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Autore: Betty    30/05/2005    5 recensioni
Un incontro casuale tra l’affascinante Benjamin Price e Nicole, ragazza timida e ahimè con qualche chilo di troppo. Non hanno niente in comune, ma il destino li ha già fatti incontrare e chissà che non possa farli innamorare…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio ringraziare

Voglio ringraziarvi per le recensioni che mi sono arrivate, sono felice di sapere che la mia storia ha avuto tanto successo. Come accetto i complimenti, accetto anche le critiche soprattutto se sono fondate! Cercherò di migliorare, non so come, ma ci proverò! E adesso eccovi il nuovo capitolo.

 

CAPITOLO 14

Si rigirava quella lettera tra le mani senza avere il coraggio di aprirla, chissà cosa c’era scritto, era tanto che non si sentivano, da quella fredda sera di febbraio, la sua voce così triste, i suoi occhi così forti e decisi.

Tutto era finito prima di iniziare, anzi tutto era rimasto in sospeso, parole non dette, baci non dati, carezze mai concesse, chissà com’era adesso, sua madre gli aveva detto che si era messa a dieta, per quale motivo poi, anche con qualche chilo in più era bella.

Sua madre era diventata un po’ come una seconda madre per Nicole e così anche lui poteva sapere cosa le succedeva; prima la dieta, poi aveva iniziato ad andare in piscina e il volontariato, insomma una nuova persona, una nuova Nicole.

Ci sarebbe stato spazio anche per lui nella sua nuova vita, ma soprattutto lei lo rivoleva nella sua vita? Quante cose erano cambiate per lei in quattro mesi, mesi che a lui erano sembrati anni, sempre solo con l’unica compagnia di qualche vecchio amico, come Bruce Harper. Lui era felicemente sposato con la sua Evelyn e con un piccolo marmocchio per casa. Era felice cosa che lui non poteva permettersi, avrebbe dato tutti i suoi soldi per poter essere felice come Bruce. Ma ormai lo sapeva da anni che non si può comprare tutto con i soldi.

Sospirò e chiuse gli occhi, gli tornarono alla mente immagini di lei che rideva, di lei che scherzava, di lei che piangeva, di lei che lo escludeva dalla sua vita.

Ritornò con la mente a quel giorno, quando aveva deciso di partire….

Quattro mesi prima

"Mamma ho deciso di andare per qualche mese a Tokyo, per poter seguire meglio i cambiamenti che ho approvato in questi giorni."

Kate chiuse il libro che stava leggendo e alzò lo sguardo verso il figlio "E’ successo qualcosa con Nicole?"

"Perché mi fai questa domanda?"

"Perché fino a qualche giorno fa non l’avresti lasciata sola per niente al mondo e adesso sei qui a dirmi che parti. Anzi che parti per qualche mese e vai a Tokyo, che come saprai non è propriamente dietro l’angolo."

Benji si chiese perché sua madre dovesse essere così maledettamente intuitiva "Non è successo niente, solo che la società ha bisogno di me e devo andare a Tokyo se voglio impormi come erede di papà."

"Capisco" disse Kate, in effetti non era vero, doveva essere successo qualcosa per far prendere quella decisione a Benji.

"Parto tra due giorni"

"Non posso dire niente per dissuaderti?"

"No, devo partire." Disse Benji risoluto mentre si girava tra le mani il bicchiere con un po’ di whisky, sentì sua madre alzarsi ed avvicinarsi a lui.

"L’hai già detto a Nicole?"

"Domani, domani le dirò tutto."

"Benji, dimmi la verità perché parti?" chiese Kate.

"Per dimenticare, per ricominciare… decidi tu. Adesso vado questa sera ho da fare." Si bevve tutto il whisky in un sorso ed uscì dal salotto.

Non voleva pensare a niente, non voleva pensare a lei, uscì di casa e iniziò a camminare senza una metà, all’improvviso si accorse di essere arrivato davanti alla sua casa, si fermò ed alzò gli occhi verso le finestre del suo appartamento, cosa doveva fare? Non poteva partire senza dirle niente e visto che era già li, salì deciso fino al suo appartamento e suonò.

Nicole aprì la porta incredula, cosa ci faceva Benji a casa sua a quell’ora?

"Benji come mai sei qui? È successo qualcosa?" chiese preoccupata.

"Devo parlarti." Disse serio Benji.

"Entra pure" disse Nicole scostandosi dalla porta e facendolo entrare. Benji all’improvviso perse quel coraggio che aveva avuto fino a pochi attimi prima e sospirò.

"Benji cosa volevi dirmi?" la voce di Nicole alle sue spalle spezzò quell’attimo di silenzio.

"Parto, tra due giorni. Vado a Tokyo, starò via per qualche mese." Non riusciva a girarsi e guardarla negli occhi.

