Birthdays
*A panda Story*
23
settembre 2000
“Ino, vieni a letto” il tono di Shikamaru era assonnato mentre l’ultima parte del suo discorso veniva
inghiottita da uno sbadiglio.
Ino se ne stava alla finestra, un vestito candido addosso e
gli occhi rivolti alle stelle.
“Ino, che fai?” le domandò lui alzandosi controvoglia e
circondandole la vita in un abbraccio. Appoggiò il mento alla sua spalla nuda mentre Ino si voltava con gli occhi umidi, sorridendo a
malincuore: “Mi provo il vestito, no?”.
“Ino…” Shikamaru si interruppe, non
sapendo cosa dire, esattamente. Era ovvio che non le andasse più il vestito del
matrimonio, ora che era incinta di sei mesi.
“Non mi va più,
Shikamaru!”
Lui la guarda
esasperato, mentre lei si dimena in un vestitino viola di non
molto tempo prima.
“Ino, è normale, sei
incinta…” protesta il ragazzo allargando le braccia.
“Non è scritto da
nessuna parte che io non debba essere bella se sono incinta!” ribatte lei,
piccata.
Lui si gratta il capo:
“Mendokuse, te lo vuoi sentire ripetere tutti i
giorni? Sei bellissima”.
“Lo dici solo per
consolarmi, ma non lo pensi!” e lei ha le guance rosse, e gli occhi umidi
mentre lo guarda, aspettando una sua risposta, una che
sia convincente.
“Lo penso da quando ti conosco, Ino, e ti conosco da una vita.” Lo
dice in un sussurro Shikamaru, lo dice col coraggio
che ancora gli manca, nonostante l’abbia
sposata, nonostante ci abbia fatto l’amore, nonostante la conosca da una vita.
E lei si siede
frustrata e commossa mentre le lacrime prendono a scorrerle sul viso, mentre il
mascara le si riga sugli occhi e Shikamaru decreta che
a quella festa non li vedranno. La prende tra le braccia e la stringe mentre lei singhiozza, mentre si nasconde sul suo
petto vergognandosi di quei capricci.
Eppure, dopo solo un anno, erano ancora
lì.
“Non mi va più bene, Shikamaru, non posso più essere bella
come quel giorno, ora sono grassa e brutta e…Kami, ma
come fai a guardarmi?” lo aggredì lei scoppiando in un pianto devastante,
sedendosi sul letto esasperata mentre nascondeva il
volto tra le mani. Lui intrecciò le dita con le sue e le baciò i polsi,
tirandosi discretamente accanto a lei: “Beh, già che mi hai svegliato, non ho
solo voglia di guardarti…” sorrise provocante accarezzandole il volto.
“Ti ricordo che dovrei essere io quella con le voglie”
sorrise Ino tra le lacrime, piano. Poi interruppe il bacio nel quale lui
l’aveva trascinata per chiamarlo: “Shika?” gli chiese mentre sentiva le mani di lui scendere verso il suo
ventre arrotondato.
“Che c’è?” fece il ragazzo seccato “Ho letto che le donne incinta hanno sempre voglia di…” di colpo
s’interruppe: “Non avrai mica mal di testa, vero?”.
Ino rise di cuore, accarezzandolo dolcemente: “Non hai
voglia di vederla?” gli chiese a bassa voce, portandogli una mano al suo addome
rigonfio.
“Shika,
vai a fare la spesa, ho mal di pancia”.
Lui se ne sta seduto
sul divano: è appena tornato da una missione e l’ultima cosa che ha in mente di
fare è uscire a fare compere: “Sono occupato, e non tocca a me. Tira fuori il
tuo femminismo, Ino, giuro che a sto giro non mi
dispiace”.
