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Autore: war    28/09/2009    3 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sede Londinese della Dark Religious.
Ore 19.30




Uno strano marchingegno mi selezionò, scrutandomi in lungo e in largo, gracchiando qualcosa che non capii per nulla. Mi fu chiaro solo il termine Akuma.
Al mio fianco, Kanda pareva tranquillo, solo un po' seccato.
La porta si aprì con un rumore un po' sinistro e mi trovai davanti a sconosciuti. Riconobbi quelli vestiti di nero come Esorcisti, gli altri dovevano essere di qualche sezione interna, dato che vestivano di bianco, con dei camici. E un po' discosto c'era Link. Finsi di non vederlo nè conoscerlo e altrettanto fece lui.
Una ragazza con i capelli neri a caschetto si fece avanti con un sorriso dolcissimo e cordiale sul bel volto.
- Benvenuta. Io sono Linalee Lee. - mi disse fissandomi con i grandi e tondi occhi viola.

- Angel Cielo - mi presentai allungando la mano verso la sua, che mi aveva garbatamente teso.
Non feci in tempo a stringerla che per un secondo che qualcuno mi afferrò il polso e mi costrinse a lasciare il contatto.
- Basta così. La mia sorellina non si tocca! E abbassa lo sguardo! - mi disse un tizio dall'aria strana.
- Komui Nii-san... - protestò debolmente la ragazza.
Cercai di non sorridere. Non sarebbe stato gentile sbattere in faccia al capo sella Sezione Scientifica che persino in Vaticano si sapeva del suo complesso per la sorella minore.
- Io sono Lavi! Successore di Bookman - si presentò un secondo esorcista, con i capelli rossi e un solo occhio verde. Lo osservai qualche istante. Nascondeva qualcosa ma decisi subito che non fosse pericoloso.
- Piacere. - dissi tendendo la mano che lui mi strinse con calore. Forse troppo per essere autentico.
- Allen Walker... - si presentò quello con i capelli e gli occhi d'argento, con il viso segnato da una maledizione. Non mi strinse la mano perchè aveva il braccio fasciato e legato al collo, segno che era appena tornato da una missione e non era ancora guarito dalle ferite.
- Piacere Angel Cielo... - dissi optando per una sostitutiva mano sulla spalla.
- E levatevi dai piedi! E' finalmente arrivato il cane del Vaticano?! - abbaiò la voce di un uomo mentre spostava un paio di persone. Nemmeno quei capelli rossi potevano in qualche modo assomigliare ai miei...
- Generale Cross... Non ci si metta anche lei... - Pigolò Lenalee
- Maestro... - sospirò Allen affranto.
Quando me lo trovai davanti dovetti ammettere che era alto, io gli arrivavo praticamente alle spalle, e decisamente affascinante come mi avevano detto.
Lo fissai dritto negli occhi e poi feci qualcosa che credo nessuno avesse mai osato con lui.
- Bau! - mi presentai.
- Questa pulce? Cos'è uno scherzo? - chiese dopo il primo attimo di sorpresa.
- Le pare cha abbia la faccia di qualcuno che scherza? - lo pungolai.
- Oddio che è quella vocetta stridula?! Facevi lo stillone fino a ieri? E quanti anni hai? Tredici? Cosa si pensa il Vaticano? Che questo è un collegio? - abbaiò di nuovo il Generale. Mentre mi aveva afferrato il mento con due dita e esaminava il mio volto, facendomelo voltare ora a destra e ora a sinistra.
- Ho diciannove anni e chiarisco subito che sono una donna! - sbottai risentita per quella completa mancanza di tatto.
- Come? - chiese Kanda voltandosi verso di me.
Non ditemi che persino lui... Eppure quel gesto di galanteria alla locanda... Avevo frainteso tutto? ME TAPINA!!!!! Perchè adesso andavano di moda le donne procaci!?
- Maestro!?!? - la voce di Allen era sconvolta e ci misi un secondo di troppo a capire che quello che sentivo sul petto non erano i lembi del mio fiocco sfatto ma le mani del Generale. La stoffa non palpa!
Boccheggiai davanti a tanta insolenza.
- Sono grosse come due albicocche ma in effetti hai le tette... - Generale o meno si ritrovò steso a terra con cinque dita fumanti sulla gota. La mia lingua si era fatta biforcuta e fulmini mi saettavano attrono al capo.
- Cafone maledetto crepa! - gli strillai. Lo avrei volentieri spedito sulla Luna!
- Maestro... - sospirò Allen rassegnato mentre il suo volto diceva chiarmente che voleva solo sprofondare dalla vergogna.
- Su su... Non c'è bisogno di animarsi tanto... Eheheh... Lenalee, mostra alla nostra nuova ospite la sua stanza... Generale, sta bene? - chiese Komui cercando di gestire la situazione al meglio.
- Quella mocciosa che puzza ancora di latte!!!! - strillò il Generale Cross scattando in piedi e lanciando altre colorite imprecazioni al mio indirizzo.
Lavorare con quello mi avrebbe fatto venire molte emicranie, ma mi sarei impegnata tanto per rendere la cortesia! Ghignai mefistofelica a quel pensiero. Lenalee, al mio fianco, rabbrvidì.



Dopo l'incontro con Hevraska, i test da incubo a cui mi sottopose Komui (dubitai seriamente della sanità mentale del supervisore) e il benestare ad esercitare la professione di Esorcista da parte del Consilio della Dark Religious mi venne finalmente concesso di andare nelle mie stanze e farmi una doccia degna di tale nome.
Mentre lasciavo che l'acqua lavasse via lo sporco e la schiuma del sapone canticchiavo l'aria di un motivetto che ogni tanto mi ronzava in testa.

