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Autore: Novelist Nemesi    23/10/2009    3 recensioni
-Di solito la polizia concede la grazia alle persone come lei. Dopotutto, lei è una vittima… Ciò significa che forse anche nella polizia c’è qualche persona che collabora con questa gente. Non può fidarsi di nessuno, e l’esapserazione l’ha portata qui…- L si trova di fronte a un nuovo caso. Con questa storia Nemesi torna nell'universo di EFP, affrontando un tema diverso. Sperando di riuscire a colpirvi, Nemesi vi augura buona lettura come sempre!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Watari aveva svolto un lavoro eccellente, recuperato messaggi davvero importanti. Sembrava che Erin ricevesse dei messaggi minatori. Robe del tipo: stai attenta, rischi grosso, non potrai nasconderti per sempre.
Certo, minatorie se le leggevi dal punto di vista della vittima.
E se invece erano solo avvertimenti per coprirle le spalle?
Intanto erano passate due settimane e di Caroline non sapeva più nulla. Mandare Watari era rischioso comunque. L’unica soluzione era disfarsi di quelle orripilanti e fastidiose telecamere. Se Caroline vi avesse messo un panno facendo finta di niente sarebbe stato sospetto, e poi dovevano anche fare in modo di non farsi sentire.
A mali estremi, estremi rimedi, concluse L. Ebbe un’idea che però non sarebbe piaciuta a una certa persona.
Infatti era a dir poco contraria.
-State scherzando?!- disse Erin irritata
-Vuole salvare o no le sue compagne?-
-Ma così è come tornare al punto di partenza!-
-Io non c’ero al punto di partenza- rispose piatto L.
Il piano tutto sommato era semplice: far tornare Erin “pentita” in quegli appartamenti, e scambiarsi informazioni strettamente personali con Caroline e altre ragazze.
-Le telecamere ci riprenderebbero-
-Farete in modo di sussurrarvi le cose oppure userete un linguaggio in codice, usare una parola per intenderne un’altra-
-Ma…-
-Deduco che c’è qualche cosa che la impedisce di accettare… Ebbene?-
-Niente di rilevante, però…-
-Allora affare fatto. Domani mattina tornerà. Non si preoccupi, Watari si apposterà nelle vicinanze, osserverà tutto con dei binocoli e se vedrà movimenti sospetti o cattive intenzioni agirà di conseguenza-
Erin accettò, dopo molta insistenza, e se ne andò amareggiata.
-L, sei sicuro di farla tornare? Potrebbe essere uccisa-
-Ci sarebbe una sorta di giustizia in questo- rispose L con una tazza di tè in mano –Tra poco la richiamerò e farò in modo che mi sputi tutto quello che riguarda i messaggi. Tanto l’ho già innervosita abbastanza con questo piano che la mette in pericolo, se tutto va come previsto basterà poco per farla parlare-
-Ma allora la manderai o no lì?-
-All’inizio la volevo solo usare come scusa per metterle agitazione e farla parlare, ma ora penso che non sia un piano così assurdo. E poi ci sarai tu nelle vicinanze, dovrebbe andare bene-
Watari non fece altre domande e acconsentì al piano. Per quanto potesse mettere becco, L non cambiava quasi mai idea. E poi era un ragazzo che andava capito non poco, le sue idee, per quanto potevano sembrare terribili e assurde, spesso si rivelavano vincenti, come dimostrava la sua fama.
-Dimenticavo- disse L –Le chiamate?-
-Ho raccolto una registrazione- rispose prontamente Watari, andando a prendere il portatile.
Erin rispose al telefono con voce stanca –Cosa volete ancora?-
-Venga subito qui- e L riattaccò.
Erin si accomodò e stavolta non aveva paura di affrontare L –Vi ho già detto che farò come mi dite! Lasciatemi riposare per un po’!-
-Non finchè lei non mi spiega questo-
Fece partire la registrazione della chiamata di Erin. Era lei e un uomo che con tono minaccioso le diceva di stare attenta e avrebbe rischiato grosso continuando così. Inoltre, che si sarebbe fatto vivo presto.
