferie, capo, ho prenotato le terme di
Salsomaggiore per dopodomani, e ci andremo tutti per festeggiare Jess, Penny
inclusa” spiegò.
“Viene
anche Giovanni?” chiesi, cercando di far risultare il mio tono più casuale che
mai, ma fallii visto che lei si irrigidii all’istante e mi lanciò uno sguardo
di fuoco.
“No,
lo sai che deve lavorare” rispose secca. “Comunque, ci vediamo alla stazione
alle quattro meno venti, ora devo scappare a casa per fotocopiare alcuni
appunti per il corso di specializzazione” ci salutò brusca, ed uscì dalla
stanza facendo picchiettare i tacchi molto rumorosamente.
Mi
accasciai con le spalle contro lo schienale della sedia e sospirai. “Giuro che
lo ammazzo! La deve piantare di farla star male, lei ci tiene così tanto ed ora
lui sembra preso solo dalle sue foto, anzi, dai soggetti delle sue foto! Lo pagano pure uno schifo” aggiunsi
stizzita. Da sei mesi Giovanni lavorava per una marca di abiti da sposa come
fotografo, e numerose volte Ylenia era stata a casa mentre lui andava a cena
con il capo e alcune di quelle modelle, spesso straniere e, di sicuro, senza
nemmeno passaporto.
Alzai
lo sguardo e vidi che Stefano aveva avuto una sorta di sussulto, si alzò, e
iniziò a marciare per tutto l’ufficio.
“Che
ti prende?” chiesi.
“Nulla,
nulla, vai a casa a preparare le valige, ci vediamo alla stazione” borbottò
frettoloso, e subito lo vidi aprire la sua agenda e controllare qualcosa.
“Va
bene, Signor Mistero” risposi, ormai rassegnata, dato che quando gli venivano i
suoi momenti da genio mi sarei potuta confondere con la carta da parati che
c’era sul muro, e uscii dalla stanza, ritornando nel mio ufficio e pronta ad
affrontare l’inferno post-notizia della partenza.
“Allora,
Monica si è ammalata e quindi andrò a Salsomaggiore per scrivere il pezzo su
Jessica, e il capo manda me solo perché la conosco e sto badando a sua figlia,
in modo da portarla con me e avere la scusa per intrufolarmi nello studio prima
della diretta della finale, ok?” dissi a voce alta, chiara e un po’ monotona
appena misi piede nella stanza, alzando gli occhi al cielo e parandomi le mani
davanti.
“Chi
ti sta dicendo niente” minimizzò Carla.
“Infatti.
Buon lavoro!” aggiunse Alessia.
Feci
un sospiro di sollievo, e poco dopo, dopo aver portato Penelope dai nonni,
visto che Michele, che ora lavorava in un’azienda a Caserta, sarebbe andato a
prenderla dopo, tornai a casa.
Come
al solito, mamma si dava da fare con la macchina per cucire, passione sorta
dopo l’aver realizzato il mio vestito per la discussione della tesi, e Federico
cercava di studiare per l’esame di Anatomia. Andava al penultimo anno di
Scienze Infermieristiche, e ci stava stupendo tutti, dato che spesso riusciva a
prendere anche un bel 28.
“Mamma,
alle quattro devo partire. Farò da inviata a Salsomaggiore!” esclamai tutta
pimpante, abbracciandola e distraendola dal suo impiego.
“Che
cosa? Wow! Dai un grosso in bocca al lupo a Jessica da parte mia, sono sicura
che vincerà lei, domani!” esclamò. “E pensare che se non fosse stato per te e
Chiara che l’avete convinta a partecipare…” aggiunse.
Sorrisi,
ricordando un caldo giorno di tre mesi prima, in cui io e Chiara, vedendo la
prima pubblicità di Miss Italia su Internet, avevamo deciso di proporre a
Jessica di partecipare, dopo che aveva vinto altri concorsi come Miss Muretto.
Lei non voleva allontanarsi da Penelope, ma alla fine l’avevamo convinta
facendole notare che era un’ottima madre nonostante la giovane età e che si
sarebbe potuta permettere una piccola distrazione, anche perché ormai sua
figlia era abbastanza grande per poterle stare un pò lontano. E così, serata
dopo serata, dopo aver vinto le provinciali
le regionali, era riuscita a rientrare tra le prime sessanta in gara per
poter vincere il titolo di Miss Italia.
“Si,
e meno male che l’abbiamo fatto!”.