"Ah!" fu il commento di Nicole, peccato che Benji non voleva vedere il volto della ragazza che si era intristito più di quello che non fosse già.

"Hai solo questo da dire?" chiese Benji.

"Cosa dovrei dirti, tanto hai già deciso, buon viaggio." Disse duramente Nicole.

Benji si girò di scattò come una furia "Per te questa frase può bastarmi? Solo questo sai dirmi?"

"Cosa devo dirti, non ti capisco più o forse non ti ho mai capito. Mi hai ferito, umiliato e adesso scappi con la coda tra le gambe! Scappa lontano dai tuoi sensi di colpa, scappa lontano da me!"

Benji in un attimo ridusse la distanza che c’era tra loro e baciò Nicole quasi in modo brutale, sentì la ragazza che cercava di respingerlo, sentì le sue lacrime che bagnavano il suo volto ma sentì anche la sua lingua che lo cercava disperatamente. All’improvviso Nicole riuscì a spingerlo via.

"Vattene, non sono una con cui puoi andare quando hai voglia di sesso. Vattene e smettila di farmi soffrire." Disse la ragazza con un filo di voce.

Benji la osservò con sguardo glaciale "Non hai capito, non hai capito niente!" disse con voce dura prima di uscire.

***-***-***-***-***-***-***-***-***-

Riaprì gli occhi mentre le immagini di quella sera svanivano dalla sua mente, prese un tagliacarte ed aprì la busta.

Amburgo, maggio

Ciao Benji come stai? È una domanda retorica, visto che Kate ogni giorno mi informa su quello che stai facendo. Ho saputo dei tuoi successi e sono molto contenta per te.

Immagino che prima di aprire questa lettera ci hai pensato un po’ e visto come ci siamo lasciati quella sera, non ti posso biasimare; a dire la verità ci ho messo molti giorni per riuscire a scrivere questa lettera, o meglio, per poterle dare un senso. (Infatti come avrai notato in alto, c’è solo il mese e non il giorno!)

Non ti ho chiamato perché non sarei riuscita a dirti quello che mi è successo in questi mesi, comincerei dal giorno in cui mi hai baciata, non è facile da scrivere ma ho creduto per un attimo che tu, insomma che tu…. provassi per me qualcosa più dell’amicizia, mi sono illusa e quando tu mi hai chiesto scusa, mi sono sentita morire.

Da lì è iniziato il vortice che ha velocemente deteriorato la nostra amicizia, perché da quel momento non sono più riuscita a vivere come prima, mi hai fatto assaggiare un attimo di felicità e sapere che non avrei più potuto provare quella sensazione mi ha fatto morire dentro.

Sono stati pochi giorni ma anche adesso mi sembra che tutto si sia svolto in un attimo, quando quella sera mi hai detto che partivi, ho capito che era tutto finito ed è per quello che ti ho scacciato, ma tu mi hai baciato di nuovo e il mio cuore ha fatto i salti di gioia. La mia mente però ha pensato "sono solo un esigenza per lui, soffri adesso per non soffrire di più dopo", quegli attimi ho cercato di combattere la mia mente ma senza successo.

Ho avuto paura, paura di qualcosa che non riuscivo ad esprimere, paura di non essere felice come avrei voluto, paura di perderti prima di averti avuto. E così ti ho scacciato dalla mia vita, ma non dal mio cuore. Ho creduto che fosse la cosa giusta, mi sbagliavo, mi sono sempre sbagliata.

Credevo di essere grande e invece ero ancora una bambina che credeva nel principe azzurro (che incarni molto bene), credeva nel grande amore e nell’happy end.

Ma la vita è dura e l’essermi scontrata in poco tempo con tutto quel dolore mi ha letteralmente fatto cambiare, non sono cresciuta subito all’improvviso ma piano piano durante questi lunghi mesi.

Ho cercato di dare un senso alla mia vita che all’improvviso ho sentito vuota ed inutile, mi sono messa a dieta, direi con successo visto che ho perso molti chili, non sarò mai un figurino ma mi sento finalmente bene con il mio corpo.

Mi sono iscritta in piscina e ho finalmente imparato a nuotare abbastanza bene e faccio volontariato; ho seguito un corso per il primo soccorso ed ora sono volontaria della croce rossa, insomma presto servizio sulle ambulanze. Vedere la sofferenza vera di molte persone mi ha fatto capire quanto io sia fortunata, aiuto gli altri per aiutare me stessa.

Non possa giorno che non ti pensi e se prima cercavo di annullare questi pensieri ora appena posso chiudo gli occhi e penso a te, ai bei momenti passati insieme ed anche a quelli brutti, entrambi fanno parte di me e di te, insomma di noi.