Erin a stento tratteneva le lacrime –Questa è violazione della privacy-
-E la sua è falsa testimonianza- rispose subito L –Allora?-
-Io non ho fatto niente…-
-Erin…- L alzò di poco la voce, mentre lei iniziò a singhiozzare. Bingo.
-Non l’ho rintracciato io…-
-Da quanto tempo la cerca?-
-Poco tempo dopo che ho chiesto il vostro aiuto hanno cominciato a riempirmi di squilli anonimi. Poi senza lasciarmi replicare dicevano che sapevano dov’ero, che avevano capito che, nonostante la tinta e l’aspetto un po’ cambiato, ero io, che stavo facendo la spia… Poi hanno detto che erano vicino casa e pronti a spararmi a distanza se non avessi rivelato con chi mi vedevo, e in particolare chiedevano di Nicholas Lewis. Dicevano che se avessi collaborato avrebbero strappato il mio contratto e lasciato libera…- non riuscì a fare a meno di piangere e coprirsi il volto con le mani.
L però fu impassibile e anche piuttosto duro –Congratulazioni. Grazie a lei sono state messe delle telecamere e le sue compagne vengono torturate più di prima-
-Non dite così…-
-Alla fine ha solo pensato ai fatti suoi… Posso capire come si sentisse, ma avrebbe anche dovuto pensare che non avrebbe avuto senso chiedere aiuto a me-
-Mi dispiace…-
-E Caroline…?-
-Non ho mentito sul nostro incontro. Quello glielo posso giurare e spergiurare-
L sospirò, dopo un sorso di caffè –Il minimo che può fare ora è collaborare sul serio con me e partecipare al piano-
Tra singhiozzi e occhi lucidi lei annuì debolmente.
La mattina dopo arrivò con una certa ansia da parte di tutti. Watari osservava appostato con un fucile l’arrivo di Erin davanti ai suoi capi, e ascoltava grazie a un microfono nascosto nel bottone di Erin. Sua invenzione, naturalmente, adorava architettare quegli oggetti da James Bond che avevano un’utilità grandiosa e inaspettata. Fu proprio grazie a invenzioni come quelle che guadagnò abbastanza da fondare la Wammy’s House, e dare un tetto a tanto bambini intelligenti e destinati a grandi cose. Anche una famiglia.
Grazie al mirino posto sul fucile, Watari osservava muto l’ingresso di Erin, apparentemente riaccolta gentilmente.
-L, Erin è entrata. Si stanno spostando verso un ufficio- voltò leggermente la testa verso l’orecchio destro, dove aveva un auricolare. Al colletto aveva attaccato un microfono davvero minuscolo.
-Bene, non perderla di vista- rispose L tramite il microfono vicino il portatile.
Watari vedeva Erin sedersi su una sedia, gli dava le spalle, mentre gli uomini chiudevano la porta a chiave. Dai discorsi che facevano sembravano magnanimi con lei, ma con qualche doppio senso miravano ad altro, chiedevano informazioni, cosa avesse fatto finora e cosa no. Lei faceva finta di niente e parlava piuttosto del lavoro che le si prospettava.
Forse aveva l’ira facile, perché puntò un coltello sulla gola di Erin e gridava a gran voce –Parla, puttana! A chi diavolo ci hai venduto?!-
-Nessuno! Nessuno!-
-L, intervengo?-
-Non ancora, Watari. Fai come da copione-
Infatti un altro di loro fermò il compagno –Calmati, non c’è bisogno di essere così rudi. Tanto abbiamo spedito tutto, non ci sono prove contro di noi, almeno nelle vicinanze-
Dove aveva spedito? E cosa? I contratti?
-Vi prego, lasciatemi in pace…- supplicava lei.