“Giusto.
Solo che… Onestamente, pensi che Stefano ti avrebbe dato questo incarico se…”.
“Mamma,
lui prima aveva scelto Monica per questo servizio, solo che si è ammalata.
Quindi, non iniziare, altrimenti mi avrebbe scelto subito! E poi, partiamo
tutti insieme, viene anche lui, Michele, Ylenia…” la zittii. “Non ce la faccio
più! Al liceo ero la figlia del preside, ora sono la ragazza del capo… Cosa
posso farci?!”.
Mamma
rise e mi riabbracciò. “Scusa. Non è mica colpa tua se sei una calamita per gli
uomini di potere…” ridacchiò.
Mi
lasciai coinvolgere in una risata a mia volta, prima di decidermi a fare le
valige e impiegarci circa un’ora.
“Buon
viaggio piccolina!” mi salutò papà quando li salutai. Stefano mi stava
aspettando giù casa, proprio come faceva quando ero ancora al liceo.
“Grazie.
E tu fai il bravo a scuola” gli ricordai. “E accetta la proposta di quella
dell’ultimo anno che vuole proporre l’idea delle interviste doppie ai prof. Lei
non lo sa, ma dopotutto è una riproposta,
ed è giusto che quella rubrica stia nel giornale che fondai, anche se quando
l’ho suggerita è andata a finire nell’altro giornale”.
Papà
sorrise ed annuì. “Ok. Non sai com’è bello sapere che quel giornale l’hai
fondato tu… A volte mi sembra ancora di vederti passeggiare nel corridoio,
magari con Angelo alle calcagna che si confida con te su quello che ha
combinato con Cristina” mormorò.
“Dai,
ora ha un’altra alunna preferita” ridacchiai. Angelo alla fine, dopo un paio di
anni di precariato, era riuscito a passare di ruolo nel mio ex liceo, e un anno
e mezzo prima si era deciso a sposarsi con mia cugina, al momento in attesa del
loro primo bambino.
“No,
quella sarai sempre tu, non ti ha mai tradita!”.
A
causa di questa piccola chiacchierata, dopo averlo salutato, entrai in macchina
un po’ nostalgica, e restai piacevolmente sorpresa, una volta giunta alla
stazione, di vedere che oltre ai nostri amici e, addirittura, anche Giovanni,
c’erano sia Angelo e Cristina che Lorenzo e Veronica.
“Diciamo
che sarà l’ultima piccola vacanza tutti insieme prima del vero inizio
dell’autunno” mi sussurrò Stefano all’orecchio quando notò che avevo sgranato
gli occhi.
“E’
magnifico!” esclamai, e corsi a salutare tutti.
“Non
potevamo mancare la serata della finale” mi fece notare Angelo, sempre
affascinante nonostante i suoi trentaquattro anni.
“Ovvio,
e poi, come dire di no alle terme? Dopotutto sono un medico e devo provarle
prima di consigliarle ai miei pazienti!” intervenne Lorenzo, con il suo sorriso
solare.
“Infatti!”
concordò Veronica, che ora lavorava come traduttrice in una casa editrice.
“Ehi,
non ditemi che sono in ritardo!”.
La
voce preoccupata di Matteo mi giunse alle spalle, e tutti ci voltammo verso di
lui, vedendolo nel massimo del suo fascino con la valigia che quasi sobbalzava
alle sue spalle, i capelli scompigliati per la corsa e la voce che quasi gli
mancava perla corsa.
“Si,
come sempre” sottolineò Chiara, incrociando le braccia, e cercò di divincolarsi
quando lui fece per baciarla per scusarsi.
Mi
girai per lasciargli un po’ di privacy quando vidi che anche Ylenia e Giovanni
stavano discutendo. Guardai in direzione di Stefano e lui, facendomi segno di
avvicinarmi, sussurrò: “L’ho convinto a licenziarsi, l’ho assunto io come foto
reporter e oggi inizierà il lavoro. Ora devono solo chiarirsi”.
“Sei
un genio!” esclamai, felice del fatto che le cose per la mia migliore amica e
il suo ragazzo si fossero sistemate , e salii sul treno sentendomi molto più
leggera e spensierata.
“Sorpresa!”.
Era
ormai sera inoltrata, circa le dieci passate.
Io,
Ylenia, Chiara e Veronica facemmo irruzione nella stanza d’hotel che Jessica
divideva con un’altra concorrente campana, e lei appena ci vide sgranò gli
occhi e si lasciò scappare qualche lacrima.
