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Una
guerra inevitabile
Ciò che sembra fantasia, a volte nasconde realtà
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Oltre
mille anni erano ormai trascorsi da quando uomini e Homon, esseri antropomorfi,
con la pelle color smeraldo, i capelli che variavano tra l’arancione e il blu,
che avevano un paio d’ali che permettevano loro di volare assieme agli uccelli
e che avevano dei poteri magici che
fino allora non avevano mai usato, si videro per l’ultima volta. A quel tempo la
terra era ben diversa da come appariva tuttora, laghi, boschi, fiumi, si
presentavano come qualcosa d’inesauribile; ovunque si ascoltava il rumore dei
ruscelli che discendevano le alte e imponenti Montagne del Nord, immensi prati
colorati da fiori perenni si vedevano ovunque e grandi e vertiginose cascate
rendevano il territorio affascinante e meraviglioso. Gli uomini convivevano con
gli Homon, nessuno regnava sugli altri, tutti erano sullo stesso piano e nulla
ma proprio nulla poteva infrangere lo stato di pace, che allora regnava
sovrano, anche se si diceva che gli Homon, che erano considerati da tutti
esseri superiori e che vivevano in un loro villaggio a pochi passi da quello
degli uomini, fossero padroni di un tesoro ma questo non interessava a nessuno,
o meglio non interessò a nessuno finche, per la sete di potere e di ricchezza,
un giorno, un uomo di nome Efìl varcò le mura del villaggio degli Homon e prese
possesso del tesoro. Ritornato fra gli uomini si dichiarò loro sovrano e si
preparava ad affrontare un pericolo più grande di lui. Per giorni, infatti, gli
Homon cercarono invano il tesoro, ben presto, però, scoprirono il furto e fu
guerra. Ma gli uomini ormai corrotti dal potere erano pronti ad affrontarli per
imporre la propria egemonia. Anni e anni trascorsero tra guerre e distruzioni e
man mano i boschi, che davano legna per le armi e i fiumi, che davano acqua per
spegnere gli incendi, andavano sempre più consumandosi. Sarà Efìl XII, re degli
uomini che, per riportare la pace, restituirà il tesoro agli Homon. Ma ciò che
era paradiso, ora era inferno; non più cascate, non più prati in fiore,
restavano solo rari alberi e distese desertiche. Via via il villaggio degli
uomini, sotto la guida della dinastia degli Efìl, andava espandendosi, ricoprendo
una vasta zona mentre quello degli Homon restava immobile, noncurante degli
avvenimenti estranei a loro.
Gli
Homon ormai coscienti del pericolo che correvano decisero di allontanarsi dagli
uomini e così attraverso un varco magico passarono in un altro mondo e si
separarono da loro. La storia trascorse, quella degli Homon divenne racconto,
il racconto leggenda e un conto sono le favole, un conto le convinzioni, così
per secoli la gente aveva continuato a raccontare questa storia, incredula che
vi fosse nascosta una realtà che non tardava a ritornare…