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Autore: war    05/10/2009    2 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Angel... - Allen mi fissava come se mi vedesse per la prima volta. - Che c'è? - chiesi sollevando il capo verso la struttura della chiesa che verteva in uno stato di totale abbandono.
- Non dicevi sul serio, vero? - chiese titubante mentre Kanda emetteva uno sbuffo.
- Scusa? - chiesi non capendo affatto quello che l'esorcista intendeva.
- Prima... Non dicevi sul serio, vero? - chiese lui a conferma. Di cosa non avevo ancora capito.
- Moyashi! Puoi anche tornartene alla locanda! - masticò fra i denti l'altro esorcista.
- Sta zitto! Non sto parlando con te Bakanda! E il mio none è Allen, Allen capito!? - si stizzì l'albino.
Li lasciai perdere mentre osservavo Link che si accomodava su una panca di legno dopo essersi accertato che non si sfasciasse sotto il suo peso. Prelevò dallo zaino un contenitore e poco dopo si versò una profumata tazza di caffè.
- Cos'hanno detto i finder circa le voci che circolano in città? - chiesi dal momento che mezza addormentata com'ero mi erano sfuggiti parecchi particolari. Insomma avevo capito a grandi linee qual'era il problema ma per il resto stavo ancora rincorrendo farfalle.
- Dovevi stare attenta!!! - mi ringhiarono tutti e due i ragazzi.
- Tho, non l'avrei mai detto che vi trovaste in accordo su qualcosa... - ironizzai iniziando a muovermi lungo la navata della piccola chiesa di paese.
Il pavimento era consunto dallo scalpiccio di innumerevoli piedi che erano passati da secoli su quelle pietre, consumandole e rendendole lisce e lucide. Il rosone era crollato e a terra si vedevano ancora innumerevoli schegge di vetro colorato, anche se avevano perso la loro brillantezza a causa della polvere e dello sporco. La parete che si ergeva ancora in tutta la sua altezza aveva il muro scrostato e rigato dall'acqua piovana che probabilmente filtrava attraverso il tetto, prima che questi crollasse definitivamente. Qualcosa mi suggerì che i mattoni rossi con cui era stato edificato erano stati per tempo portati via dai campagnoli, che li avevano usati per le riparazioni dei tetti del villaggio o chissà per che altro.
Capii che quel luogo non era solo stato abbandonato, ma probabilmente sconsacrato.
Il degrado che regnava sovrano mi mise un po' di tristezza. Pensare che una volta quella era la casa del Signore... Dove chiunque poteva trovare accoglienza e una parola gentile o un sorriso.
Senza una parola cercai di raddrizzare il crocefisso in legno, che pendeva sbilenco dal coro dietro quello che doveva essere l'altare. Della lastra di marmo posta in orizzontale, per farne un tavolo, non vi era più traccia.
Anche di panche ne erano sopravvissute poche, molte erano state scardinate dal suolo dove erano cementate e la loro legna usata per accendere fuochi, come testimoniava il nero sulle due colonne infondo alla navata, sotto l'abside, laddove il tetto a cupola non era caduto. Su cosa ne fosse stato del campanile e della campana potevo solo congetturare che il bronzo era stato fuso, sperai per ricavarne attrezzi da lavoro e non armi.
- Davvero decadente - ammise Link facendo udire per la prima volta la sua voce da quando avevamo lasciato il piccolo borgo rurale.
- Ad ogni modo il fantasma, se si tratta di un fantasma, non appare qui, ma nel cimitero laggiù - indicò Kanda alla sua sinistra e attraverso le brecce del muro si potevano vedere tante croci, di diversa forma e colore.
Persino nella morte gli uomini non erano tutti uguali; i più ricchi potevano permettersi croci in ferro battuto o metallo e addirittura statue in marmo, i poveri quelle di semplice legno, altri ancora avevano solo pietre a segnare il luogo della sepoltura.
- Però questo è un buon punto di osservazione. Ci tiene nascosti agli sguardi di vivi e non morti. - gli feci notare.
- Non dire questa cose con tanta leggerezza! - sibilò Allen.
Non avevo detto nulla di offensivo quindi... Lo guardai sgranando gli occhi. Insomma per uno che aveva un occhio maledetto e che poteva vedere le anime degli Akuma, come poteva essere pauroso un fantasma!? E poi, non era un esorcista?! Mi sa che c'era qualcosa di poco chiaro su quelli che erano i precisi compiti e doveri di una persona che si fregiava di tale titolo. Mi chiesi se Allen o Kanda o anche un altro qualsiasi di quegli esorcisti avessero mai compiuto un rituale per scacciare i demoni. Non intendevo combattere gli Akuma, ma eseguire la cacciata di un demone da un corpo ancora vivo. Infatti mentre gli Akuma erano spiriti che prendevano possesso di un corpo già morto o comunque di una rappresentazione parodistica di esso ad opera del Conte del Millennio, era insensato negare che esistessero anche demoni che imprigionavano l'anima di un essere vivente per poter usufruire liberamente del corpo. In quel caso, uccidere l'ospite voleva dire perdere l'anima innocente e costringere il demone a cercare un'altro ospite, senza tuttavia debellarlo...