“Ragazze!
Oddio, ma è magnifico! Che ci fate qui?”. Corse verso di noi e ci strinse in un
abbraccio stritola costole. I capelli corvini le scendevano come sempre fino a
metà schiena, anche se al momento profumavano di chissà quale prodotto iper
costoso, e i suoi occhi blu, identici a quelli di Penny, sembravano ancora più
belli che in tv. Jessica sarebbe sempre rimasta la ragazza più bella che avessi
mai visto dal vivo, pensai, e solo Dio sa quanto la invidiavo a volte, anche se
di certo non era un’invidia malevola, per carità.
“Sono
qui per lavoro, devo scrivere un pezzo su dite, che ti credi?” la informai,
mentre scioglieva l’abbraccio.
“Cosa?”
domandò, un po’ imbarazzata.
“Eh
si. I Maddalonesi vogliono sapere tutto sulla loro Miss! Ma, prima… Ecco un
regalo per te!” disse Ylenia, riaprì la porta e sorrise verso Penelope che
entrava correndo, graziosissima nella gonnellina di jeans e la maglietta rosa
che le avevamo fatto indossare.
“Oh!
Penny! Amore della mamma, vieni qui!” esclamò Jessica, lasciando che alcune
lacrime le bagnassero il viso. Dopotutto non la vedeva da settimane.
“Mamma,
non piangere! Guarda cosa ti ho portato!” chiese la bambina, dopo averla
abbracciata. Le porse un foglio e in cuor mio sapevo che era il disegno della
corona che aveva fatto quella mattina nel mio ufficio. “Dopo mi fai vedere
tutte le tue avanz?”aggiunse la bambina, e Jessica si voltò verso di noi senza
capire. Feci un risolino, mentre le ragazze mi guardavano a loro volta, e feci
segno che glielo avrei spiegato dopo.
Restarono
abbracciate per vari minuti prima che Jessica ci presentasse la sua compagna e
si decidesse a farsi intervistare, non dopo aver visto e salutato gli altri
membri della combriccola.
Intervistare
una mia amica fu una cosa strana, mi ritrovai a fare domande di cui già
conoscevo la risposta, ma mi sentivo anche appagata visto che quello era il mio
sogno di una vita, e sapere che ero riuscita a realizzarlo, anche se di certo
non era nelle mie intenzioni essere perennemente una reporter, mi donava la
felicità che avevo sperato di guadagnarmi nel tempo.
“Quindi,
visto che sei tra le prime venti, dove pensi di arrivare? Fino a che punto?”
chiesi infine.
Jessica
fece uno strano sorriso, il sorriso più umile che le avessi mai visto fare in
anni ed anni. “Premettendo che non avrei mai sperato di arrivare fino a questo punto,
per me sarebbe un onore arrivare tra le prime dodici, e credo che sia il
massimo a cui posso aspirare” rispose.
L’altra
concorrente, Nicole, la guadò scettica. “Piantala, lo sai che di sicuro arrivi
tra le prime tre”.
Jessica
sbuffò e scosse il capo. “Nicole, sono una delle più vecchie, qui hanno tutte
diciotto, diciannove e venti anni e sono delle gigantesse viventi. Io ne ho
quasi ventiquattro e non supero il metro e settanta”.
“E
che c’entra! Hai un viso e un fisico magnifico nonostante tu abbia già avuto
una figlia, e questo è da apprezzare” la riproverò Chiara.
“Ma
alla giuria e al pubblico non gliene frega di queste specie di scuse, e lo sai”
ribattè Jessica decisa. “Altre domande?” mi chiese poi.
“No,
devi solo fare un autografo che scannerizzeremo in cui saluti tutti i lettori
del giornale” la informai, così lasciai il posto a Giovanni per le foto e poi
la salutammo, visto che doveva andare a dormire per la giornata emozionante che
l’aspettava.
Ritornammo
nelle nostre stanze d’hotel che avevamo affittato all’Hotel Jolly, ed era quasi
mezzanotte quando riuscii a stendermi sul letto matrimoniale che avrei
condiviso con Stefano, che giaceva al mio fianco con indosso solo dei pantaloncini bianchi.
“Sono
distrutta” mormorai. “E pensare che lavoro ufficialmente come giornalista da
soli venticinque giorni”.
Stefano
si girò verso di me, appoggiando la testa su un gomito, e mi squadrò quasi con
serietà. “E’ normale, dopotutto è mezzanotte” disse.