“Dai, Shika per favore…”. Il tono di lei
è flebile, ma lui non ci fa caso:
“Vacci tu, Ino, tocca
a te e sto giocando”
“Non capisci proprio quando voglio stare da sola, vero?” ora la voce di
Ino è forte, ferita. Shikamaru sbuffa: “No, non ti capisco,
Ino, e non ti capisco più da un po’ di tempo a questa parte: si può sapere che
diavolo ti prende?”
Le ha solo parlato, eppure sembra che l’abbia colpita con forza.
“Non lo so, Shikamaru, non lo so! So solo che un secondo mi viene da
ridere, l’altro da piangere, e sono stanca, stanca,
dannatamente stanca di stare così!”.
Di colpo l’espressione
di Shikamaru muta, al vederla disperata, e l’abbraccia, l’abbraccia
mentre si sente ancora una volta inadeguato a quella donna che conosce
da sempre e che gli pare non sapere mai come rendere felice.
“Io ti amo, Shika, ma non ti sopporto. E
questo mi fa paura.” Mormora lei a pochi
centimetri dal suo volto, dimenandosi flebilmente nel suo
abbraccio.
Shikamaru le prende le
mani che battono contro il suo petto, deboli.
“Che
succede, Ino?” le chiede sottovoce, mentre lei si abbandona al suo abbraccio.
“Succede che sono
incinta, di nuovo, e non so come
dirtelo”. Per un attimo le mani di Shikamaru smettono di accarezzarla, per un
attimo Ino si congela in quell’abbraccio mozzo,
temendo qualcosa che nemmeno lei sa cosa sia. Poi si rende conto che Shikamaru
si è fermato a guardarla. E che è come se la vedesse
per la prima volta.
“Vederla?” domandò lui, interdetto.
“Vederla.” Confermò Ino “Sono mamma, ho diritto al sesto
senso” sorrise.
“Mamma Ino” mimò lui con uno strano tono di voce,
accarezzandole la pancia, baciando le mani che aveva tra i capelli e l’addome
nudo di sua moglie in quella sera di settembre.
“Ehi tu” fece poi Shikamaru tamburellando
discretamente le dita sul ventre della ragazza “donna!” chiamò. Ino
rise, sentendo la bambina scalciare in segno di protesta.
“Ah!” Protestò Shikamaru “Sei arrivata senza chiedere il
permesso, ti presenti tra di noi e ti metti pure a
fare il padrone scalciando a destra e a manca…posso immaginare da chi hai
preso?” domandò borbottando qualcosa che assomigliava parecchio a “Mendokuse”.
“Shikamaru!” lo percosse lievemente Ino. “Ti ricordo che te
la sei sposata, questa seccatura. Hai promesso di tenermi per
qualcosa tipo l’eternità” fece piccata.
“Che
seccatura…” borbotta Shikamaru posando Ino a terra non appena varcata la soglia
di casa.
La ragazza
naturalmente ha pestato i piedi perché lui la prendesse in braccio, come da
tradizione, e il fatto che lui fosse tornato a casa il giorno
prima del loro matrimonio non deponeva certo in favore del suo potere
decisionale sull’argomento. Il ragazzo alza lo sguardo per vedere sua moglie
(come suona strana quella parola associata a Ino; come
suona bella, addosso a lei).
Ino è appoggiata
allo stipite della porta, mentre lo guarda curiosa sfilandosi un guanto
candido. Shikamaru ricambia lo sguardo e alza un sopracciglio.
Naturalmente, Ino non
gli dà tempo di prendere l’iniziativa, saltandogli al collo e baciandolo con
passione. Quando ritrovano il respiro, lei gli
sorride: “Non era così una seccatura, no, Nara?”.
“Sì, diciamo che è il mio genere di seccatura” bisbigliò
Shikamaru in direzione del ventre, come per confidare un segreto a quella
bambina di cui neppure conosceva il volto. Poi guardò la moglie, che lo
scrutava divertita mentre coccolava uno dei panda
gemelli che aveva insistito per tenere in camera. Stava per tentare il secondo
attacco a Ino, quando, puntuale come un avviso dell’hokage, arrivò il pianto di Shiro,
il loro figlio maggiore, dalla stanza accanto.