Quindi alla fine, se la Dark Religious non era a parte di questa fondamentale differenza, qual'era l'interesse della Chiesa nei suoi confronti? Perchè aveva deliberatamente scelto di non chiarire la questione?
Spostai lo sguardo su Howard che finse di non essersene accorto. C'erano due modi per evitare domande scomode: il primo era non fissare mai, nemmeno per sbaglio il richiedente, il secondo era fissarlo insistentemente fino a farlo sentire a disagio e costringerlo quindi a lasciare perdere. Quindi c'era qualcos'altro che avrei dovuto se non sapere, di certo scoprire.
- Continuo a ribadire che non è una buona idea! - sbuffò l'albino mentre stendeva a terra la sua coperta.
- Allen-kun! - esclamai abbracciandolo.
- Ehi? Ma... Ma sei scema?! - sbottò lui avvampando.
- Non avere paura! Ti proteggo io! Se si tratta di un fantasma lo esorcizzo in due minuti, se si tratta di un Akuma lo eliminiamo rapidamente e se si tratta di Innocence... Link cosa ci si aspetta che facciamo? - chiesi volgendo lo sguardo al serio segugio.
Lui continuò nella sua politica di ignorarmi.
- Facciamo il nostro lavoro e la recuperiamo! - borbottò Kanda. Mi ero quasi scordata di lui, dal momento che era molto silenzioso.
Infatti tra Howard e Yu c'era una profonda differenza, il primo stava in silenzio ma nulla sfuggiva al suo sguardo, mentre il secondo semplicemente si isolava, disinteressandosi a ciò che aveva attorno.



La notte era scesa silenziosa e fredda.
Dal mare si era levata la consueta nebbiolina che rendeva tutto più ovattato e dai contorni meno distinti. In una simile atmosfera era piuttosto facile lasciare correre la mente e immaginare cose che non esistono. C'era poi da far conto con la suggestione che gli esseri umani esercitavano gli uni sugli altri e... Insomma c'erano tutti i presupposti per creare quella che poteva essere definita leggenda metropolitana.
Link ravvivò un po' la brace, mandando riflessi rossi nello spazio intorno al fuoco. Anche i capelli di Allen parvero arrossire, assorbendo e riflettendo il colore.
Kanda pareva dormire un sonno tranquillo e beato. Mi dissi che non doveva essere esattamente così dato che la sua mano non aveva lasciato la katana, eppure il broncio rabbioso che dominava i suoi lineamenti era stato sostituito da un'espressione serena e tranquilla. Anche abbandonato ad uno pseudo sonno quel ragazzo non poteva definirsi nè dolce e nè tenero. Però era oggettivamente bello, questo glielo riconobbi. La pelle chiara, ombreggiata da ciglia scure e capelli serici, le labbra rosee, l'ovale preciso del viso, i lineamenti fini e delicati che lo rendevano simile ad una bambola di preziosa porcellana... Se avesse sentito i miei pensieri del momento mi avrebbe davvero affettata con Mugen. Nonostante questa apparenza di leggerezza c'era qualcosa, nel tutto l'insieme, che non mi permetteva di abbassare la guardia. Kanda era un guerriero, il suo essere lo gridava. Trattarlo con leggerezza sarebbe stato come giocare con una pantera nera credendola un gatto.
Scivolai piano fuori dalle coperte. Link mi guardò ma non disse nulla. Continuò a tacere anche quando mi allontanai.
Quindi era vero: lui apparteneva all'Ordine dei Corvi e come tale non era interessato a nulla più e a nulla di diverso dall'eseguire l'ordine ricevuto. Per fortuna al momento l'ordine era quello di sorvegliare Allen Walker, quindi di ciò che facevo io non se ne sarebbe occupato e nemmeno intromesso.

A causa della rugiada e della nebbia il terreno del cimitero era umido e molliccio. Gli stivali vi affondavano leggermente lasciando delle impronte. Passai lungo uno dei viali principali, riconoscendo che il tutto era inquietante. Potevo vedere ogni tanto, emergere dalla foschia e dal buio, forme spigolose e nette. La mano di una statua, la punta di un'ala, una rosa in metallo, la punta della croce con la corona di spine... Balguginii troppo veloci e indefiniti d'oro che riportavano con ogni probabilità nomi, date, epitaffi. Stavo ancora percorrendo la parte ricca del camposanto.