Annuii.
“Si, giusto, hai ragione, è normale essere stanchi dopo una giornata così
densa…”.
“Ma
che hai capito, sciocchina. Mi riferivo al fatto che, essendo mezzanotte, ed
essendo il venti settembre, hai ufficialmente un anno in più, piccola
ventiquattrenne. E sono esattamente sei anni che ci conosciamo” mi ricordò,
avvicinandosi di più verso di me.
Mi
voltai verso l’orologio e vidi che era mezzanotte e tre minuti. “Oh! Che
sbadata!” ridacchiai.
“Auguri”
sussurrò.
“Grazie”
risposi, e accettai con gioia il primo regalo di compleanno ricevuto che mi
fece totalmente dimenticare la stanchezza. Mi baciò in un modo che poteva
sembrare innocente, ma entrambi ci ritrovammo sulla stessa lunghezza d’onda
quando feci scivolare le mie mani lungo il suo petto, causandogli un fremito, e
quando lui prese ad accarezzare la mia gamba destra , infischiadosene della
camicia da notte.
Ormai,
dal mio diciannovesimo compleanno, quello era il primo regalo che ricevevo allo
scattare della mezzanotte, e di certo quell’anno non vi avrei rinunciato…
Lo
studio della Rai ci circondava in tutto il suo splendore, per fortuna eravamo
potuti accedere durante le prove grazie a Jessica, ed io ne avevo approfittato,
dopo essermi consultata con Stefano, per intervistare anche la conduttrice e
alcuni membri della giuria.
“Questo
numero andrà a ruba” decretai soddisfatta mentre ce ne stavamo seduti nella
zona del pubblico.
“Si,
ma me ne dai una copia gratis come al solito, eh?” domandò, anzi, mi impose,
gentilmente Matteo.
“Non
lo so, chiedi al capo, Mr Gentilezza” ribattei sarcastica.
“Eddai,
il giorno del proprio compleanno siamo tutti più buoni…” mi ricordò lui,
passandomi un braccio attorno le spalle e lagnando come un bambino.
“Al
mio paese era a Natale…”.
“Appunto!
Natale vuol dire nascita, nascita vuol dire compleanno”.
Mi
voltai verso di lui, che mi guardava con aria furba, e scoppiammo a ridere in
sincrono come due bambini.
“Ehm,
ehm, Viola?”.
Mi
voltai, e vidi che Ylenia, Cristina, Veronica, Chiara, Michele e Stefano si
stavano avvicinando a me, Matteo, Lorenzo, Angelo e Giovanni.
“Si?”.
“Buon
compleanno, Viola!” esclamarono tutti coloro che se ne stavano nello studio,
conduttrice, giuria e ospiti inclusi.
Alle
loro spalle, comparve proprio la conduttrice che reggeva in mano una torta con
su un bel ventiquattro, ed arrossii come una matta.
“M-Ma
cos…?” biascicai.
La
donna mi guardò raggiante. “Non mi avevi detto che era il tuo compleanno,
durante l’intervista! Auguri! Ma ora spegni le candeline ed esprimi un
desiderio” mi invitò.
“G-Grazie….”.
Vorrei solo che le cose restassero così semplicemente
belle… Pensai, mentre spegnevo le
candeline, e sentii tutto lo studio applaudire.
“Questo
è il regalo da parte di tutti noi” aggiunse Chiara, porgendomi un paio di
pacchetti.
“E
questo è il mio!” esclamò la conduttrice, indicando Jessica che correva verso
di me. La donna fece l’occhiolino prima di scusarsi ed allontanarsi.
“Auguri,
Viola!” disse Jessica.
La
ringraziai, prima di aprire i vari pacchetti. Restai sbalordita nel vedere che
in uno c’era un enorme album fotografico rilegato in pelle con dentro tutte le
foto scattate in quei sei anni. In ogni pagina c’era scritta una frase di
qualcuno di loro o di una persona celebre.
