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Autore: SabrinaPennacchio    06/10/2009    1 recensioni
Dopo i vari avvenimenti a Fell's Church e la delusione da Katherine ed Elena, per Damon è arrivato il momento di affrontare un altro problema.
I sentimenti e l'umanità, non svaniscono solo perché lo si vuole.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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--- Capitolo Settimo ---





L’auto sfrecciava sull'asfalto di quella stretta stradina, ad alta velocità.
Non sapeva dove Damon la stesse portando e non le importava, voleva solo andare via il più lontano possibile da quelli che si erano rivelati falsi amici solo qualche istante prima.
Non era riuscita a trattenere qualche lacrima silenziosa che cercava di nascondere con le mani e il volto girato a guardare fuori dal finestrino, quel paesaggio che sfrecciava veloce in una scia di colori simili ad un arcobaleno di Picasso.
Damon non spiccicò parola, limitandosi a concentrarsi sulla guida.
Quella ragazza si era fidata di lui e ancora quelle rare occasioni lo stupivano piacevolmente. In più adesso piangeva e cercava di nasconderlo. Possibile che gli esseri umani fossero in grado di provare velocemente un sentimento verso persone - amici o meno - che neanche conoscevano?!
Mah! Neanche ricordava i sentimenti che lui provava da umano, né tanto meno, l'ultima volta che vi era ritornato, aveva avuto modo di conoscerli, dato che si era affrettato a farsi ritrasformare in vampiro da una principessa. Perché ovviamente, una persona della sua grandezza, poteva essere trasformato solo da un sangue blu.
«Mi dispiace…» disse con voce flebile, la ragazza affianco a sé, asciugandosi le lacrime silenziose.
Non stava dando un bello spettacolo di sé stessa in quel momento e se ne vergognava, ma non poteva fare a meno di piangere. Si era ritrovata in un posto nuovo, lontano da chi amava e quando aveva creduto di trovare qualcuno che le rendesse la vità a Fell's Church più piacevole, l'aveva avuta in quel posto.
«Figurati» si limitò a risponderle, lui, sospirando «Come mai sei venuta via con me dopo tutto ciò che è successo?» non che gl’importasse, ma era una pura curiosità personale «Non volevi chiarire con loro?»
«No» tirò su col naso, Sabrina, assumendo una smorfia sul volto, sostituita subito dopo da un grosso respiro «Mi hanno mentito e avvicinata per chissà qualche assurdo motivo in verità. Solo perché tu e Stefan non andate d'accordo, non trovo il motivo per cui io non debba fidarmi di te anche se mi sei del tutto sconosciuto» sospirò «Quindi, di conseguenza, non posso credere alle loro ulteriori balle. Almeno se volevano giustificarsi potevano trovare una scusa migliore….» ripensò alle parole di Bonnie e sospirò ancora «Stregoneria. Si, come no»
«Non credi nella magia e nel soprannaturale?» un sorriso spontaneo uscì dalle labbra del moro, mentre svoltava a sinistra in quel sentiero da lui conosciuto a memoria.
«Non so più a cosa credere, Damon. Sinceramente.» guardò fuori dal finestrino con sguardo appena triste «So che qui sono accadute cose abbastanza fuori dal normale - me l'hanno raccontato i miei -, ma anche se scrivo storie di fantascienza, non credo che tutto ciò che scrivo possa essere reale. Di conseguenza: no. Non ci credo.» rimase in silenzio per qualche minuto, guardando il paesaggio fuori dal finestrino, quando chiese improvvisamente: «Come mai tu e Stefan non andate d'accordo? Anche se, ad essere sincera, mi sembra che sia più lui ad avercela con te che il contrario» lei non aveva fratelli, quindi non poteva capire cosa significasse avere un rapporto simile, ma ripensando ad Angel, pensava che avere una simile figura accanto e sangue del tuo sangue, non sarebbe dovuto essere tanto male. Di conseguenza, pensare di non sopportare una parte di te era quasi impensabile, e se accadeva, doveva sicuramente essere per qualcosa di veramente grave.
Damon sorrise, ghignando. Dopotutto era logico che prima o poi glielo avesse chiesto.
«Semplicemente, perché la donna che lui amava prima di Elena, si innamorò del sottoscritto»
Sabrina si voltò di scatto, rimanendo stupefatta da quelle parole. Ecco un'altra cosa che trovava stupida: litigare col sangue del tuo sangue per una donna o un uomo. Era impensabile!