Mi irrigidii di colpo.
Una presenza.
Una presenza oscura.
Mi voltai di scatto, nella direzione in cui credevo di aver sentito il senso di minaccia.
Solo nebbia, sagome indistinte di lapidi e ghiaia sul terreno...
Ghiaia? E da quando? Come avevo fatto a camminare su di essa senza far rumore? Come avevo potuto non accorgermene?
Istintivamente portai la mano all'orecchino. Leonardo...
Mi diedi della sciocca. Avevo alte armi con cui affrontare il pericolo. Avevo altre frecce al mio arco. Poi, onestamente, nemmeno sapevo di che minaccia si trattasse. Probabilmente la paura di Allen mi aveva contagiata. Sorrisi a quel pensiero.
- Come siamo coraggiosi... - una voce alle mie spalle. Era calda e vellutata ma imbevuta di ironia.
Mi voltai di scatto e mi trovai a fissare due occhi dorati.
Mi ci volle qualche secondo per mettere a fuoco la figura alta e slanciata di un uomo. Tra i venticinque e i trenta. Capelli neri e mossi, pelle scura... Stigmate. Neo sotto l'occhio; un vezzo di bellezza dei tempi andati. Fui presa da un sentimento di nostalgia e di tristezza. Quel Noah aveva qualcosa... Qualcosa che mi parlava di un passato troppo lontano, un passato che avevo dimenticato o... Ero stata costretta a dimenticare?
- Noah... - sussurrai facendo un passo indietro. Non era paura, solo che non mi piaceva averlo vicino. Era una specie di legge fisica: come gli stessi poli che si respingono.
- Una nuova giovane esorcista? Non credo di aver mai avuto l'onore... Conte Tyki Mikk. - si presentò con un elegante inchino.
- Non so se si possa definire un onore... Ad ogni modo Angel Cielo - mi presentai a mia volta facendo un inchino da manuale, come una perfetta nobildonna di altri tempi.
Lui allargò il ghigno e pescò delle carte dalla tasca interna del panciotto nero. Le fece scorrere con maestria, tanto che pareva stessero sospese in aria, solo accarezzate dalle sue dita.
- Non sei nella mia lista... Ma che stai facendo in un cimitero a quest'ora di notte? - chiese sfrontato
- Chissà... Magari quattro chiacchiere con il fantasma! - ironizzai piegando le labbra a formare un ghigno.
- I fantasmi non esistono. Anche se magari i bambini come te ancora ci credono. -
- Bambini? - domandai perplessa. Davvero, quando sarebbe finita questa serie di umiliazioni?
- Certo che l'Ordine deve essere davvero disperato se li arruola così giovani. Quanti anni hai? Tredici? -
Ecco, appunto.
- Anche il Conte è disperato forte se gli vanno bene tali imbecilli! Le hai almeno finite le elementari? - ringhiai in risposta.
Lui sgranò gli occhi, poi scoppiò a ridere, inaspettatamente.
- Sono nobile, non vado a scuola, ho avuto dei precettori. - mi informò con aria superiore.
- Insomma ti hanno spillato dei soldi e basta. - appuntai ancora risentita forte.
Lui sorrise si più e cambiò argomento
- Sei sicuro di poterti intrattenere in amene chiacchiere con me? Sono un Noah dopotutto. Sono un vostro mortale nemico. - mi sussurrò lascivo.
- Hai appena detto che non sono nella tua lista. Presumo quindi non mi ucciderai, almeno per il momento. - ribattei scrollando le spalle. °E se ci proverai prenderò volentieri a calci quel tuo bel culo!° pensai osservando di nuovo l'elegante figura dell'uomo.
- Ma potrei avere voglia di giocare un po' con te prima di lasciarti andare... - suggerì con una nota gelida e crudele nella voce.
La sua mano si infilò nella mia spalla, trapassandola.
Forse era il momento di fare sul serio, almeno un po'. Conoscevo questa capacità del Noah del Piacere, la Santa Sede mi aveva dettagliatamente ragguagliata a tale proposito. Resta il fatto che era comunque impressionante vedere la sua mano trapassarmi. Cercai di rilassare i muscoli del corpo, violentai il desiderio di attivare la mia Innocence e mi costrinsi a sorridere.
Lui parve spaesato.
- Non hai paura? Eppure ho sentito i brividi percorrere il tuo corpo fino a poco fa. - mi disse.
- Ti dirò qualcosa che non ti piacerà sentire...
Io sono uno strumento della pace di Dio.