“Dove sono gli
amici, la' sono ricchezze.(Plauto)
E tu sei il nostro tesoro più grande, Viola, senza di te la nostra catena
dell’amicizia non avrebbe l’anello fondamentale, quello casinista, pazzo,
solare anche se a volte un po’ melodrammatico. E’ anche grazie a te se ci siamo
conosciuti tutti, e non te ne saremo mai abbastanza grati. Ti adoriamo da
morire, piccola ventiquattrenne!” c’era scritto sotto l’ultima foto, che ci
rappresentava tutti durante l’ultimo compleanno di Penelope. Io sorridevo verso
l’obiettivo mentre Matteo mi faceva una smorfia alle spalle, Michele e Jessica
cercavano di non far mangiare la candelina a Penelope, Stefano rideva con
Angelo e Cristina per chissà cosa, Chiara stava al telefono, Veronica e Lorenzo
si erano appena accorti che stavano per essere fotografati dalla loro
espressione, e Giovanni scattava a sua volta una foto con al sua macchina
digitale.
“Non ho parole…” sussurrai, sentendo l’emozione
invadermi. “E’ magnifico, grazie, sono delle parole stupende” sussurrai,
cercando di abbracciarli tutti.
“Ma veritiere” mi ricordò Veronica, dandomi un
pizzicotto sulla guancia.
“Ma apri l’altro regalo, dai!” mi esortò Ylenia,
indicandomi l’altro minuscolo pacchetto.
Annuii, sicura di trovarci un bracciale o cose simili,
per cui restai sbalordita quando vidi una chiave.
“Diciamo che ora non sarò obbligato a portarti
dovunque con la mia auto. Abbiamo contribuito a compararti un’auto con i tuoi
genitori e tuo fratello, anche se ovviamente la nostra parte è minuscola in
confronto alla loro” disse Stefano.
“Un’auto?” chiesi incredula.
“Si, finalmente hai un’auto tutta per te che ti
attende nel garage di casa tua” confermò Cristina. “E’ lo stesso modello della
mia, solo che è azzurra, ti piace?”.
“Scherzi? E’ magnifica! Oh, grazie!” esclamai, dato
che dopo anni che avevo preso la patente avevo un’auto tutta mia.
“Scusate, ora devo scappare per la prova della
sfilata…” disse Jessica poco dopo.
“Certo, vai! E spacca tutto stasera!” la incoraggiai.
Lei mi sorrise ed annuì, raggiungendo il backstage per cambiarsi il costume.
Per fortuna il mio augurio portò bene.
Inaspettatamente, con nostra gioia, Jessica passò tra le prime dodici, le prime
otto, le prime cinque, le prime tre e, alla fine tra le prime due.
“Lo sapevo!” esclamò Michele quando fu eliminata la
terza, Clarissa Santini.
“Siii! Vai, Jessica!” urlai.
Un membro della giuria prese parola, e fece i
complimenti sia a Jessica che all’altra, Rosaria, una ragazza fin troppo alta
con i lunghi capelli mossi color biondo miele.
“Complimenti, ragazze, immagino la vostra gioia
nell’essere arrivata fin qui” disse.
“E’ indescrivibile” annuì Jessica.
“Si, infatti” disse Rosaria.
“Ma, volevo farvi una domanda” continuò l’uomo. “Di
certo siete coscienti di ciò che vi accadrà nel caso di vittoria. Verrete
assalite dai giornali e la vostra vita privata verrà sconvolta. Siete
fidanzate?” .
Rosaria subito scosse il capo. “No, dopotutto ho appena
diciott’anni, mi ritengo fieramente single”.
“E tu, Jessica?”.
Jessica sorrise. “Io sono felicemente fidanzata da
cinque anni e ho anche una bambina della stessa età, quindi, sa cosa le dico?
Se vinco me lo sposo, il mio fidanzato!” esclamò.
Tutti le applaudimmo, e vidi Michele immobilizzarsi
per l’emozione.
Dopo un’ulteriore sfilata e altre domande, venne il
momento di eleggere la Miss.
La conduttrice creò la giusta suspense nello studio
mentre apriva al busta, e vidi Penelope stringersi più forte al padre. Io presi
sia la mano della piccola che quella di Michele tra le mie, proprio come avevo
fatto quando stava per sapere se era lui il padre di Penny, sperando che portasse fortuna come
allora.
“Vince Miss Italia… Per una differenza di soli sei
voti…” iniziò la donna, scandendo bene le parole.
“Jessica Colombi, Jessica Colombi!” sussurrai tra i
denti come una sorta di mantra, ed ero così impegnata nel mio sciocco tentativo
di creare una sorta di messaggio subliminale che restai scioccate e
confusa quando sentì l’eco del nome
“Rosaria Del Vivo!” riecheggiare in tutto lo studio.
“Che cosa?!” chiesi, quasi scandalizzata.