Ino tentò di alzarsi mentre
Shikamaru la fermava: “Vado io” annuì, “tu riposati.”
“Ino, sicura che vada
tutto bene? Sei sempre stanca”
“Parla quello che è nato stanco”
“Ino, guardami: c’è
qualcosa che non va e tu non me lo vuoi dire”
“Non c’è niente che
non vada!” lo dice troppo velocemente perché possa sembrare vero, lo dice con
un tono di voce troppo alto perché possa sembrare anche lontanamente
convincente.
Shikamaru la guarda,
senza dire niente. D’altronde, è quella la sua specialità, farla capitolare
senza parlare, scatenare un fiume in piena con uno sguardo.
Senza parlare, le si avvicina, le circonda la vita con un braccio e la
attrae a sé, ignorando le deboli proteste della ragazza, che comincia a
piangere prima di iniziare a parlare.
“Se
ti va di parlarne sono qui, anche se mi pare superfluo dirlo” sbuffa poi,
scuotendo il capo.
“Ma
tu odi sentirmi vaneggiare!” mugugna Ino piano, in un tono che sa di speranza.
“Anche tu odi quando mi lamento, ma questo non ti ha impedito di dirmi
di sì” alza le spalle lui, indifferente.
Ino si alza e gli
riserva un sorriso radioso: “Vuoi dire che ti stai volontariamente offrendo di
avere una lunga conversazione con me?”
“Offrendo non è la parola giusta, tanto quanto non lo è conversazione, comunque…”
Ino ride adesso, e lo
guarda con un’espressione adorabile.
Ino lo guardò con espressione interrogativa
mentre Shikamaru tornava dalla stanza del loro bambino, poi quasi si
spaventò quando lui saltò sul letto e, prima che lei potesse chiedere
spiegazioni, cominciò: “Tutto a posto. Se ci vuoi
scusare, stavamo avendo una conversazione privata, qui. Come?” domandò poi in direzione del ventre, mentre Ino, scuotendo il capo,
ridacchiava.
“Vuole vederti” fece Shikamaru rivolgendosi in un sussurro a Ino. “Devo aggiungere ‘curiosa’
alla lista. Ora mi chiedo proprio se sia anche figlia mia, almeno un po’,
questa qui”.
Ino lo colpì con una sberla
scherzosa, ma lui tornò a sussurrare in direzione del ventre: “Com’è la tua mamma?
Oh, sì, domanda ragionevole…devi proprio essere mia
figlia allora” argomentò mentre Ino si sollevava sui gomiti, curiosa della
conversazione.
“Vedi principessina” cominciò Shikamaru fingendo di pensarci
su “tua mamma è la creatura più testarda dell’universo,
se si mette in testa una cosa, è finita”. Ino gli fece una linguaccia.
“Ma è anche parecchio intelligente
in effetti” si corresse Shikamaru allo sbuffo della moglie “ad esempio ha
sposato me, il che è sintomo di parecchia intelligenza” scherzò.
“Idiota!” rise Ino.
“Ecco, mamma non è educatissima, piccola. Ma ci sarò io a insegnarti quello che conta, non ti preoccupare” sorrise
Shikamaru.
“Shikamaru, crepa!”
Ino lo accoglie con un piatto lanciato nella sua direzione. Il tutto solo
perché era avvinghiato fino a poco tempo prima a Temari, che aveva beccato Shino
tra le braccia di Shiho nello stesso momento in cui
lui aveva visto Ino lanciarsi addosso a Sai.
“Sei contento ora che
mi hai rovinato la serata, sì?” chiede la ragazza, tirandogli un altro piatto. Shikamaru
si abbassa veloce.
“No che non sono
contento, finché continui a lanciarti in braccio a mezza Konoha!”
