To Disguise One’s Sorrow- Nascondere il proprio dolore
Prologo
Londra,
stazione di King’s Cross.
Come
ogni anno, il primo di settembre gli studenti si
ritrovavano dopo le vacanze estive, al binario 9 ¾, in attesa
di
prendere l’espresso che li avrebbe portati alla Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
Due
nuovi studenti, un ragazzo ed una ragazza, avevano fatto la loro comparsa,
sulla banchina, con le rispettive famiglie.
Famiglie
che erano ormai entrambe famose nel Mondo Magico, perché avevano avuto modo di
essere legate al nome
di
Harry Potter.
La
famiglia dei Malfoy e
quella dei Weasley.
Il
ragazzo, Scorpius, era il figlio unico di Draco ed Astoria Malfoy.
Camminava tra i suoi genitori, indossando un cappotto
scuro abbottonato
fino alla gola. Sembrava Draco, quando aveva la sua età.
Capelli biondi, pelle diafana, occhi grigi,
portamento austero.
La
ragazza, Rose, era la primogenita dei coniugi Ronald
ed Hermione Weasley. Camminava davanti ai
suoi genitori,
indossandoun paio di jeans babbani ed un golfino color crema.
Assomigliava a sua madre, fisico snello,
occhi color cioccolato, capelli castani.
Al
contrario di Hermione, però, i suoi capelli erano lisci e
fluenti, con ciocche più chiare, che risplendevano alla luce del sole.
Draco Malfoy aveva visto la famiglia Weasley avvicinarsi ed aveva rivolto loro uno
sguardo e un cenno di saluto,
soffermandosi un attimo di più sulla figura di Hermione. Lei aveva ricambiato il
saluto con un altrettanto lieve cenno
della testa. Ma
nell'attimo che era durato quel saluto appena abbozzato, gli occhi di Draco ed Hermione avvinti da una
forza più grande della loro
volontà, si erano rattristati. Nessuno però, tranne loro, aveva colto quello
sguardo.
Poi Draco aveva salutato il figlio, una mano a
stringere la spalla del ragazzo, raccomandandogli di studiare e di
stare tranquillo, che nei Serpeverde si sarebbe trovato bene. Astoria invece, lo aveva stretto a sé, in un abbraccio
meno
formale e lo aveva baciato sulla fronte.
Esauriti i saluti, lo avevano invitato a salire sul treno
prima degli altri studenti,
così
da potersi scegliere un buon posto per godersi il lungo viaggio. Scelse uno scompartimento vuoto e si
era seduto
vicino al finestrino.
Hermione aveva stretto a sé la figlia, con forza, come a volerle
trasmettere tutto l’affetto che sentiva per lei. Ron,
dal
canto suo,
le aveva sfiorato la guancia
con un bacio, raccomandandole di non dare confidenza alla Casa Serpevede.
La moglie, disapprovando in
pieno la raccomandazione del marito, lo aveva colpito con uno sberleffo sul
braccio.
Per
quanto riguardava eventuali raccomandazioni
sullo studio, entrambi non ne avevano espresse: Rose,
oltre alla bellezza,
aveva ereditato anche l'intelligenza della madre. Per cui non ci sarebbero stati
problemi in quel campo. Salutati ancora
una
volta i genitori, la ragazza era salita sul treno assieme ai suoi cugini, prendendo posto accanto ai suoi parenti.
Era
arrivata l’ora della partenza, le undici in punto.
L’espresso
aveva fatto un lungo fischio e aveva iniziato a lasciare la stazione. Cenni e
urla dei ragazzi si sprecavano
dai
finestrini
aperti del treno, per un
ultimo saluto ai familiari. Solo un ragazzino era rimasto seduto composto,
come
del resto non si erano scomposti i
suoi genitori sulla banchina della stazione: Scorpius Malfoy.
Il
viaggio, lo sapevano tutti, sarebbe stato lungo. Così i
nuovi studenti avevano iniziato a chiacchierare tra loro,
coscienti che, di lì a breve, sarebbero potute nascere grandi amicizie o, in
alcuni casi, utili collaborazioni.
Rose,
dopo un ora di viaggio seduta accanto ai suoi rumorosi
cugini James e Albus, aveva deciso di alzarsi
e
fare un giro
per i vagoni del treno.
- Hei Rosie!