-potrebbe spifferare qualcosa. Facciamola fuori-
-L…-
-Non ancora, Watari-
-Potremmo semplicemente mandarla nell’altra sede. Scommetto che lassù non avranno nulla in contrario, gli serve gente che “riscaldi” i clienti, col freddo che fa-
-No, no, troppo pericoloso. Potrebbe scappare durante il tragitto-
-Ha ragione. Ma pria diamole un addio come si deve, no? Vediamo se ha perso colpi nel suo mestiere…-
-L!-
-E va bene, Watari. Premi il grilletto, e stai attento a non ucciderli tutti, almeno uno lo voglio vivo-
Dei sei uomini presenti, solo uno rimase vivo, con un proiettile conficcato in ciascuna gamba, come desiderava L.
-Maledetta… Ci hai veramente… Venduto! Ti ammazzo… Giuro che ti ammazzo!-
Erin senza pensarci prese il coltello con cui la stavano minacciando ed era pronta a fuggire, ma quell’uomo la teneva bloccata con le mani.
Neanche fece in tempo a parlare che quell’uomo aveva anche le mani bloccate dai proiettili piombati all’improvviso.
-Watari, avvicinati con cautela, ora. Se la stanza è a pianterreno, entra dalla finestra. Erin dovrebbe raggiungere Caroline-
Infatti così accadde, anche se non come aveva previsto L: difatti Erin entrò senza curarsi delle telecamere, ansiosa, mentre Caroline si girò di scatto confusa e incredula.
-Ma tu…-
-Fuori, fuori! Prendi questo!- le diede il coltello –Io avverto le altre, fuori, fuori!-
-Le telecamere ci vedono!-
-Tu pensa a correre e ad ammazzare chi ti mette le mani addosso!-
Prese entrambe dall’ansia, non ci volle molto perché provocassero il putiferio.
-L, sono entrato. Pare che ci sia molta confusione…-
-Cerca di raggiungerle, e falle il favore di togliergli qualche impiccio- disse L. Non sembrava minimamente coinvolto nella cosa.
Caroline correva su e giù per le scale, da un piano all’altro per far uscire le altre ragazze. Ogni tanto vedeva qualcuno a terra, coperto di sangue, ma, seppure inorridita, doveva correre, glielo diceva Erin e glielo diceva pure l’istinto di sopravvivenza.
Per fortuna non c’erano molti uomini, Watari ebbe poco da fare, tutto sommato. Anche perché trovava degli uomini doloranti e coperti di sangue senza che lui fosse intervenuto.
-L, qui non c’è molto altro da fare- vedeva delle ragazze correre alla rinfusa e spaventate, e anche degli uomini in boxer o addirittura nudi correre –Come facciamo ora?-
-Cerca di tenere la situazione tranquilla. Inoltre trovami caroline e Erin-
Watari vagò per un po’ in quell’edificio, finchè non incappò proprio in Caroline che a momenti lo accoltellava. Lui alzò le mani –Sono qui per conto di Nicholas Lewis-
-Davvero?-
-Posso provarlo-
-E’… Finita?-
-L’aiuteremo. Ma dov’è Erin?-
-Era nella mia stanza…-
La trovarono con gli occhi aperti, assenti, senza espressione, come un fantasma. E il petto che non si alzava di un millimetro, né si abbassava, in mezzo a una distesa di sangue.
-L…- disse Watari –Erin è deceduta. Si è tagliata i polsi, e forse qualcos’altro, non si capisce bene dal sangue che c’è a terra-
-Uscite da lì- disse L dopo un po’ di silenzio.

@ Ninive: Muah ah ah ah ah, a volte non resisto *-*

@ Saku:  Sei sempre gentilissima! Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto e ti abbia "sconvolto" allo stesso tempo xD Ero tentata di renderle colpevoli tutte e due, ma poi mi sono come al solito lasciata andare ad altro ^^''
  
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