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Autore: war    12/10/2009    2 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ovviamente né io né Allen potemmo soddisfare le nostre voglie notturne, dovemmo quindi accontentarci di un hamburger e delle patatine fritte che annegai nella maionese, mentre le sue nuotavano amenamente nel katcup. La bettola non era il massimo dell’igiene trovandosi nella zona portuale, ma era uno dei pochi posti aperti a quell’ora assurda. Link ci fissava in silenzio, distogliendo lo sguardo che si riempiva di disgusto ogni volta che infilavamo qualcosa in bocca. Kanda si era diretto verso l’albergo in cui eravamo alloggiati , lasciandoci bellamente indietro e fregandosene di noi non appena aveva appurato che non c’era nessun pericolo e nessun Akuma. Per quello che potevo immaginare, se non fosse stato che era piena notte e quindi nessun mezzo pubblico circolava, l’esorcista sarebbe già salito sul treno e tanti saluti.
- Ad ogni modo, credo che una preghiera per tutti quei defunti
potremmo anche farla, domattina – dissi osservando affranta la mia bibita. Anche qui, non c’era stato verso di farmi servire della birra o del sidro.
- E’ un pensiero gentile – mormorò Allen fissandomi intensamente.
- E’ anche un preciso dovere di un affiliato del Vaticano. Pregare è uno dei modi migliori per rendere grazie a Dio. Non costa nulla e dona molta consolazione! – sorrisi
Link non disse nulla ma si limitò a sospirare stancamente.



Con mio grande stupore, quando mi ritenni abbastanza sveglia per connettere, e ciò avvenne dopo aver fatto colazione, dopo aver saldato il conto con l’albergo e dopo aver scongiurato una rissa tra Allen e Yu e la conseguente crisi isterica di Link e dell’albergatore, dopo aver raggiunto il cimitero… Insomma dopo un paio d’ore che ero scesa dal letto, mi resi conto che il giapponese ci aveva seguiti e che sebbene la sua espressione seccata e infastidita non fosse mutata si era avvicinato ad Allen che teneva fra le mani il mio breviario.
Mi rasserenai pensando che voleva partecipare anche lui alla preghiera, fosse anche per mera curiosità. Essendo orientale infatti non credevo che fosse Cristiano, anche se l’Innocence l’aveva scelto. Dopotutto Dio sceglie i suoi strumenti secondo le Sue leggi e non le mie o quelle di qualsiasi altro umano. Chiunque sia ritenuto adatto porta il Messaggio.
La mia voce si levò alta e chiara mentre i raggi di sole si facevano spazio tra le nuvole. Sentii il suo calore battere sulla mia testa, seppi che i miei capelli si erano accesi come fiamme, risplendendo di rosso. Osserai i fiori che aveva lasciato il Noah, ancora freschi e umidi di rugiada, ne osservai l’armonia e la delicatezza dei colori, lilium, rose rosa e velo di sposa, mischiato al verde cupo delle felci.
Dopo aver recitato il Requiem a cui i tre presenti risposero in coro
- Amen -
Mi osservai attorno.
Il cimitero era un luogo pacifico, in cui i morti riposavano in pace fino alla chiamata finale. Non vi era nulla di anormale in esso, nulla di malvagio, ma in ogni caso, poiché sono una persona scrupolosa chiusi gli occhi e iniziai a raccogliere il mio potere clericale di purificazione.
Lo concentrai fra le mie mani, dandogli una forma sferica e attesi che crescesse quanto bastava per creare una barriera. Avrei contenuto in essa anche i resti della chiesa sconsacrata, perché anche senza sapere i fatti che vi si erano svolti, il mio cuore mi confermava che il perdono di Dio era già disceso su quel luogo.
Sentii qualcuno trattenere un’esclamazione di sorpresa quando sollevai le mani sopra la mia testa. Non so se loro potessero vedere qualcosa, erano pochi quelli che vi riuscivano e non a tutti la benedizione appariva nello stesso modo.
Alcuni sostenevano che vedevano una luce accecante, altro che vedevano della piume candide come colombe volteggiare nell’aria e dissolversi a contatto con oggetti reali, altri ancora divedano che si sentivano come fili d’erba di un prato accarezzati dal vento. Io vedevo solo scintille di luce fluttuare nell’aria e venire assorbite dagli oggetti.
- Che la pace del Signore discenda su voi tutti – dissi liberando il mio dono.
- E’ davvero una sensazione magnifica… - sussurrò Allen chiudendo gli occhi e sollevando il volto verso i raggi del sole. Il suo viso parve rilassarsi e illuminarsi
- Tsk – mugugnò Kanda, ma non riuscì a mettervi il solito disprezzo.