Dopo tutti questi mesi ho finalmente accettato il fatto che non posso dimenticarti, non ci riesco, tu sei stato e sarai sempre parte di me. Perché ti amo, ti amo non perché sei bello, ricco e famoso, ma perché mi hai accettato per quello che ero, mi sei stato vicino, mi sei stato amico, mi hai capita più di quanto mi capissi io.

Ed ora se vorrai stracciare questa lettera e dimenticarmi, accetterò questa tua decisione ma se vuoi tornare da me e ricominciare da quella sera di febbraio io sarò qui ad aspettarti, perché finalmente ho capito, ho capito tutto quello che volevi dirmi.

Un bacio Nicole

Benji rilesse un’altra volta la lettera incredulo, lei lo amava? Quanto tempo perso per niente, quanta tristezza nelle loro vite, quando invece avrebbero potuto essere felici.

Se lei non avesse fatto il primo passo, forse lui non l’avrebbe più cercata, forse non sarebbe tornato ad Amburgo per altri quattro mesi.

Lei diceva di essere una bambina ma il più immaturo era stato lui, lui che aveva vissuto per anni in un mondo di grandi e che dirigeva una compagnia enorme non era semplicemente riuscito a dirle cosa provasse per lei, non aveva accettato l’idea di essersi innamorato di lei.

Nicole era l’opposto di tutte le donne che aveva frequentato sia fisicamente che mentalmente era un ragazza normale come tante altre e forse era stata questa sua normalità ad attirarlo, ad intrigarlo.

Si era innamorato davvero forse per la prima volta e aveva avuto paura di farla soffrire così era scappato, ora poteva ammetterlo.

Ma adesso era diverso, adesso lui sapeva che lo amava e lei lo stava aspettando, doveva tornare al più presto, doveva tornare per lei.

***-***-***-***-***-***-***-***-***-

Nicole osservava il cielo stellato, stava sdraiata sullo sdraio che aveva messo sul terrazzo, un libro appoggiato sul tavolino vicino e dolce musica di sottofondo. Sarebbe stata una serata perfetta se solo ci fosse stato anche Benji, aveva spedito la lettera con il cuore in gola, in fondo era sempre la solita Nicole solo meno insicura.

Ripensò a quando si era ritrovata a dover fare i conti con la dura realtà, Benji che partiva, il suo bacio e il dubbio che lei contasse qualcosa per lui; in quei mesi si era interrogata molte volte sul significato del suo gesto e delle sue parole e solo le parole di Kate l’avevano spinta a scrivere quella lettera che forse ora giaceva in un cestino o forse no.

Quella domenica mezzogiorno era a cena da lei, lo sapeva che prima o poi Kate avrebbe parlato di Benji, di quello che aveva indotto l’uomo a partire.

05 maggio 20....

Il pranzo come al solito era stato ottimo, la cuoca di Kate era fantastica, Nicole alzò lo sguardo ed incontro quello pensieroso della donna che aveva di fronte.

"Kate, qualcosa ti preoccupa?"

"Sì, c’è una cosa che mi continua a girare nella testa. Più che altro è una domanda."

"Sarebbe?"

"Perché?" disse semplicemente la donna.

"Perché cosa?"

"Perché Benji è partito così all’improvviso, perché ho la sensazione che tra voi sia accaduto qualcosa, perché non l’hai fermato?" chiese tutto d’un fiato Kate.

Nicole sapeva che prima o poi le avrebbe chiesto qualcosa "Non ho idea del perché Benji sia partito all’improvviso."

"Cos’è successo tra di voi?" insistette Kate.

"Niente, non è successo niente o meglio e successo qualcosa ma non ci siamo capiti, io non l’ho capito… e non ho voluto fermarlo."

"Cosa non hai capito Nicole? Che ti amava?"

Nicole osservò meravigliata la donna. "Kate, non può essere vero quello che hai detto"

"Invece è vero, me l’ha detto lui stesso. Ma a quanto pare a te non ha detto niente."

"No. Neanche una parola, solo un bacio.. un ultimo bacio e la frase che non avevo capito niente." Disse Nicole sconvolta.

"Infatti non vi siete capiti per niente, lui ti ama, tu lo ami e vi siete lasciati sfuggire la felicità che era ad un passo da voi." Disse Kate.

Nicole iniziò a ridere, sotto lo sguardo sconvolto della donna. "Non capisco cosa ci sia da ridere."

"E’ una situazione assurda, siamo stati due idioti!" disse continuando a ridere.

"Questo l’avevo capito anche io! Adesso cosa vuoi fare?"

"Non lo Kate, ma stai tranquilla che qualcosa farò"

***-***-***-***-***-***-***-***-***-

E qualcosa aveva fatto, aveva scritto quella lettera ed ora in quella notte stellata sperava tanto che Benji non l’avesse buttata prima di averla letta.

 

 

 

  
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