Strano come Damon sembrasse così sereno nel dirlo.
«Quindi tu e lui avete litigato per una donna? Ma siete fratelli!» fece, quasi con insensato tono di rimprovero.
«Cos'hai detto che scrivi?» cambiò improvvisamente discorso, lui, mostrando chiaramente la sua non voglia di continuare quel discorso troppo personale per farvela entrare.
Era meglio che quella ragazzina non sapesse troppo, anche perché non le riguardava.
Oltre al suo sangue anche lei era desiderabile, ma di certo questo non le dava il permesso di conoscere la sua vita privata. Aveva già parlato troppo per i suoi gusti.
Sabrina sorrise fra sé e sé. Forse gli era sembrata troppo invadente e giustamente non erano cose che le riguardavano. Già era tanto che le avesse detto ciò.
Meglio cambiare discorso come voleva lui… e poi non voleva vedere quello sguardo freddo sul suo volto, aveva un non so che di spaventoso.
«Una storia che scrivo ultimamente parla di vampiri. Però in generale scrivo storie di fantascienza» sorrise, tornando con lo sguardo ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino. Quella stradina le sembrava di conoscerla.
Erano in..? Oh beh, non sapeva dire con precisione dove si trovassero, ma le sembrava vagamente familiare.
«Fantascienza e vampiri, eh?» sorrise con sé stesso, guardandola con la coda dell’occhio per poi riconcentrare interamente la vista sulla strada «E ti va di raccontarmi qualcosa? Tanto per fare conversazione»
«Beh…» Sabrina ridacchiò imbarazzata come ogni volta che qualcuno si trovava a farle domande del genere, voltandosi a guardarlo «ti sembrerà strano ma il mio protagonista, il vampiro cattivo, si chiama Damon. Come te»
«Ma non mi dire.» Damon scoppiò a ridere, una risata cristallina e magnetica che alla ragazza fece sobbalzare per un lieve attimo, il cuore «Allora ti conviene stare attenta, potresti essere una nuova preda nelle mie mani» il suo sguardo si fece improvvisamente serio e divertito, mentre sul suo volto si dipinse un sorriso quasi maligno «sono proprio il vampiro della tua storia, sai?»
«Ah, ma davvero?!» ironizzò la ragazza, poggiando il capo sul finestrino.
Credeva che scherzasse ovviamente, ed era peggio per lei. Lui scherzosamente l’aveva messa in guardia, anche se sapeva già che lei non gli avrebbe creduto. 
Il volto di Sabrina si fece improvvisamente serio. Sorrise debolmente, appoggiando la guancia nel palmo della mano e guardando davanti a se
«Forse sarebbe meglio che un vampiro mi facesse fuori… potrei essere utile ed espiare le mie colpe...»
Damon rimase appena scosso da quelle improvvise parole.
Lei le aveva borbottate, credendo che lui non le udisse, ma il suo udito da vampiro gli aveva fatto captare ogni singola parola.
«E perché ti sentiresti utile solo se un vampiro ti facesse fuori?» chiese istintivamente.
Quella ragazzina diventava sempre più interessante.
Sabrina sussultò, rendendosi conto di aver parlato a voce forse troppo alta.
Arrossì di colpo «Ma no, era tanto per dire»
«Non credo che queste cose si dicano “tanto per dire”»
alle parole di lui,  lei chinò il capo. Il volto rigato da un velo di tristezza
«Beh… se un vampiro beve il tuo sangue è perché ne ha bisogno, no? Quindi in un certo senso servirei a sfamarlo»
Damon scoppiò a ridere «Scrivi di queste cose e neanche sai di cosa parli.» alzò gli occhi al cielo «Un vampiro beve sangue anche solo perché ne ha voglia» scosse il capo. Certo che di vampiri non sapeva nulla, anche se stava scrivendo un libro «Non rendere il Damon del tuo racconto troppo stupido. Se è cattivo deve essere meschino, crudele, calcolatore e soprattutto…» sorrise mentre elogiava i suoi pregi «furbo»
«Parli come se conoscessi un vero vampiro, Damon Salvatore» rise lei, affibiandogli d'istinto il cognome di Stefan, senza sapere se fossero o fratelli dello stesso padre «o addirittura come se fossi tu stesso un vampiro»
«Forse parlo così solo perché mi sento messo in questione» svoltò a sinistra, continuando ad avere uno sguardo soddisfatto nell'osservare il paesaggio dove presto avrebbe parcheggiato la sua magnifica auto nera
«Solo perché il mio protagonista ha il tuo nome?» la Evans scosse il capo «Perdonami. Non volevo toccare il tuo orgoglio» ironizzò
«Brava, scusati pure, ragazzina!»