Dov'è odio ch'io porti l'amore;
Dov'è offesa ch'io porti il perdono
Dov'è discordia ch'io porti l'unione;
Dov'è dubbio ch'io porti la fede,
Dov'è errore ch'io porti la verità;
Dov'è disperazione ch'io porti la speranza
Dov'è tristezza ch'io porti la gioia;
Dov'è tenebra ch'io porti la luce * -
Ad ogni frase che pronunciavo la mano che trapassava il mio corpo veniva investita di luce e da scura tornava ad essere chiara. Il mio potere sacerdotale di purificazione. Il Noah gridò di dolore, ritraendosi di scatto e fissandomi con odio.
Ma prima che potessimo dire qualsiasi cosa e compiere qualsiasi altro gesto una grossa spada fatta di Innocence si piantò in terra davanti a noi, separandoci.
- Non osare toccarla! - Gridò Allen sopraggiungendo di corsa, seguito da Kanda che aveva già sfoderato e attivato la sua Mugen.
Tyki Mikk era ancora piuttosto sofferente dopo il nostro incontro e si tenne il braccio stretto al petto ma non contraccambiò l'attacco, si limitò a balzare via e a sparire nella nebbia e nelle tenebre della notte.
- Che accidenti pensavi di fare?! - mi aggredì verbalmente Kanda, senza nemmeno chiedermi se stessi bene o meno.
Gli lanciai uno sguardo rovente.
- Non era qui per noi e nemmeno per l'Innocence, che ad ogni modo non c'è, come non c'è nessun fantasma o Akuma. - gli annunciai
- Che stai dicendo? - chiese Yu ancora più aspro.
- Bakanda, smettila di aggredirla! - si intromise Allen per poi rivolgersi a me in tono assai più garbato
- Stai bene? Non sei ferita, vero? - chiese fissandomi con i grandi e limpidi occhi d'argento.
- Sto bene. Mi sono accidentalmente imbattuta in quel Noah. Lui non aveva interesse per me più di quanto io non ne avessi per lui, almeno per il momento. Però credo di aver risolto il mistero di questo posto... E lo devo a quel Tyki Mikk. - dissi molto certa della mia affermazione.
- Spiegati - borbottò Kanda.
Indicai una lapide, qualche passo più avanti rispetto a dove eravamo. Sul marmo grigio della tomba era posato un mazzo di fiori freschi, ancora confezionati con carta colorata e fiocco rosa.
La nebbia si stava diradando e vennero alla luce lettere consunte e quasi illeggibili.
- Non so chi sia, ma questi fiori li ha lasciati quel Noah, hanno ancora lo stesso odore di fumo che aveva quell'uomo. Credo che qualcuno lo abbia visto mentre faceva le sue visite notturne a questa lapide e credo che lui abbia fatto qualche trucco di magia per far credere che si trattasse di un fantasma... -
- Credi che il Conte stia macchiando qualcosa in questo cimitero? - chiese Allen sospettoso.
- No. Credo... Anzi sono certa che il Conte non centri nulla. Quello che accade qui è qualcosa che riguarda solo quel Noah e la persona che giace sotto questa tomba. Possiamo fare la guardia anche la prossima notte e quella a venire e quella ancora dopo ma non credo che accadrà più nulla. Fino a che saremo qui Tyki Mikk non entrerà più nel cimitero. - ammisi.
- Mi sento un po' in colpa... - borbottò Allen.
- Sei scemo moyashi? - chiese Kanda, gentile come un mal di denti.
- Bakanda! Mi chiamo Allen! E' solo che... Ho la sensazione di aver scoperto qualcosa di quel Noah, che non avremmo mai dovuto sapere... - cercò di spiegarsi meglio lui.
- Non è colpa nostra. Avrebbe potuto agire di giorno, mischiandosi alle persone comuni, anzichè agire nell'ombra e destare sospetti e timori nella povera gente - disse Link palesando per la prima volta la sua presenza.
- Ad ogni modo... Cos'era quella luce che ho visto avvolgerti? Non sembrava l'attivazione dell'Innocence eppure ne era in qualche modo coinvolta... - mi chiese Allen.
- Diciamo che è solo un piccolo trucco di prestigio. Li so fare anch'io, sai? - risposi sorridendo e facendo tintinnare il ciondolo che avevo al collo.
- Muovetevi voi tre! Qui si gela e la camera in albergo è vuota! - ci diede la voce Kanda che si era già allontanato ed era stato inghiottito dalla nebbia.
- Senti Allen... Non è che prima di andare a letto vediamo se riusciamo a trovare qualcosa da mangiare? - chiesi cospiratrice.
Lo vidi illuminarsi e approvare
- Ma che bella idea! Ho una voglia pazzesca di Scotch eggs (sono uova sode con salsiccia, impanate e fritte, servite con una salsa al pomodoro e insalata). -
- Io preferirei un tiramisù e del buon caffè... E tu, Howard? - chiesi incamminandomi al fianco di Allen.
- Penso che siete disgustosi, tutti e due! - sbuffò.



* Stralcio della preghiera di San Francesco -
  
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