Vidi una marea di coriandoli argentati riempire lo
studio, l’ospite d’onore consegnare la corona a Rosaria e Jessica essere messa
da parte dalle altre cinquantotto concorrenti che corsero ad abbracciare la
nuova Miss Italia.
“Vabbè, per soli sei voti, capirai” mormorò Angelo
mezz’ora dopo, mentre ce ne stavamo fuori lo studio televisivo ad aspettare
Jessica.
“Non è giusto, però” s’infervorò Lorenzo. “Era la più
bella lì in mezzo, quella che ha vinto sembra una gigantessa con gli occhi
fuori dalle orbite e le orecchie a sventola!”.
“Ragazzi, ormai è scientificamente provato che ogni
anno quella che arriva seconda è la più bella” disse Ylenia, prima di sorridere
in direzione di Jessica che stava arrivando, finalmente avvolta in semplici
jeans e camicetta bianca dopo giorni di bikini, vestiti estrosi ed
elegantissimi.
“Tesoro, quella corona doveva essere tua” le dissi.
“Ma per me è
mia, insomma, arrivare seconda e perdere per soli sei voti è un’ottima
vittoria…” disse sorridente.
“Grazie per le belle parole che hai detto anche sul
tuo essere fidanzata” disse Michele, cercando di metterla sullo scherzo,
attirandola a sé e baciandole la fronte.
Ma Jessica si scostò e fece un altro, sorriso, questa
volta più misterioso. “Ero seria, anzi, non m’importa che non ho vinto…”.
La guardammo senza capire finchè lei, con la sua
solita eleganza, non si inginocchiò di fronte a Michele che la guardò stupita.
“Michele, ormai abbiamo una bambina di cinque anni, ce la siamo cavata bene, e
a pensarci bene, vorrei un altro figlio da te. Ti amo ancor più di quanto prima,
da ragazzina, amavo me stessa… Quindi,
per favore… Sposami!”.
Michele si inginocchiò a sua volta, mentre noi
osservavamo quella scena attoniti e rapiti come se fosse la scena di un film.
“Certo che ti sposo! Avete capito, ragazzi? Ci
sposiamo!” esclamò, finchè non la prese in braccio, trionfante , e noi
applaudimmo, mentre Penelope si avvicinava a loro e circondava le gambe del
papà con le sue piccole e sottili braccia.
Alla fine, dopo ogni ultimo tentativo di vacanza e bei
momenti, è sempre ora di tornare alla realtà, alla propria vita, al proprio
lavoro.
“Il nuovo numero è uscito da un giorno e ci hanno
chiesto la ristampa! Ti rendi conto?”.
Avevo incrociato Stefano nel corridoio dove c’era la
macchina del caffè, due settimane dopo il viaggio a Salsomaggiore,e tutti si
voltarono verso di lui.
“Sul serio?” chiesi, entusiasta.
“Si, e tutto grazie al servizio su Salsomaggiore….
Amore!”.
Lo guardai come se fosse impazzito, ma lui, senza
fregarsene della decina di spettatori, si avvicinò, mi prese per la vita e mi
baciò.
“Alla faccia!” urlò la voce di Mirella.
“Ma ti sei rincretinito?” gli chiesi, rossa in viso,
staccandomi dalla sua presa.
Uno dei giornalisti della sezione “attualità” ci aveva
addirittura fatto una foto, ma Stefano scosse capo.
“Avevate ragione, io la adoro, ma solo perché stiamo
insieme da sei anni, contenti? Non ce la facevo più a nascondere l’evidenza!”
esclamò, guardandomi con un’aria simile a quella del Gladiatore.
“E meno male! Ti sei deciso!” lo appoggiò Giovanni. “E
poi, grazie a te, Ste, ho fatto definitivamente pace con Yla…”.
“Si?” chiesi, improvvisamente rincuorata.
“Si!”.
Lo abbracciai, facendo la linguaccia a colui che stava
immortalando anche questo momento.
“Ma siete di pregati di smetterla con i pettegolezzi
ora che… Che ho confessato il mio crimine”
ridacchiò Stefano. “Altrimenti vi licenzio tutti”.
“Non ci credo, capo, dovete prima cambiare faccia per
poi fare queste minacce, siete buono come il pane” dichiarò Alessia, che stava
ancora sghignazzando con Carla per la conferma dei loro sospetti, ed io, mai
come in quel momento, le diedi ragione.
“Si, è davvero troppo buono e gentile, ma io non lo
sono, quindi farete i conti con me!” li ammonii, prima di ridere e ribaciarlo a
mia volta, sotto gli ulteriori applausi del personale.