Sabrina sorrise, mentre l’auto iniziava a decelerare e si fermava davanti alla foresta.
La foresta?! Guardò per bene.
Non potevano essere vicino alla foresta, si erano spostati troppo.
Aspetta!
Deglutì, rendendosi conto di dove si trovassero realmente.
Erano alla foresta, questo si, ma si trovavano a pochi passi dal vecchio cimitero di Fell's Church.
«Come mai ti sei fermato qui?» chiese quasi spaventata.
Forse aveva fatto male a fidarsi anche di lui?
Certo, fermarsi in un cimitero quasi del tutto abbandonato, senza l’intenzione di andare a far visita ad un proprio caro perso, non era da persone normali
Ma allora perché si sentiva lo stesso così protetta in sua compagnia?!
«Sta tranquilla, io vengo qui quando voglio stare in pace. Diciamo quasi che ci abito» sorrise dopo quella frase veritiera, Damon, e fermò il veicolo.
«In effetti… più in pace di così:» Sabrina diede un’ultima occhiata al paesaggio dinnanzi a sé «si muore. Nel vero senso della parola»
Damon scese dall'auto e si avvicinò allo sportello del passeggero, aprendoglielo e aiutandola a scendere. «Ti va?» le chiese, porgendole il braccio con eleganza. In quel momento stava usando un po' del suo Potere per persuaderla, anche se non del tutto
«Si… certo...» gli rispose ella con voce flebile, mentre si sentiva nuovamente come vittima di un qualche incantesimo. Come mai mi accade questo... quando sono con lui?!
Gli si mise a braccetto, poggiando il capo sulla sua spalla e socchiuse gli occhi, mentre iniziavano a camminare tra i fitti alberi.
Sembrava che la luce fosse improvvisamente svanita dal cielo.
Alzò gli occhi ad esso: il sole era stato oscurato improvvisamente da oscure nubi che rendevano il paesaggio come avvolto dalle tenebre.
Che cosa strana. Un brivido le percorse la schiena.
«Vuoi spiegarmi per bene cosa significa quella frase in macchina?» Damon camminava con passo aggraziato e felino mentre si immergevano nell’oscurità.
In quel momento gli interessava davvero sapere cosa nascondesse quella fanciulla.
Poteva leggerle nella mente, era vero, ma usare il suo Potere su di lei e vederla parlare come una piccola e fragile bambola, era molto più divertente.
«A causa mia... una persona è morta.» si sentiva stranamente serena, come sotto trance, e non riusciva a non fare tutto ciò che le chiedeva. Era la prima volta che riusciva, dopo tanto tempo, a parlare tranquillamente di quella faccenda di cui solo Angel e i suoi genitori erano a conoscenza.
Damon rimase alquanto sorpreso da quel particolare che a quanto pare gli era sfuggito «Com'è accaduto?» le mani di quella ragazzina possibile che fossero già macchiate di sangue?!
«Si chiamava Nathaniel. Era una persona davvero cara, per me.» abbassò lo sguardo, osservando i suoi piedi come se in quel momento fossero la cosa più interessante del mondo «Non mi sono mai interessata a lui in un senso diverso, ma a quanto pare lui si era avvicinato a me per intenzioni che ancora non mi sono ben chiare. O meglio: non ricordo molto di quella storia. L'unica cosa ben chiara, nella mia testa, è la sua figura china su di me e le mie mani che lo spingevano via...» rabbrividì a quel ricordo ancora stranamente sfocato «e... il suo corpo infilzato nella ringhiera di quel maledetto palazzo abbadonato...» quelle parole quasi sconnesse fecero assottigliare lo sguardo del vampiro, il quale pensò che sotto quella confusione dovesse esserci qualche schock o qualcosa di più. Sabrina continuò «Sono stata da vari psicologi e psichiatri e mi hanno assolta in tribunale come legittima difesa, seppur non ricordi molto. Ma il mio senso di colpa è sempre rimasto. Tanto da farmi chiedere “Se morissi non sarebbe meglio?! Potrei espiare le mie colpe e cambiare le cose”» un sorriso, poi, le si allungò appena sul volto mentre chinanava il capo e toccava un anello che portava al dito anulare. Nero con le stelle tricolore: un regalo di Angel «Poi un giorno un’amica mi disse: “Se tu morissi non cambierebbe niente, ma se tu rimanessi in vita… qualcosa potrebbe cambiare, no?”» quando l'amica le tornò alla mente, le lacrime tornarono a sgorgare sul suo volto.