- Quando siamo strumenti di Dio, il suo amore ci raggiunge perché lasciamo aperta la porta del nostro cuore, e attraverso di noi, in modo più umano, Egli parla agli altri uomini affinché possa essere ascoltato e compreso. Tuttavia non è sempre tanto facile credere in Lui perché a vlte, le prove a cui ci sottopone sono ardue, difficili e spesso non le comprendiamo. Ma io ho fede ed essa mi da la certezza che nulla di quello a cui mi mette di fronte sia così difficile da non poter essere affrontato e superato… Va bhè, scusate se vi ho fatto le predica come durante un sermone… Che ne dite di andare e tornare in sede? – chiesi voltando le spalle alla lapide di una donna.
Una donna che aveva avuto un legame con un Noah. E per quel Noah, quel legame non si era ancora sciolto.
Mi chiesi se combattere su due schieramenti opposti era proprio inevitabile. Mi chiesi se non vi potesse essere redenzione per tutti… Mi chiesi quanto sarebbe stato forte Allen e mi ritrovai a pregare che la sua figura lucente non venisse mai inghiottita dalle tenebre e che a noi non dovesse toccare vederlo dissolversi davanti ai nostri occhi come neve al sole.



- Come? Scritto? – domandai fissando Kokui come se mi stesse chiedendo qualcosa di troppo complicato.
- Tranquilla Angel! E’ un modulo predisposto! E’ tutto guidato, devi solo rispondere alle domande. – mi disse sorridente.
Conoscevo quei sorrisi falsi, quelli che cercavano di incastrarti per intenderci! Mi voltai di scatto verso Kanda che accarezzava la sua Mugen. Adesso capivo perché il capo Sezione non lo aveva nemmeno preso in considerazione.
- Puoi compilarlo insieme ad Allen, se vuoi. – disse ancora più sorridente.
- Così non vale! – protestò l’albino sentendosi incastrato. Se mi rifiutava l’aiuto sarebbe passato per scortese.
Allungai la mano ad afferrare il fascicolo. Lo sfogliai rapidamente. Ventidue pagine.
- E se… Per ipotesi… Io non sapessi scrivere? – domandai arrossendo. Non ero molto avvezza a mentire così spudoratamente.
- Fai bene ad arrossire, do’hao! Ti aiuterò io – sbuffò Kanda mostrando un atto di gentilezza che non mi sarei mai aspettata. Allen voltò di scatto la testa verso di lui. Un favore simile lo avrebbe fatto solo a Leenale, forse. Perché Yu non era il tipo di persona che avrebbe fatto qualcosa per qualcuno senza un buon motivo.
- Guarda che è arrossita per la spudorata menzogna che ha detto. Angel Cielo si è occupata per anni degli Archivi Vaticani e ha scritto più di un trattato divenuto materia di studio nei seminari. Nno è corretto mentire Esorcista. – disse Komui sorridendo di nuovo.
- Non ho mentito… Avevo precisato che era solo un ipotesi… - borbottai a mia discolpa.
Kanda mi uccise con lo sguardo ‘mille pugnali’ mode on.
Mi resi conto che con quelle parole avevo indirettamente dato dell’allocco a lui… Me tapina!!!!
- Sei proprio un Bakanda – non resistette alla provocazione Allen.
- Teme moyashi!!!! – scattò subito l’altro sfoderando la sua Mugen che per fortuna ebbe come vittima solo la sedia da cui Allen era prontamente schizzato via.
Pensai che in qualsiasi posto ci fossimo riuniti per compilare quel benedetto rapporto sarebbe stato un problema. E mi feci appunto mentale di non proporre assolutamente la mia stanza!!!
Poi ebbi l'intuizione: la biblioteca.
Era risaputo che quello era un posto silenzioso, tranquillo e dove la bibliotecaria faceva rispettare severamente al regola del silenzio e del non disturbare. Quei due non avrebbero potuto litigare nemmeno volendo! Fiera di me lo proposi
- Allora troviamoci alle due in biblioteca. -
- Tsk - poteva essere un assenso.
Allen ci pensò un po' poi sorrise annuì.
Timcampi parve sospirare sopra la sua testa.



Otto minuti, otto minbuti secchi dopo che ci eravamo trovati in biblioteca che avevamo preso posto ad uno dei tavoloni dedicati alla lettura, che avevamo scritto i nomi degli esorcisti che avevano preso parte alla missione ci ritrovammo letterlamente buttati fuori a calci da una donnina di corporatura esile. La bibliotecaria, che a prima vista pareva essere una dolce nonnina, con i capelli grigi raccolti in uno chinon ordinato, il sorriso indulgente, la camicia bianca perfettamente inamidata, i piccoli occhiali tondi dalla montatura in argento si era trasformata in un demone. Le mancavano solo i fumi di zolfo!
- E adesso dove andiamo? - chiesi smarrita.
- Morite deficienti! - sibilò Kanda mollandoci lì, con nuvole nere che si addensavano sul suo capo.
Rimasti soli io e Allen ci fissammo abbattuti.