Every day and every night,
I always dream that
You are by my side. *



Il mio stomaco gorgogliò ricondandomi che non avevo cenato e mi chiesi se fosse troppo tardi per ottenere qualcosa di commestibile dalla cucina. Bhe, se volevo dormire era meglio che mettessi qualcosa sotto i denti e alla svelta!
Misi la valigia sul letto e l'aprii. Ne tirai fuori un abito piuttosto elegante, da tenere nelle occasioni molto formali con l'aristocrazia, un secondo vestito molto più semplice e comodo per le funzioni religiose della domenica e delle feste e un secondo paio di pantaloni neri e camicia rossa.
Raccolsi i capelli in uno chinon affinche non mi bagnassero la schiena e osservai gli stivali...
Non avevo proprio voglia di mettermeli e meno ancora volevo infilare quelle maledette trappole con i tacchi. Era un po' incivile, ma data l'ora mi dissi che non avrei incrociato nessuno: era mezzanotte passata! perciò uscii a piedi nudi.
Il pavimento di pietra era freddo sotto le piante nude dei miei piedi ma era anche liscio e consunto dallo scapliccio secolare. Non avendo idea di dove potessero essere le cucine decisi di farmi il giro del piano, certa che avrei trovato almeno un pannello espilcativo, tipo i piani di fuga di emergenza che mettevano nei teatri.
Le potre delle camere degli Esorcisiti erano tutte chiuse, quindi non mi sentii in colpa se sbirciavo in quelle aperte o socchiuse.
Raggiunsi una stanza più ampia delle altre, che si apriva nel pianerottolo. Dalla grande vetrata si vedeva una falce di luna argentea brillare solitaria nel cielo. I vetri all'inglese gettavano ormbre crociformi sul pavimento. Fu ad un secondo esame che vidi una di quelle portefinestre aperte e acciccuato ai piedi di una colonna c'era Allen, inconfondibile per via dei suoi capelli argentati.
Pareva infinitamente triste.
- Ciao - bisbigliai quando gli fui davanti, per non spaventarlo.
Lui sollevò di scatto la testa, poi sorrise.
- Ciao... Perdona il mio maestro per... - arrossì
- Non sei responsabile delle azioni altrui, tranquillo. - gli sorrisi accucciandomi vicino a lui.
- Disturbo? -
- No... Io stavo solo... Pensando... - mormorò
- Pensando? A quest'ora? Non sarebbe meglio riposarsi? - chiesi
- E' che a volte i pensieri, le domande senza risposta... Fanno troppo rumore, qui nella mia testa... - disse lui sorridendo di nuovo.
Sospirai.
- Se sei arrabbiato, grida. Se sei triste, piangi. Se sei felice, ridi. Se hai bisogno di aiuto, chiedilo. Se ti senti solo, guardati attorno, scoprirai che non lo sei. Se hai domande, ponile. Cerca le risposte. Non temere la verità. Prima o poi qualcuno risponderà.
Rispetta le promesse che hai fatto, perdona i torti subiti, assumiti le tue responsabilità e ascolta sempre il tuo cuore. Questo fa di te un uomo che vive. - gli dissi.
Lui affondò la stesta fra le ginocchia che si era tirato al petto, le sue spalle stavano tremando. Se le lacrime stessero rigando il suo volto o meno non lo vedevo.
Accidenti al Vaticano, che mi affidava le missioni solo quando il caso era davvero disperato! Come accidenti potevo lavorare bene se mi toccava sempre farlo di fretta e furia? Era forse già troppo tardi per Allen? Le memorie del Quattordicesimo... fino a che punto si erano spinte? Quanto ci sarebbe voluto prima che Allen stesso smettesse di esistere e rimanesse solo il Noah? Certo, mi avrebbe fatto comodo saperlo, ma non potevo chiederlo così a bruciapelo! Avrei solo ottenuto di far chiudere a riccio il ragazzino.

Ripresi ad accennare l'aria di quel motivo che avevo intonato sotto la doccia e all'improvviso, come lampi su una tavola nera ricordai delle parole che uscirono dalle mie labbra.

I still believe in your eyes
I just don’t care what
You’ve done in your life.*

Smisi di botto.

- Hai una bella voce- mi disse Allen, sempre con la testa fra le ginocchia.
- Qualche volta cantavo nel coro della Chiesa, a Roma. Ma questo non è un inno religioso... E' qualcosa che appartiene... Alla mia infanzia, credo... Non ho molti ricordi di quel periodo. E poi quando ho fame tendo a ragionare peggio del solito. - ammisi.
- Forse riusciamo a convincere Jerry a prepararci qualcosa... Quello è tanto geloso della sua cicina che ci dorme dentro! - mi svelò Allen, sollevando il volto un po' arrossato.
- Evviva! Andiamo compagno di spuntino notturno! - gioii allungando unamano verso di lui, dopo essermi alzata in piedi.
- Andiamo... - approvò lui afferrando la mia mano con decisione.
- Ehi, ma sei scalza! - notò solo allora.
- Credi sia un po' selvaggio? - domandai sollevando un soppracciglio.
- No... Ecco... E'... Come dire... Affascinante. Hai dei bei piedi. - disse imbarazzato.
Inclinai il capo su una spalla. I rapporti di Link dicevano il vero: traspariva che Allen era dolce.



* Questa anacronistica canzone penso proprio che accompagnerà tutta la storia! ^____^ A proposito e' di Sage Rey e tutti i diritti sono suoi; è stata usata di recente nello spot per "Intimissimi"
  
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