Dove vai?- le aveva chiesto James.
- Sono stufa
di sentire i vostri discorsi. Vado a sedermi in qualche posto più tranquillo,
dove possa leggere
in
pace Storia di Hogwarts! - aveva risposto al cugino, con un pizzico
di fastidio nella voce.
-
Rose,
tu sei strana forte!-, e James si era
girato di nuovo verso il fratello Albus. Tornando ad occuparsi
di dare delle dritte
al fratello
minore, su formazioni e
manovre di Quidditch.
Rose
si era incamminata lungo il corridoio del treno con il
libro tra le mani, cercando uno scompartimento che
non
fosse pieno
di ragazzi rumorosi e in vena
di scherzi. Certi studenti, infatti, stavano usando pallottole puzzole,
pasticche vomitose e nuove invenzioni acquistate, sicuramente, nel negozio di suo zio George.
Stava
proprio per perdere le speranze, quando aveva visto uno scompartimento con le tende tirate. Sembrava
non
ci fosse nessuno, dato che dal
suo interno non proveniva alcun rumore. Bene, aveva trovato il posto giusto
per
potersi rilassare e leggere il suo libro in pace. Aveva aperto la porta dello
scompartimento, persa nei suoi pensieri
e
non si era accorta subito del ragazzo, anche lui un espressione pensierosa, seduto vicino al finestrino.
- Ehi! Non ti
è stato insegnato che se trovi una porta chiusa, bisogna bussare prima di
entrare?- così l'aveva
apostrofata
il ragazzino, palesemente
infastidito dalla sua intrusione.
- Oh,
scusa...non immaginavo ci fosse qualcuno!- aveva
risposto sorpresa Rose.
- Un evidente mancanza di buone maniere da parte tua. Vivi per
caso in una caverna?- e dopo il fastidio,
era con un tono mellifluo
che le aveva nuovamente rivolto la parola.
-
Il
maleducato, mi sembra sia tu, caro il mio signorino tutto di un pezzo! Ti
chiedo scusa per essere entrata
senza bussare.
-
Resta il fatto però che non c'era bisogno di farmelo pesare così...
offendendomi senza darmi la possibilità
di spiegare!. –
Rose, invece, aveva assunto un tono di voce offeso ed anche un po’ infuriato.
- Come osi!
Tu… tu…non sai chi sono io!- la voce del ragazzo si
era fatta minacciosa.
- Questa Poi!
E chi saresti tu!- aveva ribattuto, sempre più
infuriata, Rose .
- Sono Scorpius Malfoy!
Unico discendente della grande famiglia Malfoy!-.
- Ah sì?
Bella famiglia, la tua!- ora c'era un sorriso di scherno sulle labbra della
ragazza - Una famiglia di
Mangiamorte che
è stata fedele a Voldemort!-.
-Insolente!
Come ti permetti di affermare tale infamia! Mio nonno
e mio padre sono stati scagionati da tutte
quelle false
accuse!- queste parole, erano uscite come un
ringhio dalla bocca di Scorpius.
-Un
momento, calma!- Rose fece un sonoro respiro ispirando l’aria.- Abbiamo
iniziato con il piede sbagliato.
Mi dispiace per quello che ho detto, non volevo essere offensiva, ma mi sono sentita aggredita, ed è una cosa
che non
sopporto…e che mi porta ad esagerare! Scusami, ancora.-
Il
ragazzo era tornato ad assumere un'espressione pensierosa
- Mmm! Accetterò le tue scuse...-.
- Rose Weasley .-
- Weasley? Ora capisco!- ed era scoppiato in una fragorosa risata.
- Prego?-,
lo aveva guardato Rose stizzita.- Che intendi con “capisco”?-.
- Che Tuu… dolce
fanciulla, fai
parte di quella famiglia Filobabbana a cui mio nonno fa sempre riferimento,
per citare ad esempio una famiglia di traditori del proprio sangue! O come dice lui :“gli Weasley, una famiglia
dal sangue annacquato”. Oppure: “una famiglia di Maghi, come la loro, hanno
contribuito alla rovina
del Mondo Magico”. Ma
non vado avanti oltre... sai non vorrei diventare davvero offensivo!-.
-Tuo
nonno è un Mangiamorte! Odia e disprezza tutti quelli che non
hanno Sanguepuro. Anche mio nonno
mi ha raccontato
cose molto offensive sul signor Lucius Malfoy!