- Ho un idea! Potremmo andare nell'Arca. Nella stanza del Quattordicesimo. - disse.
Mi meravigliai ne parlasse con tanta calma e disinvoltura.
- L'Arca? - domandai fingendomi ignorante.
Lui arossì.
- Te lo spiegherò dopo. Fidati è un posto tranquillo e non ci disturberà nessuno... Lavi ha solo iniziato a darci il tormentone a pranzo! Da bravo erede di Bookman vuole sempre sapere di tutto e di più di tutti! -
Sorrisi gentile
- Mi fido di te Allen... Però prima di andare nella stanza Quattordici perchè non ci facciamo dare un frullato formato maxi da Jerry? Io lo voglio al cioccolato! - dissi precedendolo verso le cucine.
- E' la stanza del Quattordicesimo, o la stanza del Pianoforte se preferisci... Io lo voglio doppio! - disse poi trotterellandomi dietro, allettato dall'idea del cibo.
Una manciata di minuti dopo salimmo sull'Arca.
Allen faceva strada con sicurezza, come se fosse a casa propria mentre io osservavo le varie porte delle case intonacate di bianco e i cartelli che indicavano i vari luochi del mondo.
Per fortuna non incrociammo nessuno e in breve tempo ci trovammo nella st6anza bianca, con il divano ianco, il piano bianco e l'enorme specchio che copriva buona parte della parete.
Mi parve di scorgere un'ombra nello specchio, che stava in piedi dietro ad Allen, come se fosse la sua ombra. Ma il volto era nero e solo un ghigno gli tagliava a metà l'ovale che aveva al posto della testa.
Era il Quattordicesimo?
Ebbi la certezza che avesse visto o comunque fosse consapevole del mio sguardo e nello stesso tempo seppi che anche lui mi stava osservando, ma non si palesò o diede alcun segno di volersi intromettere, quindi accettai la sua presenza come un dato di fatto, evitando di interferire a mia volta. Per un attimo mi sentii gelare il sangue nelle vene quando vidi delle ali attaccate alla mia schiena. Quattro ali bianche, che sparirono quando battei le palpebre. Si, quello specchio era strano forte, quindi indagai, gusto per sapere se il mio ruolo e la mia copertura erano state messe in pericolo.
- Allen... vedi nulla di... Strano in quello specchio? - domandai esitante.
Lui si irrigiì e disse
- Nulla - senza nemmeno guardare,tenendo gli occhi fissi sulle stringhe delle sue scarpe.
Gli presi la mano e lo costrinsi a rilasciare ill pugno, facendogli llievi carezze sull dorso fino a che non riuscii ad entrare in contatto con il suo palmo.
- Io invece vedo una strana ombra che aleggia per la stanza. - dissi lasciando che lui stringesse pure con forza.
- Si, a volte la vedo anch'io, ma non adesso - disse.
Sollevò lo sguardo e fissò lo specchio. Non sgranò gli occhi e rimase piuttosto impassibile. Ebbi la certezza che vedeva il Quattordicesimo, ma fui anche ragionevolmente sicura che non aveva visto le mie ali.
- Allora... Se me lo assicuri tu, ti credo! Mettiamoci al lavoro... A proposito, sai suonarlo quel piano? - chiesi
Lui divenne triste. Avevo toccato un tasto dolente e un nervo scoperto.
- Te lo chiedo perchè io me la cavo un pochino con l'organo... E sebbene sono due strumenti molto diversi funzionano nello stesso modo quindi... -
- No. Quello non è un normale piano! Non deve essere suonato! - sbottò accalorato.
- Ah... Va bene... Però è davvero un peccato. Un pianoforte a coda così bello... Si vede che è stato custodito con cura e con amore. Chi lo suonava doveva amare la musica per poterne trarre melodia. e Chiunque sappia suonare uno strumento non può avere un animo completamente malvagio. - dissi voltandomi verso Allen.
Aveva gli occhi pieni di lacrime.
Di nuovo avevo detto troppo e con troppa leggerezza, ma davvero non avevo tempo per essere più delicata. C'erano cose importanti che dovevo assicurarmi Allen capisse o per lo meno si sentisse dire.
Repressi il sospiro e puntai il dito verso il suo frullato.
- Lo so che è la cosa più deliziosa tu abbia bevuto, ma commuoverti in quel modo non ti pare eccessivo? - domandai
Lui sbattè le palpebre, ricacciando indietro le lacrime
- Scema, sono state le tue parole a... - ammise arrossendo
- Oddio, veramente speravo di fare un effetto un po' diverso al sesso maschile... Già mi scambiano per un moccioso con una frequenzsa esasperante, se adesso mi dici che li faccio piangere gli uomini, non mi resta che adare a farmi togliere il malocchio! - dissi
Glli strappai un sorriso mite
- Stupida... Ma grazie, davvero. - disse.

  
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