Forse c’era sul serio un motivo per cui le favole
finiscono a un certo punto, aveva detto qualcuno, ed io concordavo, e sapevo
anche il perché. Perché quello che viene dopo, è dieci volte meglio!
FINE
Ciao!
E così siamo giunti anche alla fine dell’epilogo, eh
si. Mi scuso per averlo postato un po’ in ritardo, ma fino a ieri avevo scritto
solo tre pagine e oggi per fortuna ho finito presto i compiti così ho potuto
finirlo.
Cosa dirvi, mi sento emozionatissima, inizialmente non
credevo chissà quanto in questa storia, credevo potesse risultare scontata,
banale e noiosa, ma sono felice di vedere che vi ha entusiasmati!
Devo molto a Viola&Co, con loro si è creata la
solita magia che si crea quando mi affeziono ad uno storia, e spero che non vi
dimenticherete in fretta di loro.
Comunque, spero vi sia piaciuto l’epilogo! L’idea di
Miss Italia mi è venuta proprio vedendo il programma lunedì scorso, dopo che
una di una città vicina alla mia, la n°1, si è classificata quinta e quella che
ha fatto la seconda ha detto che se vinceva si sposava il suo fidanzato.
E così, la mia fantasia ha iniziato a galoppare come
al solito…
Grazie mille a coloro che hanno messo la fic tra i
preferiti:
1 - abcdes
2 - Ako delle
tenebre
3 - alesssia
4 - alina 95
5 - AlterSiby
6 - angeleyes
7 - angiiie
8 - B r o K e n
9 - birri
10 - Caline
11 - Cherie lily
12 - clarettina
13 - ffdipendente
14 - francy_hurt_16
15 - Gemellina
Dolly
16 - giulietta90
17 - giusyeguido96
18 - grilla
19 - helis_dancer
20 - HOLLYWOOD
21 - IoNonLoSo
22 - Irza93
23 - Janeisa
24 - kaggy_chan
25 - k_Lu
26 - Lady B
27 - Lally_the
best
28 - Levsky
29 - lilianrose
30 - lillay
31 - lily D G
32 - lilyjuve
33 - Marty314
34 - Mary_loveloveManga
35 - masychan
36 - Matydreamer
37 - meryj
38 - morbidina
39 - Nanako
40 - nene_cullen
41 - pirilla88
42 - pometina94
43 - princessarx
44 - priscy
45 - Promise
46 - RoseScorpius
47 - semplicemente_lunatica
48 - stellinathebest19
49 - Sweet Stella
50 - SweetCherry
51 - Truelove
52 - vero15star
53 - werty
54 - _MissCullen_
Coloro che hanno messo la fic tra le storie seguite:
1 - akane_date
2 - alina 95
3 - Anthy
4 - birri
5 - carmy18
6 - Charlie_me
7 - chica KM
8 - cloto
9 - CriCri88
10 - Desyree92
11 - Devilcat
12 - dolcepiccolina
13 - eilinn
14 - Elaintarina
15 - ELPOTTER
16 - Fata Desi
17 - fede1207
18 - flyily
19 - Gingerly
20 - GiuGiu33
21 - incubus life
22 - kaggy_chan
23 - Kyryu
24 - lady_free
25 - Lillina92
26 - Little jewel
27 - Mary___02
28 - MattZ
29 - MissBlack____
30 - mondred
31 - nixy
32 - Oasis
33 - OOgloOO
34 - pinuccia2605
35 - priscy
36 - ronherm
37 - roseinblack
38 - The Dark Side
of a Girl
39 - the phoenix
40 - willun10
41 - winter
42 - Xellesia_Moon_Black
43 - _New_Moon_
44 - __piccola_stella_senza_cielo__
E coloro che hanno recensito lo scorso
cap:
The Dark Side Of A Girl: Ciao cara! E’ un piacere vedere che ti è piaciuto il finale della storia, e spero
valga lo stesso per l’epilogo! Grazie per avermi seguita in questi mesi, è
stato bellissimo conoscere i tuoi pensieri e le tue emozioni e spero di
incrociarci in qualche altra fic in futuro! Un bacione!
morbidina: Eh si, beata lei, un 90 mica si butta! Magari riuscissi a prenderlo anch’io
(se se… *sogno ad occhi aperti time!* xD). Comunque, e vissero tutti felici e
contenti, certo, anche se io mi sarei accontentata anche di 60 pur di riavere
Stefano tra le mie braccia! =D Ti ringrazio per avermi seguito in questa pazza
avventura! Un bacio!