“Finiscila cretino,
sappiamo entrambi perfettamente perché mi lancio tra le braccia di mezza Konoha!” sibila Ino, d’un tratto vicinissima
al suo volto. “Ipocrita”, aggiunge inviperita. Shikamaru la prende per un polso mentre lei se ne va, tirandola a forza verso di sé:
“Che cosa vuoi dire?”
“Non ci vado a letto,
se è questo che vuoi sapere, razza di codardo” ride lei, senza umorismo.
“Non…”
“E
invece sì, Nara, era esattamente quello che volevi sapere. Non ci sono andata a
letto, contento?”
“No”
“Lo sei, invece”
“Sì, lo sono, è vero. Perché loro non ti meritano, Ino”
“E
chi mi merita, Shikamaru, chi? Tu, che non fai altro che evitarmi? Non so più
come dirtelo, brutto deficiente, non so come altro farti capire che cerco di
buttarmi sugli altri perché tu non hai il fottuto
coraggio di dirmi di no una volta per tutte!”
“Forse perché non
voglio farlo” è una riflessione a voce alta, quella di Shikamaru.
“Non vuoi troppe cose,
Shikamaru” commenta Ino secca, seccata “Sarebbe ora che ti mettessi a pensare a
cosa vuoi, invece”
“E
tu, Ino, cosa vuoi?”
“Piantarla di pensare
a te, Shikamaru”
“E
se ti proponessi di pensarmi, tutta la vita?”
“Direi che non hai
capito un cazzo”. Gli sputerebbe in faccia, se non
l’amasse.
“Te lo sto chiedendo,
Ino” e in un sussurro il ragazzo poggia la fronte su quella della ragazza, e in
un bacio a fior di labbra le ripete che glielo sta chiedendo lì, in quella
situazione assurda, in quel modo inconsueto.
“Che
cosa, di grazia?” non vorrebbe, Ino, ma la sua voce trema d’emozione.
“Sposami”.
“…perché Mendokuse
è una bellissima parola” annuì Ino, poco convinta.
In risposta arrivò un calcio ben
assestato.
“Sempre d’accordo con tua madre, tu?” chiese Shikamaru,
attonito. “E ugualmente energica”, aggiunse
massaggiandosi la tempia che aveva appoggiato al ventre della moglie. “Anche tua madre lo è, parecchio. Eh?” fece poi avvicinandosi
nuovamente al ventre, appoggiandovi piano la testa “Sì, sì, lo so bene.
Dovremmo chiamare il telefono azzurro. Ma non ti preoccupare, non sarà violenta
con te, lo so.” Fece accarezzando lievemente la pancia
“Perché sai un’altra cosa sulla tua mamma? È
bisbetica, ma solo lei può dire qualcosa di male su chi ama. E lo fa, spesso,
con me. Ma voi…voi sarete complici, già lo so…e io me
ne starò in un angolo a guardarvi complottare con l’aiuto di quel vecchiaccio
di mio padre, che sarà pazzo di te. Lo hai già fatto innamorare e neanche ti ha
vista.” Sospirò.
“Sei un coglione”.
“Buongiorno anche a
te, papà” annuisce Shikamaru, versandosi una tazza di latte.
“Mi spieghi come ho
fatto a mettere al mondo uno come te?” domanda Shikaku, frustrato.
“Non lo voglio sapere,
grazie. Certe cose tra te e mamma devono rimanere tra di
voi”.
“Giochiamo a Go”
decreta il Nara con la cicatrice, convinto. Ovvero:
dobbiamo parlare, e di cose serie.
Shikamaru annuisce
impostando la scacchiera, senza proferire altra parola. Sa che il suo vecchio
vuole dirgli qualcosa, e che aspetta solo le parole giuste per farlo.
“Inoichi
è preoccupato” esordisce infatti Shikaku,
poco dopo.