Devo dedurre che anche tu, la pensi come lui?-
-No… Penso che mio nonno esageri. Ma mio padre, mi chiede sempre di assecondarlo, altrimenti
gli prenderebbe
un colpo! Papà, infatti, non è della sua stessa opinione.-
-Strano…credevo che la vostra famiglia odiasse
dal profondo del cuore i Mezzosangue. Tanto che mio
papà
mi ha sempre raccontato che il signor Malfoy
e mia madre non si sopportavano, proprio per il fatto che lei era figlia
di babbani- e sul volto di Rose era comparsa un'espressione pensierosa.
-Da
quando io abbia memoria, non ho mai sentito mio padre
denigrare la signora Weasley. Anzi, un giorno mi
disse
che
la ammirava.
Nonostante fosse una Mezzosangue era più dotata di
certi maghi Purosangue, tanto da essere
la
prima della classe. Mi disse che c'era della sana
rivalità tra loro.
Silenzio.
I loro pensieri avevano preso direzioni diverse: ognuno stava immaginando i
propri genitori ad Hogwarts.
Quando erano stati
ragazzi, poco più grandi di loro, alle prese con l'odio, il dolore e il terrore
che aleggiava in quegli anni,
a causa
del Signore
Oscuro. Tutto
ciò che aveva scatenato
su
entrambi i fronti.
Ma
ora era tutto finito. La pace nel Mondo Magico durava da quasi venti anni, da
quando il ragazzo della profezia
Harry Potter, aveva sconfitto Lord Voldemort.
A Scorpius,
improvvisamente gli venne un attacco di asma, gli
mancata l'aria e aveva sentito l'esigenza di sbottonare
il
cappotto, rimasto sinora allacciato fin sotto la gola. Ma le sue mani
sembravano incapaci di liberare i
bottoni dalle asole.
Quasi
che la cosa volesse ricordargli che un Malfoy, difficilmente, si
lasciava andare.
Rose,
si era accorta della difficoltà momentanea del
ragazzo. E, senza proferire parola, si era avvicinata
a lui per aiutarlo.
Quando finalmente, il cappotto si era sbottonato, a Scorpius era sembrato di poter tornare a
respirare liberamente senza
aiuto pozioni, quasi avesse tolto un macigno.
A quel punto Rose, riprendendo in mano il suo libro, aveva indicato uno sei posti vuoti
davanti a lui.
- Posso proseguire qui, con te, il mio viaggio?-
- Se proprio ci
tieni, fai pure.- le aveva risposto, con aria indifferente ma che dentro di se ne era felice.
Rose
con una alzata di spalle aveva riaperto il libro e
aveva ripreso la sua lettura.
Il ragazzo aveva iniziato ad osservarla. Era come se
da lei provenisse un'energia, in grado di farlo stare meglio.
E
per un breve attimo, un pensiero si
era affacciato: forse sarebbe stata proprio lei a liberarlo dalle catene che lo tenevano
avvinto ad una vita di obblighi e
doveri. La vita che ci si aspettava da un Sanguepuro come lui. Anche
un altro pensiero,
forse ancora più sfuggente del primo, aveva fatto capolino: Rose era la metà della sua“mela”*
come diceva la leggenda?
Il
viaggio era durato a lungo, proprio come i rispettivi
genitori avevano prospettato. Ma per Rose e Scorpius,
era parso
Volare il tempo. Forse perchè, dopo
l'iniziale silenzio, si erano ritrovati a parlare di loro. E
quello che avevano scoperto
di
entrambi, rappresentava un'assoluta novità. La
ragazza si era ritrovata a raccontare di una vita libera, quasi selvaggia
e il giovane di una vita fatta di regole ed obblighi, derivanti dal peso
del suo cognome. Si erano ritrovati anche a parlare
come
se fossero
amici che si conoscevano da
sempre. Tra loro si era creata un'alchimia, di cui nemmeno loro,
avrebbero saputo individuarne gli ingredienti.
Solo
poco prima che il viaggio giungesse al termine, Rose era tornata dai cugini. In
compagnia di Scorpius,
per
poterglielo
presentare. La reazione dei due
fratelli era stata la medesima: sia James che Albus, inizialmente erano rimasti
sorpresi davanti al giovane con
quel cognome, ma poi lo avevano salutato senza pregiudizi.
