A Vale
A Ele,
che hanno già una dedica in questa
raccolta
e ne meritano un’altra.
Questa storia è uno spin
off, o un continuo, di Arabian
Inner Sakura, di Eleanor89. Trovate la sua storia
qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=417003&i=1
E ora vi
presento…
Arabian Ino
“Ciao” cinguettò Ino posando l’ennesimo
drink di fronte a Shikamaru.
“Tutto bene, signore?” continuò divertita sbattendo esageratamente le palpebre e
appoggiandosi al tavolino sugli avambracci.
Shikamaru non le dedicò particolare
attenzione, cercando di mascherare lo sguardo che puntava dritto nella
scollatura della ragazza con un arguto studio dell’uomo che stava dietro di
lei: “Copriti” mormorò spazientito.
Ino non si scoraggiò: “…se no non rispondi delle tue azioni?” chiese ridacchiando,
facendo saltellare allegramente l’abbondante porzione di petto che straripava
dalla camicetta aderente.
“Ehi, Ino, io non rispondo delle mie
azioni” si intromise Kiba, allungandosi
spudoratamente sul tavolino di Shikamaru per guadagnare una visione migliore.
Chiaramente, quello spettacolo era per il Nara, e Ino non si curava minimamente
di nascondere le sue intenzioni. Se lo voleva portare
a letto da inizio serata, glielo si leggeva negli occhi, negli atteggiamenti,
in tutto. Ino Yamanaka era una
macchina da sesso, e per questo lei e Kiba sarebbero
andati d’accordissimo, secondo l’Inuzuka.
Questo, chiaramente, escludendo il fattore Nara.
“Quindi te ne andrai,
prima che io non risponda delle mie.” Interruppe Shikamaru, allontanandolo
senza alcuna gentilezza. Ecco, per
l’appunto.
“Andiamo” fece poi il Nara rivolto a Ino, alzandosi. “Lo spettacolo è finito” dichiarò poi agli
avventori del locale, attirando la ragazza a sé e premendosela contro più del
dovuto. “Starai gelando…” borbottò pur di inventare
una scusa.
Ino stranamente non protestò,
lasciandosi condurre via e facendo un occhiolino a Tenten,
che brindava per l’ennesima volta con Neji.
Camminarono così semiabbracciati
fino al retro del locale, dove una stanzetta angusta faceva da guardaroba.
“Rivestiti” fece allora Shikamaru
sbrigativo chiudendo la porta, spingendola verso il cumulo di vestiti senza
staccarle gli occhi di dosso.
“Non ti volti dall’altra parte?”
fece Ino, fintamente scandalizzata.
“Tra come sei e la sola biancheria
intima non vedo molta differenza” commentò Shikamaru, senza staccare lo sguardo
dalle sue curve.
“Piaciuto lo spettacolo di Sakura?”
chiese allora Ino con tono casuale mentre di proposito
cercava distratta i suoi vestiti – sapendo peraltro esattamente dove fossero.
“Mmm” fece
Shikamaru passandosi la lingua sulle labbra, senza avere tuttavia più saliva.
Ino inveì: “Ma mi stai ascoltando?”
fece, mascherando di rabbia il rossore che le imporporava le guance.
“Mmm”
ripeté Shikamaru. Ino non sapeva se sentirsi infuriata o lusingata.
“È tutto quello che sai dire?”
domandò la ragazza slacciandosi di proposito la camicetta ed ergendosi
impettita, in reggiseno.
“Mmm”
ripeté Shikamaru.
“Scusa, scusa,
scusa” puntualizzò allora la ragazza
avvicinandosi al compagno di squadra e puntandogli un dito contro il petto. “Il
mio reggipetto ti provoca lo stesso Mmm del ballo di Sakura?”
“Mmm”
“Io so fare di molto meglio” affermò
allora la kunoichi spingendolo via.
Shikamaru alzò un sopracciglio.
“Io
so fare di molto meglio”. Ribadì Ino, convinta.
“Mmm”,
rispose Shikamaru.
Ino si tolse la gonna indignata,
dopodiché – con qualche remora non espressa da parte del suo compagno – si
cinse i fianchi con la fascia che Sakura non aveva indossato, rimanendo in
intimo e foulard tintinnante dinanzi a Shikamaru.
“Già questo ti dovrebbe fare più effetto di Sakura” affermò Ino spavalda, incrociando le mani all’altezza del seno e
facendole poi scorrere lungo i suoi fianchi.