“Da quando ti occupi
delle paranoie di Yamanaka-san?” domanda il figlio, alzando
lentamente un sopracciglio mentre muove il primo pezzo.
“Da quando ti riguardano,
Shikamaru”. Il ragazzo non proferisce parola.
“Vorrei sapere cosa
c’è che non va in te, Shikamaru” borbotta poi tra sé e sé il padre, scuotendo
il capo.
“Tante cose, papà”
scuote il capo Shikamaru, a sua volta.
“Il problema è che non
la ami?” domanda Shikaku, diretto.
“Che…Cosa?”.
Non c’è dubbio, il padre ha centrato l’argomento, ma
non il problema.
“Non giocare con me,
sono tuo padre”
“Pensavo fosse quello
che stavamo facendo” cerca di evadere il discorso Shikamaru, spaventato dalla
piega che sta prendendo.
Suo padre si alza e conclude sardonico: “Pensavo fossi più maturo e meno coglione”.
Shikamaru fissò per un attimo lo sguardo in quello di Ino, tornando poi a dedicarsi alla sua pancia, alla loro
bimba: “Ma che dicevo? Ah, sì, la mamma. La mamma fa la dura
ma in fondo è un pezzetto di pane. E scommetto
che quando verrai al mondo lei scalcerà e piangerà perché non saprà come
trattarti, ma alla fine farà tutto nella maniera migliore possibile; di più se
si può, perché è sempre stata pronta, tua madre. Ogni cosa le
si pari davanti la risolve in un baleno, e in un modo che non avrei mai
pensato. E io sono un genio, sai?” domandò con
affetto.
Ino gli carezzò piano la testa, indugiando poi sulla sua
guancia, ringraziandolo tacitamente di quelle rassicurazioni che non osava chiedere anche se le sentiva necessarie come non mai.
“Ah” riprese Shikamaru dopo qualche attimo di silenzio “e
poi non ti devi scordare che la mamma è bella, bellissima. A volte non ci si
sente, e nonostante sia tanto intelligente, non ha ancora capito che sarà
sempre la più bella per papà, perché lui la ama disperatamente. E tu non devi essere gelosa, perché sai una cosa? So già che
appena ti vedrà in faccia, papà amerà così anche te, con la stessa paura
dannata di perderti da un momento all’altro, perché sei il più bel regalo che mamma potesse fargli. E già ti amo ora, che mi prendi a
calci in faccia.”
Si interruppe quando udì un singhiozzo
provenire da poco più in là, e alzando gli occhi incontrò quelli di Ino, umidi.
Di gioia, però.
“Ohi, Ino…Non vorrai piangere di nuovo?” domandò
preoccupato.
“È solo colpa tua, scemo” rispose lei continuando a
singhiozzare.
“Vedi? Questo è un po’ colpa tua piccolina…” Fece allora Shikamaru mentre si alzava per guardare bene la moglie “Ora
papà va un po’ dalla mamma, d’accordo?” fece poi con il ventre di Ino,
baciandolo.
“Ino…” le disse poi avvicinandosi al suo volto.
“Sei un idiota, Shikamaru, riesci a farmi piangere anche
quando sono felice…” protestò Ino nascondendo la bocca con la mano.
Lui scosse il capo: “Anche io ti amo, tesoro. E ti amo proprio perché sei sempre
così dolce…” intervenne sorridendo ironico.
Ino sorrise a sua volta: “Ti piace proprio vedermi piangere,
eh?”
“Beh, quando piangi di notte si vedono le stelle nei tuoi
occhi” rispose lui avvicinandosi per un bacio.
“Adulatore. Tu non preferisci le nuvole?” domandò
lei, con falsa modestia, mentre lui scendeva in una scia di baci sulla sua
guancia.
“Preferisco te.” Fece Shikamaru prendendo a baciarle il collo mentre l’orologio rintoccava la mezzanotte. “E a proposito, buon compleanno, Ino. Hai
voglia di festeggiare?” disse poi insinuando una mano sotto la sua
camicia da notte.