Scorpius, dal canto suo, aveva trovato subito
simpatico quel ragazzino dagli gli occhi verdi, Albus Potter.
Ed
era sicuro che anche suo fratello
maggiore, James, lo fosse.
Insieme,
si erano ritrovati sulla banchina della stazione di Hogsmeade,
che ormai era buio. Avevano visto comparire
l'enorme
figura di Hagrid, il guardiacaccia e insegnante di Cura delle
Creature Magiche che dava loro il benvenuto.
A
quel punto, però, dovettero salutarsi. James, insieme
ai suoi compagni di dormitorio, avrebbe raggiunto Hogwarts
su
di una carrozza. Rose, Albus e Scorpius, con gli altri studenti
del primo anno, avrebbero invece seguito il guardiacaccia
sulle sponde del lago Nero.
Una volta lì, sarebbero saliti sulla barca che li avrebbe portati alla scuola
di magia e stregoneria.
Così,
come era già avvenuto per generazioni di studenti, i
tre avevano visto la scuola per
la prima volta, ergersi imponente
sulle rive del grande lago.
Dopo essere attraccati, erano stati condotti verso la grande scalinata,
illuminata su entrambi i lati
da
lanterne. Per i nuovi arrivati, trovarsi sotto quel
castello con le finestre tutte illuminate, era bellissimo. Ogni passo fatto,
da
lì in poi, sarebbe stato un passo
che li avrebbe condotti più vicini ad momento molto importante per tutti loro:
la
cerimonia di Smistamento.
Ad
attendere i ragazzi nella Sala di Ingresso c’era un
vecchio professore corpulento e stempiato, che li accolse
con
un sorriso
sincero.
-
Benvenuti
ad Hogwarts miei
cari ragazzi. Sono il professor Lumacorno e sarò io a condurvi nella Sala Grande
dove
si terrà il vostro Smistamento
nelle quattro case. Prego da questa parte. Gli altri studenti vi stanno già
aspettando.-
Le
grandi porte di quercia, davanti a loro, si erano aperte .
Rose e Scorpius avevano
sgranato gli occhi per la meraviglia.
Migliaia di candele fluttuavano
nell’aria, il soffitto della sala era un cielo stellato. E gli studenti di tutte le Case, già seduti
ai
loro tavoli,
osservavano incuriositi i
nuovi arrivati. Vennero fatti sfilare nel sala
centrale, fino a trovarsi davanti al tavolo
degli insegnanti.
Ad
attenderli c’era uno sgabello con sopra un cappello malconcio e rattoppato in più punti:
il famoso Cappello Parlante.
La
preside McGranitt aveva
dato loro il benvenuto. Era una donna di una certa età, ma che aveva mantenuto
uno sguardo
Pieno di vitalità e sicurezza.
In
ordine alfabetico, il prof. Lumacorno invitava i nuovi studenti a sedersi
sullo sgabello ed ad indossare il Cappello,
il
quale, dopo un'attenta riflessione, proclamava la casa a cui sarebbe appartenuto
lo studente d'ora in avanti.
Come
per tutti, era arrivato il turno di Scorpius Malfoy.
Prima di andare verso lo sgabello, il ragazzo aveva guardato
un'ultima volta Rose. Lei, gli aveva sorriso
fiduciosa e lui si era sentito più leggero. Era pronto ad affrontare lo
Smistamento.
Si
era seduto
e il professore aveva
appoggiato il Cappello sulla sua testa.
-
Oh
bene! Un Malfoy dopo tanti anni. –
aveva pronunciato il Cappello. Il ragazzo si era irrigidito, perchè ora sottovoce
si
stava rivolgendo solo a lui.- Sei ambizioso come
tuo padre, ragazzo, ma sento che hai molte qualità che lui non
possedeva…- a voce più alta, aveva
esclamato - Serpeverde!-. E dal tavolo della casa di appartenenza
erano sopraggiunti
applausi e urla di consenso.
Scorpius si era diretto al suo tavolo e aveva preso posto tra i suoi nuovi compagni.
- Albus Severus Potter!
- Tuonò Lumacorno.