Lilyjuve: Grazie, è bello sapere che
ritieni la storia molto realistica, come ho detto varie volte era proprio il
mio intento rendere questa storia una sorta di “favola realistica”. Grazie
mille per i complimenti! E spero che l’epilogo sia stato degno della storia… Ti
ringrazio ancora per i tuoi commenti sempre dolci e gentili, un bacio!
IoNonLoSo: Ti adoro anch’io carissima, e aspetto ancora l’aggiornamento della tua fic
^^ E’ bello sapere che ritieni il finale azzeccato, fiuuu,soprattutto poi che
anche tu chiami Giovanni più Otello che con il suo stesso nome xD Un bacione,
grazie per avermi seguita capitolo dopo capitolo!
Kaggy_chan: Concordo, anche io tra due anni farò una sorta di danza della libertà dopo
gli orali e urlerò “Addio scuola di merda!”, anche se mi piacerebbe vendicarmi
di qualche prof che mi ha particolarmente stressato bucandogli la ruota dell’auto
(o del motorino, nel mio caso, pensa un po’ xD) o affrontandolo faccia a faccia
in stile “Notte prima degli esami”… Dopo che hanno deciso il voto, certo! =D Spero
che l’epilogo ti sia piaciuto ^^ Un bacione e grazie per il tuo sostegno, i
tuoi commenti e la dolcezza che lasci
trapelare ogni volta! ^^
angeleyes: Grazie, e ovviamente sei sempre
la benvenuta nella mie fic ^^ xD Concordo, questa un po’ è la storia che a
tutte piacerebbe vivere, ed è bello sapere che un po’ sono riuscita a far
sognare, quando poi io ero la prima a voler evadere un po’ da questa realtà
monotona, ogni tanto! E l’happy ending secondo me è sempre d’obbligo ^_- Grazie
mille per i tuoi commenti che mi hai lasciato capitolo dopo capitolo, te ne
sono grata, un bacione!
CrImInAlSmOoTh: Ciao! E’ magnifico avere nuove lettrici anche a fine fic, e ti ringrazio per
l’entusiasmo che hai lasciato trapelare, è magnifico sapere che questa storia ti
piaccia! Viola ha avuto decisamente una bella dose di fortuna, eheh! Un
bacione!
Marty95: Ciao e benvenuta! Ormai non so più quante
ragazze come te desiderano una copia di Stefano, e tra queste ci sono anche io,
ovviamente, ma cosa dobbiamo fare, cerchiamo e forse un giorno la fortuna sarà
dalla nostra parte, che ne dici? xD Ti ringrazio per i complimenti, sei
dolcissima! Un bacione!
vero15star: Tesoro mi dispiace… Alla fine ho deciso che il padre era Michele perché volevo
donare un po’ di felicità in più a Jessica, e poi Matteo padre avrebbe portato
un altro po’ di guai e avevo paura che la cosa risultasse poco credibile dopo
tutto quello che già era successo a Matteo… Ma comunque è bello sapere che ritieni
che questa storia sia stata stupenda, grazie, e sappi che ti ringrazio come sempre
per il tuo appoggio e i tuoi consigli! Ti voglio benissimo!
CriCri88: Le parti in cui compare la Giordani
sono le mie preferite perché io adoro quella donna, è così imprevedibile e
simpatica se ci si mette, a dispetto di tutte le pazze che insegnano scienze!
;-) Stefano alla fine è riuscito a farsi perdonare nonostante tutto, eh si, e per
fortuna abbiamo avuto la certezza che viola ha fatto bene visto che dopo sei
anni stanno ancora insieme… Grazie mille per avermi seguita anche qui e per i
tuoi commenti, te ne sono grata! Un bacione!
Cosa dirvi, ancora grazie di cuore a
tutti voi che mi avete seguita, e mi avete insegnato che agire d’istinto spesso
fa bene perché dopo aver scritto il primo cap di questa storia non volevo
pubblicarla e mi sono decisa dopo ore ed ore di meditazione… Se ci penso mi
vengono i brividi, sia per l’emozione e sia perché, se non l’avessi pubblicata,
non avrei conosciuto molti di voi che non conoscevo e non mi sarei emozionata
con voi!
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Spero d’imbattermi presto in
qualcuno di voi xD
La vostra milly92.