Quanto le mancava.
«La tua amica potrebbe avere ragione…» ma la cosa a Damon Salvatore puzzava ancora di più «e allora perché continui a rimanere della tua idea di voler morire?» si fermò di scatto, facendo scattare le braccia appena indolenzite
«Aver ucciso qualcuno, non è un motivo valido?» gli rispose lei, di rimando, alzando lo sguardo verso di lui dopo essersi asciugata qualche lacrima clandestina
«Allora io potrei darti la tranquillità e la redenzione che cerchi» velocemente la spinse ad un albero, quasi senza che ella, ormai senza l'influsso del Potere, se ne accorgesse. Sorrise, mentre lunghi canini affilati gli si allungavano e si mostravano dalle labbra semi-aperte «Che ne dici?»
Sabrina deglutì, guardandolo spaventata e sbiancando appena. Un vento gelido le sfiorò il corpo, ma non fu quello a farla tremare: cosa diavolo stava succedendo in quella maledetta città?!
Non poteva essere vero, ciò che vedeva non poteva essere reale!
Lui, lui non poteva essere…
«Tu sei…» ma le sue parole furono bloccate dal moro che le parlò in risposta «Un vampiro? Esatto, dolcezza» ghignò egli, spalancando le fauci pronte ad azzannarla «Non volevi incontrarmi?»
Com’era stata stupida. Come aveva potuto dubitare di Stefan e degli altri? Le avevano solo detto la verità, per tutto il tempo avevano solo cercato di proteggerla, di aiutarla… ed erano stati davvero degli amici con lei anche se li conosceva da nemmeno due settimane.
Che stupida! Farsi ammaliare da uno sconosciuto dagli occhi corvini. Solo quegli occhi che le davano l’impressione di essere inghiottita dall’oscurità dovevano farle capire che Stefan aveva ragione.
E invece no, aveva dato ascolto al cuore, a quell'improvvisa attrazione che sentiva in sé, a quei sogni forse non casuali che l'avevano spinta a dimenticare Mattew con troppa velocità. Non lo amava, certo... ma era importante per lei.
In quel momento si sentiva uno schifo anche per lui. Possibile che in realtà lui non fosse così importante per lei?! O era possibile che Damon, un vampiro, aveva influenzato i suoi sentimenti, facendola quasi invaghire di lui?!
Non riusciva a darsi una risposta, sapeva solo che era stata un’incosciente e che doveva cercare almeno di rimediare.
Ma soprattutto, voleva chiedere perdono ai suoi amici, gli unici che in quella città le avessero dimostrato affetto, gli unici, dopo Angel e gli altri, ad averla fatta sentire davvero importante per qualcosa e per qualcuno.
Cercò di scansarlo ma il Potere di Damon glielo impedì.
«Damon… io…» farfugliò, sentendo i suoi sensi intorpidirsi.
«Tu?» ghignò lui, avvicinando il volto al suo collo candido.
Sabrina non riuscì a dire altro, ormai del tutto succube del Potere di Damon Salvatore.
Si lasciò andare fra le sue braccia, chinando il capo indietro, del tutto incosciente di ciò che ormai stava accadendo. Incosciente delle sue stesse azioni.
Sentiva la testa vuota, avvolta dall’oscurità. Non riusciva a capire più niente.
Damon sorrise.
Il momento che preferiva, quello dove le prede si offrivano da sole su un piatto d’argento.
«Brava fanciulla...»
Si chinò su di lei, inebriandosi dell’odore che emanava il suo sangue non ancora versato e che finalmente avrebbe bevuto come desiderava da giorni. Quei momenti erano il pagamento migliore per ogni sua attesa.
Spalancò la bocca ed infilzò i canini nella carne tenera, iniziando poi a nutrirsi della sua vita.
Questa volta era davvero finita per lei, e il suo caro fratellino, con la sua combriccola, non poteva farci niente.
   
 
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