Tutta
la sala si era fatta silenziosa. Albus, nonostante fosse piccolo e
timido, era riuscito comunque a sistemarsi sullo
sgabello senza combinare
danni. Anche per lui, il Cappello stava prendendo tempo, quasi che, come era stato per suo padre,
non
riuscisse a trovare l'esatta casa
di appartenenza. Poi però aveva esclamato un tonante.- E’ deciso, Serpeverde!-.
Scorpius, dal tavolo dei Serpeverde, era stato l'unico ad esserne contento.
Gli altri, infatti, erano rimasti basiti dalla scelta
del
Capello Parlante.
I
Grifoni, dal canto loro, erano convinti che anche il giovane Potter, al pari di James, sarebbe
stato smistato nella loro Casa.
Così
gli unici ad applaudire il povero Albus, che quasi in lacrime stava
raggiungendo i suoi compagni, erano stati gli studenti
di Tassorosso e Corvonero. Ovviamente, nemmeno lui
si aspettava di capitare in quella Casa. L'unica cosa che ebbe il potere
di
confortarlo, seppur in minima parte, fu la pacca amichevole che gli riservò il
suo nuovo amico, Scorpius.
-
Rose Weasley!- Lumacorno stava chiamando l'ultima studentessa
da smistare. Il ragazzo si era concentrato su di lei,
sperando quasi di poter influenzare la scelta del Cappello Parlante.
- Grifondoro!- era stata la sentenza,
quasi immediata.
Sentenza che aveva fatto scoppiare dal tavolo Grifondoro
urla di gioia assordanti.
Lo stesso James, ora fischiava forte.
Così, una Rose, imbarazzatissima
dal comportamento del cugino, aveva raggiunto il tavolo, cercando di
sprofondare
tra
gli altri studenti, per nascondere la vergogna.
Non
si era accorta dello sguardo desolato con cui l'aveva seguita Malfoy,
che aveva sperato fortemente nel suo
Smistamento nei Serpeverde.
La
cerimonia era terminata. La preside aveva tenuto il suo discorso di benvenuto e
di apertura dell'anno scolastico,
poi
le tavole si era magicamente imbandite di ogni leccornia possibile ed
immaginabile.
Solo
dopo la ricca cena, i Caposcuola di ogni Casa, avevano
radunato i nuovi studenti per accompagnarli nei rispettivi
dormitori.
Così,
Rose tra i Grifondoro, si era ritrovata a salire la grande
scalinata di marmo che portava verso la loro torre.
Scorpius ed Albus, tra i Serpeverde,
si erano ritrovati a scendere per le scale che conducevano ai loro sotterranei.
Non
c'era stato per i due ragazzi il tempo di salutare la loro rispettiva amica e
cugina, ma l'indomani ci sarebbe stata
la
prima lezione in comune. E lì, si sarebbero potuti rivedere, per commentare il loro
smistamento.
- (*) Ognuno di noi ha la propria anima gemella, la metà
della mela, la fuori, sparsa chissà dove sulla Terra.
Il mito della mela nasce nella notte dei tempi, in Grecia, con il filosofo Platone. Il grande pensatore racconta che all'inizio del mondo l'uomo fu creato come un'unica mela, intera, completa, autosufficiente in tutto e per questo felice. Un giorno gli Dei invidiosi della sua felicità decisero di dividerlo in due parti uguali e di sparpagliare le metà in giro per la terra, cosicché l'uomo, per ritrovare la sua felicità, avrebbe dovuto trascorrere la sua esistenza alla ricerca della sua metà della mela.
Angolo dell’amica di piuma
La fiction Parla della nuova generazione. Principali protagonisti saranno Rose e Scorpius che dal prossimo capitolo
li racconterò in prima persona.
Draco ed Hermione avranno una bella fetta di questa fan fic,
ma solo più avanti. Prima conoscerete meglio i loro figli
e la loro cerchia di amici, che
porteranno aiuto nella loro storia.
Grazie per l’affetto che mi avete comunicato
per la mia fan fic “ti odio Granger”.
Non immaginavo tanto successo! Sono commossa ^^.
Ringrazio DrachettaDance dawn_summers90 anna96 Debora93 Sweet Me kakka Kikyo90 per i vostri
commenti.
Voi mi avete convinto a proseguire la loro storia d’amore. E soprattutto Ranerottola
grazie amore ti stimo come
persona e come scrittrice.
a presto. Lunanera