Questa volta non giunse nessun “Mmm”.
“E ora”
fece Ino avvicinandosi ancora una volta a Shikamaru e spingendolo sull’unica
sedia della stanza “Goditi lo spettacolo, miscredente”
sibilò accettando implicitamente la sfida che lei stessa si era lanciata.
Gliel’avrebbe fatta pagare per quell’impertinenza. Oh sì.
Si allontanò di quei pochi metri che
la stanza le concedeva, ancheggiando ampiamente nel
processo, e gli diede le spalle in un teatrale svolazzare di capelli. Prese il respiro mentre decideva quale ritmo impostare nella sua
mente, quale coreografia di quelle scartate per Sakura selezionare.
Sentì Shikamaru sbuffare alle sue
spalle e si decise. Prese rapida un altro velo che giaceva accanto alle cose non
utilizzate da Sakura, assicurandosi che non stonasse con la tonalità del magro
pezzo di sotto, e se lo avvolse intorno alle spalle come una crisalide. Poi,
cominciò a muovere il bacino lentamente, a destra e sinistra, con piccoli
movimenti ritmati dai sonagli appesi ai suoi fianchi. Si mosse ritmicamente per diversi istanti, fin
quando non fu sicura che lo sguardo di Shikamaru fosse inevitabilmente
lì, su quei pochi centimetri di pelle, quelli che l’avrebbero fatto impazzire.
Iniziò a descrivere piccoli otto con
il bacino, allargando il raggio del movimento, stringendo le natiche e
spostando l’onda più in su, verso le braccia che finalmente
si schiusero in un impeto d’energia, aprendosi generosamente all’esterno per
poi rincontrarsi al di sopra del suo capo, riducendo il velo a uno spessore di
pochi centimetri e regalando una visione nitida della sua schiena. Prese a inclinare il movimento del bacino, spostando l’asse più in
alto verso la gamba destra, prendendo a roteare lentamente in direzione di
Shikamaru, allargando il braccio destro e ripiegando sul petto quello sinistro,
a velare ancora il ventre mentre si offriva impudica al suo sguardo. A quel
punto si concesse il lusso di fissare gli occhi in quelli di Shikamaru. Le
iridi del Nara passarono veloci dal suo bacino ai suoi
occhi, incatenandola. Ino riprese a muoversi più velocemente, mentre i sonagli
emettevano tintinnii ipnotici, nel tempo in cui la
ragazza riprendeva ad ancheggiare con più energia e il ragazzo a scendere con
lo sguardo, ad accarezzare le sue curve, ad apprezzare ogni centimetro di pelle
che quegli stupidi veli gli regalavano, mentre Ino gli
si avvicinava impercettibilmente, sentendosi quello sguardo bruciare addosso,
mentre in un lampo gli era a sedere a cavalcioni
sulle gambe e lo attirava a sé: “Non ce la faccio più, Shikamaru” sussurrò
buttatasi sul suo collo, prendendo a baciarlo freneticamente. “È tutta la sera
che aspetto di essere sola con te” mormorò sulla sua
pelle.
Shikamaru si irrigidì,
senza rispondere. Sarebbe scoppiato a ridere se non fosse stato così
dannatamente eccitato. Lei non ce la
faceva più?
Ino si arrestò e lo guardò
contrariata.
“Che c’è,
speravi che ti prendessi per quei fianchi che muovi tanto bene e ti sbattessi
su quel tavolo?” chiese il ragazzo con l’ultimo baluardo di raziocinio che gli
rimaneva, senza far cenno di togliere le mani dai braccioli della sedia,
nonostante ora li stringesse con eccessiva veemenza.
“Non dire che non ci ho provato”
rivendicò Ino mordendosi un labbro, e spingendo furbescamente il bacino contro
il suo. E rendendosi conto che effettivamente, nonostante Shikamaru fosse un
maestro nel nascondere le sue emozioni, non riusciva comunque
a nascondere le sue reazioni.
Ino sorrise maliziosa: “Oh. Allora
l’ho catturata la tua attenzione”.
“Hai presente quello che ti ho detto
poco fa, Ino?” domandò Shikamaru, le nocche bianche che si sfogavano sui
malcapitati braccioli.
“Sì” cinguettò Ino, con un sorriso
incerto.
“Dimenticatene” fece Shikamaru
afferrandola per i fianchi “Anche la sedia andrà benissimo”.