“Shika?” lo interruppe Ino,
fermandolo inaspettatamente.
“Mm?” mugugnò lui sul collo di lei.
“Ti offendi se dico che io invece ho voglia di gelato alla
fragola?”
Shikamaru non si diede per vinto: “Vediamo se riesco a farti
cambiare idea…”
Non più di due secondi di pace e, di nuovo, Shiro.
Shikamaru imprecò, mentre Ino sospirava: “Tuo figlio piange”
“Ah, lascia che pianga” scrollò le spalle l’uomo continuando
a dedicarsi alla moglie.
Ino protestò: “Ma…”
“Shhh…” sussurrò lui, baciandola
ancora e invertendo le loro posizioni.
Poi, d’un tratto, s’arrestò.
“Shika, perché ti sei fermato? Non
piange più, forse si è riaddormentato…Shika?”
“Mio figlio cammina”.
Confesso che l’avevo pensata in modo radicalmente
differente, ma la Luly m’ha
ispirata a una fluffosa shot
tra innamorati. Ora, essendo Shika e Ino quelli che
sono, non poteva che esserci qualche battibecco, ma alla fine ci piacciono proprio per questo, no?
Ah, se non si capisse, il flashback procedono all’indietro, dal più recente al più lontano!
E sì, li ho fatti sposare
a 20 anni, che è presto, ma immagino che nel mondo ninja
le cose funzionino diversamente. Se no, me la prendo
come “licenza poetica”.
In ogni caso spero sinceramente che ne sia uscito
qualcosa di leggibile!
Grazie a tutti, in particolare:
Mimi18: Minniè, tessora. Mi prostro ai tuoi tacchi per
cotanto ritardo (nella scorsa shot, non in
questa, dai). Lo so, lo so che
l’immagine di Temari ceh
seduce Shikamaru non è il massimo, ma lui l’aveva già riconosciuta e poi lei è
testimone di nozze di lui, non di Ino!
E sì, il bianco mi dona una cifra 8rigorosamente
dispari, per la storia dei numeri pari XD)
Much love,
Barbiè (per adattarmi al tuo
nuovo accento XD)
342514: Beh, sì, questa shot
è un po’ meno divertente dell’altra, più dolciosa ma spero non eccessivamente. Spero faccia solo vedere
quanto amore c’è nel mezzo, tra quei due. Anche se a
volte si tirano piatti XD Ed ecco il bimbo! (anzi: i
bimbi!) Come vedi qui non c’è traccia di Yoshino, ma
per lo meno in un flashback si intravede Shikaku!
Grazie della recensione e alla prossima!
Kimly:
Grazie, grazie mille di seguirmi così assiduamente, e di lasciare i tuoi
incoraggiamenti. Sper che anche questa shot ti sia piaciuta! A presto!
kikkyxx14: Sono contenta che la
scorsa shot ti abbia fatto ridere: con questa spero
di averti fatta sorridere di dolcezza! Grazie della recensione!
celiane4ever: Vale! Eccerto che c’è l’accenno ShinoTema,
coleotteri dorati per sempre! Poi mi piace molto l’idea che Kiba
pensi a Temari come una bomba del sesso (anche in
quanto più grande di lui) e non realizzi se non davanti a fatto compiuto, che
lei sta con Shino, al quale l’Inuzuka
non avrebbe dato una cicca XD Cho è un grande, un
grande!...come le dimensioni del suo stomaco XD. E io lo adoro, punto. Ancora, sempre bianco! Grazie!
Ryanforever: Ciao! Beh, direi che in
questa shot fai il bis d’amore, no? Sono contenta che
la scorsa ti sia piaciuta tanto, e spero di aver bissato il gradimento! E un
compleanno da nubile così…te lo auguro di cuore! Alla
prossima e grazie delle recensioni!